sabato 31 agosto 2013

Mi sarebbe piaciuto vedere queste mezze cartucce di grillini fare l'opposizione durante il fascismo. Ha ragione Paolo Villaggio. Fanno i coraggiosi ma se la fanno addosso quando devono combattere il potere vero.


Voglio vedere chi ha il coraggio di andare dietro a Violante.


Guglielmo Epifani: "Sulla decadenza di Silvio Berlusconi il Pd voterà compatto, nessun traditore"

L'Huffington Post  |  Pubblicato:   |  Aggiornato: 31/08/2013 21:29 CEST
Guglielmo Epifani - "Berlusconi un giorno dice una cosa e un giorno un'altra: tanto arriverà il tempo in cui dovrà decidere cosa vuol fare". Così, arrivando alla festa del Pd di Reggio Emilia, il segretario dei Democratici, Guglielmo Epifani, ha replicato a chi gli chiedeva se Berlusconi tenesse in ostaggio l'esecutivo. E tra i democratici non ci sarà alcuna defezione: "Ma quali traditori...Ci sarà un voto compatto"
Elusivo sulle parole di ieri di Matteo Renzi, che aveva chiesto celermente di fissare la data del congresso: "Ha assolutamente ragione, nel senso che è quello che vogliamo fare: fare il congresso".
Pier Luigi Bersani - "Ormai Berlusconi lo conosciamo, un giorno è bonaccia e l'altro è tempesta. Vediamo cosa dice domani". Così l'ex segretario del Pd a Bologna, dove è intervenuto alla Festa democratica. "Il passaggio del 9 settembre è cruciale e drammatico per il Pdl - ha ammesso - Però devono ragionare e partire da un presupposto: facciamo per ipotesi assurda che fosse uno di noi. Cosa pensano che faremmo? Applicheremmo la legge".
Bersani pensa ad un Letta-bis: "Nel caso che Berlusconi ed il Pdl staccassero la spina io credo che sia abbastanza ovvio ricercare un altro punto di equilibrio almeno per affrontare la legge di stabilità e far votare in qualche modo, dalle aule parlamentari, una riforma elettorale". E dà il benvenuto ad un'eventuale diaspora grillina: "Leggo che qualcuno scrive di trenta grillini pronti a questo: alla buon'ora. Qui bisogna che in Parlamento tutti i parlamentari si mettano di fronte alla situazione che abbiamo. Non si possono mettere interi movimenti in frigorifero. Perché non ci sono frigoriferi abbastanza grandi per tenere il 25% degli elettori".
Poi è passato all'attacco di Matteo Renzi: "Sulle regole del congresso c'è un'assemblea che deciderà democraticamente se ci sono regole da fare, da modificare. Non bisogna sempre mettere in sospetto la nostra compagnia. Siamo gente per bene tutti quanti". Parole dure anche sull'invito di Renzi sul dire basta al correntismo: "Dico anche con grande amicizia e serenità che non ho mai visto una corrente così organica come quella che potremmo chiamare renziana".

Sul cadavere di chi devono passare? Il PDL ne vorrebbe a migliaia di militonti grillini. Sono innoqui e capiscono poco. Meglio di così!!!!!


Ma brutto ignorante tu non sai neanche chi era Gandhi. Grillo accostato a Gandhi. Roba da manicomio.


Grillo minaccia: "Stanco di essere gandhiano"

"E di osservare leggi per favorire i delinquenti". "Questi hanno occupato ogni posto di potere, se ne sbattono i c...".
Beppe Grillo: sta specando un'occasione unica, nella storia della Repubblica Italiana?
Beppe Grillo: sta specando un'occasione unica, nella storia della Repubblica Italiana?
ROMA (WSI) - "Io sono stanco di essere gandhiano, di osservare leggi fatte per favorire i delinquenti". Così Beppe Grillo che sul suo blog si sfoga: "Dietro il M5S ci sono quasi nove milioni di voti, ma questi, che hanno occupato ogni posto di potere, se ne sbattono i c...", "non dobbiamo contare nulla. Sapere nulla. Fare nulla". Il leader dei 5 Stelle poi accusa: ieri "la coppia Violante&Napolitano ha forse trovato il cavillo mancante per salvare un pregiudicato con il rinvio della legge Severino alla Consulta". 

