Liberi cittadini contro il regime partitocratico, i privilegi della casta sindacale della triplice, la dittatura grillina e leghista, la casta dei giornalisti
lunedì 16 marzo 2015
E meno male che Renzi era definito da Landini un uomo solo al comando? Landini è al comando ma è proprio solo visto che neanche la CGIL sa quello che vuole fare.
Landini: "Io e i lavoratori cambieremo il Paese più di Renzi". Camusso: "Non ci ha informati"
A In mezz'ora il segretario della Fiom ribadisce: "Il sindacato non deve essere un partito ma un soggetto politico. Voglio riunificare il mondo del lavoro". E sul rapporto con Cgil: "Finora stiamo stati assieme e abbiamo intenzione di proseguire così". Ma il sindacato: "Mai espresso appoggio"
ROMA - "Io e i lavoratori cambieremo il Paese più di Renzi. La coalizione sociale parte dal sindacato, io devo riunire tutti i lavoratori". Lo ha detto il segretario della Fiom Maurizio Landini, ospite di Lucia Annunziata a In mezz'ora su Raitre. Landini ha parlato del progetto di una 'coalizione sociale', che mette al centro del programma la difesa dei diritti, il leader delle tute blu spiega: "Con Camusso sono tre mesi che ne parliamo, ne abbiamo parlato anche in Cgil". In serata, però, è arrivata la smentita del sindacato. Secondo il portavoce di Susanna Camusso, nè il segretario nè la segreteria della Cgil erano stati informati dell'iniziativa organizzata ieri dalla Fiom per l'avvio di una "coalizione sociale", nè tantomeno hanno espresso appoggio a quel progetto.
Contro il Jobs Act. Nel corso del programma, Landini aveva parlato della Camusso affermando che "finora stiamo stati assieme e abbiamo intenzione di proseguire assieme". Per le battaglie a difesa dei lavoratori, da ultimo quella contro il Jobs Act, "con la Cgil abbiamo intenzione di creare un nuovo statuto dei lavoratori e lo faremo raccogliendo le firme per un ddl di iniziativa popolare coinvolgendo anche gli iscritti, decideremo anche per un referendum abrogativo del Jobs Act". Sulla riunione di ieri però, precisa Landini, "non l'ho sentita ma sapeva. Non era presente lei ma un altro della segretaria nazionale e non ha detto nulla in contrario". "C'è un problema di riforma anche della Cgil, quello che sta accadendo cambia tutto e anche il sindacato deve cambiare o è fuori".
"Quelli che sono in malafede tentano di descrivere l'iniziativa nella logica politica ha aggiunto - nei perimetri che vogliono loro, quelli che sono in buona fede non hanno capito". La sua coalizione sociale, spiega, non è un partito e di aver cominciato proprio da una domanda che fece il premier Matteo Renzi ai sindacati: "Dove siete stati finora?".
"Renzi sta dividendo il lavoro". "Io alla domanda del premier rivolta ai sindacati su dove sono stati in questi anni, rispondo non con "dove siete stati, ma con dove voglio andare". Renzi "sta dividendo il lavoro, hanno toccato l'art 18, abbiamo fatto delle manifestazioni anche riuscite ma lui se ne è strabattuto", ha aggiunto il leader Fiom. Quello che vuole, ripete, è "riunificare il mondo del lavoro". Si tratta di "un' aggregazione sociale con una funzione politica" per battere le iniziative del governo e di Confindustria "che hanno tolto diritti a tutti. Vogliamo mettere insieme tutti i lavoratori dipendenti e autonomi, oggi divisi". E continua, "sento la necessità di una riforma, di un cambiamento radicale del sindacato".
Sindacato è soggetto politico. "Il sindacato non deve essere un partito e io non voglio fare un partito e uscire dal sindacato. Ma il sindacato deve essere un soggetto politico" afferma il segretario della Fiom. Coloro che pensano che l'obiettivo sia quello di fare un partito "non stanno capendo nulla di quello che sta succedendo, quelli che stanno in buona fede. Quelli che stanno in malafede pensano che stiamo facendo qualcosa nel loro perimetro, ma io non accetto di giocare nel perimetro che vuole qualcun altro". "Ieri - dice ancora Landini - doveva essere un inizio di discussione. Il mio problema non era la reazione del Partito democratico. Faccio il sindacalista e la coalizione sociale parte dal sindacato, io voglio che si riformi il sindacato".
