lunedì 31 dicembre 2012

Sono fuori Pavia ed apprendo solo in questo momento che dei mascalzoni, delinquenti, uomini di quattro soldi, omnicchi, quaquaraqua hanno cercato di incendiare l'abitazione di Giovanni Giovannetti uno deo pochissimi giornalisti degni di questo nome a Pavia. Il resto dei giornalisti è monnezza. Giovanni è una persona perbene e coraggiosa ed io mi rivolgo a questi delinquenti chiarendo che lui non é solo. Io non ho paura di voi. E adesso incendiate i tutti se avete il coraggio. Codardi siete nati e codardi morirete. A Giiovanni Giovannetti tutta la mia solidarietà. La mia vicinanza a Veltri e Maurici. Adesso muoviamoci e mandiamo in galera questi malfamati e banditi.


La casa in fiamme

di Giovanni Giovannetti
“Ladri” nuovamente in casa mia, anzi piromani. E se la notte tra il 30 e il 31 dicembre le fiamme non hanno avvolto l’intera abitazione lo si deve al tempestivo allarme dato da un vicino: fuoco nel seminterrato, la porta che dà sul cortile spalancata (in modo che non restassero dubbi sulla natura dolosa dell’incendio) così da rendere visibili le fiamme. Se l’allarme fosse scattato con qualche ritardo, se le fiamme si fossero via via propagate all’intero seminterrato, ora non saremmo qui a lamentare danni in fin dei conti contenuti (qualche centinaio di libri andati in fumo e poco più).
Un “ladro” mi aveva già fatto visita un paio di settimane prima (di nuovo tra domenica e lunedì). Forzando la finestra della cucina, nottetempo qualcuno era entrato, aveva aperto i cassetti e gli armadi in tutte le stanze per poi andarsene senza rubare niente. Un avvertimento: quasi a dire “non sentirti al sicuro nemmeno in casa tua; qui noi entriamo quando ci pare”.
A meno di non credere alla visita della befana, sembra scontato il nesso con le recenti battaglie sulla criminalità urbanistica (le lottizzazioni abusive di Punta Est al Vallone e di Green Campus al Cravino, oltre alla illecita cementificazione delle Ortaglie di via Langosco, per citare le più vicine) condivise con Franco Maurici, Walter Veltri, Paolo Ferloni e gli altri esponenti della lista civica Insieme per Pavia.
Sabato 15 dicembre l’auto del Consigliere comunale Veltri è andata a fuoco. Meno di un mese prima, sopra l’ingresso dello studio dell’avvocato Maurici per due volte qualcuno ha disegnato croci a morto.
Ma già il 16 febbraio, le vetrine di Insieme per Pavia sono andate distrutte a picconate; anche in questo caso era la seconda volta. 
Il 17 maggio al blog Direfarebaciare è stato inoltrato questo anonimo commento, l’ultimo di una serie: «Stanotte è morto un mio amico. Siate più buoni. Non fate che qualcuno desideri danzare sulle vostre tombe».
Tutto questo per quale scopo? Atti intimidatori, volti a farci recedere dal denunciare la diffusa criminalità urbanistica cittadina? Le fantomatiche mafie? No, si direbbe una reazione emotiva (e sottolineo emotiva): voi danneggiate noi e noi danneggiamo voi, distruggendo vetrine, bruciando case e auto. Per ora rileviamo solo danni alle cose.
Ma al pari di certi episodi, desta inquietudine il laissez-faire delle Forze dell’ordine: secondo taluni l’incendio all’auto di Veltri, una Opel, non andava ritenuto doloso poiché «nei paraggi non era stata rinvenuta nessuna tanica di benzina» (sic!); l’auto non è stata poi sottoposta a sequestro e non si sono avuti accertamenti («sono indagini costose», hanno detto), anche dopo che il responsabile assistenza Opel Fabio Marazzi aveva potuto rilevare «l’integrità di tutto l’impianto elettrico presente nel vano motore, a partire dai fusibili di potenza dell’impianto situati nel vano batteria anteriore». Come ha scritto il perito, «non sono presenti segni di surriscaldamento che indurrebbero ad ipotizzare un cortocircuito».
I due carabinieri in borghese venuti a casa mia il giorno dopo la prima “visita” hanno ignorato alcune impronte lasciate dal “visitatore”, ben chiare sulla neve. Peggio: ci sono passati sopra. Solo sciatteria?
In gioco non è solo qualche bene immobile, ma la stessa coesione sociale, il senso della comunità, dopo che per anni le stesse istituzioni hanno sistematicamente gufato con affaristi e lestofanti interni ed esterni ai partiti. Come è ovvio, la solidarietà di molti in queste ore è stata ben gradita. Ma ancora più gradito sarebbe l’abbozzo di una riflessione autocritica da parte di chi – a destra così come a sinistra – per decenni omertosamente ha taciuto le illecite istanze corruttive ai più alti quadri istituzionali, favorendo la rassegnazione quando non l’assuefazione civica, di fronte alla truffaldina deroga alle regole. E sto parlando dei responsabili politici e morali di questa deriva.

