Ai bambini non dobbiamo più chiedere: «Che lavoro vuoi fare da grande?». Piuttosto dovremmo dire: «Quali lavori vorrai fare?». Secondo l’accreditato futurista britannico Rohit Talwar i ragazzini che oggi hanno 11 anni, vivranno fino a 120 anni e lavoreranno fino a cento. Nel frattempo avranno svolto almeno 40 mansioni diverse. Tutto questo in un mercato del lavoro completamente diverso da quello attuale, in cui tra il 30 e l'80% dei lavori sarà scomparso e rimpiazzato da macchine e robot. È la previsione che Talwar ha presentato pochi giorni fa durante l’annuale Headmasters and Headmistresses Conference in Saint Andrews, la prestigiosa associazione dei direttori delle 243 scuole indipendenti britanniche. Rivolgendosi a esperti di Educazione, Talwar ha sottolineato l'importanza di cambiare i programmi scolastici in vista di questo nuovo scenario. Non basterà più insegnare solo matematica, inglese e le tradizionali materie. Bisognerà che gli alunni imparino, tra le altre cose, a rilassarsi, a gestire la complessità di un mondo sempre più intricato e a meditare. Rohit Talwar, è un ex Ingegnere Elettronico che da venti anni si occupa di previsioni del futuro. Futurista per lui è «chi aiuta a esplorare le nuove “forze” che stanno prendendo forma per capire come potrebbero dispiegarsi». Non significa fare previsioni. Ma immaginare più scenari possibili. Ha creato l’agenzia FastFuture, e tra i clienti vanta numerose banche, case farmaceutiche e persino il ministero della Difesa britannico. Lo abbiamo incontrato per capire da dove nascono le sue previsioni e come il sistema scolastico dovrà adattarsi ai nuovi scenari. È un viaggio nel futuro, ma spesso sembra di tornare alla saggezza dimenticata dei nostri nonni. E non è così terribile come sembra.
Sulla base di cosa ha calcolato che lavoreremo fino a 100 anni, faremo 40 mansioni diverse e che tra il 30 e l'80% dei lavori di oggi scompariranno?
Sono dati a cui siamo arrivati in una sessantina di futuristi, quelli che ho raccolto nel libro The Future of Business (FutureSCope, 2015, scritto da 62 pensatori del futuro, provenienti da 21 paesi e 4 continenti diversi, ndr). In Inghilterra ad esempio l'aspettativa di vita media è oltre gli 80 anni e cresce ogni anno di qualche mese. Assecondando questi ritmi, un ragazzino che oggi ha 11 anni, vivrà almeno fino a 120 anni. È questa è una stima prudente. Alcuni dicono addirittura che vivremo fino a 200 anni. Allo stesso tempo vediamo crescere i livelli di automatizzazione, la presenza di intelligenza artificiale e di robot nella vita quotidiana. Stanno nascendo nuove forme di smart software che rimpiazzeranno sempre più lavori. Questo porterà alla scomparsa di molte occupazioni attuali, che abbiamo calcolato tra il 30 e l’80%. Da qui a 50 anni, saranno molto poche le persone che lavoreranno full-time. Molte persone potrebbero non lavorare proprio.
«Molte persone potrebbero non lavorare proprio»
Ma avremo bisogno di trovare un modo di avere abbastanza soldi per comprare prodotti e servizi forniti dai robot. Per questo continueremo a lavorare, anche se non full-time. Intanto la tecnologia diventerà sempre più economica, e così la produzione di cibo e di prodotti, e internet permetterà lo scambio gratuito di cose. Il sistema pensionistico sarà scomparso nei prossimi 20 anni, perché ci saremo accorti che sarà impossibile mantenerlo con persone che vivranno fino a 120 anni. Quindi dovremo lavorare fino a 100 per essere sicuri di poterci mantenere fino a 120 anni.
Quali lavori scompariranno e quali resteranno?
