sabato 27 maggio 2017

«Non condivido assolutamente l’iniziativa dei biglietti con i disegni di Milo Manara e se avessi avuto la possibilità di dire mia l’avrei detta. Come su tutta un’altra serie di cose», fa sapere il DG Rota
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Ieri, come d’abitudine (fa ridere ma è drammatico!) un autobus della linea 20 express è andato a fuoco al capolinea di Anagnina. Intanto il neo direttore generale dell’Atac, Bruno Rota, si è fatto sentire: «Non condivido assolutamente l’iniziativa dei biglietti con i disegni di Milo Manara e se avessi avuto la possibilità di dire mia l’avrei detta. Come su tutta un’altra serie di cose». Incredibilmente, la polemica del giorno su ATAC riguarda i biglietti dei bus con le immagini di Manara, 25mila strisce con le quattro tavole ispirate a opere di Gusrav Klimt e Alfons Mucha. La storia la racconta oggi il Messaggero:
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«I soggetti proposti su un biglietto per il trasporto locale – dichiara ancora il manager – vanno scelti con maggiore accortezza». La faccenda è finita sul tavolo della sindaca Raggi, che ora si trova a dover vestire i panni della mediatrice. Da una parte l’assessore ai Trasporti Linda Meleo (che ieri l’altro ha postato su Facebook la nuova iniziativa pubblicitaria della municipalizzata) con l’amministratore unico Manuel Fantasia, dall’altra Rota, che già a Milano aveva portato avanti una battaglia per proibire i nudi nelle pubblicità del trasporto pubblico.
Marketing contro educazione civica? La vicenda ha portato ieri sera a un vertice in Campidoglio tra Raggi, Meleo e Rota. «Ma non abbiamo parlato – taglia corto il direttore generale di Atac – di questa cavolata dei biglietti di Manara, bensì di pulizia delle stazioni e dei nuovi bus e soprattutto della dipendente aggredita. Insomma, cose molto serie».
Cose talmente serie che dopo un anno di amministrazione nessuna di queste ha trovato una soluzione. Intanto, racconta Simone Canettieri, Rota e Fantasia sarebbero già ai ferri corti:
Un dualismo già visto per esempio in Ama, dove alla finestra dg e amministratore ne è rimasto uno solo (Antonella Giglio infatti è stata silurata). Questa volta, però, la storia non è detto che si ripeta. Ma nella cittadella di via Prenestina in molti da tempo hanno registrato «l’insofferenza» di Rota che da quando è arrivato ha passato il proprio tempo a studiare, chino su carte e bilanci. Riscontrando anomalie su anomalie.
Un benvenuto all’Atac, che forse l’ex manager di Atm non si aspettava. Soprattutto per via dei dissidi interni e liftati con Fantasia(sostenuto dalla Meleo). «Prima o poi la sindaca dovrà fare una scelta netta», è stato lo sfogo che Rota avrebbe consegnato ai fedelissimi.

Incredibile che CGIL, Mdp e Orlandiani del PD debbano paralizzare un paese per niente. Hanno il vuoto pneumatico al posto del cervello.

Voucher, Pd diviso e no di Mdp e Si: la commissione approva i nuovi strumenti con il voto di Fi e Lega

Una maggioranza inedita fa passare l'emendamento che introduce il libretto delle famiglie e il lavoro occasionale per le imprese, mentre il centrosinistra perde pezzi. La ministra Finocchiaro: "Li abbiamo cancellati, chi dice il contrario mente". Camusso: "La Cgil farà ricorso alla Corte Costituzionale"
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MILANO - Nessun ritorno dei voucher, ma nuovi strumenti per regolare il lavoro occasionale, altrimenti destinato a essere gestito attraverso pagamenti in nero. All'indomani di una giornata molto tesa alla Camera, la ministra dei rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaroha fatto il punto sull'ultima versione dell'emendamento alla manovra - presentato dal Pd e approvato stamattina dalla commissione Bilancio della Camera - , cercando di domare la polemica accesa due giorni fa, quando Mdp aveva minacciato l'apertura di una crisi.  "I voucher sono stati cancellati con un decreto-legge di questo governo e non torneranno. Chi sostiene il contrario, non dice la verità. Con la conseguenza aggravante a suo carico di voler lasciare nell'illegalità quelle tante piccole prestazioni di lavoro occasionale di modesta entità economica, che oggi non trovano alcuna tutela nel nostro ordinamento", ha spiegato Finocchiaro. "Governo e Pd - ha aggiunto - vogliono regolare i lavori occasionali tutelando i soggetti coinvolti".