Adesso fanno finta di restituire i fondi già percepiti con una sceneggiata tipica dei grillini. Ma che necessità c'è di fare simili sceneggiate se non per fini elettorali. Pagliacciate tipiche di politici comici. Diano indietro questi soldi e basta. Ovviamente qualcuno dovrebbe spiegarmi come mai si era detto che i deputati siciliani Grillini avrebbero tenuto 2500 euro al mese e adesso si scopre che rinunceranno solo a 5000 euro a testa. Ma 14 mila meno 5 mila non mi sembra faccia 2500 euro. O sbaglio? Ed infine non dovrebbero certo essere loro a gestire quei soldi. Se si rinuncia a quei fondi o si restituiscono allo stato o si donano ad associazioni no profit. Perché poi si inizia a parlare di costituire un fondo per le micro imprese? Per creare le stesse clientele di Comunione e Liberazione? E le imprese saranno scelte tra i militanti della setta o si farà una votazione in rete ancora falsa come le elezione dei candidati? Ci sono tante associazioni no profit che già fanno da anni quello che loro non saranno mai in grado di fare. E se lo faranno sarà solo per fini populistici ed elettorali. Più o meno come faceva Mussolini quando veniva ripreso a tagliare il grano. Si diano alle associazioni, ad esempio a Don Ciotti, i soldi e si concluda questa veramente misera sceneggiata alla Mario Merola. Ma i pirla grillini non possono, perché Casaleggio e Grillo, dopo aver truccato le elezioni, curano anche la loro immagine affinché questa setta possa almeno apparire diversa dai partiti. Ma io non ci credo. Questi sono peggio degli altri. Molto peggio. E anche se alla fine dell'anno bisognerebbe essere buoni con tutti io non posso mentire. Pirla erano i grillini vogheresi e pavesi e pirla moriranno. Ovviamente insieme a tutti i pirla grillini italiani. Buon Anno all'Italia, il mio grande e bel paese che malgrado tutti ce la farà.


Sicilia, i grillini imbarazzati organizzano il «Restitution day» degli stipendi

La soluzione ipotizzata, visto che per legge non possono rinunciare alle indennità, è quella di creare un fondo in cui versare la parte di emolumenti che va oltre i 2mila e 500 euro mensili. E intanto il presidente dell'Ars striglia il suo vice Venturino per gli insulti a un giornalista


La figuraccia prenatalizia che ha fatto il giro d'Italia, la notizia cioè che loro malgrado non erano riusciti a rinunciare, in Sicilia, come proclamato in campagna elettorale, alla parte di stipendio eccedente i 2mila e 500 euro, bloccati da una burocrazia che dice che no, anche volendo, allo stipendio non si può rinunciare per legge, non l'hanno digerita. E così, dopo gli insulti video al giornalista di Repubblica «reo» di aver dato la notizia che avevano preso il primo stipendio per intero, sono passati alla soluzione. Dunque, imprevisti burocratici permettendo, il prossimo 7 gennaio, i grillini celebreranno quello che hanno voluto definire «Restitution day», il giorno della restituzione dei soldi presi in più, una sorta di maltolto dal loro punto di vista di rappresentanti del popolo duri e puri che nulla hanno a che fare con la casta.
L'annuncio è arrivato dal capogruppo del Movimento 5 stelle al Parlamento siciliano, Giancarlo Cancelleri: «Rinunceremo a circa 5.000 euro a deputato ogni mese e in un anno sono 75.000 euro a deputato. Se moltiplichiamo per quindici parlamentari (tanti ne conta all'Assemblea regionale siciliana il movimento) sono oltre 900mila euro, cioè sfioriamo il milione di euro». L'idea è quella di creare un Fondo per la creazione di un microcredito per le microimprese. 

domenica 30 dicembre 2012

Questo è il verbale della Commissione Consiliare che si occupa del Piano di Governo del Territorio (PGT) di Voghera. Quello che ha sostituito il vecchio Piano regolatore. L'8 marzo 2012 nel corso della seduta, come si evince anche da una lettura superficiale, il Consigliere Comunale Rubiconto formulò alcune domande e ricevette altrettante risposte. Era chiaro fin da allora che il piano era "sproporzionato" alle esigenze del territorio vogherese poiché prevedeva un incremento di popolazione e di attività commerciali "pari a quelle di Milano". E perché tutto questo? Per un solo semplice motivo. Se si presenta una previsione di sviluppo molto più elevata di quanto possa servire in realtà si giustifica anche un incremento di volumi sia per abitazioni che per attività commerciali enorme. Non voglio fare quello che aveva capito tutto ma dalle domande poste si comprende che ritenevo errata la impostazione generale del piano. Nel frattempo i pirla grillini vogheresi facevano questionari per i "cittadini consapevoli" (quattro persone), seguivano per cinquanta sedute la commissione "perché così avrebbero potuto migliorare il piano. Presentavano proposte di modifica suggerite da esperti che nessuno conosce o esercitando la "democrazia diretta" (richiesta in rete a dieci persone se fare o no un ponte o una strada). E' inutile precisare che nessuna di queste stravaganti richieste veniva accolta. Quando da Casaleggio e Company venivano a sapere, a novembre 2012, che la Regione aveva "bocciato" il PGT di Voghera, il giorno prima uscivano con comunicazioni sulla stampa locale (quella che Grillo dice di non usare) accreditandosi come gli "ambientalisti intelligenti" del XXI secolo. In verità pirla erano stati prima e tali erano rimasti non avendo capito quello che vogherese Neanche troppo intelligente avrebbe compreso in cinque minuti. Ma si sa il mio motto è: "uno diverso dall'altro" mentre i grillini sono rimasti a "uno vale uno" essendo tutti praticamente ignoranti e sprovveduti. Di gente così in Consiglio Comunale il sindaco Barbieri ne vorrebbe a centinaia. Ma purtroppo deve fare i conti anche con persone capaci e competenti. Da domani spiegheremo a lui ed alla sua giunta come si amministra una città. Altro che patate e peperoni. Quelli fateli inscatolare dai grillini. In fondo per quello che fanno tutto il giorno potrebbero coltivare chilometri e chilometri di terra, se solo avessero la forza. Quella che ho io da quando alle elementari sono andato per mare con mio padre. Viva l'Italia.


COMUNE DI VOGHERA
Provincia di Pavia
Commissione Consiliare III -Territorio-LL.PP. e Ambiente

VERBALE DEI LAVORI DELLA COMMISSIONE SEDUTA DEL 08.03.2012

Lanno DUEMILADODICI il giorno 8 del mese di marzo presso la Sala della Battaglia di Piazza Duomo n. 1, si è riunita la Commissione Consiliare III Territorio LL.PP. e Ambiente.