È molto difficile dirlo con certezza. È difficile immaginare anche come saranno le cose solo tra 20 anni. La tecnologia sta cambiando così velocemente. Ma continueremo ad avere bisogno di contatto umano, almeno finché non diventiamo robot noi stessi. Possiamo immaginare che molti continueranno a preferire un essere umano al posto di un robot, e anziché avere il pranzo preparato da una macchina, scegliere un cuoco in carne e ossa. Quindi serviranno ancora scuole di formazione per cuochi. E così per la musica. Ascolteremo musica generata dai computer ma avremo bisogno anche di musicisti reali. Ci sarà sempre bisogno di chi organizzi eventi sportivi o culturali. Continueremo ad avere una parte di sistema capitalistico, con persone coinvolte nella produzione e che magari riceveranno benefit statali. Gli altri dovranno trovare altri lavori. L’opzione più probabile è che ciascuno farà un insieme di più lavori diversi, poche ore in più impieghi part-time, unendo ad esempio assistenza agli anziani, insegnamento, accompagnare in macchina qualcuno da qualche parte, ospitare gente con Airbnb, fare qualche consegna per Amazon. È molto difficile dirlo. Di sicuro lavori come contabili, avvocati e dottori saranno sempre più automatizzati. Le infermiere saranno sostituite da robot.
«Continueremo ad avere una parte di sistema capitalistico, con persone coinvolte nella produzione e che magari riceveranno benefit statali»
Pensa che diventerà una sorta di privilegio avere un essere umano che fa cose per te al posto di un robot?
Sarebbe interessante discuterne. Credo che dipenderà da come la ricchezza sarà distribuita. E dovremo capire se sarà un diritto o un privilegio ricevere le cure da un essere umano.
Perché crede che i programmi scolastici attuali non sono più adatti a uno scenario simile?
Il futuro sta diventando sempre più incerto. Continuiamo a dire: da grande farò questo e quello. Ma molti lavori non ci saranno più. Piuttosto che preparare le persone a un unico lavoro, dovremmo prepararle all'idea che avranno più impieghi. E per questo servono diverse skill. La più importante è imparare a imparare. Dovrai sempre imparare nuove skills. La seconda è la capacità di problem solving. Qualsiasi lavoro farai, se sei un problem solver, hai molto valore. Terzo, scenario planning, che significa fare previsioni di medio termine molto flessibili. Significa guardare a tutte le informazioni che abbiamo e chiedersi in quali differenti modi potrebbero combinarsi in futuro. È inutile fare un'unica previsione del futuro, non azzeccheremmo mai. E poi il mondo sta diventando sempre più complesso. E dobbiamo insegnare alle persone come navigare dentro quella complessità e darle un senso. (Un'area di business che diventerà importante è ad esempio il design thinking, cioè chi si occupa di ridisegnare i processi e riorganizzare in modo più semplice ed efficace)
«La cosa più importante sarà imparare ad imparare. E poi problem solving e fare previsioni flessibili»
E poi è utile imparare la collaborazione. Dovremo insegnare a padroneggiare la tecnologia. E poi soprattutto life-skills. Ad esempio quando a un bambino insegni come gestire lo stress come avere una routine, ti accorgi che a scuola va molto meglio. E ha molta più autostima. Ci sono scuole che insegnano come dormire e riposare, come rilassarsi a fine giornata. Spiegano che prima di andare aletto è molto meglio leggere un libro che guardare la televisione. Nella scuola di mio figlio monitorano anche le attività cerebrali, cosa ti succede mentre dormi. Pensiamo di saperlo, ma quanti adulti dormono male? La meditazione anche è molto potente, i rende più calmo, più focused, hai meno conflitti interni e vedi le cose più chiaramente. Molte scuole stanno insegnando meditazione e ne traggono molti risultati
Sembra di tornare agli insegnamenti dei nonni, no?
Sì. Avevano capito i fondamentali della vita, ad esempio il potere della collaborazione e della comunicazione come elemento fondamentale per far sopravvivere le comunità. Ci sono culture vecchie di secoli che contengono tutti questi valori, compresa l'importanza della meditazione. L'era tecnologica le ha in qualche modo dimenticate. Ma ora dobbiamo capire che l'unico modo per gestire tutta questa velocità di trasformazione è di tornare ad avere un rapporto forte con noi stessi. Dobbiamo tornare a focalizzarci su cosa ci interessa davvero, cosa desideriamo, e imparare di nuovo a usare intuizione e immaginazione.
Quindi il futuro è nelle mani di terapisti, filosofi, artisti..
Questi sono lavori che meno probabilmente verrano automatizzati. Come anche le guide spirituali, o i personal trainer. Tutte le professioni che interagiscono a fondo con l'essere umano e con le emozioni sopravviveranno, ne avremo sempre bisogno, finché non diventeremo robot noi stessi. Potrò accettare che un computer faccia lezione a mio figlio. Ma vorrò anche che abbia contatto umano con un insegnante vero. Abbiamo bisogno come esseri umani di connessioni chimiche, contatti reali, fatti di energia. Siamo anche questo.