Nel frattempo, continua il caos sia nei gruppi parlamentari del Movimento 5 Stelle, sia tra gli eletti nelle varie amministrazioni locali, sia tra i milioni di cittadini che hanno dato il voto al M5S alle ultime elezioni. L'immagine politica che si ricava del Movimento lanciato da Grillo e Casaleggio e' oggi obbettivamente di "dilettanti allo sbaraglio" (ad essere soft) alle prese con una linea dettata dal "duo" al vertice che fa calare dall'alto le direttive, come la Sibilla Cumana, al popolo bue.

Molti lettori di Wall Street Italia, che prima delle politiche di febbraio (e nei mesi scorsi) avevano espresso il loro favore per il M5S, dimostrano ora - basta leggere i commenti qui sotto - di essere divenuti gelidi nei confronti di Grillo & Soci, per via dell'inconsistenza dei risultati ottenuti rispetto alle aspettative. Il leader poi continua a usare toni e tattiche pre-elettorali, e non ha modificato di una virgola il suo modo di fare politica. Insomma: ha stancato. E cio' e' ancora piu' frustrante, dato che la politica jurassica dei "poteri forti" continua a dominare incontrastata. 

Duro per esempio Adriano Zaccagnini, ex deputato grillino passato al gruppo Misto, sulla situazione che sta vivendo il M5S. "Sono sbalordito - dice all'Adnkronos - dalla deriva anti-democratica che il M5S sta assumendo. Credo che nel gruppo M5S del Senato si sia arrivati allo stesso livello di esasperazione che abbiamo raggiunto noi alla Camera nel giugno scorso".

La prima volta che il vaffa ci sta proprio. Potrebbero ripeterselo all'infinito tra di loro


E ora i Cinquestelle il «vaffa»
se lo dicono tra loro...

grillo e i parlamentari m5s 5 stelle - 640
31 agosto 2013
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C’era una volta il «Vaffa» destinato alla Casta, a Pd e Pdl, ai giornalisti e a tutti i nemici veri o presunti del Movimento 5 stelle. Quel grido era partito da piazza Maggiore a Bologna l’8 settembre del lontano 2007 e ieri, per la prima volta in pubblico, si è sprigionato dentro lo stesso movimento. 

L’autrice è Laura Bottici, pugnace questore del Senato, considerata uno dei falchi. Ma il messaggio, appunto il «Vaffa» destinato ai colleghi «aperturisti», «dialoganti», o comunque più morbidi, è stato prontamente rilanciato via Facebook da Claudio Messora, responsabile della comunicazione dei grillini al Senato. 

Ecco il Bottici pensiero: «Oggi abbiamo un governo Pd che protegge il pregiudicato Berlusconi in accordo con il Pdl e alcuni senatori del M5S escono sui giornali affermando che sarebbero disposti ad appoggiare un governo Letta bis per fare la legge elettorale nuova...». «Pensate veramente che il Pd possa ascoltare i vostri consigli? Se le risposte sono positive vi invito a unirvi a loro e trasferire il virus della buona politica anche a loro, per il resto vaffanculo...». 

Una chiosa decisamente poco consona a una signora elegante quale è la Bottici, ma tant’è. Casus belli, se così si può dire, le parole del senatore Luis Alberto Orellana, già candidato dei grillini alla presidenza del Senato. «Ora credo sia necessario dialogare con tutte le forze politiche», ha detto ieri Orellana al Corriere, in un’intervista in cui sposa la linea dei frondisti: «Non siamo soldatini di Grillo. Non si può tornare al voto con il Porcellum, facciamo un referendum tra i militanti». 