Sono Presenti i Signori:
Alberto Scalone Presidente
Claudio Zuffi                                                                                    Effettivo
Danilo Mietta                                                                                    Effettivo
Emanuela Pastore                                                                         Effettivo
Graziano Percivalle Effettivo
Sergio Valassi Fasanotti Effettivo
Francesco Rubiconto Effettivo

Sono Assenti i Signori:
Giancarlo Gabba                                                                         Effettivo
Mauro Taverna Effettivo

Partecipano alla riunione i Signori:
Assessore Servizio Edilizia Privata e Urbanistica Delio Todeschini.
Dirigente del Servizio Edilizia Privata e Ufficio Urbanistica Arch. Enrico Rossi
Autorità Competente VAS Arch. Osvaldo Ravetta
Studio Mossolani
Dott.ssa Stefania Anghinelli
Consigliere Roberto Gallotti
Consigliere Antonio Marfi

Assistente come segretaria lIstruttore Tecnico del Servizio Edilizia Privata e Ufficio Urbanistica Geom. Cristina Benzi.

Alle ore 17:10 verificata la presenza del numero legale, il Presidente dichiara aperta la seduta.

ORDINE DEL GIORNO:
Presentazione della Valutazione Ambientale Strategica e del Rapporto Ambientale
Assessore Todeschini. Questa riunione è stata convocata per illustrare la VAS, non deve essere votata ma è soltanto una presa datto. Vorrei che si fissasse un calendario per i futuri incontri in modo da racchiuderli in ununica convocazione. Passo la parola alla Dottoressa Anghinelli.
Dott.ssa Anghinelli. Quello che vi illustrerò oggi è il documento cardine della Valutazione Ambientale Strategica cioè il Rapporto Ambientale. Il Rapporto Ambientale è il secondo dei documenti della VAS che abbiamo fatto fino ad oggi; il primo è stato il documento di scooping relativo agli indirizzi strategici che è stato presentato nel 2009.
La Dott.ssa Anghinelli illustra sinteticamente i capitoli che compongono il Rapporto Ambientale.
Dott.ssa Anghinelli. I prossimi passaggi per la VAS sono i seguenti: occorre depositare la bozza del documento di piano, il rapporto ambientale e la sintesi non tecnica per 60 giorni. Allinterno di questo periodo faremo una conferenza di valutazione in seduta conclusiva, al termine verrà redatto un verbale che sarà uno degli elementi fondamentali di quello che è latto che chiude la VAS che è parere motivato, scritto dallautorità competente per la VAS scritto dintesa con lautorità procedente della VAS e contiene tutti i passaggi di VAS e di condivisione che sono stati fatti e la risposta puntuale a tutte le osservazioni che verranno presentate in questi 60 giorni. La VAS si chiude con il parere motivato e con lelaborazione della dichiarazione di sintesi; questultimo sarà atto che andrà adottato insieme al PGT. Quindi con ladozione del PGT andrà adottato il rapporto ambientale, la sintesi non tecnica del rapporto ambientale e la dichiarazione di sintesi.
Cons. Rubiconto. È possibile avere la documentazione che ci ha illustrato la dottoressa?
Assessore Todeschini. Tra qualche giorno sarà disponibile per i consiglieri il CD con tutta la documentazione.
Cons. Rubiconto. Lanalisi che è stata illustrata oggi è sostenuta da biografie? Sono state citate a conclusione del documento? Quando lei dice sostenuto aumento demografico è un dato dimostrato scientificamente?
Dott.ssa Anghinelli. Tutte le valutazioni sono basate su dati forniti da enti certificati, tutta lanalisi demografica è basata su dati ISTAT, tutte le analisi ambientali sono basate su dati ARPA oppure dati da Provincia di Pavia, alcune sono analisi specifiche fatte in fase di stesura del PGT come lo studio geologico, lo studio del traffico.
Cons. Valassi Fasanotti. Potrebbe fornire dei numeri sulla popolazione?
Cons. Rubiconto. Visto che la fase di analisi iniziale è molto importante, se io dico che c’è un sostenuto aumento demografico posso anche impegnare più aree e consumare più suolo, ma se non uso laggettivo sostenuto la conseguenza oggettiva è diversa. Lanalisi iniziale cambia la prospettiva teorica finale.
Dott.ssa Anghinelli. Le fonti del dato sono assolutamente certe e le valutazioni sono fatte e corrette dal punto di vista scientifico.la popolazione di Voghera nel 1991 era di circa 40.000 abitanti, sono seguiti anni di sostanziale stabilità fino al 1997 la popolazione è appena sopra i 40.000 abitanti, si rileva una decrescita pesante nei successivi 4 anni che ha portato nel 2001 appena sopra i 38.000abitanti. dal 2001 ad oggi la popolazione è risalita quasi a 40.000 abitanti.
Cons. Rubiconto. Qual è la fonte del dato dei 77.000abitanti equivalenti e a cosa significa?
Dott.ssa Anghinelli. Il dato è fornito da ASM. Gli impianti di depurazione, come il trattamento rifiuti, sono calcolati sulla base delleffettiva necessità di quel particolare servizio che limpianto riesce a soddisfare. Nel residenziale un abitante corrisponde ad un abitante equivalente, per tutte le altre categorie di uso economico occorre che limpianto tenga conto delle diverse esigenze dellattività. 77.000 abitanti equivalenti significa che il depuratore di Voghera ha la capacità di sostenere lincremento demografico del PGT senza necessità di prevedere un sostanziale ampliamento impiantistico.
Cons. Rubiconto. Credo che il dato fornito da ASM non sia corretto e limpianto deve essere aumentato. Unaltra domanda: la percentuale del 3% di territorio naturale, nella sua esperienza sul territorio, che valore è a livello quantitativo?
Dott.ssa Anghinelli. Ritengo che sia un valore basso e va tutelato attraverso listituzione del PLIS.
Cons. Rubiconto. Il territorio naturale lo tuteliamo attraverso lo strumento oppure lei può spingersi anche oltre dicendo che bisognerebbe aumentarlo?
Dott.ssa Anghinelli. Non è facile aumentare larea naturale, è possibile istituire aree protette, dobbiamo proteggere quello che c’è delle aree naturali.
Cons. Rubiconto. Se io come amministratore mi ponessi lobiettivo di aumentare la percentuale di area naturale fino ad arrivare al 9-10% è possibile?
Dott.ssa Anghinelli. Non esiste una percentuale di area naturale ottimale e non è possibile creare una nuova area naturale ma si potrà creare unarea protetta.
Arch. Mossolani. Con lo strumento urbanistico possiamo tutelare unarea naturalistica indicando nel PGT che non può essere trasformata. Abbiamo un capitolo importante che si chiama compensazioni urbanistiche naturalistiche.
Cons. Rubiconto. Non mi interessa sentirla sulla compensazione, non esiste nessuna compensazione alla distruzione di un bene. C’è la possibilità in un paese che ha il 3% di aree naturali di aumentarle?
Arch. Mossolani. Si, con il capitolo della compensazione: se sottraggo terreno agricolo, riduco le aree libere, consumo il suolo, devo compensare questa sottrazione creando unarea protetta di uguali o maggiori dimensioni. Nel nostro PGT un capitolo importante indicato nella VAS e nelle norme del documento di piano viene detto che lamministrazione si farà carico di reperire aree da naturalizzare, da acquistare o affittare per trasformare le aree adesso agricole in aree boschive.
Il Presidente constatando che non ci sono più domande, chiede la disponibilità dei consiglieri per stabilire un calendario di incontri, viene stabilito che i prossimi incontri saranno il 15 marzo, il 22 marzo e il 29 marzo.
Alle ore 19:00 il Presidente dichiara chiusa la seduta.


