sabato 16 marzo 2013

Queste le dichiarazioni del Generale Giuseppe Pound. Adesso Robert Raccomandata Jones farà partire le espulsioni.


Nella votazione di oggi per la presidenza del Senato è mancata la trasparenza. Il voto segreto non ha senso, l'eletto deve rispondere delle sue azioni ai cittadini con un voto palese. Se questo è vero in generale, per il MoVimento 5 Stelle, che fa della trasparenza uno dei suoi punti cardinali, vale ancora di più. Per questo vorrei che ogni senatore del M5S dichiari come ha votato.
Nel "Codice di comportamento eletti MoVimento 5 Stelle in Parlamento" sottoscritto liberamente da tutti i candidati, al punto Trasparenza è citato:
- Votazioni in aula decise a maggioranza dei parlamentari del M5S.
Se qualcuno si fosse sottratto a questo obbligo ha mentito agli elettori, spero ne tragga le dovute conseguenze.
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Ma questo non sa di che cosa parla. Potevano avere un presidente del M5S al senato e invece sono rimasti al palo costretti a vedere 18 persone votare Grasso e lui dice che hanno vinto loro.


Senato: Crimi, "Grazie a noi da Pd scelta qualificata"

Senato Crimi   Grazie a noi da Pd scelta qualificata
11:13 16 MAR 2013

(AGI) - Roma, 16 mar. - "Proseguiamo per la nostra strada: il nostro candidato resta Orellana". Lo afferma Vito Crimi, capogruppo dei senatori del M5S, poco prima dell'inizio della terza votazione.
  Crimi aggiunge: "Ci attribuiamo il merito di avere stimolato il Pd per le loro scelte qualificate". "Abbiamo stimolato una scelta - ha spiegato Crimi - che non e' piu' di un candidato di apparato ma e' una scelta qualificata. Ci attribuiamo il merito di aver stimolato una scelta al di fuori dei soliti apparati di partito". A ogni modo, ha aggiunto", "assistiamo per l'ennesima volta all'accordo tra due forze politiche per spartirsi le Camere".
  Crimi ha poi ribadito la posizione del Movimento 5 Stelle sulla formazione del governo: "Non diamo fiducia in bianco a nessuno, questo e' un punto chiave".(AGI) .
 

Ecco quello che diceva l'attuale capo gruppo dei grillini alla camera. Diceva un tempo. Adesso non più. Che si deve fare per campare.


Roberta Lombardi scriveva: "Il metodo di Beppe Grillo mi fa schifo" (FOTO)

L'Huffington Post  |  Pubblicato:   |  Aggiornato: 16/03/2013 14:01 CET
"Grillo è supponente" e "il suo metodo mi fa schifo". "Il movimento nasce monco". A scriverlo quattro anni fa era l'attuale portavoce alla camera del movimento 5 stelle, Roberta Lombardi. Si lamentava per la scarsa democrazia interna al movimento.
Era in prima fila, per giunta, promotrice e portavoce di un documento congiunto con cui gli attivisti dei meetup chiedevano a grillo di dar vita a un "vero" movimento democratico. Ma poi ha viste soddisfatte le sue lamentele e ha deciso di proseguire nell'impegno con tutta se stessa. La ricostruzione della vicenda, corredata da diverso materiale documentale, è pubblicata sul sito della rivista 'Vanity Fair'.
roberta lombardi
La proposta nasce alla fine del settembre 2009. Nella capitale, sede degli attivisti tra i più combattivi, molti rimangono di sasso quando sentono Grillo annunciare di aver affittato il Teatro Smeraldo per il 4 ottobre 2009, giorno in cui presenterà un nuovo movimento: il Movimento 5 Stelle. Non ne sapevano nulla, non ne hanno neanche discusso. Roberta Lombardi, che da anni si batte nella capitale, è una delle più deluse e in una discussione su un Meetup chiede provocatoriamente: "Ma noi grillini siamo invitati?".
roberta lombardi
Lombardi propone agli altri di scrivere un documento e di leggerlo sul palco del Teatro Smeraldo, prima della presentazione ufficiale del Movimento. "Sapete, visto che sono quasi 3 anni che lavoro gratis per 'sta gente, vorrei sapere come pensano di costruire questo progetto, per decidere con cognizione di causa se fare da manovalanza o meno", scrive. Intervento dopo intervento, il documento prende forma e viene approvato. In esso i ragazzi chiedono la costruzione di "un movimento realmente democratico fondato sull'etica e non sulla sola opportunità di prender parte a gare elettorali tramite l'aiutino del personaggio testimonial di turno", dove "non ci siano 'guru'", ma dove possano emergere "leadership naturali". Tra i firmatari anche gli attuali parlamentari del Movimento Alfonso Bonafede e Maurizio Buccarella e il sindaco di Parma Federico Pizzarotti.

