Liberi cittadini contro il regime partitocratico, i privilegi della casta sindacale della triplice, la dittatura grillina e leghista, la casta dei giornalisti
sabato 6 luglio 2013
giovedì 4 luglio 2013
Io chiedo a tutti voi: "Come si può votare uno così intelligente?" Questo paese è proprio ridotto male. E dire che Maroni parlava di rinnovamento.
IL LEGHISTA BUONANNO CONTRO VENDOLA:
Mercoledì 3 Luglio 2013
ROMA - "Dato che pensano solo ai matrimoni a alle adozioni da parte di persone dello stesso sesso, allora questi comunisti di 'Sinistra e libertà' dovrebbero cambiare nome e chiamarsi Sodomia e libertà"
Lo ha detto il deputato leghista, Gianluca Buonanno, intervenendo in Aula alla Camera dove è in corso un dibattito sul provvedimento sulle pene alternative al carcere e messa alla prova.
Le sue parole scatenano le proteste del centrosinistra. Poco dopo,Buonanno viene espulso dall'Aula per un'incursione tra i banchi del governo.
Lo ha detto il deputato leghista, Gianluca Buonanno, intervenendo in Aula alla Camera dove è in corso un dibattito sul provvedimento sulle pene alternative al carcere e messa alla prova.
Le sue parole scatenano le proteste del centrosinistra. Poco dopo,Buonanno viene espulso dall'Aula per un'incursione tra i banchi del governo.
Ma basta. Ripete sempre le stesse cose. E' un disco rotto il generale Pound. La gente si suicida e lui urla, urla, urla........
Beppe Grillo contro le scorte: “Mettiamo i politici ai domiciliari”
Pubblicato il 4 luglio 2013 07.03 | Ultimo aggiornamento: 4 luglio 2013 07.59
di Redazione Blitz
TAG: beppe grillo, scorte
ROMA – Scorte nel mirino di Beppe Grillo. Il leader del M5s dedica infatti al tema un post sul suo blog. Post dal titolo emblematico: politici ai domiciliari. Il perché è presto detto: secondo Grillo, privati delle scorte, molti politici non andrebbero più in giro, sarebbero di fatto agli arresti domiciliari.
Scrive il leader M5s:
Vi immaginate Gasparri solo al mercato rionale con il dito medio alzato? O Brunetta ad arringare gli avventori di un bar? Monti che spiega le sue teorie economiche appollaiato su una cassetta al parco? Lupi che si confronta con i valsusini? O un qualunque politico che si avventura in un comizio senza scorta? Politici, i domiciliari vi aspettano, mettete almeno le porte blindate.
Il resto del post è invece un’analisi minuziosa dei numeri e dei costi delle scorte. Numeri che come spiega Grillo M5s punta a ridurre drasticamente.
La scorta c’è chi ce l’ha e chi non ce l’ha. Don Puglisi, il giornalista Beppe Alfano, uccisi dalla criminalità organizzata e Marco Biagi, assassinato dalle Nuove Brigate Rosse per esempio non l’avevano. I coniugi Mastella, gli ex ministri Cirino Pomicino, Oliviero Diliberto e Claudio Scajola e gli ex presidenti della Camera Marcello Pera e Fausto Bertinotti per esempio ce l’hanno. 585 persone sono sotto scorta, 411 con auto blindata, circa 300 sono politici, sindaci, sindacalisti, governatori regionali e ambasciatori. In altri Paesi europei i ministri si spostano in bicicletta e in Austria solo due esponenti del Governo hanno una scorta: presidente della Repubblica e Cancelliere federale. La spesa per le scorte è di 250 milioni di euro all’anno.
