Don Ciotti, mio impegno contro la mafia è fedeltà al Vangelo
Dopo le minacce di Riina, il presidente di Libera ribadisce il suo impegno contro le cosche. E lancia un appello alla politica: "Approvi misure senza compromessi, soprattutto sulla confisca dei beni"
"Le minacce di Toto' Riina dal carcere sono molto significative. Non sono infatti rivolte solo a Luigi Ciotti, ma a tutte le persone che in vent'anni di Libera si sono impegnate per la giustizia e la dignità del nostro Paese. Cittadini a tempo pieno, non a intermittenza. Solo un 'noi' - non mi stancherò di dirlo - puo' opporsi alle mafie e alla corruzione. Libera è cosciente dei suoi limiti, dei suoi errori, delle sue fragilita', per questo ha sempre creduto nel fare insieme, creduto che in tanti possiamo fare quello che da soli e' impossibile". Così dice don Luigi Ciotti in una nota dopo aver appreso da Repubblica delle minacce di Totò Riina nei suoi confronti.
"Le mafie sanno fiutare il pericolo - prosegue il fondatore di Libera - Sentono che l'insidia, oltre che dalle forze di polizia e da gran parte della magistratura, viene dalla ribellione delle coscienze, dalle comunita' che rialzano la testa e non accettano piu' il fatalismo, la sottomissione, il silenzio. Queste minacce sono la prova che questo impegno è incisivo, graffiante, gli toglie la terra da sotto i piedi. Siamo al fianco dei famigliari delle vittime, di chi attende giustizia e verita', ma anche di chi, caduto nelle reti criminali, vuole voltare pagina, collaborare con la giustizia, scegliere la via dell'onestà e della dignità. Molti famigliari vanno nelle carceri minorili dove sono rinchiusi anche ragazzi affiliati alle cosche. La politica deve pero' sostenere di piu' questo cammino. La mafia non e' solo un fatto criminale, ma l'effetto di un vuoto di democrazia, di giustizia sociale, di bene comune - sottolinea il fondatore di Libera -. Ci sono provvedimenti urgenti da intraprendere e approvare senza troppe mediazioni e compromessi. Ad esempio sulla confisca dei beni, che e' un doppio affronto per la mafia, come anche le parole di Riina confermano".
"Quei beni restituiti a uso sociale segnano un meno nei bilanci delle mafie e un piu' in quelli della cultura, del lavoro, della dignita' che non si piega alle prepotenze e alle scorciatoie - prosegue Ciotti -. Lo stesso vale per la corruzione, che e' l'incubatrice delle mafie. C'e' una mentalità che dobbiamo sradicare, quella della mafiosita', dei patti sottobanco, dall'intrallazzo in guanti bianchi, dalla disonestà condita da buone maniere. La corruzione sta mangiando il nostro Paese, le nostre speranze! Corrotti e corruttori si danno manforte per minimizzare o perfino negare il reato. Ai loro occhi è un'azione senza colpevoli e dunque senza vittime, invece la vittima c'e', eccome: è la società, siamo tutti noi. Per me l'impegno contro la mafia e' da sempre un atto di fedelta' al Vangelo, alla sua denuncia delle ingiustizie, delle violenze, al suo stare dalla parte delle vittime, dei poveri, degli esclusi. Al suo richiamarci a una 'fame e sete di giustizia' che va vissuta a partire da qui, da questo mondo".
"Riguardo don Puglisi - che Riina cita e a cui non oso paragonarmi perche' sono un uomo piccolo e fragile - un mafioso divenuto collaboratore di giustizia parlo' di 'sacerdoti che interferiscono'. Ecco io mi riconosco in questa Chiesa che 'interferisce', che non smette di ritornare - perche' e' li' che si rinnova la speranza - al Vangelo, alla sua essenzialita' spirituale e alla sua intransigenza etica. Una Chiesa che accoglie, che tiene la porta aperta a tutti, anche a chi, criminale mafioso, e' mosso da un sincero, profondo desiderio di cambiamento, di conversione. Una Chiesa che cerca di saldare il cielo alla terra, perche', come ha scritto il Papa Francesco: 'Una fede autentica implica sempre un profondo desiderio di cambiare il mondo'".
