Matteo Salvini si sente derubato dai fasciocomunisti mentre Berlusconi se ne frega. Il segretario della Lega Nord non ha ancora digerito (eufemismo) il sequestro dei conti correnti della Lega Nord per i 49 milioni di euro che il partito deve restituire allo Statodopo che un tribunale ha certificato la “gestione allegra” (ovvero: a vantaggio personale del l’allora leader Umberto Bossi) dei contributi pubblici del Carroccio. “È un esproprio proletario. Cose di questo tipo potevano accadere nel Ventennio. Mi sento derubato dai fasciocomunisti”, ha detto in un’intervista a Libero in cui ribadisce l’intenzione di dar vita a “proteste senza precedenti” contro il blocco dei conti del suo partito. “Non ci sono precedenti di altri provvedimenti simili. Sui conti della Lega oggi ci sono 30 mila euro. I conti sono stati prosciugati e hanno mandato tutto a Roma. Incredibile. Surreale”, dice Salvini, secondo cui “è un evidente attacco politico, volto a eliminare la Lega dalla scena politica”. “Ho la certezza che vinceremo, ma l’unico precedente che abbiamo trovato è successo in Turchia. Poi potrei anche rivolgermi a Strasburgo e avere ragione, ma se me la danno tra due anni – osserva – cosa me ne faccio?”. Sulle reazioni degli altri schieramenti politici, “i grillini straparlano” e “Renzi è un giullare”, taglia corto Salvini. Quanto a Silvio Berlusconi, “è l’unico che non ha detto nulla. Stupisce, proprio perché lui ne sa qualcosa…”
Perché il Tribunale di Genova ha disposto il sequestro dei conti della Lega
Lasciando da parte l’ironia della sorte di un partito che per vent’anni ha fatto fortune berciando contro Roma ladrona e sorpreso a rubare, qual è il motivo per cui il Tribunale ha deciso il sequestro cautelativo dei fondi? Vale la pena di ricordare che Bossi e Belsito sono stati accusati di appropriazione indebita e truffa allo Stato nell’ambito del processo sulle irregolarità nell’uso dei fondi pubblici della Lega. I soldi pubblici, ovvero dei cittadini, c’entrano eccome. Salvini però sostiene di non avere “nulla a che spartire con la gestione di Bossi e Belsito” ed anche se l’attuale segretario non è coinvolto nel processo gli elettori leghisti dovrebbero chiedersi come mai uno che fa politica nella Lega Nord dal 1992 e che è sempre stato ai vertici del partito non sia riuscito ad accorgersi di quello che stava accadendo. E se davvero Salvini non ha nulla a che spartire con la precedente gestione come mai la Lega Nord non si è costituita parte civile al processo?
Silvio Buzzanca e Giuseppe Filippetto spiegano su Repubblica che il Tribunale di Genova si starebbe indirizzando verso i conti delle segreterie regionali (“nazionali” nella terminologia federale leghista) e provinciali pe ril timore che Salvini “abbia fatto in modo che non si trovi un euro nel conto del partito nazionale”.
Negli ultimi due anni il leader ha infatto creato le “Leghe Nazionali” nelle varie regioni, con loro bilanci autonomi, loro casse e loro conti correnti bancari. Tutto questo Salvini lo avrebbe fatto per distribuire sul territorio il patrimonio di via Bellerio, luogo dove si sarebbero consumati i reati di Bossi e Belsito. Così nell’eventualità di condanne, che poi sono arrivate, e di eventuali confische, i magistrati non avrebbero trovato nulla.
Il bilancio 2016 della Lega è stato chiuso con un rosso da un milione, 164 mila euro di depositi bancari e 436 di «valori in cassa». Come mai la Lega, con i conti in rosso, non ha preteso da Belsito e Bossi la restituzione del denaro sottratto dalle casse del partito? Salvini ha preferito fare tagli: ha chiuso il giornale la Padania (finanziato con i soldi pubblici), mettendo in cassa integrazione (pagata dallo Stato) quindici giornalisti e contestualmente aprendo un nuovo giornale on line, Il Populista. Anche Radio Padania ha chiuso e si è trasformata in una Web Radio. Nel 2014 Salvini ha invece chiesto la cassa integrazione per 70 dipendenti della sede di Via Bellerio. In passato invece la Lega con cui Salvini non ha niente a che spartire si era fatta salvare una banca da Fioranilasciando però i correntisti senza soldi.