Parole e spiegazioni che non hanno ricompattato né il Pd né il centrosinistra. E, tanto meno, hanno convinto la Cgil: Susanna Camusso ha subito fatto sapere che si rivolgerà alla Consulta. Sui voucher, ha detto, "non c'è dubbio che faremo ricorso alla Corte Costituzionale. Siamo profondamente sconcertati - ha detto  - da un Governo che un mese e mezzo fa aveva abrogato i voucher e che oggi li reintroduce con caratteristiche per alcuni aspetti assolutamente identiche e per altre di maggiore liberalizzazione. Mi pare che sia assolutamente evidente che siamo di fronte ad una violazione dell'articolo 75 della Costituzione e un impedimento ai cittadini di votare". Per la segretaria della Cgil "quello che deve essere chiaro è che la parola d'ordine non è solo la difesa dei voucher ma dei valori democratici di questo Paese".

Ci sopo poi le divisioni politiche all'interno del Pd: tre deputati vicini ad Andrea Orlando in commissione Bilancio - Antonio MisianiSusanna Cenni e Carlo Dell'Arringa - non hanno partecipato al voto sugli strumenti che sostituiscono i voucher, mentre i commissari di Mdp hano votato contro, così come i rappresentanti di Sinistra italiana e Movimento 5 Stelle. A favore ha votato il resto del Pd in commissione con Ap, Ala-Sc, Forza Italia e la Lega. La proposta è passata con 19 sì e 6 no.

Replica Ettore Rosato, capogruppo dem alla Camera: nessun rischio per la maggioranza sulla scia delle polemiche di Mdp per il via libera alle nuove norme sui voucher in commissione Bilancio alla Camera. "Mi auguro senso di reponsabilità", ha dichiarato Rosato. Commentando poi le minacce dei fuoriusciti del Pd a proposito del loro appoggio alla maggioranza, ha aggiunto: "Mi auguro che al Senato Mdp mantenga fede agli impegni che ha assunto anche davanti ai suoi elettori dicendo che avrebbe sostenuto con lealtà il governo. Dopodiché ognuno si assumerà la propria responsabilità". Rosato assicura che non ci saranno larghe intese al Senato. "Assolutamente no - taglia corto - c'è la Costituzione che prevede cosa succede nel caso non ci siano i numeri". Poi l'affondo di Rosato: "Mdp è nata dicendo che doveva sostenere in maniera più forte questo governo. Poi il 40% delle volte ha votato contro il governo su tutti i temi dal decreto Errani sul terremoto alla politica estera. Stanno continuando semplicemente a fare quello che volevano fare: destabilizzare questa maggioranza e puntare a fare una piccola quota di proporzionale per tornare qui la prossima legislatura".

Il voto contrario di Mdp era stato annunciato da Arturo Scotto che alla fine minaccia l'uscita dalla maggioranza: "Abbandoniamo i lavori della commissione, non voteremo il mandato al relatore e ci batteremo in Aula per cambiare il testo. Non c'è più vincolo di maggioranza, il nostro vincolo è con chi avrebbe avuto il diritto a votare il referendum. Il voto sui 'nuovi voucher', ha detto Scotto, "lede in modo decisivo il rapporto tra noi e il resto della maggioranza".

La linea dura è confermata dal capogruppo Art 1-Md alla Camera, Francesco Laforgia, in vista dell'approdo del testo in aula: "Il Pd ha scelto di consumare l'ennesimo strappo - dice Lafrogia - . Non voteremo la fiducia e il Pd dovrà spiegare a milioni di Italiani le ragioni di una scelta irresponsabile sul merito e sul piano del funzionamento democratico delle istituzioni. Dovrà anche spiegare perché ha deciso di sabotare questa legislatura".

