sabato 12 ottobre 2013

E' questo è un paese moderno? L'Alitalia che doveva essere venduta cinque anni indietro adesso viene rimpolpata dal Poste Italiane. Un ottima mossa per far fallire anche Poste Italiane. Quando cambiamo? Grazie alla Cisl venne data ai Patrioti e oggi viene ridata allo stato.


Alitalia
— ECONOMIA

Che succede con Alitalia?

La brutta storia senza fine della compagnia che era fallita, era stata privatizzata (male), è fallita ancora e ora verrà di nuovo salvata dallo stato

Venerdì 11 ottobre il consiglio di amministrazione di Alitalia ha votato all’unanimità l’aumento di capitale che permetterà alla compagnia aerea di sopravvivere. L’operazione porterà nelle casse della compagnia un totale di 500 milioni di euro. La situazione di crisi è stata sbloccata dalla decisione di Poste Italiane di intervenire entrando nel capitale della società con 75 milioni di euro.
L’accordo è arrivato dopo settimane di incertezza in cui Alitalia sembrava (di nuovo) sul punto di fallire. Negli ultimi giorni, l’amministratore delegato dell’ENI Paolo Scaroni aveva dichiarato che, se la compagnia non avesse iniziato a pagare gli arretrati, le forniture di carburante sarebbero state interrotte entro sabato 12 ottobre.
Con il nuovo aumento di capitale Alitalia dovrebbe essere salva, almeno nell’immediato. L’ingresso di Poste Italiane, che sottoscriverà fino a 75 milioni di euro in azioni, dovrebbe portare la società a diventare il secondo azionista con una quota intorno al 12 per cento, dietro Air France – KLM, che al momento controlla il 25 per cento.
azionisti-alitalia
Il governo ha dichiarato di essere soddisfatto della volontà di Poste Italiane di intervenire nell’operazione (anche se si tratta di una volontà non del tutto autonoma, visto che le Poste sono controllate al 100 per cento dal Ministero del Tesoro). Il premier Enrico Letta ha dichiarato che l’intervento di Poste Italiane è servito a sbloccare quello dei soci privati che altrimenti non sarebbero intervenuti. Sui 300 milioni di aumento di capitale, infatti, fino a 75 saranno investiti da Poste Italiane e altri 150 milioni di euro dovrebbero arrivare dai soci privati. Grazie all’operazione, le banche (tra cui soprattutto Banca Intesa e Unicredit), apriranno nuove linee di credito per 200 milioni alla compagnia.
Mentre il governo ha espresso soddisfazione per l’accordo, moltissimi commentatori hanno criticato, anche molto duramente, l’operazione. Il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, ad esempio, ha dichiarato: «Sono sempre molto perplesso di fronte agli interventi della mano pubblica in una società privata. Certo, se è un cerotto per tamponare una situazione di emergenza, passi; però bisognerà una volta per tutte fare una riflessione seria per avere un piano di medio-lungo termine».
Ancora più duri sono stati molti commentatori che si occupano di questioni economiche. L’operazione di Poste Italiane è stata definita «politica» e «priva di logica industriale». Il punto, secondo i principali critici, è che Alitalia è dal 2008 un’azienda privata. I suoi azionisti privati si sono assunti il rischio di investire nella compagnia aerea, ma negli ultimi 5 anni non sono riusciti a risollevarne la situazione economica. In un mercato normale, quindi, dovrebbero pagare i loro errori – ad esempio, cedendo il controllo della compagnia ad Air France – KLM a un prezzo molto basso, visto che Alitalia è in perdita e piena di debiti.
L’operazione guidata dalle Poste Italiane, invece, è vista come un rientro dello Stato nella compagnia per salvare sia la società che i suoi azionisti, tra i quali ci sono alcuni dei principali imprenditori italiani. Il metodo con cui avverrà questo salvataggio e che ruolo avrà in futuro Poste Italiane in Alitalia è ancora molto incerto. Venerdì 11 ottobre, secondo alcune agenzie di stampa, l’amministratore delegato di Poste Italiane Massimo Sarmi era al lavoro su un nuovo piano industriale di Alitalia. Il conduttore della trasmissione di Radio 24 “Focus Economia”, Sebastiano Barisoni, ha commentato dicendo che questo rende, di fatto, Massimo Sarmi il nuovo amministratore di Alitalia.
Non è chiaro a che titolo e con quali competenze Poste Italiane preparerà questo nuovo piano industriale. Il business delle compagnie aeree è un settore piuttosto difficile e sono molte quelle fallite negli ultimi anni (SwissAir e PanAm, ad esempio). L’unico collegamento che Poste Italiane hanno con questo tipo di business è la Mistral Air, una piccolissima compagnia aerea fondata nel 1981 da Carlo Perdersoli (cioè Bud Spencer) e acquistata da Poste Italiane dopo una complicata serie di passaggi. La Mistral Air possiede sette aerei ed è in perdita da diversi anni.
L’altra volta che venne salvata Alitalia
Quello di questi giorni non è il primo salvataggio di Alitalia, anche se il primo in cui vengono salvati gli azionisti privati. Nel 2008 la compagnia si trovava in una situazione simile a quella attuale. All’epoca Air France si offrì di acquistarla (insieme ai debiti che la appesantivano) per circa un miliardo e mezzo di euro. Il governo Berlusconi fece fallire la trattativa e organizzò una cordata di imprenditori per acquistare Alitalia e preservarne “l’italianità” (sul Post raccontammo la storia qui)
L’operazione, a detta di quasi tutti i commentatori, si è rivelata un disastro. Non solo la CAI (il nome ufficiale della cordata che comprendeva quasi tutti gli attuali azionisti) acquistò Alitalia per 700 milioni di euro in meno rispetto all’offerta fatta da Air France – KLM, ma acquistò soltanto la parte “sana” della compagnia. Debiti e personale in più furono trasferiti in una cosiddetta “bad company” che rimase a carico dello Stato e che fino ad ora è costata alla collettività circa 5 miliardi (un miliardo in più del gettito annuale dell’IMU sulla prima casa).
Nel 2011 il presidente di CAI, Roberto Colanninno, disse che entro qualche anno sarebbero stati loro a comprare Air France e non viceversa. In realtà, cinque anni dopo l’operazione, Alitalia è nuovamente in crisi, i debiti sono tornati ad essere quasi insostenibili, mentre la compagnia continua a perdere denaro ogni giorno.