Ma le scorte, ricorda Grillo, non sono tutte uguali:
Anche per le scorte ci sono diversi livelli: il primo, per 16 uomini pubblici, è di due o tre auto blindate, ognuna con tre agenti. Il secondo, per 82 beneficiari, due auto blindate, sempre con tre agenti ciascuna. 312 personalità hanno una macchina blindata con due agenti. Le rimanenti 174 sono protette da uno o due agenti con un mezzo non blindato. Negli ultimi annisono stati spesi 120 milioni di euro per 600 BMW, 100 Audi e altre auto di lusso. Il parco macchine complessivo è di circa 1.500 unità. Una flotta. 4.000 sono gli agenti utilizzati. Un esercito. La prima misura presa da Alfano, in anticipo persino sulla fiducia del Senato al Governo Letta, è stata la protezione dei 21 ministri con un ulteriore costo di circa cinque milioni di euro.
Meno male che in questo paese c'è la Consulta. E la CISL che si riepie la bocca di libertà aveva firmato, insieme alla UIL quel contratto illegale. Bravi CISL e UIL!!!!!! Ormai la Fiom è l'unico sindacato degno di questo nome.
DOPO IL RICORSO
Fiat, Consulta: «L'art.19 dello Statuto illegittimo»
La Corte: «Esclusione della Fiom contraria alla Carta». Anche chi non firma deve essere rappresentato.
La Consulta ha dichiarato illegittimo l'articolo 19 dello Statuto dei lavoratori, nella parte che consente la rappresentanza sindacale aziendale (Rsa) ai soli sindacati firmatari del contratto applicato nell'unità produttiva.
La decisione è stata adottata nell'ambito del ricorso della Fiom, esclusa dalla Rsa, contro la Fiat.
La Consulta, si legge in una nota, nella camera di consiglio del 3 luglio, «ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 19, 1 c. lett. b) della legge 20 maggio 1970, n. 300 (cosiddetto 'Statuto dei lavoratori') nella parte in cui non prevede che la rappresentanza sindacale aziendale sia costituita anche nell'ambito di associazioni sindacali che, pur non firmatarie di contratti collettivi applicati nell'unità produttiva, abbiano comunque partecipato alla negoziazione relativa agli stessi contratti quali rappresentanti dei lavoratori dell'azienda».
QUESTIONE DISCUSSA IL 2 LUGLIO. La questione di legittimità costituzionale, discussa il 2 luglio, è stata sollevata e rimessa alla Consulta dai giudici dei tribunali di Torino, Modena, Vercelli, a seguito dei ricorsi presentati dai metalmeccanici della Cgil, esclusi dalle Rsa per non aver firmato il contratto specifico della Fiat, che richiama l'articolo 19 della legge 300 del 1970.
Il sindacato aveva sollevato il contrasto con gli articoli 2, 3 e 39 della Costituzione, ossia sulla lesione del principio solidaristico, la violazione del principio di uguaglianza e del principio di libertà sindacale.
FIOM: «LA GIUSTIZIA VINCE». Il responsabile del settore auto Fiom di Napoli, Francesco Percuoco, ha esultato: «Alla lunga la giustizia vince. Adesso chiederemo che ci siano dati gli strumenti per fare attività sindacale nello stabilimento Fiat di Pomigliano».
Percuoco ha ricordato che «già a novembre scorso, quando 19 dei nostri iscritti furono assuntinella newco in seguito alla decisione della Corte d'Appello di Roma, avevamo fatto richiesta di saletta e bacheca sindacale in fabbrica. Adesso ribadiremo le nostre richieste all'azienda».
RSA NON RICONOSCIUTE DA FIAT. La Fiom, a novembre, aveva anche nominato le proprie Rsa, non riconosciute dall'azienda proprio per la parte dell'articolo 19 dello statuto dei lavoratori, dichiarata illegittima oggi dalla Consulta.
«La Costituzione rientra in fabbrica», ha commentato Maurizio Landini, segretario generale Fiom. «È una vittoria di tutti i lavoratori. Non ci sono più alibi: il governo convochi immediatamente un tavolo con la Fiat e tutte le organizzazioni sindacali per garantire l'occupazione e un futuro industriale. È ora che il parlamento approvi una legge sulla rappresentanza».