Solo i grillini vogheresi potevano votare scheda bianca. Perchè per loro Grasso era uguale a Schifani.


Campanella (M5S): "Non potevamo 
far vincere Schifani"

Sabato 16 Marzo 2013 - 21:27 

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Il senatore siciliano del Movimento Cinque Stelle racconta a Livesicilia i retroscena dell'elezione di Piero Grasso allo scranno più alto di Palazzo Madama: "C'è stato un dibattito e mi sono espresso in modo molto forte. Schifani e Grasso non sono la stessa cosa".

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ROMA - "Mi sono espresso con i miei colleghi in modo forte sul fatto che non avrei voluto Schifani presidente del Senato e mi sarei comportato di conseguenza". Il senatore del Movimento cinque stelle Francesco Campanella commenta a caldo l'elezione di Piero Grasso alla presidenza del Senato. E fa riferimento al dibattito interno al suo gruppo parlamentare, che ha dato il nulla osta alla libertà di voto nel ballottaggio fra Grasso e Schifani.

"Il dibattito c'è stato - dice a Live Sicilia -, e in questo dibattito mi sono espresso in modo forte per dire che Schifani e Grasso non sono la stessa cosa". Il senatore palermitano va giù duro con l'esponente del Pdl. "Era improponibile il nome di Schifani, il suo comportamento è stato nel complesso, in questi anni, impresentabile. Ad esprimersi su questa linea non sono stati i soli senatori siciliani, piuttosto quelli che conoscevano meglio determinate cose".

L'ex capolista del Movimento cinque stelle al Senato conferma come da parte di uno zoccolo duro dei grillini ci sia stato un impegno forte per garantire la libertà di voto. E che quindi il consenso grillino sia stato decisivo per permettere a Pietro Grasso di diventare nuovo presidente del Senato. Campanella riferisce anche le parole espresse dai senatori siciliani a cinque stelle ai colleghi: "Con che faccia torniamo in Sicilia?", è stata la domanda rivolta al gruppo parlamentare. E non è una coincidenza il fatto che un altro grillino, ovvero l'avvocato Mario Michele Giarrusso, sia stato al fianco di Antonino Caponnetto all'inizio della sua esperienza nel pool antimafia. Lo stesso Caponnetto con cui ha collaborato anche Piero Grasso, che lo ha anche citato nel suo discorso di insediamento. Fra l'altro Giarrusso è il referente regionale della Fondazione Caponnetto, presieduta oggi dalla vedova del magistrato morto a Firenze nel 2002.

Se Campanella fa intendere di aver appoggiato il neo-presidente del Senato, d'altro lato però non gli risparmia una frecciata. "Ha luci ed ombre, ma la distanza con Schifani è segnata dai difetti di quest'ultimo". Lo stesso grillino invece getta acqua sul fuoco sulle possibili fratture dentro il Movimento cinque stelle: "Non c'è stata nessuna spappolatura del gruppo – precisa -. Abbiamo discusso, ma nella riunione che abbiamo fatto dopo la votazione siamo tornati uniti esattamente come prima". Nessun allarme, almeno per il momento. Fatto sta che i senatori a cinque stelle hanno votato in modo diverso fra loro, pur innanzi alla "libertà di voto" decisa collegialmente.

Se solo i dirigenti del PD seguissero un po' di più i giornalisti capaci.


No comment.

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Questa persona rischiava di diventare presidente della camera dei deputati. Ma quei fessi che hanno votato i grillini cosa vogliono per capire che hanno votato dei pirla.


