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KIEV - E' un j'accuse al Cremlino quello del ministro degli Esteri al Parlamento europeo, Federica Mogherini. In una conferenza stampa, a Bruxelles, spiega che per scelta di Mosca" non esiste "più un partenariato strategico" con la Russia. Anche se è "impossibile affermare che non sia nel nostro interesse" cercare di ristabilire in futuro condizioni di partnership" e ricorda che "domani la commissione preparerà il pacchetto" delle nuove sanzioni europee per la Russia e "la decisione si prenderà venerdì". In Ucraina orientale "la situazione sul terreno sta diventando sempre più drammatica. Parliamo di un'aggressione. E' necessario reagire nel modo più forte possibile in modo da mettere pressione per trovare una soluzione politica", aggiunge ancora Mogherini.

Al summit in programma giovedì e venerdì in Galles, la Nato darà vita a una forza di reazione rapida forte di 4.000 tra soldati e commandos, in grado di essere schierata entro 48 ore in qualsiasi Stato membro dell'Alleanza a sua difesa come una "punta di lancia". Il segretario generale dell'Alleanza, Anders Fogh Rasmussen, ha spiegato che si tratta di un'unita in grado di "viaggiare leggera ma di colpire pesantemente", sostenuta da forze aeree e navali. Questa super-unità, Rasmussen non ha chiarito quali dei 28 Paesi membri contribuiranno e come a rotazione, non potrà essere utilizzata nell'immediato in Ucraina, che non è membro dell'Alleanza, ma rappresenterà un deterrente contro qualsiasi mira russa verso i Paesi baltici.

Russia: "Nato esaspera tensioni". Una decisione quella della Nato che ha suscitato un'immediata reazione. Il governo russo ha fatto sapere che adatterà la sua dottrina militare tenendo presente il rafforzamento della Nato alle sue frontiere. "Tutto dimostra la volontà delle autorità degli Stati Uniti e della Nato di proseguire nella loro politica di deterioramento delle relazioni con la Russia", ha detto Mikhail Popov, vicesegretario del Consiglio di sicurezza russo. "Il fatto che le infrastrutture militari dei membri Nato si stiano avvicinando ai nostri confini e che si stiano ampliando rappresenterà una delle minacce per la Federazione russa", ha affermato Popov.

Proprio questa mattina il Cremlino ha smentito  una frase di due giorni fa in cui il presidente Vladimir Putin  minacciava di "prendere Kiev in due settimane".  La dichiarazione è stata riferita "fuori dal contesto, con un significato totalmente diverso", ha fatto sapere Mosca. Il ministro degli Esteri russo,Serghiei Lavrov, continua a garantire che "non ci sarà un intervento militare russo in Ucraina" e lancia accuse. Dice che a Kiev opera un "partito della guerra" che sta cercando di dirottare i tentativi di dare una soluzione politica al conflitto. A suo parere gli Stati Uniti sono gli unici che potrebbero "moderarne" il comportamento.

Unhcr: "Un milione in fuga". In questo clima di guerra, l'Unhcr ha fatto sapere che oltre un milione di persone sono state costrette a lasciare le proprie case in Ucraina, per il conflitto. Sono 814mila gli ucraini che hanno trovato rifugio in Russia, mentre 260mila persone sono fuggite dalle zone del conflitto e hanno trovato riparo in altre regioni del Paese. Un numero quasi raddoppiato nelle ultime tre settimane. L'esercito ucraino ha ceduto ai ribelli il controllo dell'aeroporto di Lugansk, accusando apertamente la Russia per il coinvolgimento diretto dei suoi militari.  L'Ucraina denuncia "aspri scontri" con truppe russe a Est ed evoca una "grande guerra mai vista dall'Europa dai tempi della Seconda guerra mondiale", come ha ammonito il ministro della Difesa, Valeri Gheletei.

"E' ormai chiaro che non siamo di fronte a un conflitto all'interno dell'Ucraina, ma ad uno scontro fra la Russia e l'Ucraina", ha sostenuto, ricordando la preparazione di "nuove sanzioni sostanziali" da parte della Ue, ha detto  la cancelliera tedesca Angela Merkel. Molto severo il giudizio del presidente tedesco Joachim Gauck: con l'aggressione all'Ucraina la Russia "ha di fatto rotto i rapporti" con l'Europa. Il premier polacco Donald Tusk, appena nominato presidente del Consiglio europeo,  ha messo in guardia contro i pericoli di una guerra "non solo nell'est ucraino" e del ripetersi dello scenario del settembre 1939, quello dell'invasione nazista della Polonia. Barack Obama si accinge a partire per l'Estonia da dove invierà un chiaro messaggio a Putin a difesa delle ex repubbliche sovietiche ora membri della Nato. Un messaggio importante anche perchè alla vigilia del vertice della Nato.

Quelle dei ribelli, tuttavia, appaiono difficilmente accettabili per Kiev: sono pronti a restare nel Paese in cambio di uno status speciale per le loro regioni, che consenta loro di gestire la sicurezza, di nominare i magistrati e di svolgere attività economica con una maggiore integrazione con la Russia e l'Unione doganale. Oltre ad una amnistia generalizzata.

Richieste che sembrano prefigurare lo strappo finale, quello che secondo alcuni analisti russi sta perseguendo il Cremlino dopo il rifiuto di Kiev di trattare sul federalismo. In caso di fallimento dei negoziati, sempre secondo gli espertirussi, Mosca potrebbe appoggiare la nascita di uno stato cuscinetto, come ha già fatto in Georgia con l'Ossezia del sud e l'Abkhazia, e in Moldova con la Transnistria. Con l'obiettivo di mettere il bastone tra le ruote all'integrazione europea di Kiev e, soprattutto, alla sua adesione ad una Nato che anche oggi, alla vigilia del vertice dell'Alleanza il 4-5 settembre nel Galles, promette con il suo segretario generale uscente, Rasmussen, di essere "più visibile a est".