Ma Renzi non può fare lo Sblocca Miracoli
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La Tribuna di Lor Signori, dei critici di professione, non è mai doma. E infatti dopo lo Sblocca Italia giù critiche a più non posso: molto fumo, poca ciccia.
Disoccupazione: serve lavoro. Consumi in calo: serve crescita e investimenti. L'uovo di Colombo. Ci è arrivato pure Gino Latino a questa conclusione, non ci vogliono i soloni che stazionano ovunque, dalla mattina presto a notte in tv, e poi nei ritagli di tempo sulla carta stampata. Calma e gesso.
La critica a Renzi avviene attraverso occhi del passato. Si critica Renzi per i dati negativi dell'economia eppoi appena annuncia qualcosa si punta il dito, allarmando mezzo mondo, con le coperture (dagli ottanta euro all'assunzione degli insegnanti). Ma le coperture? Scusate se tutti conveniamo che le ricette di Bruxelles e quindi dell'Europa sono state un fiasco totale non possiamo criticare Renzi utilizzando i format del passato, tuttora in uso, ma sbagliati, dell'Europa. Non stiamo dicendo che osservare le coperture quando si spende è un male imposto dall'Europa, anzi è agire secondo il buon padre di famiglia, come ci ricordava spesso Enrico Letta, però è evidente che ci muoviamo sempre con il nodo scorsoio delle paure che mettere una virgola di traverso può mandare a carte quarantotto un provvedimento utile per far ripartire l'Italia.
La critica a Renzi avviene attraverso occhi del passato. Si critica Renzi per i dati negativi dell'economia eppoi appena annuncia qualcosa si punta il dito, allarmando mezzo mondo, con le coperture (dagli ottanta euro all'assunzione degli insegnanti). Ma le coperture? Scusate se tutti conveniamo che le ricette di Bruxelles e quindi dell'Europa sono state un fiasco totale non possiamo criticare Renzi utilizzando i format del passato, tuttora in uso, ma sbagliati, dell'Europa. Non stiamo dicendo che osservare le coperture quando si spende è un male imposto dall'Europa, anzi è agire secondo il buon padre di famiglia, come ci ricordava spesso Enrico Letta, però è evidente che ci muoviamo sempre con il nodo scorsoio delle paure che mettere una virgola di traverso può mandare a carte quarantotto un provvedimento utile per far ripartire l'Italia.
Oggi abbiamo bisogno di coraggiosi non di veggenti del giorno dopo. L'Europa è a un bivio non perché c'è il 3% o il fiscal compact. Il punto è che non ci può essere una ricetta comune per uscire dalla crisi che vale per tutti i 27 stati appartenenti all'Unione europea. Non c'è e non ci potrà essere anche perché gli strumenti di governo della politica economica così come sono non andranno mai bene per tutti i 27 stati. E il tempo è poco. Si chiede di 'fare in fretta'. Chi tira da una parte e chi tira dall'altra. La politica estera la fanno i singoli stati. La Merkel si butta sulla crisi Ucraina. L'Italia bolle per Mare Nostrum. Dopo che si muovono gli Stati Uniti si mettono le sanzioni, forse uno degli strumenti più bolliti in politica estera. Le sanzioni servono solo a mettere in ginocchio le economie dei singoli stati, creare nuova povertà e tensioni sociali.
Inoltre il povero Renzi è solo. Non è vero che il Re è nudo: cioè tanto fumo niente arrosto. Credete che Renzi non annullerebbe l'Irap, che non farebbe una bella riforma del fisco, e cos'altro ancora? Il punto è che Renzi è solo e deve lottare su mille fronti: dai burocrati dei ministeri ai tecnici della presidenza della repubblica, da Bruxelles all'approssimazione dei ministri fino alla bislacca coalizione di governo e quindi il bounty del parlamento.
Inoltre il povero Renzi è solo. Non è vero che il Re è nudo: cioè tanto fumo niente arrosto. Credete che Renzi non annullerebbe l'Irap, che non farebbe una bella riforma del fisco, e cos'altro ancora? Il punto è che Renzi è solo e deve lottare su mille fronti: dai burocrati dei ministeri ai tecnici della presidenza della repubblica, da Bruxelles all'approssimazione dei ministri fino alla bislacca coalizione di governo e quindi il bounty del parlamento.
So che la reazione di qualcuno è: ma queste sono le classiche giustificazioni, alla Berlusconi, quando non si fa nulla. Non è vero. Renzi è scientificamente in impasse per i motivi che ho elencato. E la Tribuna, o la compagnia di giro, se preferite, non aspettava altro questo momento negativo per puntare i cannoni. Da quanto tempo si annuncia l'autunno caldo? Preferite la Troika (commissione europea, bce e fondo monetario): ma poi scusate, per far cosa? Voi credete, proprio per quel ragionamento, di qualche riga sopra, che il classico schemino applicato in Grecia e un po' in Spagna sia applicabile in Italia, nelle stesse forme e con gli stessi obiettivi? Credete sia un bene, nel nostro dibattito 'alto', ipotizzare l'arrivo della Troika? In Francia, campioni di sforamento del 3%, e riformatori senza osservare tanto Bruxelles, se 'qualcuno' dovesse paventare l'arrivo della Troika, per sciovinismo e soprattutto per amor patrio, verrebbe arrestato con provvedimento d'urgenza e infatti nessuno ne parla. Silenzio, please.
