La spy story su Renzi? L’unica fonte certa è Pinocchio
La trama del Fatto arranca. E allora nel calderone finisce di tutto, che sia vero o no non è importante
Confessiamo una certa delusione per la seconda puntata della fantastica spy story internazionale – e anche un po’ demo-pluto-giudaica – che il Fatto ha preparato per la nostra estate sotto l’ombrellone. Speravamo in qualche piccante dettaglio in più, in un colpo di scena, in una nuova sensazionale rivelazione.
Invece, come in quelle serie tv che cominciano col botto e poi ristagnano in attesa che agli sceneggiatori vengano nuove idee, la puntata di oggi si presenta bene (“Barbefinte dall’Africa per realizzare i dossier anti-Renzi”) ma in realtà ricicla una notizia – chiamiamola così – che il Fattoaveva già pubblicato qualche mese fa: e cioè che un non meglio precisato “imprenditore nigeriano del settore petrolifero” avrebbe tramato “per far cadere l’ad di Eni Claudio Descalzi e danneggiare il premier Matteo Renzi” diffondendo ad arte informazioni false su un finanziamento del Mossad allo stesso Renzi.
Le notizie languono, ma le interpretazioni galoppano: al Fatto proprio non va giù di aver scoperto che Renzi, forse, potrebbe essere stato vittima di un complotto. E così torna in scena anche oggi, come ieri, “un’autorevole fonte” che lo scorso dicembre avrebbe “confidato” al Fatto che il Mossad ha davvero dato i soldi a Renzi (nel 2012), che il Dis informò il Copasir, che i servizi parlarono con l’ambasciatore israeliano.
Vero, falso? “Il Fatto non ha trovato riscontri e quindi non ne ha mai scritto”, leggiamo compunti. A dire il vero è il secondo giorno consecutivo che ne scrive, e il motivo è semplice: servono nuove scene al racconto, nuovi protagonisti per la spy story, nuove rivelazioni per i lettori al mare. E dunque si spera che qualche altro mitomane, lette le parole dell’“autorevole fonte”, chiami il centralino del Fatto per dire la sua.
Nell’attesa, si cincischia un po’: “Considerata l’autorevolezza della fonte anonima – scrive il Fatto– non possiamo dare per scontato che abbia detto il falso, anche se è plausibile che qualcuno possa averla – volutamente o no – informata male. Resta il fatto che non abbiamo trovato alcun riscontro”. Ma se il riscontro non c’è, non c’è neanche la notizia. Vi ricordate i medici che visitano Pinocchio? “A mio credere il burattino è bell’e morto: ma se per disgrazia non fosse morto, allora sarebbe indizio sicuro che è sempre vivo!”