Marta Grande (laureata vera o presunta) e la libera circolazione delle sciocchezze

Andrea Petrelli
La cittadina Marta Grande ha dichiarato: “Io non sono come Giannino” e poi aggiunge in una nota che i giornalisti la perseguitano e non fanno il loro mestiere come si dovrebbe. Io sono profondamente d’accordo con lei: non ha nulla a che fare con lo sfortunato ex leader di Fare. Paradossalmente è persino peggio.
Giannino ha mentito suo suoi titoli di studio ma non è mai stato smentito sui numeri. Viene riconosciuto da tutti come un grande conoscitore di temi economici. E’ riuscito a gestire il proprio lavoro con competenza senza alcun riconoscimento cartaceo. Comportamento scorretto il suo, certo, ma gli va dato atto che c'è "del metodo nella sua follia".
La cittadina a cinque stelle invece, nel tentativo di giustificare una piccola sbavatura nel suo curriculum – la presunta laurea presso l’Università dell’Alabama in Huntsville  – commette un errore imbarazzante, anzi due. A radio 24 dichiara:
“Il titolo che ho preso in Alabama non è valido per i concorsi pubblici, ma per qualsiasi altro tipo di professione ed è equivalente a una laurea presa a Yale o Harvard.
Questa situazione si deve al fatto che gli Stati Uniti non stanno in Schengen e dunque non c’è un riconoscimento automatico, ma questo non significa che non esista”.
Cosa c’entra Schengen? Nulla. Il trattato di Schengen non regola né cita la validità dei titoli di studio dei paesi membri. Abolisce i controlli nei paesi che aderiscono al trattato, rafforza il controllo delle frontiere esterne dallo spazio Schengen, incentiva la cooperazione tra le diverse forze dell’ordine, e permette la libera circolazione dei cittadini membri.
tra l'altro dichiara pure che L'inghilterra ha aderito al trattato.
Ovviamente tutti possono sbagliare. Ma allora perché lei ha più colpe di Giannino? Perché tutte le lauree (presunte e non) della cittadina/portavoce/onorevole/grillina/deputa riguardano studi europei e internazionali.
 
Dalla sua pagina personale:
Titolo di studio: B.A. in Lingue e Commercio internazionale; Master in Scienze Politiche (Studi Europei); Laureanda magistrale in Relazioni Internazionali, studi politici-internazionali.
Qui si crea un situazione paradossale. Giannino, nonostante non possegga alcun titolo di studio, gode d'indiscutibile competenza nella materia di cui si occupa, a differenza della neo deputata, la quale ha frequentato corsi inerenti alla gaffe commessa.
Da una parte c’è un’indiscutibile competenza macchiata da una bugia, dall’altra un’incompetenza murata da un titolo.
Fosse tutto qui non sarebbe poi così grave, perché tutti diciamo sciocchezze ogni tanto. Millantiamo competenze e argomenti che non padroneggiamo totalmente. Giannino, dopo lo scivolone ha chiesto scusa dalla Bignardi. “Ho fatto una cavolata” disse. La deputata invece se l’è presa con il giornalista, reo di averle posto una domanda non concordata in precedenza. Infatti, poco dopo l’intervista, l’ufficio stampa del movimento scrive al conduttore della trasmissione: “Con noi avete finito”.
Sembrano lontani i tempi in cui gli attivisti 5 stelle urlavano contro i politici: “Non dobbiamo chiamarli onorevoli, ma dipendenti!” Adesso non gli si può nemmeno far notare di aver detto una sciocchezza né porre domande scomode, poiché sono sì dipendenti, ma di Casaleggio.
Chi di laurea ferisce di Schengen perisce.
 


Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/blogs/giovani-europei/marta-grande-laureata-vera-o-presunta-e-la-libera-circolazione-delle-sciocchez#ixzz2NjMIlVFG

Una riflessione su tutte le informazioni che arrivano in internet. Solo Grillo e casaleggio pensano che nella rete non si può mentire. Anzi è molto più facile mentire in rete.


