La Camera taglia altri 80 milioni: ma i grillini dove sono?
In totale in questa legislatura Montecitorio ha risparmiato 350 milioni
350 milioni . Tanto ha fatto risparmiare allo Stato la Camera nella XVII legislatura.
La stagione della sobrietà – il copyright è della presidente Laura Boldrini – prosegue il suo cammino silenzioso, per il sesto anno consecutivo, nonostante i proclami di chi grida alla grassa casta e poi, quando si trova a votare per un risparmio che, sia pure una goccia nel mare, è pur sempre una restituzione di risorse, dice no.
Questo è accaduto oggi: l’Ufficio di presidenza di Montecitorio ha approvato, con un solo voto contrario dei 5 Stelle, il contro consuntivo del 2016 e la nota di variazione al bilancio di previsione 2017-2019. Hanno detto tutti sì, tranne il deputato grillino, segretario di Presidenza, Riccardo Fraccaro.
Diranno che non basta, che è troppo poco, che è fumo negli occhi che la vera riforma della Casta sarebbe stata quella dei vitalizi. Diranno questo ma intanto hanno detto no a un risparmio concreto, reale e fattibile. Come quello generato dall’intervento sulle pensioni d’oro deliberato poco tempo fa dallo stesso organo della Camera, anche lì: 2,5 milioni di euro risparmiati ogni anno, subito. Certo che la legge sui vitalizi va mandata avanti e il Pd ha ben tre proposte depositate da prima che il M5S mettesse bocca e megafono sul tema.
Vanno calendarizzate, vanno portate in aula e discusse come una legge che veramente abbia la volontà di riformare ed equilibrare il sistema pensionistico dei politici. Per un intervento di questo tipo ci vuole una discussione in aula, una legge, un voto. Per iniziare a tagliare i costi della politica, per far dimagrire la Camera, i cui chili pesano sul corpaccione dello Stato, invece, basta un voto dell’Ufficio di Presidenza. Ed è curioso che uno dica no, anche se è un no di principio a un risparmio qui, ora e subito che non ostacola e non prescinde altri interventi auspicabili non solo e non tanto per la quantità di soldi risparmiati ma per una questione di equità sociale che non può però fare a meno di considerare l’equilibrio tra vitalizi e pensioni d’oro, tra casta di oggi, già tassata dalla riforma Fornero e casta di ieri, che prima della sforbiciata decisa dalla Camera continuava a godere di intatti privilegi, questi sì, da vera Casta. Da notare che nella proposta del M5S non v’è alcun riferimento alle pensioni dorate delle vecchie glorie del Parlamento.
Spending da Transatlantico. Nell’anno 2017 la Camera restituirà altri 80 milioni di euro allo Stato. E’ la restituzione più consistente mai operata da Montecitorio, questa somma si aggiunge ai 120 milioni di euro restituiti negli anni 2013, 2014, 2015 e 2016, per un totale di 200 milioni di euro restituiti nel periodo 2013-2017. A questi si aggiungono i 150 milioni di euro di minor dotazione richiesti da Montecitorio allo Stato, nel triennio 2013-2015 rispetto al 2012. Complessivamente nel corso della XVII legislatura la Camera ha fatto risparmiare allo Stato 350 milioni di euro. Rispetto a quella prevista nel 2011, anno del picco massimo, la spesa della Camera e’ diminuita di oltre 157 milioni di euro, il 14,2% in meno.
Tirare la cinghia. Meno spese, meno diarie, meno acquisti. Via i rimborsi per le spese di soggiorno fino al 2019 e blocco dell’indennità parlamentare: due misure che da sole determinano una riduzione della spesa di 43,1 milioni di euro per ciascuno degli anni 2017, 2018 e 2019. Si prevede che nel 2019 la spesa si assesti ad un livello inferiore di circa 67 milioni di euro rispetto alla spesa dell’anno 2012 , ultimo anno della precedente legislatura: una riduzione che equivale a circa il 28 per cento. Nel 2017 anche la spesa per l’acquisto di beni e servizi segna una diminuzione: meno 1,8 milioni di euro, pari al 2,23 per cento in meno.