Scambi di accuse reciproche tra partiti di maggioranza e opposizione e all'interno della stessa maggioranza. È il caso, ad esempio, del dem Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro alla Camera: "È stato un errore approvare l`emendamento sui `voucher`. Nessuno ha mai negato la necessità di una nuova normativa sul lavoro occasionale, dopo l`abrogazione dei voucher voluta dal governo. Il modo con il quale siamo arrivati a disciplinare le prestazioni occasionali è stato, però, uno dei peggiori". "Quello che sta facendo il Pd, con l'aiuto dei leghisti, di Forza Italia e della destra sui voucher ha un solo nome: si tratta di un'indegna truffa", attacca il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni. "La grande coalizione Pd-Fi-Lega compie un atto eversivo - tuona Stefano Fassina, deputato di Si - violano la Costituzione e umiliano il Parlamento che poche settimane fa ha convertito un decreto legge per cancellarli e evitare il referendum".

Le misure. La riformulazione ricalca il testo circolato ieri, apportando alcune piccole modifche, a partire dalla cancellazione dell'acronoimo PrestO (Prestazione Occasionale). L'impianto generale prevede quindi la creazione di due nuovi strumenti: il Libretto Famiglia e il Contratto di Prestazione Occasionale. Il primo è destinato a coprire prestazioni occasionali per piccoli lavori domestici come pulizia, manutenzione. Ma anche servizi di baby-sitting, nidi privati e pubblici, assistenza a bambini, anziani, ammalati, disabili e per lezioni private. Ogni 'assegno' del libretto è da 10 euro. A carico del datore di lavoro i contributi alla gestione separata, il premio dell'assicurazione e gli oneri gestionali per un totale di circa due euro. Due quindi le differenze sostanziali rispetto ai vecchi voiucher: l'importo netto che finirà in tasca al lavoratore sarà di 10 euro e non più di 7,5, e il datore acquisterà il libretto prefinanziandolo, come una sorta di tessera ricaricabile.

Diverso invece il caso del contratto di prestazione occasionale, che sarà un istituto contrattuale vero e proprio, attivato  e gestito telematicamente con un compenso minimo orario di 9 euro. "Soprattutto - ha sottolineato la ministra Finocchiaro - a tutti i lavoratori occasionali è riconosciuto il diritto a un compenso orario minimo, al riposo giornaliero, alle pause ed ai riposi settimanali, alla tutela della salute e alla sicurezza, nonché il diritto alla contribuzione previdenziale alla gestione separata Inps (33%) e a quella assicurativa Inail (3,5%)". Escluse dall'utilizzo di quest tipo di contratto, come nella formulazione originale, saranno le imprese dell'edilizia, delle miniere e quelle che eseguono appalti di opere e servizi. Per il settore dell'agricoltura, il contratto di prestazione occasionale potrà essere utilizzato solo per pensionati, studenti e disoccupati. Oltre le 280 ore l'anno di prestazioni infine, il rapporto di lavoro,
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si trasformerà in un tempo pieno e determinato.

Per entrambi gli istituti viene fissato un limite massimo di 5000 euro come tetto massimo di compensi e 2500 euro da ogni singolo datore di lavoro, con un massimo di 4 ore continuative al giorno per prestazione.

Un partito politico che compie azioni come queste è geneticamente populista e fascista. I grillini non hanno chiara la differenza tra un partito ed una azienda con fini di lucro elettorali. E ancora peggio è il dirigente scolastico che permesso questo scempio. La scuola non deve accettare le donazioni dei partiti perché la suola è di tutti. La scuola è dello Stato Italiano.

M5S e lo spot elettorale a scuola: beneficenza col logo

M5S
rampone
Pc griffati e targa nell’aula computer donata dopo l’alluvione a Benevento
 