Adolfo Perez Esquivel

IL PREMIO NOBEL ESQUIVEL: "BERGOGLIO
NON APPOGGIÒ LA DITTATURA IN ARGENTINA"

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Sabato 16 Marzo 2013 - 12:28
FIRENZE - «Papa Francesco non appoggiò mai la dittatura argentina e le accuse nei suoi confronti sono false». Lo ha detto il premio Nobel per la pace Adolfo Perez Esquivel a proposito delle accuse mosse nei confronti dell'allora arcivescovo di Buens Aires Jorge Mario Bergoglio. «Molti vescovi all'epoca andavano a chiedere di rilasciare i prigionieri ma i militari facevano quello che volevano e non quello che dovevano», ha aggiunto il pacifista argentino parlando con i giornalisti a Firenze in occasione della marcia antimafia promossa da Libera. «All'epoca Bergoglio era soltanto un superiore dei gesuiti e non aveva un ruolo» ha sottolineato. Al premio Nobel per la pace argentino il nuovo pontefice «piace molto». «Con lui è finito l'eurocentrismo - ha aggiunto Esquivel - e l'elezione di un pontefice latinoamericano è un segno di speranza forte per tutti. Porterà avanti la barca della Chiesa sotto tempesta».

Analisi giusta tranne che su un punto. Non è che si è riempito dopo di yes man. Il M5S era già pieno di yes man fin dall'inizio.


Federica Salsi: "Il Movimento 5 Stelle si è riempito di yes men. Gli altri? Temono la black list"