Il Segretario                                                                                                                   Il Presidente
         Cristina BENZI                                Alberto SCALONE

sabato 29 dicembre 2012

E' semplicemente vergognoso che un giornalista che si definisce anglosassone scriva un articolo così poco da giornalista e così tanto da politico, anzi da sindacalista. Perchè ormai Travaglio da anni è diventato il sindacalista personale di Grillo. E questo dovrebbe essere l'erede di Montanelli? Questo sarebbe un liberal? Prendere atto che i partiti fanno pena, che i sindacati sono una seconda casta, che i politici hanno uno spessore morale pari allo zero assoluto non può giustificare una analisi nella quale Grillo viene descritto come un ingenuo caduto in una trappola mediatica che ha "creato dei dissidenti in cerca di popolarità". No, questo è semplicemente mostruoso. Sono centinaia o migliaia le persone che lasciano questa setta perché è anche peggio dei partiti. Sono evidenti i comportamenti non democratici ed il potere assoluto che hanno Grillo e Casaleggio su questa setta. Incostituzionale tutto il "non statuto". False le elezione virtuali senza alcun controllo democratico. Falsi i risultati costruiti a tavolino con un marketing simile a quello che si crea per la vendita di un prodotto per la pulizia dei denti. Grillo non era un'altro in quella intervista e chi è stato espulso non è un finto dissidente. Grillo è così e anche Casaleggio è così. Sono entrambi lontani dalla democrazia un milione di anni luce. E non basta avere una classe politica corrotta e irresponsabile per trovare giustificazioni a quanto non è democratico. Perché la democrazia è un fine ma anche un processo, uno strumento ed ha una forma. Se così non è allora vi è una dittatura. Costi quel che costi non si può raggiungere la democrazia se non si usano metodi democratici.


Grillo cade nella trappola mediatica

di Marco Travaglio
(20 dicembre 2012)
Grillo & Casaleggio sono due maghi della comunicazione. Eppure, proprio su quel terreno, stanno infilando una serie di errori marchiani che potrebbero costare caro al Movimento 5 Stelle. Errori che, paradossalmente, derivano da un'eccessiva sudditanza ai giornali e alle tv, cioè ai media che i due pasdaràn della Rete dicono di aborrire.

DA MESI STAMPA E TV sono in perenne caccia di "grillini" dissidenti a cui strappare qualche critica ai due leader-fondatori. Solo così si spiega l'ascesa nel firmamento mediatico di tali Valentino Tavolazzi, Giovanni Favia e Federica Salsi. Il primo è l'ex city manager di Ferrara che per anni fece fortuna col suo movimento (5Stelle non esisteva) anche grazie all'appoggio personale del suo amico Grillo, il quale poi decise, per una divergenza di vedute tutta politica, di negargli l'uso del suo simbolo. Favia è un consigliere regionale al secondo (e ultimo) mandato, che criticò Casaleggio in un fuorionda a Piazza Pulita. La Salsi è la consigliera comunale finita nel mirino di Grillo per essersi accomodata nel salotto di Ballarò.

Da mesi il terzetto è vezzeggiatissimo dai media e si è conquistato la ribalta nazionale per il solo fatto di polemizzare con i vertici del movimento. A furia di sentirne parlare, la gente s'era fatta l'idea che i tre fossero stati vittima di una gigantesca purga staliniana. In realtà Tavolazzi non è mai stato espulso perchè non è mai stato iscritto; Favia e Salsi sono stati espulsi soltanto la scorsa settimana, dopo le ennesime polemiche. Fino ad allora Grillo aveva espulso un solo iscritto, eletto consigliere comunale per la terza volta in un paesino del Piemonte in palese violazione di una regola interna.