A qualcuno è tornato in mente il caso del polo scolastico di Adro che l’allora sindaco leghista Oscar Lancini fece adornare col “Sole delle Alpi” simbolo del Carroccio. Certo è che se anche il paragone è un po’ azzardato, la vicenda dell’istituto tecnico “Rampone” di Benevento in queste ore sta suscitando più di un malumore nel capoluogo sannita dove giovedì è sbarcato anche il vicepresidente della Camera e candidato in pectore del Movimento Luigi Di Maio.
L’occasione, va detto, era più che apprezzabile considerato che in previsione c’era l’inaugurazione della nuova aula laboratorio di informatica dopo i lavori fatti per porre rimedio ai danni provocati dalla devastante alluvione dell’ottobre 2015 che causò anche due vittime.
Computer, strumentazione tecnologica e apparecchiature sono state infatti comprate anche grazie alla donazione da 106mila euro fatta dai consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle che hanno rinunciato a parte dei propri stipendi. Iniziativa più che lodevole, va ripetuto. Taglio del nastro con la dirigente scolastica Assunta Fiengo, visita agli spazi dell’istituto, foto di rito con la squadra dei consiglieri regionali campani grillini e interviste. Poi però la scoperta imbarazzante, o quantomeno di cattivo gusto.
All’ingresso dell’aula, infatti, è stata affissa una targa con il simbolo del Movimento 5 Stelle e la dicitura «laboratorio realizzato grazie alla donazione degli esponenti regionali del Movimento 5 Stelle in occasione dell’evento alluvionale del 15 ottobre 2015». Non bastasse, il logo del M5S campeggia anche su tutte le attrezzature e su ogni computer con la scritta «Donazione» e le 5 inconfondibili stelle.
Beneficenza con lo spot elettorale compreso, quindi, una iniziativa a dir poco discutibile (questa sì) soprattutto negli spazi di una scuola pubblica da cui la politica dovrebbe restare fuori. E invece anche ieri, come ha raccontato la testata locale “Ottopagine.it ”, le insegnanti hanno redarguito alcuni studenti che avevano rimosso le etichette dai pc perché «si fa brutta figura con i consiglieri del Movimento Cinque Stelle, se torneranno».
Dal canto suo il M5S nega con forza la responsabilità della pubblicità neanche tanto occulta mentre la dirigente scolastica, secondo indiscrezioni ideatrice dell’imbarazzante gesto di ringraziamento, ha preferito non commentare. «È il risultato concreto che testimonia la politica a 5 Stelle, che, passando dalle parole ai fatti, si fa carico de bisogni veri della gente», ha invece commentato Luigi Di Maio. Di certo la questione in città ha suscitato più di una polemica.
Al punto che anche il sindaco Clemente Mastella ha protestato gridando allo «scandalo». «Ed è ancora più grave che ciò sia avvenuto alla presenza di un parlamentare che, rivestendo la carica di vicepresidente della Camera, avrebbe dovuto far prevalere un atteggiamento di tipo istituzionale piuttosto che l’irresponsabilità del militante politico qualsiasi – ha proseguito l’ex ministro della Giustizia – Quanto accaduto conferma, se ancora ce ne fosse bisogno, l’assoluta mancanza di cultura istituzionale da parte dei rappresentanti del Movimento 5 Stelle ».

Grillo sei un asino. Aveva ragione Sartori a definirti così. "Non reddito per tutti ma lavoro per tutti". Il lavoro non è solo guadagnare uno stipendio.

Il Papa all'Ilva: "Il buon imprenditore è prima di tutto un lavoratore, non è uno speculatore"

Il Papa all'Ilva: "Il buon imprenditore è prima di tutto un lavoratore, non è uno speculatore"
(leoni)
Accolto da applausi e cori da stadio nel magazzino rotoli, "Non reddito per tutti, ma lavoro per tutti"
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"Il sistema politico a volte sembra avvantaggiare chi specula e non chi investe". E anche : "A volte si pensa che il lavoratore lavora bene solo perchè è pagato, ma questa è grave disistima dei lavoratori, il lavoratore inizia a lavorare bene per dignità, il vero imprenditore conosce i suoi lavoratori perchè lavora con loro, l'imprenditorere prima di tutto deve essere un lavoratore,nessun bravo imprenditore ama licenziare la sua gente, chi pensa risolvere i problemi licenziando la sua gente non è un buon imprenditore, non deve confondersi con lo speculatore". Sono parole forti quelle che papa Francesco rivolge ai lavoratori genovesi nel capannoni dell'Ilva, la sua prima sosta nella giornata genovese e i lavoratori lo ripagano con applausi e grida di 'bravo, bravo'.

In fabbrica è arrivato accolto con cori da stadio, 'Francesco, Francesco', appena sceso dall'auto si è soffermato davanti alla mostra di Massimo Minella sull'immigrazione, poi è entrato nel capannone. "E' la prima volta che vengo a Genova ed essere così vicino al porto mi ricorda da dove è uscito il mio papà" sono le prime parole al suo ingresso.