Venerdì, 15 marzo 2013 - 14:53:00
federica salsiFederica Salsi
di Lorenzo Lamperti
 twitter@LorenzoLamperti
"Il Movimento 5 Stelle non ha mai avuto uno statuto. Ora a elezioni fatte si scopre che uno statuto esiste e che gli eletti hanno un partito a loro insaputa". Federica Salsi, consigliere comunale a Bologna ed ex grillina, analizza l'evoluzione del M5S in un'intervista ad Affaritaliani.it: "Dopo i successi elettorali sono arrivati moltifan di Grillo, che accettano in maniera acritica e fideistica qualsiasi cosa lui dica".
Sul programma del movimento: "Non sono mai esistiti dei punti organici a livello nazionale". Sulla vicinanza all'estrema destra: "Quando su Facebook ho postato un articolo suimatrimoni gay sono arrivati insulti feroci e al limite dell'omofobia".
LO SPECIALE M5S
Federica Salsi, qualche giorno fa sulla sua pagina Facebook ha domandato agli attivisti del Movimento 5 Stelle se Grillo gli avesse fatto un partito a loro insaputa. Che cosa intendeva?Il Movimento 5 Stelle non ha mai avuto uno statuto. Ora invece si scopre che uno statuto è stato fatto. Viene fuori solo adesso, dopo le elezioni, senza che i candidati fossero minimamente coinvolti. E poi mi sorprende un'altra cosa: se lo statuto serve per chiedere i rimborsi elettorali e loro non hanno intenzione di chiederli che cosa l'hanno fatto a fare? In ogni caso penso che almeno chi si è candidato alle elezioni dovesse essere coinvolto in questo processo. Invece, ancora una volta, si sono trovati tutti la pappa pronta senza la possibilità di un minimo confronto.
Avere uno statuto significa "tradire" la genesi del Movimento 5 Stelle?
Il Movimento è una non associazione orizzontale senza strutture di rappresentanza, o almeno doveva esserlo. Invece adesso c'è uno statuto, c'è un presidente (lo stesso Grillo), un tesoriere... E i soggetti li ha scelti sempre Grillo. Perché non si sono fatti incontri o confronti? I candidati avrebbero dovuto essere consultati. Non mi sembra corretto inserire nuove regole quando i giochi sono già cominciati.
Avendo fatto parte del Movimento 5 Stelle conoscerà bene le dinamiche interne. C'è qualcuno che è scontento per queste ultime evoluzioni?
Credo che nel Movimento ci siano due correnti di pensiero e due atteggiamenti paralleli. C'è il grillino dell'ultima ora che si è avvicinato al movimento sull'onda dei successi elettorali come la vittoria al Comune di Parma. E' un grillino che non conosce davvero il movimento ma conosce il blog di Beppe Grillo e dà per scontato che sia lui l'unico a prendere le decisioni. A chi fa parte di questa "ondata" manca la conoscenza della storia: accettano passivamente Grillo come capo perché sono entrati nel movimento in un contesto in cui Grillo era già diventato un leader politico. E poi c'è invece chi è entrato nel movimento tanto tempo fa e sa che tutto è nato sulla base di un lavoro condiviso. Molti di loro hanno perplessità ma hanno anche paura di venire emarginati. Prima di protestare ci si pensa due volte perché si teme di finire nella "black list".
Tra gli eletti del Movimento 5 Stelle quale delle due correnti di pensiero prevale?
Parlo dell'Emilia Romagna perché conosco soprattutto gli eletti di questa regione. Sicuramente tra gli eletti la maggior parte fa parte del movimento da tempo perché le parlamentarie erano aperte solo tra chi era già stato candidato in una lista civica. Detto questo, anche alcuni che erano critici si ritrovano adesso perfettamente allineati.
E' possibile che qualcuno tra gli eletti del Movimento 5 Stelle passino al Pd o ad altri gruppi parlamentari?
Nel breve periodo credo di no. Cercheranno di rimanere coesi anche se non condividono alcune cose. Sono lì per la prima volta e molti di loro saranno anche disorientati. Stare uniti gli darà forza. Manterranno un profilo basso e resteranno allineati. Poi col tempo si vedrà. Dipende molto dalla leadership di Grillo e Casaleggio. Poi magari si torna a votare prima e non si porrà nemmeno il problema.
Qual è il piano di Grillo?
Ah, saperlo, Grillo è assoluatmente imprevedibile. Potrebbe davvero far ribaltare tutte le scrivanie oppure potrebbe contribuire a una maggioranza rigirando la frittata facendo credere che si tratterebbe di un sostegno di scopo e non di un'alleanza. Grillo ha dimostrato di avere grande creatività, mi aspetto di tutto. Mi preoccupa parecchio perché hanno dimostrato di dire tutto e il contrario di tutto. Si è sviluppato un sentimento fideistico e gli "adepti" seguono il leader in maniera acritica. E Grillo sa benissimo la portata del suo potere.
Su temi delicati come la giustizia e la sicurezza, piuttosto che l'immigrazione, il programma del Movimento preferisce glissare. Come mai?
A livello nazionale il programma non è mai stato organico. E' una raccolta di buoni propositi con tematiche molto trasversali ma molti punti non li affronta. La verità è che a livello locale il movimento funziona perché affronta problemi concreti, a livello nazionale resta un grande punto interrogativo. Ci sono tantissime questioni mai affrontate che pongono seri dubbi sull'approccio del movimento. Uno studio recente dimostra che l'elettorato di Grillo è composto dal 46% da elettori tradizionalmente di centrosinistra, dal 40% da elettori tradizionalmente di centrodestra e il 14% da astensionisti. E' chiaro che un elettorato così eterogeneo rispecchia lo stessa eterogeneità del movimento.
Qualcuno accomuna alcune istanze del movimento a posizioni tradizionalmente di destra, se non addirittura di estrema destra...
Un esempio ce l'ho avuto in prima persona sulla mia bacheca Facebook. Ho pubblicato un post sui matrimoni gay e mi sono arrivati molti commenti negativi, con insulti feroci al limite dell'omofobia.
Ma davvero il Movimento 5 Stelle ha qualcosa in comune con i partiti di estrema destra nati nei vari paesi europei?
Sono cose nate in maniera totalmente diversa. Poi per carità non è detto che non possano confluire in derive simili. Però il movimento è nato da cittadini comuni che volevano mettersi al servizio delle loro città. Si parlava di cose molto concrete, come gli asili nido e l'illuminazione. Se all'interno reggono queste basi si evita il pericolo. Poi però vedo l'avvicinamento rabbioso di molti leghisti delusi e allora un po' di paura mi viene. Ma come al solito quando si parla di Movimento 5 Stelle, tutto dipenderà da quello che decideranno di scrivere, o di dire, Grillo e Casaleggio.

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