Una tesi che ha già visto schierati alcuni parlamentari, tra cui Lorenzo Battista, Francesco Campanella e Francesco Molinari. Ieri la discussione si è nuovamente arroventata. «Esprimi il tuo punto di vista? Ti sfanculano», si sfoga su Facebook il deputato Alessio Tacconi. Che aggiunge: «Io sto con Luis Orellana per un paese migliore. Gli altri continuino la campagna elettorale». Mentre Tancredi Turco si schiera contro la filastrocca di Paola Taverna, postata alcuni giorni fa sul blog di Grillo e destinata sempre ai dialoganti: «Perché non ve ne andata felici e contenti?». Ecco la replica di Turco: «La trovo inutilmente offensiva e spero che si torni il prima possibile a fare squadra invece che insultarsi a vicenda. Credo non convenga a nessuno che ci siano altre fuoriuscite». 

venerdì 30 agosto 2013

Anche in una istituzione come la chiesa avvengono i cambiamenti. In Italia nella Cisl e nel PDL e nella Pubblica Amministrazione di cambiamenti se ne vedono pochi. I più conformisti, i più servili, i più ossequiosi, i più pavidi vanno sempre avanti. Un'azienda gestista come la Pubblica Amministrazione avrebbe già dichiarato il fallimento. Abbiamo un bravissimo ministro dell'Istruzione e degli ottimi presidenti di Camera e Senato. Speriamo in loro e nel nostro Presidente della Repubblica. Speriamo che ci aiutino a mandare a casa un po' brontoburosauri, di sindacalisti mantenuti con i nostri soldi e di ispettori tecnici magari un po' corrotti.