Ora, se un consigliere comunale o regionale Pd, Pdl, Udc, Idv criticasse il leader del suo partito accusandolo di comandare troppo, nessuno se lo filerebbe. Trattandosi di Grillo, invece, anche il sopracciglio alzato dell'ultimo peone di periferia diventa un caso nazionale. Sul suo blog l'ex comico ha pubblicato una lista di decine fra iscritti e dirigenti del Pd espulsi per aver disobbedito agli ordini di scuderia: eppure nessuno s'è sognato di paragonare Bersani a Mussolini. In tutti i partiti del mondo le espulsioni di chi viola le regole interne sono all'ordine del giorno: le regole sono democrazia, non dittatura. E' così evidente l'uso strumentale che i partiti e la stampa al seguito han fatto di quei quattro gatti dissidenti che Grillo e Casaleggio avrebbero dovuto ignorarli, o disinnescarli con una parola sdrammatizzante o una battuta di spirito. 

Invece hanno garantito loro un martirologio immeritato. Grillo, col suo "fuori dalle balle", ha trasformato in eroe persino un altro Carneade che accusava lui di ducismo e Casaleggio di volersi fregare i finanziamenti pubblici prossimi venturi. Ma qualcuno può pensare che i leader di qualunque partito si lascerebbero dare del duce e del ladro da un iscritto senza reagire? Semplicemente, se lo leverebbero "dalle balle" senza dirglielo. Stesso discorso per le "parlamentarie", indette on-line per selezionare i candidati per le prossime elezioni politiche.

E' VERO, IL MECCANISMO escogitato da Grillo e Casaleggio era macchinoso ed escludente: poteva concorrere solo chi era già stato candidato e trombato (gli eletti negli enti locali devono terminare il mandato) e potevano votare soltanto gli iscritti al sito. Risultato: hanno votato appena 32 mila. Ma paragonare queste cifre ai 3 milioni delle primarie del centrosinistra non ha alcun senso: il centrosinistra ha scelto il suo candidato premier fra cinque aspiranti; i 5Stelle hanno scelto i propri candidati fra 1.400 aspiranti. Vedremo se le primarie per i candidati annunciate per Capodanno dal Pd saranno davvero libere o se ?€“ com'è probabile - i capibastone sceglieranno i concorrenti e/o riserveranno qualche decina di poltrone ai propri fedelissimi. Ma soprattutto vedremo chi sceglierà i candidati del Pdl e del Terzo Polo, ben felici di tenersi il Porcellum. Per ora i 32 mila votanti di Grillo, per pochi che siano, sono sempre meglio dei nessuno degli altri.

Quando i sindaci appartengono ai partiti allora sono super pagati e dovrebbero rinunciare allo stipendio. Quando il sindaco è Pizzarotti allora le responsabilità giustificano lo stipendio. Ma se Pizzarotti ama la sua città e quello che sta facendo è senza costi per la politica dovrebbe prendere lo stipendio precedente, cioè quello di impiegato di banca. Altrimenti quale è la differenza tra lui e Fassino o tra lui e Cattaneo? Nessuna. Sono tre anni che lo dico.


Parma, Pizzarotti si riduce lo stipendio e pubblica la busta paga su internet

Insieme a lui seguono l'esempio altri due amministratori. La promessa era stata fatta il giorno dopo l'elezione a sindaco

Parma, Pizzarotti si riduce lo stipendio e pubblica la busta paga su internet
La promessa l’aveva fatta pochi giorni dopo avere indossato la fascia di sindaco di Parma: ridursi lo stipendio da primo cittadino e pubblicare online la propria busta paga. E dopo sette mesiFederico Pizzarotti ha mantenuto quella promessa. Dal sito del Comune di Parma i cittadini potranno infatti scaricare le buste paghe del sindaco e quelle di tutti i componenti della sua giunta.
Ad annunciare la novità è stato Pizzarotti attraverso la sua pagina ufficiale di Facebook: “La nostra operazione trasparenza continua – ha scritto – sono online le mie indennità e la mia dichiarazione di riduzione del 10 per cento dell’importo”. Per portare a buon fine i suoi intenti il sindaco ha dovuto attendere tempi burocratici che hanno comportato il ritardo nella pubblicazione, anche se ultimamente, soprattutto dopo le polemiche riguardo alle indennità dei rappresentanti delMovimento 5 stelle in Sicilia, c’era già chi era pronto a puntare il dito anche sugli amministratori di Parma. Ma il gesto di Pizzarotti ha stoppato ogni possibilità di critica.
Sul sito del Comune, in un’apposita nuova sezione dedicata agli amministratori, sotto la voce “sindaco” si può accedere a tutti i dati su Pizzarotti: oltre al suo curriculum e ai suoi contatti, anche alle sue buste paga da giugno a dicembre. “Non fatevi fuorviare dalla prima busta paga – spiega il sindaco, che per i primi mesi ha ricevuto gli stipendi accumulati in un unico documento – contiene tutte le indennità dei primi mesi. La cifre corrette sono quelle dal secondo file in poi”. Leggendo voce per voce, lo stipendio del sindaco ammonta a 3.346 euro netti al mese, ma sotto le buste scannerizzate c’è anche la richiesta di Pizzarotti, firmata il 30 agosto, di rinunciare al 10 per centodell’indennità prevista.
Il sindaco ha dato per primo l’esempio, ma la stessa rinuncia è stata sottoscritta anche dal vicesindaco Nicoletta Paci e dal presidente del consiglio Marco Vagnozzi, che però non hanno ancora pubblicato le proprie buste paga perché la sezione del sito sarà completata nei prossimi giorni e presentata a gennaio. Qui i cittadini potranno avere a portata di click tutti gli appuntamenti dell’agenda degli amministratori, le loro iniziative, i loro progetti, i video e le indennità ricevute.
Tutti dati che puntano alla massima trasparenza dell’amministrazione pubblica, ma che richiedono tempo. Ad esempio, spiega il sindaco, le erogazioni dei primi mesi sono state fatte a settembre perché “ho voluto creare un apposito conto corrente destinato solo a queste entrate. Anche questo, fatto per poterne pubblicare il contenuto in futuro”.
Pizzarotti ha anche commentato l’entità del suo compenso, lanciando una critica al sistema di retribuzione della politica italiana: “Sono sicuro che converrete con me che la cifra di indennità di un sindaco, chiamato ogni giorno a responsabilità e a gestire a pieno problemi e criticità del suo territorio, rispetto alle cifre ben più elevate di parlamentari e consiglieri regionali, senza nessuna responsabilità diretta e lavorando solo tre giorni a settimana, è una delle storture del nostro paese”.
All’operazione trasparenza del primo cittadino è seguita immediatamente quella del capogruppo del Movimento 5 stelle in consiglio comunale Marco Bosi, che ha pubblicato la busta paga relativa ai gettoni di presenza per le sedute di consiglio e le commissioni. Per i mesi di giugno, luglio, agosto e settembre la cifra netta totale è di 457,15 euro. In arrivo a breve ci saranno anche quelle di tutti gli altri.