"Renzi sta cancellando i diritti". "Per la prima volta dal dopoguerra a oggi, per legge, stanno cancellando i diritti e modificando i rapporti di forza. Confindustria e una parte consistente degli imprenditori, con Renzi, stanno operando per cancellare ogni vincolo sociale e stanno cancellando i diritti", continua Landini rivolgendosi a Lucia Annunziata. "E' una balla che questo governo ha consenso, tanto che si fa votare le cose mettendo la fiducia. La forza di Renzi deriva anche dagli errori fatti dai sindacati", nel Paese "la maggioranza non va a votare, e al governo interessa solo far votare chi vogliono loro", afferma Landini sottolineando come ci sia una parte del Paese che non si "sente rappresentato".
A sinistra del Pd. Intanto il deputato Alfredo D'Attorre rende noto che sabato 21 marzo si riuniranno le minoranze del Pd in un'assemblea che vedrà la partecipazione anche di rappresentanti della Cgil e di esponenti di Sel e che avrà come titolo "A sinistra nel Pd". D'Attorre ha sottolineato che non sarà "un cartello anti-Renzi".
Contro il Jobs Act. Nel corso del programma, Landini aveva parlato della Camusso affermando che "finora stiamo stati assieme e abbiamo intenzione di proseguire assieme". Per le battaglie a difesa dei lavoratori, da ultimo quella contro il Jobs Act, "con la Cgil abbiamo intenzione di creare un nuovo statuto dei lavoratori e lo faremo raccogliendo le firme per un ddl di iniziativa popolare coinvolgendo anche gli iscritti, decideremo anche per un referendum abrogativo del Jobs Act". Sulla riunione di ieri però, precisa Landini, "non l'ho sentita ma sapeva. Non era presente lei ma un altro della segretaria nazionale e non ha detto nulla in contrario". "C'è un problema di riforma anche della Cgil, quello che sta accadendo cambia tutto e anche il sindacato deve cambiare o è fuori".
"Quelli che sono in malafede tentano di descrivere l'iniziativa nella logica politica ha aggiunto - nei perimetri che vogliono loro, quelli che sono in buona fede non hanno capito". La sua coalizione sociale, spiega, non è un partito e di aver cominciato proprio da una domanda che fece il premier Matteo Renzi ai sindacati: "Dove siete stati finora?".
"Renzi sta dividendo il lavoro". "Io alla domanda del premier rivolta ai sindacati su dove sono stati in questi anni, rispondo non con "dove siete stati, ma con dove voglio andare". Renzi "sta dividendo il lavoro, hanno toccato l'art 18, abbiamo fatto delle manifestazioni anche riuscite ma lui se ne è strabattuto", ha aggiunto il leader Fiom. Quello che vuole, ripete, è "riunificare il mondo del lavoro". Si tratta di "un' aggregazione sociale con una funzione politica" per battere le iniziative del governo e di Confindustria "che hanno tolto diritti a tutti. Vogliamo mettere insieme tutti i lavoratori dipendenti e autonomi, oggi divisi". E continua, "sento la necessità di una riforma, di un cambiamento radicale del sindacato".
Sindacato è soggetto politico. "Il sindacato non deve essere un partito e io non voglio fare un partito e uscire dal sindacato. Ma il sindacato deve essere un soggetto politico" afferma il segretario della Fiom. Coloro che pensano che l'obiettivo sia quello di fare un partito "non stanno capendo nulla di quello che sta succedendo, quelli che stanno in buona fede. Quelli che stanno in malafede pensano che stiamo facendo qualcosa nel loro perimetro, ma io non accetto di giocare nel perimetro che vuole qualcun altro". "Ieri - dice ancora Landini - doveva essere un inizio di discussione. Il mio problema non era la reazione del Partito democratico. Faccio il sindacalista e la coalizione sociale parte dal sindacato, io voglio che si riformi il sindacato".
Coalizione sociale, Landini scherza: "Un partito? Non capisco questa parola"
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"Renzi sta cancellando i diritti". "Per la prima volta dal dopoguerra a oggi, per legge, stanno cancellando i diritti e modificando i rapporti di forza. Confindustria e una parte consistente degli imprenditori, con Renzi, stanno operando per cancellare ogni vincolo sociale e stanno cancellando i diritti", continua Landini rivolgendosi a Lucia Annunziata. "E' una balla che questo governo ha consenso, tanto che si fa votare le cose mettendo la fiducia. La forza di Renzi deriva anche dagli errori fatti dai sindacati", nel Paese "la maggioranza non va a votare, e al governo interessa solo far votare chi vogliono loro", afferma Landini sottolineando come ci sia una parte del Paese che non si "sente rappresentato".
Landini: "Coalizione sociale per unire tutti i lavoratori"
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A sinistra del Pd. Intanto il deputato Alfredo D'Attorre rende noto che sabato 21 marzo si riuniranno le minoranze del Pd in un'assemblea che vedrà la partecipazione anche di rappresentanti della Cgil e di esponenti di Sel e che avrà come titolo "A sinistra nel Pd". D'Attorre ha sottolineato che non sarà "un cartello anti-Renzi".
domenica 15 marzo 2015
Ci sono due sole persone in Italia che tolgono diritti ai meno protetti. Salvino e Landini. Uguali come una goccia d'acqua. Entrambi devono difendere i privilegi dei già garantiti.
