Liberi cittadini contro il regime partitocratico, i privilegi della casta sindacale della triplice, la dittatura grillina e leghista, la casta dei giornalisti
sabato 10 agosto 2013
Come è a tutti noto l'Economist è un noto giornale comunista filo Fidel Castro. O no?
The Economist: "Silvio Berlusconi, addio". Il settimanale invoca un passo indietro dal Cav: "Meglio tardi che mai..."
L'Huffington Post | Pubblicato: 10/08/2013 12:11 CEST | Aggiornato: 10/08/2013 12:38 CEST
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"Addio, Silvio". Questo il titolo di un articolo pubblicato su l'Economist e indirizzato al leader del Pdl, Silvio Berlusconi. Il settimanale londinese invita il leader Pdl a fare un passo indietro, se vuole aiutare l'Italia e l'Europa.
L'Economist cita il tentativo del Pdl e di Berlusconi di ottenere un salvacondotto giudiziario, con una "tattica tipica di qualcuno che questo giornale ha sostenuto non essere adatto per la vita politica, e tanto meno per guidare l'italia. Ma questo - spiega il settimanale - non è l'unico motivo per cui noi pensiamo che Berlusconi dovrebbe sentire tutto il peso della legge, tra cui l'interdizione immediata dalla carica che riveste".
"Gli italiani - prosegue l'articolo - hanno perso fiducia nella politica. Il primo passo per ripristinare questo rapporto è rendere per una volta prioritaria la giustizia".
L' Economist sottolinea che "per il bene degli italiani e di tutta la zona euro, ora non è il momento di sacrificare il governo del signor Letta". La "moribonda economia italiana sta mostrando segni di miglioramento" e il governo nei primi 100 giorni "ha avuto una partenza dignitosa".
Letta - prosegue il settimanale - "potrebbe senza dubbio fare di più. Ma i problemi dell'Italia sono radicati". E certamente "una coalizione con una pistola alla testa non può sperare di risolvere tutto questo". Ci vorrebbe "un governo sostenuto da un mandato popolare".
In ogni caso Berlusconi, osserva il settimanale, "può giocare un ruolo nella riabilitazione della politica. Come primo ministro, ha ripetutamente messo i propri interessi prima di quelli del Paese. Ha esacerbato il cinismo popolare riguardo alla politica. Ora se la politica italiana vuole guadagnare la legittimità di cui ha bisogno, l'allontanamento di Berlusconi è necessario, anche se in ritardo". Silvio, addio - gli chiedono da Londra - meglio tardi che mai.
La copertina che l'Economist dedicò a Silvio Berlusconi nel 2001
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Ansa
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I notabili della DC raccomandavano tutti. Il PDL raccomanda solo quelli che sono del PDL dichiaratamente e con tessera in tasca. I ministri e i parlamentari del PDL raccomandano esclusivamente i famigliare. A causa della crisi non c'é trippa per i gatti.
Alfano, il fratello vince il concorso: “Ma nel curriculum una carica mai ricoperta”
Palazzotto (Sel) ha chiesto chiarimenti riguardo al cv inviato dal familiare del vicepremier per diventare segretario generale della Camera di commercio di Trapani. Avrebbe inserito un incarico che non ricopriva al vertice della Confcommercio siciliana
Titoli non sufficienti e cariche autocertificate fasulle. Nel curriculum vitae di Alessandro Alfano, fratello minore di Angelino, ci sarebbero dei buchi sospetti. A sostenerlo è il deputato di Sinistra ecologia e libertà Erasmo Palazzotto, che ha presentato un’interrogazione al ministro dello Sviluppo economico. Oggetto dell’atto parlamentare è il concorso di segretario generale della Camera di commercio di Trapani, vinto da Alfano junior nel 2010.
Il fascicolo di quel concorso era già stato sequestrato nel dicembre nel 2011 dagli agenti della squadra mobile di Palermo, allertati da alcuni scritti anonimi che prevedevano con largo anticipo la nomina di Alfano al vertice dell’ente. Incarico che Alessandro lascerà poche ore dopo la perquisizione delle forze dell’ordine. Nell’interrogazione di Palazzotto però si fa cenno alle irregolarità del curriculum, presentato al concorso. “Alcune delle dichiarazioni contenute nella suddetta domanda – dice Palazzotto al ministro Flavio Zanonato - peccano anche sotto il profilo della veridicità della ricostruzione curriculare da parte dell’interessato. Ci si riferisce, in particolare, alla presunta carica che l’anzidetto dottor Alfano ha autocertificato, relativamente al ruolo di direttore regionale diConfcommercio Sicilia, in un periodo antecedente alla sua nomina a segretario generale diUnioncamere Sicilia, avvenuta a fine 2006. Risulta, infatti, che in realtà egli sia stato semplicemente distaccato presso la sede di Confcommercio regionale, in veste di semplice direttore provinciale diAgrigento, e che in tale Confederazione non ha mai rivestito il ruolo di Direttore regionale, visto che da tempo vi era un altro soggetto che rivestiva tale funzione, l’avvocato Marino Julo Cosentino”.