L'amico Peppe batte cassa. Adesso chiede i soldi. Le persone che lo seguono su Facebook ora sono diventate 990 mila eppure alle elezioni hanno votato solo in 20 mila, ovviamente se il dato è vero. Perchè ormai di balle Grillo e casaleggio ne raccontano almeno cinquanta al giorno. Tutti questi soldi per le spese legali. Sono peggio della UIL scuola di Pavia in fatto di legali (continuano a fare cause di lavoro con tale avv.Trivi che sistematicamente perdono ma che fanno pagare ai lavoratori iscritti). Ma cosa ha in mente Grillo di querelare anche i parenti prossimi? E che avvocati utilizza Grillo per caso Perry Mason? Cominciamo proprio bene. Ma molto bene. Se li faccia dare dai suoi candidati trombati tanto per male che vada porteranno a casa 7500 euro al mese. Con questi soldi potranno anticipare qualcosa? In fondo Grillo gli ha garantito uno stipendio fisso perchè non dimostrare la propria gratitudine?


Grillo apre sul web le donazioni per il M5s

Obiettivo, 1 mln per la campagna elettorale.

Beppe Grillo a caccia di 1 milione di euro. Il leader del Movimento 5 stelle è consapevole del costo di una campagna elettorale in assenza di finanziamenti pubblici e, per questo, si è rivolto alla Rete, lanciando un appello alle quasi 990 mila persone che lo seguono su Facebook.
«Abbiamo bisogno del tuo aiuto», ha scritto il comico, rinviando, con un link, alla pagina del M5s dove è possibile effettuare una donazione per la corsa al parlamento, con carta di credito o bonifico.
OLTRE 400 DONAZIONI. Ad oggi, il contatore dei contributi al Movimento 5 stelle ha raggiunto oltre 400 donatori per un totale di 13 mila euro. Ma l'obiettivo è ben più ambizioso, «raccogliere un milione di euro».
«NECESSARI PER SPESE LEGALI». Il capo dei 5 Stelle ha annunciato che subito dopo le feste dovrebbe avere inizio il suo tour elettorale in giro per l'Italia e  ha precisato a cosa servono i fondi. Una parte dei soldi sono necessari «per pagare le spese legali, che al momento ammontano a 120 mila euro per i due studi legali che ci assistono da luglio».
Inoltre, devono essere finanziate «la promozione del M5S nel periodo pre-elettorale, la mia tournée non-stop che partirà subito dopo la Befana per tutta Italia, l'organizzazione di eventi nazionali e la fornitura di ogni supporto online agli attivisti».
«OGNI SPESA DOCUMENTATA». Infine, la precisazione: «Ogni spesa sarà documentata e l'eventuale residuo sarà destinato al conto corrente per i terremotati dell'Emilia. Chi vorrà, inserendo i suoi dati, potrà essere visibile nella lista dei donatori».
Venerdì, 28 Dicembre 2012

Ah, ah, ah, ah.........Cominciamo bene! Ma cominciamo molto bene. Questo fanfarone ne ha sparate di balle! Poveri fessi che hanno potuto credere ad una persona così ignorante. Viva l'Italia paese nel quale è proprio possibile tutto. E i grillini vogheresi pirla cosa dicono. Muti sono!!!!!!!!!

Beppe Grillo, quello che "i soldi per la politica non servono", "noi non abbiamo bisogno di spendere per fare campagne elettorali perché c'è la rete", "noi abbiamo organizzazione o funzionari perché noi abbiamo i professionisti/esperti che lo fanno per metteresi a servizio", ora batte cassa!!! Gli servono 120.000 euro per "spese legali per gli "avvocati" che dice che siano stati per lui indispensabili per la raccolta firme e presentazione lista (non avevo mai sentito o visto che per presentare una lista servissero gli studi legali!) e punta nel raccogliere per il tutto 1 milione di euro! Quando si dice coerenza!!!! (Bastava che non dicesse che "fare politica non ha costi" ecc ecc, anzichè smentirsi da solo, no?)

venerdì 28 dicembre 2012

Questo è lo stipendio di Pizzarotti, sindaco di Parma. Quanto guadagnava prima di fare il sindaco? Molto meno. Adesso rinuncia al 10% come previsto dalla legge. Bravo. Ma se è diventato un politico per amore della città perchè non rinuncia allo stipendio e si tiene quello che prendeva quando lavorava in banca. Furbi questi grillini proprio tutti uguali. A Parma come a Voghera. Parole, parole, parole. E' così semplice fare queste scelte. Quando mi sono candidato a sindaco ho dichiarato ciò che avrei fatto se fossi stato eletto: rinunciare allo stipendio ed ai benefit di sindaco e tenermi il mio stipendio di Dirigente Scolastico continuando a fare il mio amato mestiere. Basta poco che' ce' vo'.