Maurizio Landini: “Non voglio fare un partito, ma difendere i lavoratori”
Pubblicato il 15 marzo 2015 16:26 | Ultimo aggiornamento: 15 marzo 2015 16:26
di Redazione Blitz
ROMA – “Il sindacato non dev’essere un partito, io non voglio né fare un partito né uscire dal sindacato” dice, intervistato da Lucia Annunziata, il segretario della Fiom, Maurizio Landini.
Per il segretario della Fiom, “quelli che sono in malafede tentano di descrivere l’iniziativa nella logica politica, nei perimetri che vogliono loro, quelli che sono in buona fede non hanno capito”. E il polverone sollevato dall’assemblea di sabato? “Le reazioni della politica mi fanno sorridere, non stanno capendo nulla di quello che sta accadendo – afferma Landini – Se uno deve stare in Parlamento solo per dire di sì, io faccio altro”. Il segretario Fiom non si fa scappare l’occasione per rilanciare la manifestazione del 28 marzo contro il Jobs Act che, ribadisce, “sarà aperta a tutti quelli che condividono gli obiettivi della coalizione sociale”.
Finalmente arriviamo all'obiettivo finale. Ovviamente mi auguro che si tenga conto anche di tutti quelli, e sono la stragrande maggioranza degli italiani, che non vogliono essere né rappresentati da questi miserabili dei sindacati come la Cisl e la Uil né si vogliono iscrivere ad una casta di privilegiati.
Riforma di partiti e sindacati, ecco il piano di Renzi
Nonostante gli attacchi di Maurizio Landini, Matteo Renzi va avanti per la propria strada. E prepara, nel cantiere di Palazzo Chigi, una riforma relativa alla rappresentanza sindacale che senza dubbio provocherà ulteriori polemiche. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, nelle intenzioni del segretario Pd non vi sarebbe comunque la sola riforma dei sindacati: anche la struttura dei partiti politici andrebbe rivista.
Partendo dalla completa attuazione dell’articolo 49 della Costituzione, che dispone: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. Del resto, che il sistema della rappresentanza sia in crisi a tutti i livelli, è testimoniato dalla sempre più bassa partecipazione dei cittadini alla vita pubblica.
Come cambiare partiti e sindacati
Per quel che riguarda la riforma del sistema partitico italiano, le principali direttrici da cui partire sono essenzialmente due: statuto con alcune precise garanzie di rappresentanza e trasparenza assoluta (di bilanci e non solo).
Più circostanziata la nuova disciplina riservata ai sindacati, preparata dal consulente renziano Yoram Gutgeld assieme ad un “pool” di professori universitari. In sostanza si tratterebbe di riscrivere le regole e le procedure per le trattative fra le parti e di fissare i criteri in termini di iscritti per potersi sedere a un tavolo di contrattazione. Altro punto focale, quello del diverso ruolo che dovrebbero assumere i contratti aziendali rispetto a quelli nazionali.
Molto importante, infine, la rimodulazione del peso delle sigle sindacali. In particolare, acquisirebbe notevolmente importanza la questione degli iscritti e dei voti presi alle elezioni delle Rsu (rappresentanze sindacali unitarie). Solo chi supera una certa soglia, si parla del 5%, avrebbe diritto a partecipare alla trattativa per il contratto nazionale.
Anche un esponente del M5S una sola volta nella sua vita può dire una cosa sensata. Miracolo.
Di Maio: «Landini? Un altro che vediamo in tv da 20 anni»
14/03/2015 - di Donato De SenaIl vicepresidente della Camera boccia la coalizione sociale promossa dal segretario Fiom: «Non abbiamo bisogno di nuovi partiti». E rilancia il tema del reddito di cittadinanza: «780 euro per 9 milioni di persone. Sfidiamo il Pd a dimostrare che i soldi non ci sono»
«Ogni giorno si annuncia la nascita di un nuovo partito, ma la vita degli italiani non migliora. Non abbiamo bisogno di nuovi partiti». È il commento di Luigi Di Maio alla nascita di una coalizione sociale promossa dal segretario della Fiom Maurizio Landini. Il vicepresidente della Camera ha parlato con i giornalisti nella sua città, Pomigliano D’Arco, in provincia di Napoli, a margine di una manifestazione elettorale per le Comunali del 31 maggio. «Adesso – ha detto di Maio – si presenta sulla piazza un altro nome che vediamo in tv da 20 anni. È solo l’ennesimo simbolo».