Ecco. Accettate le critiche altrimenti siete talebani. Presuntuosi ed ignoranti i grillini sono incapaci di concepire un gesto politico non telecomandato da Grillo e Casaleggio.



Blog Beppe Grillo, l'attacco a il Fatto non piace: "Basta vittimismo accettate le critiche"

Ansa, l'Huffington Post  |  Pubblicato:   |  Aggiornato: 12/10/2013 15:36 CEST
"Ma dove cavolo stiamo andando...". Continua ad agitare gli animi, nel M5S, la presa di posizione di Grillo e Casaleggio sul reato di clandestinità. E l'attacco al Fatto quotidiano (per la sua "campagna ricca di battute e insulti contro Grillo") pubblicato oggi sul blog del leader M5S, suscita reazioni molto critiche.
"Ma finitela di fare le vittime e imparate ad accettare le critiche", scrive Sandro che invita "la dirigenza" 5 Stelle a non "perdere tempo con queste lamentele da asilo" e muoversi "a fornirci la piattaforma di democrazia diretta". Leandro, che si dichiara attivista ed elettore del movimento e bolla come "solenne stupidaggine" l'intervento di Grillo sugli immigrati, è preoccupato: "Non voglio che per colpa vostra il M5S perda consensi o la strada di rinnovamento fin qui percorsa.
Smettetela! Il M5S siamo noi, non voi".
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Le critiche a il post su il blog di Grillo
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"Daje Beppe,non te preoccupà vai avanti come sempre!", prova a incoraggiare Flavio. Ma Marco lo rimprovera: "Un pò di autocritica mai, eh?". E Daniele difende Il Fatto Quotidiano: "E' sempre stato obbiettivo e se talvolta scrive male di noi lo fanno giustamente perché ce lo meritiamo, visto che di errori ne commettiamo molti primi fra tutti Grillo e Casaleggio. Cosa pretendete, un organo di stampa servile? Non è il nostro organo di stampa".
Quasi quattrocento messaggi in quattro ore. Di chi scrive per dirsi d'accordo con l'attacco al Fatto o per prendere le distanze. Questi ultimi appaiono la grande maggioranza e, come Gabriele, domandano: "Perché una persona che ha gli ideali del M5S e che l'ha votato deve essere per forza d'accordo con tutto quello che si scrive in questo blog?".

Questa è straordinaria. Adesso anche Il Fatto Quotidiano è un nemico. Grillini talebani e ottusi come il loro leader.


Beppe Grillo contro il Fatto e i «falsi amici» nei commenti

di  - 12/10/2013 - Sul blog e su Facebook si scatena il dibattito: un nuovo nemico da abbattere?