Mettiamo in rete l'articolo originale su come si mantiene il sindacato. La casta numero due dopo la casta dei partiti e dei movimenti/sette nuovi e vecchi. Se il segretario regionale della CISL dice che hanno una struttura esagerata figuriamoci come la pensano i cittadini che questa struttura devono mantenere con il proprio lavoro. Perchè una cosa è certa questi sindacalisti manco sanno cosa è un lavoro. Qualcuno chiami la segretaria della CISL di Pavia e la metta in contatto con il suo segretario regionale del suo sindacato. Magari comprende che è il caso di ritornare al lavoro. Quello vero. Quello che tutti gli insegnanti e i dirigenti e i collaboratori scolastici e gli assistenti amministrativi e i direttori amministrativi fanno tutti i giorni mentre loro vanno in giro per scuole cercando di dimostrare di capire quello che la loro ignoranza non gli potrà mai permettere di capire: che sono inutili ed incapaci. Parola di consigliere comunale che se diventasse sindaco convocherebbe in comune tutti: i giovani disoccupati, gli imprenditori, i commercianti, gli operai, gli statali, le donne disoccupate, gli artigiani ecc. ecc. tranne questi quattro pirla di sindacalisti incapaci di intendere anche le cose più semplici. Viva l'Italia. e Grillo cosa ne pensa della triplice sindacale?


Anche il sindacato inizia la sua spending review. Si comincia ancora una volta dal Nord e dalla Lombardia e protagonista del cambiamento è la Cisl regionale.L’obiettivo è certo quello di razionalizzare le strutture, ridurre le poltrone ma soprattutto si vuole creare un modello organizzativo«piatto» con meno gerarchie e più aderenza al territorio e alla fabbrica.
«Non possiamo chiedere alle istituzioni di cambiare mentre noi restiamo a gestire il tran tran – spiega Gigi Petteni, numero uno della Cisl lombarda -. Se anticipiamo le novità saremo più credibili nel chiedere agli altri di fare altrettanto». Fino ad oggi la Cisl regionale aveva 14 strutture territoriali di direzione politica, 12 per ciascuna provincia più due territoriali (Legnano-Magenta e Valle Camonica-Sebino).
Da gennaio 2013 passeranno da 14 a 8. Bergamo incorporerà la struttura del Sebino, Brescia farà la stessa cosa con la Valle Camonica, Monza e Lecco si uniranno, Milano si allargherà fino a comprendere Legnano e Magenta, Como e Varese faranno un’unica struttura, idem per Mantova-Cremona-Lodi. Resteranno da sole, come oggi, soltanto Pavia e Sondrio.
La riorganizzazione e il taglio delle strutture comporterà anche una riduzione massiccia dei componenti delle segreterie territoriali e di categoria. Per chi non ha ben presente la struttura estremamente articolata di un sindacato confederale in un’area forte come la Lombardia vale la pena ricordareche nella sola Cisl regionale ci sono ben 683 persone che si fregiano dei gradi di segretario.
Per capirci nelle province di Mantova, Lodi e Cremona (che saranno accorpate) oggi esistono non solo tre segreterie territoriali ma anche altrettante segreterie dei metalmeccanici e così per ogni altra categoria. Con la spending review si passerà dalla cifra-monstre di 683 segretari a un numero (relativamente) più contenuto: 282. Anche le strutture di assistenza fiscale verranno razionalizzate, non più le odierne 14 ma solo una centrale, a Milano. Avere minori livelli gerarchici consentirà di aprire più sportelli di territorio o di azienda.
Ma che fine faranno i 400 segretari che resteranno senza poltrona? Il sindacato non può certo licenziare o mettere in mobilità e di conseguenza la Cisl ha scelto di non rinnovare il turn over per avere nel tempo un dimagrimento fisiologico degli organici, nel frattempo comunque gli ex segretari verranno trasferiti sul territorio a occuparsi di contrattazione, mercato del lavoro e welfare.
Sostiene Petteni: «Da sindacato della concertazione dobbiamo diventare il sindacato della contrattazione diffusa e perciò i nostri uomini dovranno seguire la vita dei luoghi di lavoro. Il recente accordo nazionale sulla produttività ci indica la strada, è un segnale per quello che sarà il sindacato di domani».
Se la Cisl tenterà davvero di dare più voce ai luoghi di lavoro le si para davanti una piccola rivoluzione: ridurre ruolo e peso dei funzionari, i cosiddetti «permanenti».Il funzionario è stato dagli anni 70 ad oggi l’elemento chiave della forza sindacale italiana, dava il suo contributo di elaborazione nelle riunioni di vertice e poi quando si rivolgeva agli iscritti e ai lavoratori era di fatto «il portatore di una linea».
Se il tentativo di Petteni avrà successo il protagonista del sindacato prossimo venturo dovrà diventare l’iscritto, che però è regolarmente inserito nel suo posto di lavoro e in questa veste elabora le scelte di contrattazione aziendale in coerenza con le linee di fondo della sua organizzazione. Una rivoluzione tutt’altro che indolore visto che nella sola Lombardia i funzionari sindacali della Cisl sono circa 2.100.
Un esercito che non può essere decimato da un giorno all’altro. Intanto per far capire da che parte tira il vento è stato deciso che almeno il 40% dei componenti dei consigli generali dell’organizzazione, i parlamentini, dovrà essere composto da lavoratori e non da funzionari.
La spending review cislina inizialmente non produrrà grandi risparmi finanziari, si tratterà più che altro di un trasferimento di risorse dall’alto verso il basso ma con gli anni la riorganizzazione dovrebbe produrre qualche effetto positivo anche sui bilanci. «Sia chiaro comunque che se facciamo la dieta l’obiettivo non è solo diventare più snelli – conclude Petteni – ma creare le condizioni di un sindacato più vicino al lavoro e più partecipativo».
twitter@dariodivico

Provate ad aprire questo link. Potrete leggere quello che io continuo a ripetere da almeno un anno. Il sindacato è una casta come i partiti. Un miliardo e 850 mila euro all'anno sottratti ai contribuenti italiani per gli esoneri di nullafacenti. Ora parla di alleggerire la struttura sindacale anche il segretario della Cisl regionale. Ma una telefonata alla segretaria della Cisl scuola il nostro sindacalista regionale non potrebbe farla? Ed eventualmente l'eliminazione degli esonari non potrebbe essere utilizzata per finanziare la nuova imprenditoria giovanile? Per adesso noi asini continuiamo a pagare tenendoci questi nullafacenti nelle scuole anche se sappiamo che sono ignoranti e non pagano mai per il tempo ed i soldi che fanno perdere ai lavoratori. Compartecipazione si, da subito. Ma se possono fermare una iniziativa o possono firmare contratti illegali nelle stanze degli uffici scolastici regionali devono pagare, ovviamnete insieme a quei funzionari infedeli che hanno contro firmato er paura di non fare carriera.