FIAT: «SERVONO CRITERI SOLIDI». La Fiat, da parte sua, ha preso atto della pronuncia della Corte, ma ha ricordato le indicazioni diverse date in precedenza e chiesto «un criterio di rappresentatività più solido». Il Lingotto ha sottolineato di avere «sempre preso tutte le decisioni di tipo industriale tenendo conto della legislazione vigente e in particolare, dell'articolo 19 dello Statuto dei lavoratori» . Quanto alla Fiom, ha osservato che, «a priori, ha sempre rifiutato qualsiasi trattativa sui contenuti del contratto collettivo specifico di lavoro di primo livello di Fiat spa e di Fiat industrial applicato a partire dal primo gennaio del 2012 nonché sul recente rinnovo del predetto contratto collettivo».
La decisione è stata adottata nell'ambito del ricorso della Fiom, esclusa dalla Rsa, contro la Fiat.
La Consulta, si legge in una nota, nella camera di consiglio del 3 luglio, «ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 19, 1 c. lett. b) della legge 20 maggio 1970, n. 300 (cosiddetto 'Statuto dei lavoratori') nella parte in cui non prevede che la rappresentanza sindacale aziendale sia costituita anche nell'ambito di associazioni sindacali che, pur non firmatarie di contratti collettivi applicati nell'unità produttiva, abbiano comunque partecipato alla negoziazione relativa agli stessi contratti quali rappresentanti dei lavoratori dell'azienda».
QUESTIONE DISCUSSA IL 2 LUGLIO. La questione di legittimità costituzionale, discussa il 2 luglio, è stata sollevata e rimessa alla Consulta dai giudici dei tribunali di Torino, Modena, Vercelli, a seguito dei ricorsi presentati dai metalmeccanici della Cgil, esclusi dalle Rsa per non aver firmato il contratto specifico della Fiat, che richiama l'articolo 19 della legge 300 del 1970.
Il sindacato aveva sollevato il contrasto con gli articoli 2, 3 e 39 della Costituzione, ossia sulla lesione del principio solidaristico, la violazione del principio di uguaglianza e del principio di libertà sindacale.
FIOM: «LA GIUSTIZIA VINCE». Il responsabile del settore auto Fiom di Napoli, Francesco Percuoco, ha esultato: «Alla lunga la giustizia vince. Adesso chiederemo che ci siano dati gli strumenti per fare attività sindacale nello stabilimento Fiat di Pomigliano».
Percuoco ha ricordato che «già a novembre scorso, quando 19 dei nostri iscritti furono assuntinella newco in seguito alla decisione della Corte d'Appello di Roma, avevamo fatto richiesta di saletta e bacheca sindacale in fabbrica. Adesso ribadiremo le nostre richieste all'azienda».
RSA NON RICONOSCIUTE DA FIAT. La Fiom, a novembre, aveva anche nominato le proprie Rsa, non riconosciute dall'azienda proprio per la parte dell'articolo 19 dello statuto dei lavoratori, dichiarata illegittima oggi dalla Consulta.
«La Costituzione rientra in fabbrica», ha commentato Maurizio Landini, segretario generale Fiom. «È una vittoria di tutti i lavoratori. Non ci sono più alibi: il governo convochi immediatamente un tavolo con la Fiat e tutte le organizzazioni sindacali per garantire l'occupazione e un futuro industriale. È ora che il parlamento approvi una legge sulla rappresentanza».
FIAT: «SERVONO CRITERI SOLIDI». La Fiat, da parte sua, ha preso atto della pronuncia della Corte, ma ha ricordato le indicazioni diverse date in precedenza e chiesto «un criterio di rappresentatività più solido». Il Lingotto ha sottolineato di avere «sempre preso tutte le decisioni di tipo industriale tenendo conto della legislazione vigente e in particolare, dell'articolo 19 dello Statuto dei lavoratori» . Quanto alla Fiom, ha osservato che, «a priori, ha sempre rifiutato qualsiasi trattativa sui contenuti del contratto collettivo specifico di lavoro di primo livello di Fiat spa e di Fiat industrial applicato a partire dal primo gennaio del 2012 nonché sul recente rinnovo del predetto contratto collettivo».