Leggo: gli 80 euro non hanno dato nessun effetto sui consumi. A parte la temporalità statistica di rilevamento e altre improvvisazioni. Non mi interessa proprio farne un confronto dottrinale. Ma voi pensate proprio che non siano serviti a nulla quegli 80 euro? Se gli italiani li hanno usati per coprire una rata di un mutuo, per pagare una bolletta, o li hanno risparmiati, secondo voi è un male? Solo perché il Pil non cresce, gli ottanta euro non servono a nulla? Per quei principio di particolarità di ogni singolo Stato europeo se rivedessimo gli indici economici tenendo conto della ricchezza 'reale' del paese noi li batteremmo, al meglio, tutti quanti: abbiamo risparmio e proprietà immobiliari al top. E' dura calcare sempre il tasto sull'Italia povera, che non ce la fa, che è ridotta in mutande.
La guerriglia contro gli ottanta euro è anacronismo allo stato puro. E' il paradigma del 'carattere' e del 'modo di fare' degli italiani e soprattutto di coloro che hanno il tesserino della critica giornaliera.
Guardiamoci intorno. Nella nostra quotidianità. Cellulari, armadi pieni di vestiti, 3 macchine a famiglia. E poi cos'altro. Ma cosa ci potete chiedere di consumare di più con l'auspicio che l'economia riprenda. E se facessimo una analisi più profonda e convenissimo che forse più di tanto questa economia non si può forzare. Se fossimo coscienti che probabilmente non possiamo chiedere di più a questa economia e ce ne facessimo una ragione definitiva? Mettendoci anche il cuore in pace, evitando gli strilli quotidiani dell'economia che non va, che non risponde, che il pil di qua e il pil di là: questo sì deprime, altroché gli annunci di Renzi. E di contro dovremmo lasciare lavorare chi dovere per fare quello che eticamente è richiesto a uno Stato serio e moderno, indipendentemente dai numeri dell'economia, cioè tagliare costi, sprechi, far funzionare i servizi, l'amministrazione pubblica, far funzionare il contratto tra lo Stato e gli italiani, tanti italiani, di buona volontà che pagano fino all'ultimo cent di imposte e tasse.
Guardiamoci intorno. Nella nostra quotidianità. Cellulari, armadi pieni di vestiti, 3 macchine a famiglia. E poi cos'altro. Ma cosa ci potete chiedere di consumare di più con l'auspicio che l'economia riprenda. E se facessimo una analisi più profonda e convenissimo che forse più di tanto questa economia non si può forzare. Se fossimo coscienti che probabilmente non possiamo chiedere di più a questa economia e ce ne facessimo una ragione definitiva? Mettendoci anche il cuore in pace, evitando gli strilli quotidiani dell'economia che non va, che non risponde, che il pil di qua e il pil di là: questo sì deprime, altroché gli annunci di Renzi. E di contro dovremmo lasciare lavorare chi dovere per fare quello che eticamente è richiesto a uno Stato serio e moderno, indipendentemente dai numeri dell'economia, cioè tagliare costi, sprechi, far funzionare i servizi, l'amministrazione pubblica, far funzionare il contratto tra lo Stato e gli italiani, tanti italiani, di buona volontà che pagano fino all'ultimo cent di imposte e tasse.
E visto che i consumi non possono tirare di più per quello che ci siamo detti, lavoriamo ad allargare la base salariale con più gente che lavora. Mettendoci in testa però che ci vuole tempo, tempo ancora tempo perché la macchina si metta in moto (quanto serve per aprire un cantiere?). Non possiamo ogni mese buttarci addosso il mondo se qualche dato non ci fa fare i salti di gioia. Più buste paga vuol dire investimenti (pubblici e privati) di peso. E' la sola medicina che conosciamo. Il pubblico deve buttarsi a pie' pari con un piano Marshall (oltre a ponti, strade e infrastrutture varie anche 'costruire sul costruito', lanciare la più grande operazione di manutenzione del patrimonio pubblico e privato del nostro paese). Per gli investimenti privati 'aprite le finestre al nuovo giorno': venite in Italia perché c'è uno o due vantaggi competitivi che non troverete da nessuna parte al mondo (troviamoli questi vantaggi competitivi e partiamo favorendo, come inizio, le delocalizzazioni di ritorno).
Bruxelles alza il ditino? E noi andiamo avanti per la nostra strada. Forse nel piano Juncker dei 500 miliardi c'è spazio per un po' di cose che abbiamo elencato. Sulla flessibilità il premier Renzi ci dice che ci sono molti margini. Staremo vedere la prossima legge di stabilità dove ci saranno anche i tagli di razionalizzazione della spesa la ciccia, su municipalizzate, lotta agli enti inutili e quant'altro.
Ma togliamoci da dosso quest'ansia da prestazione, o quest'ansia e basta. E' da sette anni che mi sveglio alla mattina, vedo un tg e leggo un giornale e l'economia ci sta travolgendo. C'è un premier, che è giusto criticare quando serve, lo facciamo spesso anche noi, che sta smuovendo, certo solo smuovendo, le acque. Premiamolo. Diamogli fiducia. Almeno ancora per un po' e non riduciamo tutto a spettacolo, cabaret o a talk show. Capisco che 1000 giorni ancora di governo non faranno impennare gli ascolti dei programmi televisivi ma non possiamo vivere, e lo diciamo per la salute di tutti, in un docu-drama continuo.
Ma togliamoci da dosso quest'ansia da prestazione, o quest'ansia e basta. E' da sette anni che mi sveglio alla mattina, vedo un tg e leggo un giornale e l'economia ci sta travolgendo. C'è un premier, che è giusto criticare quando serve, lo facciamo spesso anche noi, che sta smuovendo, certo solo smuovendo, le acque. Premiamolo. Diamogli fiducia. Almeno ancora per un po' e non riduciamo tutto a spettacolo, cabaret o a talk show. Capisco che 1000 giorni ancora di governo non faranno impennare gli ascolti dei programmi televisivi ma non possiamo vivere, e lo diciamo per la salute di tutti, in un docu-drama continuo.
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