Intervista a Luigi Di Maio
LEGGI ANCHE: Nasce la “coalizione sociale” di Maurizio Landini
REDDITO DI CITTADINANZA, DI MAIO: «780 EURO PER 9 MILIONI DI PERSONE. I SOLDI CI SONO» – Di Maio ha poi rilanciato il tema del reddito di cittadinanza. Su questo punto il Movimento 5 Stelle sarebbe disponibile ad aperture al Pd. «È la nostra priorità – ha detto -: 780 euro al mese e 3 proposte di lavoro a chi oggi non ha un lavoro ed è sotto la soglia minima del reddito di dignità». «C’è una cosa – ha continuato il vicepresidente della Camera – che nessuno dice in questa terra: che molti cittadini campani, pugliesi, lucani, calabresi, lo stanno prendendo questo reddito, ma lo stanno prendendo in altri paesi, perché sono emigrati in Inghilterra o in Germania. Su questo siamo disponibili a parlare (con il Pd, nda). Speriamo che il Commissione lavoro al Senato il ddl acceleri in modo che possiamo arrivare ad un risultato per 9 milioni di cittadini italiani che oggi non hanno nulla. Le coperture le abbiamo individuate. La sfida che lanciamo al Pd è dimostrare che le coperture non ci sono».
ELEZIONI, DI MAIO: «ARRIVEREMO A DECINE DI BALLOTTAGGI. SPERO NELLA PRIMA REGIONE A 5 STELLE» -Sulle Elezioni Regionali, infine, Di Maio si è mostrato ottimista: «Siamo una forza politica che ha 5 anni. Sui territori stiamo crescendo e a questo giro abbiamo candidati di alto profilo che ci permetteranno nei comuni di arrivare a decine di ballottaggi. E spero che arriveremo alla prima regione governata dal Movimento 5 Stelle».
Il nostro grandissimo ignorante Salvini cambia idea ogni giorno. Fino a ieri di Forza Italia non aveva bisogno. Oggi che Tosi si candida si accorge che deve incontrare Berlusconi. Quando Berlusconi lo vede Renzi non va bene. Quando lo vede Salvini va bene. A' Salvini puoi far credere queste balle agli imbecilli che ti votano non certo a noi.
Veneto, Salvini: «Auspico un'intesa con Forza Italia»
Il leader della Lega cerca il sostegno di Berlusconi. E critica Alfano: «È il nulla».
15 Marzo 2015
L'addio di Tosi sembrava fosse il preludio a un'alleanza tra il sindaco di Verona e Forza Italia per la corsa alle Regionali in Veneto. Così non dovrebbe essere, almeno stando alle parole del leader della Lega Matteo Salvini.
L'europarlamentare ha espresso questo concetto in un'intervista del 15 marzo a Quotidiano nazionale: «Berlusconi alleato con Flavio Tosi in Veneto? Non ci credo. L'accordo tra Lega e Forza Italia è vicino. Io e Silvio ci rivedremo presto». E lo ha ribadito ancora dicendo di auspicare un'intesa con Berlusconi perché «con Forza Italia abbiamo ben governato e mi piacerebbe tornare a governare».
UN'ALLEANZA DELL'OPPOSIZIONE. Salvini ha spiegato nel dettaglio il perché della bontà di un'eventuale alleanza con i forzisti: «Forza Italia ha deciso di essere opposizione del governo Renzi che è il governo delle tasse e degli immigrati».
Il sì a Berlusconi è, visto secondo un'altra prospettiva, un no secco ad Alfano, a maggior ragione dopo l'invito a Berlusconi da parte del ministro dell'Interno a non schierarsi a favore di Zaia in Veneto: «Alfano è il nulla. Il nulla può dichiarare quello che vuole».
L'europarlamentare ha espresso questo concetto in un'intervista del 15 marzo a Quotidiano nazionale: «Berlusconi alleato con Flavio Tosi in Veneto? Non ci credo. L'accordo tra Lega e Forza Italia è vicino. Io e Silvio ci rivedremo presto». E lo ha ribadito ancora dicendo di auspicare un'intesa con Berlusconi perché «con Forza Italia abbiamo ben governato e mi piacerebbe tornare a governare».
UN'ALLEANZA DELL'OPPOSIZIONE. Salvini ha spiegato nel dettaglio il perché della bontà di un'eventuale alleanza con i forzisti: «Forza Italia ha deciso di essere opposizione del governo Renzi che è il governo delle tasse e degli immigrati».
Il sì a Berlusconi è, visto secondo un'altra prospettiva, un no secco ad Alfano, a maggior ragione dopo l'invito a Berlusconi da parte del ministro dell'Interno a non schierarsi a favore di Zaia in Veneto: «Alfano è il nulla. Il nulla può dichiarare quello che vuole».
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