Beppe Grillo contro il Fatto e i «falsi amici» nei commenti<1/3>

Beppe Grillo contro il Fatto e i «falsi amici» nei commenti
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La campagna di Beppe Grillo contro il Fatto Quotidiano, scatenatasi oggi dopo la pubblicazione di un paio di articoli sui grillini evidentemente non graditi, non sembra aver riscosso grandi risultati, per lo meno tra i commenti di Facebook e quelli del blog del Semplice Portavoce del MoVimento 5 Stelle. Su Facebook, nel post su Andrea Scanzi, il commento più votato è attualmente questo:
beppe grillo fatto travaglio
Seguito, a onor del vero da uno che sostiene Grillo e Casaleggio:
beppe grillo fatto travaglio 1
Seguito da un insieme di commenti che non sembrano essere completamente a favore del duo:
Il post che criticava gli articoli del Fatto Quotidiano non sembra ricevereun’accoglienza di molto migliore:
beppe grillo fatto scanzi
 E c’è anche chi se la prende direttamente con Tinazzi:
beppe-grillo-fatto-scanzi-1-770x525
E ci sono anche critiche pesanti nei confronti del duo:
beppe grillo fatto scanzi 3
Anche sul blog di Grillo il post sul Fatto Quotidiano “organo del Pd” non ha riscosso un grandissimo successo:
beppe grillo blog fatto
Anche se qui ci sono molti commenti neutri o favorevoli alla linea Grillo-Casaleggio:
beppe grillo blog fatto 1
COSA NE PENSANO I PARLAMENTARI – Intanto anche i parlamentari più critici nei confronti della linea politica del MoVimento ritrovano la voce. “Seguo la politica da molti anni ed ho visto nascere nuovi partiti dalle ceneri della prima repubblica. Ho visto nascere intuizioni importanti come l’Ulivo e poi il Partito Democratico. Ogni volta ho visto manovre di vertice piu’ o meno coinvolgenti nei confronti della base. Solo con l’Ulivo e con Forza Italia ho visto un reale coinvolgimento degli elettori prima disimpegnati; coinvolgimento subito irretito dalle strutture, dirette e coordinate dai vertici. Ho cercato di partecipare, sempre deluso”, scrive su facebook il senatore 5 stelle Francesco Campanella. Adesso, aggiunge, “sono coinvolto, totalmente, dall’esperienza M5S. Il sogno non è cambiato ma la sua consistenza si evidenzia come diversa. Un’organizzazione politica di cittadini liberi, un cerchio senza basi e altezze, un cerchio che vuole e deve aprirsi all’esterno per permeare e farsi comprendere, anche fisicamente, dalla societa’. Tutto questo e’ stato iniziato da Beppe Grillo e questo merito non puo’ essergli tolto da nessuno. Pero’, come ogni lanciatore, se vuole che il proietto arrivi lontano, deve aprire la mano e lasciarlo andare. L’alternativa e’ un brutto lancio. E milioni di sogni infranti”.
NON TUTTI ENTUSIASTI – “Due post. Due errori. Un unico filo conduttore. Ieri giocavamo a fare i piccoli onorevoli, oggi siamo i dottor Stranamore senza controllo. L’uno e’ figlio dell’altro. E lo avevamo pure detto gia’ alla prima occasione che quella era una strada senza uscita. Non siamo stati ascoltati, ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Un movimento sbigottito, confuso, diviso, proprio in un momento della sua vita in cui dovrebbe essere lucido, compatto, con una chiara visione del mondo”, dice invece, sempre su Facebook, Fabrizio Bocchino, senatore 5 stelle. “Fra i due post, in mezzo, ci siamo noi”, aggiunge il senatore che spiega come nel costruire proposte ascoltiamo “quanti piu’ attivisti, associazioni e portatori di interessi possibili raggiungibili con le nostre forze. E’ questo e’ quello che e’ avvenuto nel caso di quell’emendamento, che ci ha fatto fare un passo in avanti nella direzione di un paese civile, un emendamento di cui vado fiero come appartenente al gruppo M5S”. E questo “aspettando una piattaforma che sembra non arrivare mai. Per consultarci sul reato di clandestinità, certo. Ma anche sul tornare al voto col porcellum. Perche’ anche questo e’ un grande tema, e non si puo’ consultare la rete un giorno si’ ed uno no”. “Si puo’ rimediare? Certo che si può. A tutto c’e’ rimedio. C’e’ in programma una riunione con Grillo la prossima settimana. Ci si confrontera’. E ripartiremo piu’ forti di prima. Ma ci dovra’ essere un cambiamento di direzione. Ci dovra’ essere più rispetto reciproco e piu’ chiarezza sul ruolo di ognuno. E, soprattutto, non ci dovrà essere un terzo errore”.

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