Al presidente di Libera arriva la solidarietà di Rosi Bindi: "A don Luigi la mia affettuosa vicinanza e il pieno sostegno della commissione parlamentare antimafia. Le minacce di Riina intercettate nel carcere di Opera lo scorso anno vanno prese sul serio, soprattutto per l'inquietante accostamento al martirio di don Pino Puglisi. A don Ciotti va assicurata tutta la protezione e il sostegno necessari, molti mesi sono passati da quando i magistrati hanno esaminato le intercettazioni e si deve capire che tipo di messaggio vuole inviare il capo di Cosa Nostra mentre inveisce contro un sacerdote cosi' esposto sul fronte della lotta alla mafia. Don Ciotti non è solo e non resterà solo nella battaglia contro i poteri mafiosi".
Il presidente della commissione Antimafia dice ancora: "So che le raccapriccianti parole di Riina non faranno arretrare il suo appassionato servizio cristiano per la giustizia e la promozione della dignita' umana e da oggi saremo al suo fianco con piu' determinazione. L'impegno che insieme a tanti con Libera da anni profonde per promuovere la cultura della legalita', la memoria delle vittime innocenti e lo sviluppo solidale nelle terre confiscate alle mafie sono ormai punto di riferimento della coscienza civile del paese. La scomunica di Papa Francesco ha tracciato una linea invalicabile tra la Chiesa e le mafie che da' a tutti, credenti e non credenti, piu' forza e coraggio nel combattere la cultura dell'omertà e della sopraffazione. Ma non possiamo abbassare la guardia, c'e' una mafia silente che moltiplica affari e profitti e penetra in ogni settore della vita del paese approfittando della crisi economica".
Messaggi a don Ciotti sono arrivati anche da Legambiente, dalla Cgil, da "Avviso pubblico". "Le parole di Riina sono inquietanti - dice il senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della commissione antimafia - e ci dicono che non bisogna mai abbassare la guardia soprattutto nei confronti di chi si trova in prima linea nella lotta alle mafie, come il magistrato Nino Di Matteo e don Luigi Ciotti ai quali esprimo il mio pieno sostegno".
"Le mafie sanno fiutare il pericolo - prosegue il fondatore di Libera - Sentono che l'insidia, oltre che dalle forze di polizia e da gran parte della magistratura, viene dalla ribellione delle coscienze, dalle comunita' che rialzano la testa e non accettano piu' il fatalismo, la sottomissione, il silenzio. Queste minacce sono la prova che questo impegno è incisivo, graffiante, gli toglie la terra da sotto i piedi. Siamo al fianco dei famigliari delle vittime, di chi attende giustizia e verita', ma anche di chi, caduto nelle reti criminali, vuole voltare pagina, collaborare con la giustizia, scegliere la via dell'onestà e della dignità. Molti famigliari vanno nelle carceri minorili dove sono rinchiusi anche ragazzi affiliati alle cosche. La politica deve pero' sostenere di piu' questo cammino. La mafia non e' solo un fatto criminale, ma l'effetto di un vuoto di democrazia, di giustizia sociale, di bene comune - sottolinea il fondatore di Libera -. Ci sono provvedimenti urgenti da intraprendere e approvare senza troppe mediazioni e compromessi. Ad esempio sulla confisca dei beni, che e' un doppio affronto per la mafia, come anche le parole di Riina confermano".
