sabato 6 settembre 2014

Il grande Travaglio da quando frequenta Grillo ed i grillini non fa più il giornalista. Un concentrato di inesattezze e imprecisioni nel suo articolo. Si giustifica dichiarando che lo ha letto sull'ANSA. Ottimo giornalista.


Il Quirinale risponde a Travaglio


Egregio Direttore,
in merito alla rubrica di Marco Travaglio comparsa sul numero 34 del 28 agosto 2014 de “L’Espresso”, che contiene alcuni dati gravemente inesatti, si precisa quanto segue:
Il Consiglio Superiore della Magistratura ancora in carica si è insediato il 31 luglio 2010 sicché, in base all’art. 104 della Costituzione, esso sarebbe scaduto il 31 luglio 2014 e non il 7 luglio 2014, come invece sostenuto nella rubrica.
Contrariamente a quanto scritto, il Presidente della Repubblica non ha adottato alcun provvedimento di proroga dell’attuale Consiglio fino all’11 settembre 2014. Ciò in quanto è l’articolo 30 della legge n. 195 del 1958 a stabilire che, allorché non si provveda all’elezione dei nuovi componenti entro il termine della scadenza quadriennale previsto dalla Costituzione, il CSM in carica è prorogato in via automatica (cioè senza l’intervento di alcun provvedimento del suo Presidente) sino all’insediamento del nuovo Consiglio. Come è noto – nonostante le sollecitazioni del Presidente Napolitano – il Parlamento non ha provveduto in tempo utile all’elezione dei componenti di sua spettanza.
1. La prorogatio automatica del CSM – contrariamente a quanto ancora sostenuto nella rubrica – non è, peraltro, un evento “mai accaduto prima”. Nella storia repubblicana si annoverano ben sette casi di protrazione per diversi mesi delle funzioni del Consiglio oltre la sua naturale scadenza, a causa della non tempestiva elezione dei nuovi componenti (addirittura in un caso intervenne una proroga con il decreto legge n. 394 del 1985).
2. Inoltre, occorre precisare che la lettera richiamata nella rubrica, da me inviata il 18 luglio 2014, per conto del Presidente della Repubblica, al Vice Presidente del CSM, aveva l’unico scopo di invitare i componenti del CSM uscente a seguire un criterio di logica sequenza temporale nell’assegnazione degli incarichi direttivi scoperti. L’invito, peraltro non nuovo nei suoi principi ispiratori, traeva origine dal fatto che molti incarichi direttivi (anche di primaria importanza nazionale) risultavano vacanti da troppo tempo e quindi, al fine di evitare possibili strumentalizzazioni sulle modalità di scelta dei posti da assegnare, si invitava il CSM a seguire un criterio obiettivo nelle procedure di conferimento degli uffici direttivi.
3. È, infine, frutto della pura fantasia del giornalista l’affermazione secondo cui la Presidenza della Repubblica avrebbe maturato una preferenza per un candidato in ordine all’assegnazione dell’incarico di Procuratore della Repubblica di Palermo. Tale delicato incarico sarà, infatti, conferito dal CSM in virtù del principio di maggioranza che regola le decisioni dell’organo collegiale preposto al governo autonomo della magistratura.
Donato Marra, Segretario generale della Presidenza della Repubblica
Risponde Marco Travaglio
Contrariamente a quanto afferma il segretario Marra, il mio articolo non contiene alcun dato gravemente inesatto. I punti contestati sono notizie pubblicate dall’Ansa e dai giornali fra luglio e agosto, senza che il solerte Marra si prendesse la briga di smentirli. Evidentemente legge solo l’Espresso: evviva.
1. Quanto al comunicato del Quirinale sulla proroga del vecchio Csm, che è un automatismo previsto dalla legge (né mai ho scritto il contrario), ecco l’Ansa del 31 luglio, ripresa dai quotidiani: “Camere non eleggono laici, Quirinale proroga vecchio Csm”. Nessuna smentita dal Colle.
2. La stessa Ansa, mai smentita, anzi ripresa dai maggiori quotidiani, mai smentiti, aggiungeva: “Non era mai accaduto che il Parlamento non riuscisse a eleggere in tempo utile gli otto membri laici del Csm prima della scadenza del vecchio Consiglio”.
3. Procura di Palermo: è un fatto incontestabile che il nuovo procuratore capo era stato designato, nella persona di Guido Lo Forte, dalla commissione Incarichi direttivi e dunque, previo concerto del ministro, il Plenum era pronto alla votazione finale. Che però è stata bloccata dalla lettera – senza precedenti – di Marra, che raccomandava di seguire l’ordine cronologico sui posti da riempire – principio mai seguito prima – e dunque di dare la precedenza a quelli vacanti da più tempo. La diversa e costante prassi del Csm, ma soprattutto la circostanza che proprio Marra aveva appena deposto come teste a Palermo al processo Trattativa (dov’è stato convocato anche Napolitano) avrebbero dovuto dissuadere il Quirinale da un simile intervento a gamba tesa proprio sul concorso per il procuratore di Palermo. Non si vede quale “grave inesattezza” costituisca ricordare criticamente questo fatto. E collegarlo alla voce che circola a Palazzo dei Marescialli: quella cioè che il Colle non gradisca Lo Forte e preferisca uno dei due candidati sconfitti in commissione, Lo Voi o Lari. In ogni caso prendiamo per buona questa parte della smentita. Per rafforzarla, Marra potrebbe scrivere un’altra letterina al Csm prorogato per sollecitare l’immediata nomina del nuovo procuratore di Palermo, vacante dal 1° agosto a causa della sua letterina precedente. Il che, Marra ne converrà, è un pessimo segnale per la lotta alla mafia.
Marco Travaglio

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