 Il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, nel benvenuto ricorda che l'attenzione al mondo del lavoro genovese risale addirittura al 1943. Poi tocca alle parole dei rappresentanti del mondo del lavoro. In risposta papa Francesco parla delle "tipiche proprietà dell'imprenditore, la creatività, la passione per le opere delle proprie mani e dell'impresa", e dice che "non c'è buona economia senza buoni imprenditori".
  Gli applausi scrosciano anche quando il Papa cita l'articolo 1 della Costituzione: "L'italia è una repubblica fondata su..."  . e fa una pausa per dare il tempo ai lavoratori di completare urlando "sul lavoro", poi l'applauso sale di tono  quando Francesco dice che l'obiettivo deve essere "non il reddito per tutti, ma il lavoro per tutti"  e i problemi del lavoro non si risolvono con la pensione anticipata.Alle sette ll magazzino-capannone dell'Ilva era già affollato, in prima fila gli uomini dell'Ilva, elmetti gialli e tute arancioni e blu, in mano la bandierina bianca e gialla con la scritta 'viva il Papa' distribuita all'ingresso, i pullman hanno continuato ad affluire in modo ininterrotto per oltre un'ora, portando i tanti lavoratori che volevano vedere Francesco, 3500 sono quelli ammessi, ma le richieste sono state molte di più.Il palco è coperto di sagome di lamiera a forma di mezzi rotoli, il simbolo dei laminati che qui ancora si producono e mezzi rotoli fanno da sfondo al magazzino che si estende dietro al palco quasi a perdita d'occhio. Non è la prima volta che questo stabilimento, che allora si chiamava Italsider, oggi Ilva, accoglie un Papa, ma l'attesa di Francesco ha qualcosa di diverso.

In fabbrica, oltre alle istituzioni, in rappresentanza del mondo del lavoro sono arrivati anche il segretario della Camera del lavoro Ivano Bosco, il segretario della Fim Alessandro Vella, Edoardo Garrone, Giampiero Mondini, il presidente dell'Autorità Portuale Paolo Signorini, l'assessore regionale Gianni Berrino e tanti altri ancora. Su un grande schermo alle spalle del palco scorrono le immagini del filmato che racconta come lo stabilimento si è preparato all'arrivo del Papa.  Quattro le domande preparate per l'incontro, a rivolgerle sono stati Ferdinando Garrè, imprenditore del distretto riparazioni navali, Micaela, rappresentante sindacale, Sergio, un lavoratore in formazione, Vittoria, disoccupata, al centro il tema del lavoro che non c'è, che è intralciato da burocrazia e ostacoli, che fatica ad affermarsi come valore.

In risposta alle sollecitazioni delle domande papa Francesco sottolinea che non tutti i lavori sono buoni, non sono buoni quelli che si occupano di traffico d'armi, di malavita e dalla parte dei lavori cattivi mette anche il gioco d'azzardo, poi aggiunge che "cattivo è anche il lavoro di chi è pagato per non avere orari", poi critica "i culti di puro
 consumo e piacere", come la scelta di negozi aperti 24 ore su 24, che favoriscono il culto del consumo, mentre "il lavoro è fatica, ma una società edonista non capisce il valore della fatica e del lavoro'.

L'incontro termina con una preghiera sul lavoro e la benedizione a "lavoratori, imprenditori, disoccupati"' in tanti rispondono con il segno della croce, poi di nuovo parte l'applauso e il coro "Francesco, Francesco"

La CGIL dei burocrati reazionari è la vera casta.

Voucher: depositato il testo modificato, ma gli orlandiani frenano e Mdp minaccia la rottura

Nella bozza per i nuovi buoni lavoro previsti il libretto di famiglia e il contratto occasionale. La componente orlandiana del Pd contraria a estendere alle imprese lo strumento sostitutivo. Mdp avverte: "Non c'è voto di fiducia che tenga". Camusso: "Ricorreremo alla Consulta". Emendamento anche per aggirare la sentenza del Tar sui direttori dei musei
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MILANO - Libretto di famiglia e contratto occasionale. Sono questi gli strumenti che il partito democratico mette in campo per colmare il vuoto lasciato dall'abolizione dei voucher. Le misure sono contenute in una nuova bozza di emendamento presentato a tarda sera in Commissione Bilancio alla Camera dal relatore, Mauro Guerra. Il testo depositato non si discosta molto dalle bozze circolate e Guerra ha detto che è stato elaborato con l'obiettivo "di costruire le condizioni per ottenere il maggior consenso possibile". Ma i contenuti anticipati e il testo anche così modificato rischiano comunque di spaccare la maggioranza e mettere a rischio persino la tenuta del governo.