Mercoledì, 03 Luglio 2013
Grillo, il secondo statista dopo Berlusconi.
Giorgio Napolitano disponibile a incontrare Beppe Grillo al Quirinale ma non in privato (FOTO)
L'Huffington Post | Di Pietro Salvatori Pubblicato: 03/07/2013 19:04 CEST | Aggiornato: 03/07/2013 20:42 CEST
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Giorgio Napolitano è disponibile a incontrare Beppe Grillo. L'ex-comico aveva contattato nei giorni scorsi il Colle, in concomitanza con un post scritto per il blog, chiedendo udienza al presidente della Repubblica per lui e per Gianroberto Casaleggio. Il Quirinale ha fatto sapere al capo politico dei 5 stelle di presentare una richiesta formale, inoltrata poche ore dopo - come da richiesta - dallo staff della Casaleggio&associati. Gli uomini del guru avevano così sondato il terreno in via ufficiale, chiedendo di avere indicazione di un paio di date per la prossima settimana.
Ma Napolitano ha giocato d'anticipo, rispondendo nel giro di 48 ore indicando venerdì prossimo alle 11.00, e inquadrando l'incontro non come uno scambio "privato" tra i tre, come proposto da Grillo, ma come un appuntamento formale tra il Capo dello stato e la delegazione politica di una delle principali forze del Parlamento.
Una richiesta che ha spiazzato i vertici grillini, che hanno provato, tramite un fax spedito qualche ora fa, a chiedere un rinvio a dopo il weekend. "Beppe sta decidendo in queste ore il da farsi - comunicano dal suo staff - e molto dipenderà anche dal fatto che la richiesta di rinvio venga accettata. Anche se non lo fosse - spiegano - crediamo che alla fine non farà la mossa irrituale di non presentarsi".
Il Colle ha così spiazzato il mattatore a 5 stelle. Tra le righe firmate dal segretario Donato Marra, vi si legge che la presenza di Casaleggio, come da protocollo presidenziale, è stata implicitamente subordinata ad un chiarimento del ruolo che l'esperto del web ricopre nel M5s ("potranno partecipare anche altre personalità purché ne siano chiariti i titoli e le funzioni nell'ambito del movimento").
Marra sottolinea tra l'altro la disponibilità a ricevere anche i vertici parlamentari stellati, che fino a poche ore fa non avevano contezza precisa dei contatti intercorsi tra il leader e il Quirinale. Tanto che il capogruppo al Senato, Nicola Morra, intervistato a botta calda da Sky, ha preso tempo: "Se andremo? Dobbiamo sentire Grillo, dovremo coordinarci tra noi".
Per il momento, anche se il Colle rimanesse irremovibile e Grillo accettasse un faccia a faccia venerdì prossimo, lo staff dell'ex-comico esclude categoricamente una sua partecipazione al Restitution day previsto per domani pomeriggio, mentre, in caso l'incontro con Napolitano avesse luogo, il leader stellato dovrebbe tenere immediatamente dopo una conferenza stampa.
Leggi il comunicato integrale del Quirinale dopo fotogallery
1 di 9
Ansa
- Avanti
Ecco la nota: "Gentile dottore, in relazione alla richiesta da lei formulata ieri a nome del leader del movimento 5 stelle di un incontro 'privato' con il presidente della Repubblica, devo precisarle che tale incontro non potrà caratterizzarsi come tale, come avviene in tutti i casi in cui il capo dello stato incontra delegazioni di forze politiche rappresentate in parlamento. Tanto premesso ho il piacere di comunicarle che il presidente della repubblica è disponibile ad effettuare tale udienza nella giornata di venerdì prossimo, alle ore 11.00. A tale udienza potranno partecipare, insieme al leader del movimento Beppe Grillo e ai presidenti dei gruppi parlamentari, come da vostra richiesta e come già avvenuto del resto in recenti occasioni, anche altre personalità purchè ne siano chiariti i titoli e le funzioni nell'ambito del movimento".
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