Parolin verso la Segreteria di Stato

Francesco, adesso al Vaticano serve un primo ministro

Nell’era Bertone persa influenza internazionale. I porporati in lizza e le crisi in Egitto e Siria
Papa Francesco incontra Rania di Giordania (Afp)
Papa Francesco è arrivato ad affrontare la prima grave crisi internazionale del suo pontificato, quella siriana, senza Segretario di Stato. Questo è il dato che emerge a cinque mesi e mezzo dall’elezione del pontefice argentino. Bergoglio ha infatti incontrato giovedì mattina il re di Giordania Abdullah II; con il Paese mediorientale la Santa Sede intrattiene da tempo rapporti buoni senza contare che un’azione bilaterale concertata fra Amman e Vaticano può avere un peso nel possibile ritorno da protagonista della Santa Sede nello scenario mediorientale. Tuttavia l’assenza di un ‘primo ministro’ oltre le mura leonine pesa in queste ore come già era accaduto nei giorni sanguinosi della crisi egiziana di agosto.
Adesso però le cose stanno per cambiare. Secondo informazioni ufficiose che circolano in queste ore ormai ci siamo: il cambio ai vertici della Segreteria di Stato è prossimo. Fra i possibili candidati alla nomina di ‘primo ministro’ il porporato dell’Honduras Oscar Rodriguez Maradiaga, salesiano come Bertone, capo della commissione cardinalizia incaricata dal Pontefice di riformare la Curia. Quindi a lungo si è parlato del cardinale Giuseppe Bertello, presidente del Governatorato della Città del Vaticano, anch’egli parte del gruppo degli otto cardinali ‘riformatori’, ancora si fa il nome di due nunzi: Pietro Parolin e Luigi Ventura, rispettivamente rappresentanti della Santa Sede a Caracas e Parigi.
In particolare monsignor Parolin è stato segnalato nelle ultime settimane come il candidato in ascesa, come l’uomo sul quale alla fine sarebbe potuta cadere la scelta del Papa. Parolin appartiene alla vecchia scuola diplomatica vaticana e in passato ha già lavorato in Segreteria di Stato. Infine sono stati fatti i nomi anche del Sostituto per gli affari generali, monsignor Angelo Maria Becciu, e dell’attuale prefetto della Congregazione dei vescovi, Marc Ouellet. Il lavoro per identificare il nuovo braccio destro del Pontefice è stato dunque laborioso, se infine sarà monsignor Parolin, verrà ricostituito il dualismo classico: Papa straniero, Segretario di Stato italiano.
Certo è che Tarcisio Bertone è di fatto uscito di scena, lui stesso ha annunciato in Brasile che quello sarebbe stato l’ultimo viaggio in cui avrebbe accompagnato il Papa. Lo stesso vale per il ‘ministro degli esteri’ vaticano, monsignor Dominique Mamberti, pure lui dato da tempo in scadenza. D’altro canto proprio sulla questione siriana - ma in generale sui sommovimenti che hanno scosso profondamente il mondo arabo - si sono confrontate all’interno della Chiesa diverse linee o sensibilità, ed è più che mai urgente e necessaria la presenza di una Segreteria di Stato autorevole e interprete sicura della volontà del Papa.
Francesco aveva deciso di non procedere appena eletto alla sostituzione di Bertone; come si ricorderà la leadership di quest’ultimo è stata fortemente contestata da settori diversi della Chiesa in Italia e all’estero; vari cardinali si erano lamentati con Benedetto XVI di una gestione degli affari internazionali e interni alla Curia giudicata inadeguata, non era un mistero che autorevoli porporati valutavano non adatto il cardinale Bertone per un incarico nel quale era necessaria una forte competenza diplomatica. A ciò naturalmente si sono aggiunte contestazioni legate alle lotte di potere interne al Vaticano e agli scontri fra le varie cordate; è quella parte della storia recente della Chiesa passata sotto il nome di vatileaks con riferimento alla fuga di documenti super riservati dai sacri palazzi e dallo stesso appartamento di Ratzinger.
Così Bergoglio, eletto con il mandato di fare pulizia in Curia e di riformare un’istituzione farraginosa, e rivelatosi poi anche pontefice dai gesti innovativi e profetici, ha cercato di muovere con una certa prudenza i primi passi nei corridoi vaticani ben consapevole di quanto fosse facile passare dal consenso di piazza San Pietro agli intrighi interni al palazzo.
Francesco ha studiato, come si dice in questi casi, la macchina curiale, e ha delineato il suo modello di Chiesa: austera, pronta a rinunciare ai simboli del potere, della ricchezza e alle facili carriere; quindi ha rimandato le fatidiche nomine sulle quali non voleva subire i condizionamenti dell’opinione pubblica o di altre forze. Ma certo sul piano internazionale l’assenza di una leadership diplomatica autorevole si fa sentire da tempo, praticamente tutto il pontificato di Ratzinger è stato segnato da questa quasi assenza. La Siria, inoltre, rappresenta sia uno scenario particolarmente spinoso che un’occasione politica di non poco conto.
La Santa Sede per ora si orienta su principi fondamentali e promuove naturalmente una posizione contraria all’allargamento del conflitto e quindi a un intervento militare internazionale. Tuttavia mentre la Chiesa locale, i patriarchi e i vescovi, sono schierati fin dal primo giorno con il regime di Assad sostanzialmente condividendone la sorte, il nunzio apostolico a Damasco monsignor Mario Zenari, ha sempre denunciato il rischio di una degenerazione delle violenze e l’inerzia della comunità internazionale; poi, sia pure con linguaggio diplomatico, ha più volte sottolineato le responsabilità di Assad e del regime. In questo quadro s’inserisce anche il rapimento nel luglio scorso del gesuita Paolo Dall’Oglio, che per trent’anni ha vissuto nel Paese ed è noto come deciso oppositore del regime e promotore di un progetto di convivenza interreligioso e interetnico per una futura Siria democratica. A ciò si aggiunge, ancora, l’intervento sul campo delle milizie qaediste che hanno ulteriormente complicato e esacerbato il quadro.
Il Papa e la Chiesa possono forse giocare un ruolo in un futuro negoziato in cui i cristiani vengano considerati come una componente della società siriana, ma si tratta di una prospettiva che richiede un chiaro impulso diplomatico e un ruolo indipendente ben riconoscibile della Santa Sede rispetto alle forze militari in campo. L’assenza di una linea diplomatica definita ha prodotto del resto alcune incertezze, anche nelle ultime ore. Mentre l’Osservatore romano con la data di giovedì 29 ha di fatto parlato del regime di Assad come di un attore credibile nella crisi, la Santa Sede al termine del colloquio fra il Papa e Abdullah II, ha diffuso un comunicato nel quale si indica quale unica opzione per porre fine al conflitto il negoziato e il dialogo “fra tutti i componenti della società siriana” con il sostegno internazionale. Insomma il governo di Assad non è stato nemmeno citato, al contrario veniva valorizzata una composizione sociale e politica articolata, segno di una sensibilità quanto meno diversa verso gli accadimenti in corso.
Un discorso simile vale infine per l’Egitto dove la crisi richiederebbe oggi alla Santa Sede un rapporto forte con il centro sunnita di Al Azhar, voce moderata e riformatrice dell’Islam. Tuttavia Al Azhar aveva interrotto le relazioni con il Vaticano sia per i problemi derivanti dal famoso discorso del Papa a Ratisbona che per successivi incidenti diplomatici. La riorganizzazione della Segreteria di Stato, insomma, non vuol dire solo riempire alcune caselle, si tratta al contrario di rimettere in moto una capacità d’azione e di presa internazionale della Santa Sede che è andata via via scemando nel tempo.


Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/bergoglio-segretario-di-stato#ixzz2dSnJykAW

Napolitano è l'uomo che secondo il generale Pound dovrebbe dimettersi. Se solo Grillo avesse un centesimo del cervello di Napolitano potrebbe ricevere il premio Nobel.


Giorgio Napolitano nomina Claudio Abbado, Renzo Piano, Carlo Rubbia e Elena Cattaneo senatori a vita

L'Huffington Post  |  Pubblicato:   |  Aggiornato: 30/08/2013 13:17 CEST
"Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha nominato oggi senatori a vita, ai sensi dell'articolo 59, secondo comma, della Costituzione, il maestro Claudio Abbado, la professoressa Elena Cattaneo, l'architetto Renzo Piano e il professor Carlo Rubbia, "che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo scientifico, artistico e sociale". Lo rende noto il Quirinale.
I decreti sono stati controfirmati dal presidente del Consiglio dei ministri, onorevole Enrico Letta.
Ha dunque informato delle nomine il presidente del Senato Pietro Grasso. Il capo dello Stato ha dato personalmente notizia della nomina ai neo senatori, porgendo loro "i più vivi auguri".
Il Quirinale non dovrebbe procedere ad ulteriori nomine nel corso del secondo settennato di Napolitano, a meno di cessazione di qualcuno di essi dalla carica. Napolitano ha seguito nel corso del suo primo mandato l'interpretazione dell'articolo 59 che ha prevalso negli ultimi anni , non superando mai il numero totale di 5 senatori a vita creati per merito. Il testo costituzionale recita: "Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cinque cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario".
In passato, al contrario, in particolare da Luigi Einaudi, Sandro Pertini e Francesco Cossiga, è stata seguita un'interpretazione più estensiva, tale per cui il numero di cinque era da considerarsi come il numero massimo di nomine a disposizione di ogni singolo presidente, indipendentemente dalla presenza pregressa di altri senatori a vita.
Un modo, quello di Napolitano, per fermare pressioni e speculazioni che si rincorrono da qualche mese a questa parte. E che hanno fatto entrare nel toto-nomine figure di rilievo politico, quali Gianni Letta, Marco Pannella, Romano Prodi e, soprattutto, Silvio Berlusconi.
Lo conferma indirettamente una nota dello stesso Napolitano: "Sono convinto che dai quattro senatori a vita così prescelti verrà un contributo peculiare, in campi altamente significativi, alla vita delle nostre istituzioni democratiche, e - in assoluta indipendenza da ogni condizionamento politico di parte - all'attività del Senato e dell'intero Parlamento".
Il presidente ha poi aggiunto: "È anche per dare un segno di serena continuità istituzionale che ho ritenuto di dover colmare i vuoti tristemente determinatisi, nel breve giro di un anno, nelle fila dei senatori a vita di nomina presidenziale. Sempre convinto delle ragioni che indussero i padri costituenti a prevedere quella speciale presenza nel Senato della Repubblica e ad attribuire quella facoltà al presidente della Repubblica, ho raccolto elementi di giudizio e compiuto passi discreti per attribuire i quattro seggi di senatore a vita rimasti vacanti"

"Un buon discepolo non è mai un ripetitore. L'eccesso di fedeltà può imbalsamare le idee"

Se pensate ai meccanismi per fare carriera nella Cisl. Se pensate ai meccanismi per fare carriera nel PDL. Se pensate come si fa carriera nelle regioni, nelle province, nei comuni, nelle ASM, nelle ASL, negli ospedali, ecc.ecc. Se pensate a tutto questo capite perchè l'Italia è un paese destinato a morire. Morirà di servilismo e conformismo. Se le aziende private usassero gli stessi criteri per selezionare e promuovere i dirigenti utilizzate nel pubblico impiego andrebbero ad un sicuro fallimento. E Brunetta e la Cisl non fiatino perchè sono le due facce della stassa medaglia. Porteranno questo paese al coma permanente.