Guerra ha depositato un pacchetto di 10 emendamenti; tra questi anche uno per superare la sentenza del Tar che ha annullato la nomina di 5 direttori stranieri dei musei.

In mattinata a dominare la scena era stato il possibile scontro tra governo e Pd. Secondo quanto ricostruito da Repubblica - attorno ai buoni lavoro sarebbe salita la tensione  tra il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni e il Pd. Con il primo che avrebbe espresso riserve sulla reintroduzione di una nuova tipologia di buoni e i renziani intenzionati invece ad andare fino in fondo con una soluzione che mira a mettere in difficoltà proprio il premier.

Uno scenario smentito dalle parti in causa. Prima da Palazzo Chigi, che aveva parlato di "fantasiosi retroscena" specificando che - a proposito dei buoni lavoro - "si tratta di strumenti indispensabili per evitare che tali prestazioni si svolgano in nero. Non è certo la reintroduzione dei voucher che il governo aveva abrogato. E' diverso lo strumento, è del tutto diversa la platea". A stretto giro era arrivata anche la precisazione di Rosato, capogruppo dem, che si era detto pronto a ritirare l'emendamento se questo fosse stato l'intendimento dl governo. Da ultima era intervenuta Anna Finocchiaro, spiegando che "non esiste nessuna tensione tra il governo e il Partito democratico" e garantendo che  "la proposta di emendamento che sarà presentata in Commissione rispecchierà totalmente la volontà dell'esecutivo in materia di regolazione del lavoro occasionale".

Tutte le rassicurazioni di giornata, però, non sono bastate a ricucire del tutto le fratture nel Pd. La componente orlandiana, infatti, ha deciso di non partecipare al voto in commissione Bilancio se lo strumento sostitutivo dei voucher pensato dal governo dovesse essere confermato anche per le imprese, mentre ancora più decisa è la posizione di Mdp. Secondo Mdp, che anche ieri ha minacciato l'apertura di una crisi in caso di reintroduzione dei voucher, anche la nuova formulazione dell'emendamento - quella che parla appunto di libretto di famiglia e contratto occasionale - rappresenterebbe indirettamente un modo per riportare in vita i vecchi strumenti. È "alquanto inusuale ed estremamente grave produrre un intervento" per sostituire i voucher "in una manovra di revisione dei conti pubblici. Tecnicamente si tratta di un furto di referendum", ha attaccato Arturo Scotto di Mdp in commissione Bilancio della Camera, dove si sta discutendo dellla questione.  Scotto ha fatto un "estremo appello: togliere di mezzo la questione, lasciando al massimo" le regole per le famiglie "e aprire discussione con le parti sociale". Roberto Speranza parla di "vulnus democratico" aggiungendo: "Non c'è voto di fiducia che tenga", sul tema dei voucher "Articolo 1 non è disponibile". "Qui in un colpo solo si dà un segnale sbagliato sul lavoro, ripristinando uno strumento di precarietà - e su questo era opportuno discutere nel merito - e si mina la credibilità di un istituto referendario previsto dalla Costituzione. E su questo punto c'è un evidente rottura".

Anche Susanna Camusso mette in guardia il governo e si dice pronta a riccorrere alla Consulta: "Lo ribadiamo, se il governo dovesse reintrodurre i voucher, come appare in queste ore, ricorreremo alla Corte Costituzionale", ha detto Camusso. Rispetto alla bozza dell'emendamento alla manovrina - ha aggiunto -  "lo strumento è identico ai voucher, ma la platea dei destinatari è più larga"."Qualcuno dice che sia una soluzione del tutto diversa da quella dei voucher, ma non è vero - ha attaccato - . Siamo di fronte a un meccanismo assolutamente analogo che non è un rapporto di lavoro". Il rientro dei voucher, ha concluso, "non ha padri, salvo i consiglieri di palazzo Chigi".

"Le cose che stanno circolando - ha attaccato ancora la leader Cgil dicono che siamo a un'esatta riformulazione di quello che che c'era, mi pare che si stia creando un gran pasticcio con una sola logica, quella di continuare a svalutare il lavoro rendendolo precario e mi pare un meccanismo pieno di scappatoie, con tutti i trucchi possibili. C'è chi parla di contratto e non c'è nulla che faccia pensare a un rapporto di lavoro"
 

dipocheparole     venerdì 27 ottobre 2017 20:42  82 Facebook Twitter Google Filippo Nogarin indagato e...