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Dopo i poveri in coda per la mensa (accusati di portare degrado nel quartiere), la Lega che ha la presidenza del Municipio 2 a Milano adesso ha i fari puntati sugli islamici e sui loro luoghi di culto. Anzi, per estensione, se la prende anche con gli evangelici e i copti ortodossi. Il primo passo è un censimento delle moschee abusive e dei centri di preghiera per segnalarli alla Regione, che ha in corso un'inchiesta in materia su tutta la Lombardia, una sorta di mappatura di tutti i luoghi di culto. La richiesta è quella di chiuderli per "problemi di sicurezza" e per la "paura dei cittadini che non escono più di casa per la presenza di troppi stranieri".

Il presidente del Municipio che copre la zona fra via Padova, la stazione centrale, viale Monza e tutta la periferia est, Samuele Piscina, annuncia che si sostituirà a Palazzo Marino nella segnalazion di quella che secondo lui è una "problematica non irrilevante" cioé "i numerosi luoghi di culto irregolari presenti nel nostro municipio". Dunque anche se "purtroppo il Comune di Milano ha deciso di non presentare questo censimento, il Municipio 2 prende atto di questa scelta dell'amministrazione comunale, ma non può rimanere a guardare mentre le regole non vengono rispettate. Per tale motivo abbiamo iniziato un censimento dei luoghi di culto del Municipio 2 che avremo cura di trasmettere appena completato a Regione Lombardia". In realtà Piscina una mappa dei luoghi di culto nella sua zona ce l'ha già. Ed è anche una mappa molto affollata, visto che quelli sui quali lui "governa" sono i quartieri più multietnici della città. Dunque chiede alla Regione di intervenire di "contrastare" la loro presenza che "crea problemi di sicurezza". Scrive Piscina all'assessora regionale alla Sicurezza, Simona Bordonali: "Pur sostenendo il principio della libertà di culto, riteniamo essenziale il rispetto delle normative esistenti che garantiscono la sicurezza di tutti i cittadini. Per tale motivo chiediamo all'assessorato che vengano contrastati i centri di culto irregolari, e quindi senza destinazione d'uso adeguata, presenti nel Municipio 2. Tali luoghi di culto non risultano a norma di legge e creano evidenti problemi di sicurezza (anche urbanistica) sia per chi li frequenta sia per i cittadini che vivono nelle immediate vicinanze".

Di seguito, un primo elenco dei "luoghi di culto irregolari":
- Moschea Bangladesh Cultural &Welfare association di via Cavalcanti 8;
- moschea di via San Mamete 76;
- moschea dell'associazione culturale Al Nur di via Carissimi 19;
- moschea Casa della Cultura islamica, Via Padova, 144;
- moschea Alleanza islamica d'Italia di viale Monza 50;
- moschea di via Arbe 93.

A queste aggiunge anche:
- la chiesa evangelica di via Teocrito 45;
- la chiesa cristiano copta di  via Gluck 46;
- la chiesa evangelica cinese di via Antonio Fortunato Stella 2;
- la chiesa Unita Pentecostale Internazionale di via Carta 21;
- chiesa cristiana evangelica delle Assemblee di Dio in Italia di via Matteo Maria Boiardo, 10;
- la missione Evangelica Maranata D'Itália nella via Privata Pericle, 9.

Dura la presa di posizione spiegata in un consiglio di zona straordinario al quale è stata invitata anche l'assessora alla Sicurezza del Comune, Carmela Rozza: "Il Municipio 2 negli ultimi cinque anni è stato totalmente dimenticato sotto il profilo della sicurezza. I problemi sono conosciuti ormai da anni, ma l'amministrazione comunale nel recente passato non è mai intervenuta per tutelare i cittadini che, specialmente in quartieri quali ad esempio via Padova e stazione Centrale, hanno paura di uscire di casa, anche per la presenza dell'hub profughi di via Sammartini. Per tale motivo ci sembra
 fondamentale mettere telecamere e riportare sia l'esercito, sia le forze dell'ordine e la polizia locale nelle strade delle periferie, dove sussistono i veri problemi. Importantissimo è in primis trasferire il comando zonale della Polizia locale all'interno del territorio del Municipio 2, dove ci sono i veri problemi dei cittadini, cercando possibilmente una sede lungo l'asse di via Padova". Che notoriamente è la strada simbolo della Milano multirazzial