Sindacato, la spending review della Cisl

Meglio di Berlusconi. Solo lui in Italia era in grado di decidere chi rimaneva e chi andava cacciato. Il Grande Fratello ha due volti. Peppe 'u curtu e Robert o' Liggio. Loro decido le regole, loro decidono il metodo, loro falsificano i dati di quella che dovrebbe essere una elezione democratica, loro decidono che i trombati vanno eletti, loro decidono che nessuno deve parlare, loro dicono che la TV fa schifo ma Grillo è in televisione un giorno si ed un giorno si. Loro si chiamano "uno vale uno". E se veramente si applicasse quel "non statuto" incostituzionale in tutte le sue parti quelli che dovrebbero essere espulsi sono proprio Grillo e Casaleggio. Praticamente hanno infranto tutti gli articoli del "non statuto". POssibile che i grillini pirla di Voghera non se ne siano accorti? E no loro pensano ai 14 mila euro che porteranno a casa dopo le elezioni. In cambio si sono fatti mettere i fili, come i burattini. Hanno firmato in bianco rinunciando alla propria libertà individuale. Perchè si sa una setta è una setta cosa conta un singolo uomo in un branco. Niente, anzi meno di niente. Quello che chiede Peppe 'u curtu per loro.


MOVIMENTO CINQUE STELLE - EMILIA

M5S, Grillo caccia una consigliera a Forlì
E Salsi passa nel gruppo misto

Il comico revoca l'uso del logo anche a Raffaella Pirini che aveva appoggiato la Salsi. «Una coltellata alle spalle»

Raffaella Pirini eletta nel 2009 in Consiglio comunale a Forlì (Facebook)Raffaella Pirini eletta nel 2009 in Consiglio comunale a Forlì (Facebook)
Si allunga la lista degli epurati nel Movimento Cinque Stelle. Dopo la cacciata di Giovanni Favia e Federica Salsi, Beppe Grillo vieta l'uso del simbolo anche a Raffaella Pirini, consigliere comunale della lista Destinazione Forlì eletta nel 2009. Lo rende noto lei stessa in una nota cui allega anche l'e-mail, datata 6 novembre, e la successiva raccomandata, recapitata il 12, dello studio legale Squassi e Montefusco in cui il comico genovese le intima di cessare l'uso e ogni riferimento diretto al marchio di sua proprietà del movimento.
EPURATI - Stessa procedura dunque, anche se con meno clamore, dell'espulsione dei dissidenti bolognesi Favia e Salsi e del piemontese Biolè. La convinzione fra gli attivisti del gruppo forlivese è che l'atto di Grillo sia stato determinato «da un'intenzione censoria e punitiva». All'indomani della partecipazione di Federica Salsi a Ballarò, ricorda Pirini, Grillo esordì con «la famosa frase del punto G». E la stessa Raffaella Pirini si espresse in difesa della Salsi e «in difesa anche del sacrosanto diritto di critica e di espressione». Anche il consigliere regionale Fabrizio Biolè venne espulso dopo aver espresso parole di sostegno alla Salsi. Il tutto mentre si profila all'orizzonte una battaglia legale per l'uso del marchio.
«UNA COLTELLATA ALLE SPALLE» - Per Pirini la situazione è «imbarazzante Ci sono da presentare le candidature alle Parlamentarie on line. Le richieste dei candidati forlivesi non vengono nemmeno prese in considerazione». La Lista Civica DestinAzione Forlì, informa la nota, nasce nel 2009 dallo sforzo congiunto degli attivisti del Meetup - Amici di Beppe Grillo a Forlì e da diversi membri dell'associazione Clan-Destino, che opera da 10 anni sul territorio forlivese e di cui Pirini è stata presidente per 7 anni. «Ecco perché - aggiunge Pirini - la raccomandata che abbiamo ricevuto dai legali di Grillo è stata per noi come una pugnalata alla schiena. Ci è stata contestata una banale quanto insussistente questione formale: dato che siamo stati certificati prima della nascita del movimento, non avremmo più diritto ad usarne il logo sul nostro sito. Eppure siamo lista civica certificata, Beppe lo sa bene».
E LA SALSI VA NEL GRUPPO MISTO - Nel frattempo Federica Salsi ha formalizzato il suo addio al Movimento 5 stelle. La consigliera comunale ha presentato formale richiesta al sindaco di Bologna, Virginio Merola, e alla presidente del Consiglio comunale, Simona Lembi, per entrare nel gruppo misto. E non solo. Salsi ha anche convocato una conferenza stampa per martedì. La consigliera scrive poi in una nota pubblicata sul suo profilo Facebook : «Grillo e Casaleggio stanno anche facendo un uso di internet contrario all'etica della rete. Capisco solo adesso perché gli hacker di Anonymous hanno attaccato il suo blog», riferendosi a un attacco portato avanti dagli hacktivist contro il blog del comico. Il tutto mentre continua il tour di Beppe Grillo per l'Italia, occupato con il Firma Day, la raccolta delle firme per presentare i candidati delle Parlamentarie alle prossime elezioni politiche.

dipocheparole     venerdì 27 ottobre 2017 20:42  82 Facebook Twitter Google Filippo Nogarin indagato e...