Inaugurazione Rubinetterie Bresciane, Squinzi: «Tiriamo fuori Paese da drammatica spirale»
6 settembre 2014
IN QUESTO ARTICOLO
Argomenti: Governo | Imprese | Mario Draghi | Bce |Europe | Federica Guidi | Brescia | Bonomi | Italia
«Caro Presidente del Consiglio, sicuramente abbiamo lo stesso obiettivo, tirare fuori il Paese da questa drammatica spirale». Così il numero uno di Confindustria, Giorgio Squinzi, si è rivolto al premier, Matteo Renzi, presente insieme a lui all'inaugurazione del nuovo stabilimento delle Rubinetterie Bresciane del gruppo Bonomi, a Gussago. Squinzi ha detto inoltre di «condividere pienamente la posizione del presidente del Consiglio» che si oppone «a una politica di austerità che dimentica la crescita». E ha ribadito che «l'industria è il cuore vivo e pulsante di questo Paese ed è per questo che solo dall'industria può ripartire questo Paese». Aggiungendo: «tutti sappiamo che il nostro futuro dipenderà dalle misure che verranno prese per il rilancio del mercato interno».
Obiettivo tirare fuori Paese da spirale crisi
L'obiettivo condiviso con Renzi è «tirare fuori il Paese dalla spirale» della crisi. «Magari -ha aggiunto Squinzi - le soluzioni possono anche essere diverse perché nei momenti di grande transizione nessuno ha la verità in tasca, ma una costante ci accomuna: cuore, passione e determinazione».
L'obiettivo condiviso con Renzi è «tirare fuori il Paese dalla spirale» della crisi. «Magari -ha aggiunto Squinzi - le soluzioni possono anche essere diverse perché nei momenti di grande transizione nessuno ha la verità in tasca, ma una costante ci accomuna: cuore, passione e determinazione».
Cambiare politica economica
Il presidente di Confindustria non ha lesinato apprezzamenti al premier, che ha ringraziato per una politica orientata a «fare delle cose concrete per il nostro futuro». Ma ha anche aggiunto: «dobbiamo cambiare la nostra politica economica, dobbiamo addirittura darcene una».
Il presidente di Confindustria non ha lesinato apprezzamenti al premier, che ha ringraziato per una politica orientata a «fare delle cose concrete per il nostro futuro». Ma ha anche aggiunto: «dobbiamo cambiare la nostra politica economica, dobbiamo addirittura darcene una».
Ripartire dall'industriaSquinzi ha sottolineato come nell'ambito delle scelte di politica economica «bisognerà insistere sul mercato interno contro regole assurde e asfissianti e intervenire sulla pressione fiscale». Poi ha ribadito che «l'industria è il cuore vivo e pulsante di questo Paese ed è per questo che solo dall'industria può ripartire questo Paese». Ma l'attività manifatturiera, che pure «dà armi e munizioni al Paese per reagire alla crisi» è «aggravata da storici problemi strutturali: credo che il presidente del Consiglio abbia molto chiaro tutto questo e si stia impegnando per darci quello che io chiedo da molto tempo: un Paese normale», ha aggiunto il leader degli industriali.
Contro l'austerità che dimentica crescita
In un Paese che fatica a uscire dalla recessione, poi, è necessario un superamento delle politiche di austerity. Posizione condivisa con Renzi. «L'austerità farà piacere ad alcuni Paesi, ma è un freno che si sta riverberando sull'economia globale», ha affermato Squinzi, aggiungendo: Condivido pienamente la posizione del presidente del Consiglio» che si oppone «a una politica di austerità che dimentica la crescita».
In un Paese che fatica a uscire dalla recessione, poi, è necessario un superamento delle politiche di austerity. Posizione condivisa con Renzi. «L'austerità farà piacere ad alcuni Paesi, ma è un freno che si sta riverberando sull'economia globale», ha affermato Squinzi, aggiungendo: Condivido pienamente la posizione del presidente del Consiglio» che si oppone «a una politica di austerità che dimentica la crescita».
Bene Draghi, depressione non è nel nostro Dna
Il numero uno di Confindustria ha lodato inoltre il presidente della Bce Mario Draghi, che «con visioni assolutamente condivisibili, ha chiesto al sistema di mettere più fondi a disposizione del sistema produttivo e del futuro». E ha aggiunto: «noi dobbiamo credere al nostro futuro, la depressione non può far parte del nostro Dna».
Il numero uno di Confindustria ha lodato inoltre il presidente della Bce Mario Draghi, che «con visioni assolutamente condivisibili, ha chiesto al sistema di mettere più fondi a disposizione del sistema produttivo e del futuro». E ha aggiunto: «noi dobbiamo credere al nostro futuro, la depressione non può far parte del nostro Dna».
Bonomi a Renzi: tagli tasse e spese improduttive
Il presidente delle Rubinetterie Bresciane Aldo Bonomi, intervenuto all'inaugurazione del suo un nuovo stabilimento, ha rimarcato che ci sono molte famiglie di imprenditori italiani pronte a scommettere sul Paese, ma occorre «tagliare la spesa pubblica improduttiva, perché abbattiamo le imposte sulle imprese e riduciamo l'eccessiva burocrazia». «Ho letto e condivido - ha detto Bonomi rivolgendosi a Renzi- le sue dichiarazioni in merito alle necessità del Paese di puntare su chi investe. La nostra è un'azienda al cento per cento italiana, di proprietà di italiani, localizzata in Italia, che paga tutte le tasse in Italia, che nonostante la grave situazione economica ha deciso di impegnare tutte le risorse in questo importante investimento. Le garantisco che ci sono tante altre famiglie di imprenditori che come la nostra sono pronte a scommettere sul Paese. La classe dirigente - ha aggiunto - e la società tutta devono tornare a credere nei veri imprenditori italiani ed è necessario che lo Stato ci metta nelle condizioni di competere con i nostri concorrenti a livello mondiale».
Il presidente delle Rubinetterie Bresciane Aldo Bonomi, intervenuto all'inaugurazione del suo un nuovo stabilimento, ha rimarcato che ci sono molte famiglie di imprenditori italiani pronte a scommettere sul Paese, ma occorre «tagliare la spesa pubblica improduttiva, perché abbattiamo le imposte sulle imprese e riduciamo l'eccessiva burocrazia». «Ho letto e condivido - ha detto Bonomi rivolgendosi a Renzi- le sue dichiarazioni in merito alle necessità del Paese di puntare su chi investe. La nostra è un'azienda al cento per cento italiana, di proprietà di italiani, localizzata in Italia, che paga tutte le tasse in Italia, che nonostante la grave situazione economica ha deciso di impegnare tutte le risorse in questo importante investimento. Le garantisco che ci sono tante altre famiglie di imprenditori che come la nostra sono pronte a scommettere sul Paese. La classe dirigente - ha aggiunto - e la società tutta devono tornare a credere nei veri imprenditori italiani ed è necessario che lo Stato ci metta nelle condizioni di competere con i nostri concorrenti a livello mondiale».
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