Dall’Australia alla Russia, la chiamata di Kerry per una grande coalizione “anti-Isis”
Il Segretario di Stato Usa tenta di coinvolgere anche il Cremlino, forte di un video di Isis su Al Arabiya in cui si vede un pilota jihadista su un jet siriano che si rivolge a Putin: “Hai donato questi aerei ad Assad, noi li useremo contro di te”.
Un gruppo di jihadisti al confine tra la Siria e l’Iraq
04/09/2014
CORRISPONDENTE DA GERUSALEMME
Gli Stati Uniti hanno iniziato consultazioni con più Paesi, partner ed alleati, per arrivare a formare una coalizione contro lo Stato Islamico (Isis) di Abu Bakr al-Baghdadi, le cui milizie jihadiste controllano vesti territori in Siria ed Iraq, minacciando anche la Giordania. Nelle ultime 36 ore, si apprende da fonti diplomatiche, il Segretario di Stato Usa John Kerry ha telefonato a parigrado, premier ed altri interlocutori istituzionali in Australia, Italia, Giordania, Israele, Qatar, Egitto ed Emirati Arabi Uniti per gettare le basi di un’”azione comune contro Isis”.
L’iniziativa di Kerry dà seguito alle prese di posizione di Barack Obama contro Isis a seguito della decapitazione di due giornalisti americani - James Foley e Steven Sotlott - da parte di Isis. L’intento di Washington è duplice: colpire con efficacia Isis in Siria ed Iraq, impedire ai “volontari stranieri” che vi combattono di colpire nei Paesi di origine. Kerry sta tentando di coinvolgere anche la Russia, facendo leva su documenti come un video di Isis - trasmesso da Al Arabiya - in cui si vede un pilota jihadista a bordo un jet siriano, in una base militare catturata di recente, che si rivolge al leader del Cremlino Vladimir Putin: “Hai donato questi aerei al regime di Bashar Assad, adesso noi li useremo contro di te”.
Il capo del Pentagono Chuck Hagel intanto è partenza per la Turchia con l’intento di concordare con Ankara misure capaci di chiudere l’”autostrada della Jihad” ovvero il percorso via terra che consente ai volontari stranieri di arrivare facilmente in Siria per unirsi alle milizie del “Califfo Ibrahim”. Intanto il governo di Oslo fa sapere che due suoi cittadini sarebbero ai vertici di Isis: Bastian Vasquez di Skien e un norvegese-africano di Bærum.
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