"Quei beni restituiti a uso sociale segnano un meno nei bilanci delle mafie e un piu' in quelli della cultura, del lavoro, della dignita' che non si piega alle prepotenze e alle scorciatoie - prosegue Ciotti -. Lo stesso vale per la corruzione, che e' l'incubatrice delle mafie. C'e' una mentalità che dobbiamo sradicare, quella della mafiosita', dei patti sottobanco, dall'intrallazzo in guanti bianchi, dalla disonestà condita da buone maniere. La corruzione sta mangiando il nostro Paese, le nostre speranze! Corrotti e corruttori si danno manforte per minimizzare o perfino negare il reato. Ai loro occhi è un'azione senza colpevoli e dunque senza vittime, invece la vittima c'e', eccome: è la società, siamo tutti noi. Per me l'impegno contro la mafia e' da sempre un atto di fedelta' al Vangelo, alla sua denuncia delle ingiustizie, delle violenze, al suo stare dalla parte delle vittime, dei poveri, degli esclusi. Al suo richiamarci a una 'fame e sete di giustizia' che va vissuta a partire da qui, da questo mondo".
"Riguardo don Puglisi - che Riina cita e a cui non oso paragonarmi perche' sono un uomo piccolo e fragile - un mafioso divenuto collaboratore di giustizia parlo' di 'sacerdoti che interferiscono'. Ecco io mi riconosco in questa Chiesa che 'interferisce', che non smette di ritornare - perche' e' li' che si rinnova la speranza - al Vangelo, alla sua essenzialita' spirituale e alla sua intransigenza etica. Una Chiesa che accoglie, che tiene la porta aperta a tutti, anche a chi, criminale mafioso, e' mosso da un sincero, profondo desiderio di cambiamento, di conversione. Una Chiesa che cerca di saldare il cielo alla terra, perche', come ha scritto il Papa Francesco: 'Una fede autentica implica sempre un profondo desiderio di cambiare il mondo'".
Al presidente di Libera arriva la solidarietà di Rosi Bindi: "A don Luigi la mia affettuosa vicinanza e il pieno sostegno della commissione parlamentare antimafia. Le minacce di Riina intercettate nel carcere di Opera lo scorso anno vanno prese sul serio, soprattutto per l'inquietante accostamento al martirio di don Pino Puglisi. A don Ciotti va assicurata tutta la protezione e il sostegno necessari, molti mesi sono passati da quando i magistrati hanno esaminato le intercettazioni e si deve capire che tipo di messaggio vuole inviare il capo di Cosa Nostra mentre inveisce contro un sacerdote cosi' esposto sul fronte della lotta alla mafia. Don Ciotti non è solo e non resterà solo nella battaglia contro i poteri mafiosi".
Il presidente della commissione Antimafia dice ancora: "So che le raccapriccianti parole di Riina non faranno arretrare il suo appassionato servizio cristiano per la giustizia e la promozione della dignita' umana e da oggi saremo al suo fianco con piu' determinazione. L'impegno che insieme a tanti con Libera da anni profonde per promuovere la cultura della legalita', la memoria delle vittime innocenti e lo sviluppo solidale nelle terre confiscate alle mafie sono ormai punto di riferimento della coscienza civile del paese. La scomunica di Papa Francesco ha tracciato una linea invalicabile tra la Chiesa e le mafie che da' a tutti, credenti e non credenti, piu' forza e coraggio nel combattere la cultura dell'omertà e della sopraffazione. Ma non possiamo abbassare la guardia, c'e' una mafia silente che moltiplica affari e profitti e penetra in ogni settore della vita del paese approfittando della crisi economica".
Messaggi a don Ciotti sono arrivati anche da Legambiente, dalla Cgil, da "Avviso pubblico". "Le parole di Riina sono inquietanti - dice il senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della commissione antimafia - e ci dicono che non bisogna mai abbassare la guardia soprattutto nei confronti di chi si trova in prima linea nella lotta alle mafie, come il magistrato Nino Di Matteo e don Luigi Ciotti ai quali esprimo il mio pieno sostegno".
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