Il fratello del segretario del Pdl avrebbe quindi inserito nel suo curriculum un incarico al vertice della Confcommercio siciliana, all’epoca già ricoperto da un’altra persona, quando invece era, più modestamente, solo il direttore della sezione provinciale di Agrigento. “Questa storia certifica l’influenza della politica sulla gestione commercio – dice Palazzotto al fattoquotidiano.it – È imbarazzante per questo governo che il fratello del vice premier sia coinvolto in questa situazione poco trasparente: come è possibile evadere ogni controllo in un concorso pubblico?”. Palazzotto, nella sua interrogazione, fa cenno anche alla laurea triennale in Economia e finanza conseguita da Alfano, titolo considerato “non idoneo ad espletare le funzioni di dirigente apicale in una pubblica amministrazione”. Quella laurea breve in Economia, conseguita nel 2009 a 34 anni, lo aveva già fatto finire nei guai: nel 2011, infatti, il suo nome era finito in una lista di 30 studenti che avrebbero “comprato” diversi esami universitari, mai realmente sostenuti ma caricati nel piano di studi in cambio di denaro elargito ai segretari dell’Ateneo palermitano. Nel febbraio scorso la procura di Palermoavevo chiesto per lui l’archiviazione dopo averlo iscritto nel registro degli indagati con l’accusa difrode informatica.
I grillini sono tutti uguali. Parole, parole, parole. A Parma come Voghera come a Pavia.
A Parma la piazza caccia Pizzarotti
di Dario Ferri - 16/06/2013 - Il quale si difende come al solito
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Ieri la piazza dei contestatori del termovalizzatore di Parma si è rivoltata contro il sindaco che aveva incentrato la campagna elettorale sulle promesse riguardo l’inceneritore. Federico Pizzarotti ha così vissuto una brutta giornata, come racconta oggi il Fatto:
PIZZAROTTI ESCE dal palazzo co- munale per incontrare gli attivisti arrivati da tutta Italia. Cerca il dia- logo, come in passato ha già fatto con altri cittadini in protesta. Gli attivisti anti inceneritore, autori di blitz in Provincia e in Consiglio Co- munale e di presidi davanti al can- tiere di Ugozzolo glielo chiedevano da tempo, ma non l’avevano mai ottenuto. Pochi scambi di opinioni, poi i manifestanti passano all’attac – co: “Devi mantenere gli impegni che avevi preso, altrimenti sei come tutti gli altri!” gli gridano.
Pizzarotti ribatte, si smarca dagli annunci di Grillo:
“Io non ho mai detto che avrei fermato l’inceneritore, ho det- to che avrei tentato di tutto per far- lo”. Non è la piazza di Pizzarotti, questa: tra la folla non c’è l’asso – ciazione Gestione corretta rifiuti, l’altro fronte no termo che aveva appoggiato la sua candidatura a sin- daco. Assente dalla manifestazione, perché troppo “politicizzata”. E il concetto lo ribadisce anche il sin- daco quando cominciano le grida: “Voi state facendo politica, ma non avete ancora capito la distinzione tra protesta e proposta – dice – però io sono e sarò sempre contro l’in – ceneritore e per questo sono qui. Ognuno sceglie il proprio modo di portare avanti le battaglie”. Ma i manifestanti fanno muro, volano gli insulti e alla fine il sindaco è co- stretto a tornare dentro il palazzo comunale.
Il video del Fatto Quotidiano:
venerdì 9 agosto 2013
Ma che bravi. Proprio bravi sti' grillini. Questi l'Italia la mandano proprio a fondo.
senza attestato energetico, nulli i contratti di vendita e affitto. passa l'emendamento grillino
mercoledì, 7 agosto, 2013 - 08:12 pubblicato da team@idealista
un emendamento presentato dal movimento 5 stelle, approvato da governo e commissione finanze, rende nullo qualsiasi contratto d'affitto o di vendita in cui non sia presente l'attestato di prestazione energetica. la norma, scattata da lunedì 5 agosto con la pubblicazione in gazzetta ufficiale delle regole sull'ecobonus, ha mandato in tilt i notai e ha scatenato la reazione di confedilizia: così si strangola il mercato immobiliare. anche gli agenti si ribellano attraverso la fiaip e minacciano di ritirare tutti gli annunci
ricordiamo che dallo scorso mese di giugno sono entrate in vigore le nuove disposizioni in materia di certificazione energetica degli edifici. l'ape sostituisce l'ace, anche se, in attesa dei regolamenti attuativi, il calcolo rimane lo stesso. il grande salto lo danno però le sanzioni, fino a 18mila euro, affidate agli enti locali, regioni e comuni, senza però che sia chiaro quali uffici gestiranno la patata bollente
nella legge n.90 del 3 agosto 2013 sono contenute le modificazioni al decreto legge del 4 giugno 2013, n.63. al comma 3 bis leggiamo:
«3-bis. l'attestato di prestazione energetica deve essere allegato al contratto di vendita, agli atti di trasferimento di immobili a titolo gratuito o ai nuovi contratti di locazione, pena la nullità degli stessi contratti»
con l'emendamento del m5s scatta quindi fin da subito la nullità dei contratti, con l'estensione anche a quelli di locazione. quest'ultima novità è ritenuta la vera sciagura da parte di confedilizia, che chiede al governo una proroga fino al 2015 in merito all'obbligatorietà dell'ape per il mercato dell'affitto
il governo si è quindi impegnato a cancellare l'emendamento al più presto, ma almeno fino a settembre sarà difficile che lo faccia. in questo mese valgono pertanto le disposizioni di nullità
ad ogni modo ci troviamo di fronte alla solita sceneggiata italiana. l'ace, in vigore dal primo gennaio 2011, era infatti già obbligatorio, sia per gli affitti che per le compravendite. ma in pratica questo succedeva solo in alcune regioni d'italia, mentre in altre il lassismo normativo era stato totale
a favore di questo emendamento c'è invece l'ance, associazione costruttori edili, secondo cui l'attestato di prestazione energetica obbligatorio avrà il merito di rendere più trasparente il mercato e a orientare le scelte di acquirenti e inquilini
tutto sulla nuova certificazione
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