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ROMA - Sono parole durissime quelle di Beppe Grillo sull'immigrazione. Il leader Cinque Stelle lancia l'allarme su un possibile ritorno delle malattie infettive con l'arrivo dei migranti in Italia. "Per la tbc non esiste un vaccino che provveda una protezione affidabile per gli adulti, si trasmette per via aerea e le cure richiedono anni. Vogliamo reimportarla, reimportiamola! ma facciamolo alla luce del sole, informando la popolazione che alla polizia non vengono forniti neppure gli strumenti minimi di profilassi".

Già ieri, sempre sul blog del comico genovese, era stato pubblicato una denuncia di Igor Gelarda, segretario generale del sindacato di polizia Consap: "Abbiamo lanciato una class action contro il ministero dell'Interno, che cosa è successo? Che migliaia di miei colleghi della Polizia di Stato, ma anche dei Carabinieri, delle altre forze dell’ordine, sono stati impegnati in servizi di accoglienza o gestione a vario titolo dei migranti. Inevitabilmente questi migranti vengono da luoghi dove esistono e resistono determinate malattie che qui in Italia erano completamente scomparse. E tra queste c’è la tubercolosi". Il segretario del Consap ha aggiunto che ci sono "40 poliziotti risultati positivi al test di Mantoux", lo screening che verifica la presenza del batterio della tubercolosi.

Grillo parla di buonismo della sinistra e non accetta il parallelismo tra gli emigranti italiani e gli immigrati di questi giorni: "I triti e ritriti confronti degli italiani come popolo di migranti che deve comprendere, capire, giustificare chiunque entri in Italia, sono delle amenità tirate in ballo dai radical chic e dalla sinistra che non pagano mai il conto e da chi non vuole affrontare il problema. Quando i nostri bisnonni approdavano negli Stati Uniti, paese della libertà, dopo aver visto la statua con la fiaccola accesa, venivano subito confinati a Ellis Island in quarantena".

Il tema immigrazione spaccò il M5s nel gennaio scorso, quando due senatori avevano presentato un emendamento per depenalizzare il reato di clandestinità. Grillo si scagliò contro i due esponenti perchè l'argomento non era all'interno del programma elettorale: "Decide il Movimento", aveva tuonato in un post a doppia firma con Gianroberto Casaleggio. La vicenda si risolse con un referendum interno in cui vinse la linea "abrogrativa".