Questo è il programma sintetico populista e scritto da emeriti incompetenti nel quale al punto 17 vi è l'eliminazione dell'IMU e al punto 11 viene csritto che i parlamentari vanno eletti direttamente. Bravo il ballista generale Pound. Chissà i militonti grillini di Pavia e Voghera come la pensano. Mandataci un giornalista della Provincia Pavese a fare due domande. Magari lo fate passare da me così gliele scrivo su un pazzo di carta. E' inutile dire che tutti gli intellettuali di sinistra (Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani, comunisti norvegesi ecc.) se prorpio volgiono prendersela con qualcuno devono iniziare da Grillo e Berlusconi.


Lettera agli italiani di Beppe Grillo

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>>>Oggi 7 febbraio sono a Trieste, piazza della Borsa, ore 17 e a Udine, piazza Venerio ore 21. Domani, 8 febbraio, sarò a Belluno, ore 17, piazza Piloni e a Trevisto, ore 21, piazza dei Signori. Seguite le dirette su La Cosa>>>
"L’Italia deve diventare una comunità, nessuno deve essere lasciato indietro. E’ intollerabile, inumano, vedere le file di esodati, sfrattati, disoccupati alle mense della Caritas mentre chi ha sprofondato il Paese nella miseria si muove con la scorta, l’auto blu, senza alcuna preoccupazione economica. I partiti sono i primi responsabili di questa situazione, hanno occupato lo Stato, lo hanno svenduto, spolpato da dentro. Ora, queste persone si presentano, grazie ai giornali e alle televisioni che controllano, come i salvatori della patria, proprio loro che l’hanno affossata, usata per i loro interessi.
L’Italia ha le tasse tra le più alte del mondo, uno dei maggiori debiti pubblici, un tasso di disoccupazione, soprattutto giovanile, che ha fatto emigrare in pochi anni un milione e mezzo di ragazzi italiani, diplomati, laureati con il sacrificio dei loro genitori.
E’ ora di dire basta, questa commedia deve finire o finirà il Paese. Non abbiamo più tempo, dobbiamo mandarli tutti a casa. Tutti coloro che fanno parte di questo marcio sistema, devono andarsene, sparire, ma prima devono giustificare il loro eventuale arricchimento. Io non chiedo il tuo voto, non mi interessa il tuo voto senza la tua partecipazione alla cosa pubblica, il tuo coinvolgimento diretto, se il tuo voto per il M5S è una semplice delega a qualcuno che decida al tuo posto, non votarci. Questo Paese lo possiamo cambiare solo insieme, non c’è alternativa. Usciamo dal buio e torniamo a rivedere le stelle. Lo Stato deve proteggere i cittadini o non è uno Stato, per questo va istituito il reddito di cittadinanza. Io sono Stato, tu sei Stato, noi siamo Stato. Riprendiamoci l'Italia."Beppe Grillo
20 punti per uscire dal buio:

  1. Reddito di cittadinanza

  2. Misure immediate per il rilancio della piccola e media impresa

  3. Legge anticorruzione

  4. Informatizzazione e semplificazione dello Stato

  5. Abolizione dei contributi pubblici ai partiti

  6. Istituzione di un “politometro” per verificare arricchimenti illeciti dei politici negli ultimi 20 anni

  7. Referendum propositivo e senza quorum

  8. Referendum sulla permanenza nell’euro

  9. Obbligo di discussione di ogni legge di iniziativa popolare in Parlamento con voto palese

  10. Unasolaretetelevisivapubblica,senzapubblicità,indipendentedaipartiti

  11. Elezione diretta dei parlamentari alla Camera e al Senato

  12. Massimo di due mandati elettivi

  13. Legge sul conflitto di interessi

  14. Ripristino dei fondi tagliati alla Sanità e alla Scuola pubblica

  15. Abolizione dei finanziamenti diretti e indiretti ai giornali

  16. Accesso gratuito alla Rete per cittadinanza

  17. Abolizione dell’IMU sulla prima casa

  18. Non pignorabilità della prima casa

  19. Eliminazione delle province

  20. Abolizione di Equitalia

dipocheparole     venerdì 27 ottobre 2017 20:42  82 Facebook Twitter Google Filippo Nogarin indagato e...