“Ci hanno dato dei ladri”
Pd chiede le scuse del M5s
Il segretario torinese Morri spiega il mancato invito della sindaca Appendino alla Festa dell’Unità: “Un conto sono i rapporti istituzionali, altro è dare spazio a chi ci ha offesi”. La kermesse dell'orgoglio ferito: “Abbiamo il 30% e 8mila iscritti”
“Un grande partito come il Pd non si fa dare del ladro senza reagire. Con il Movimento 5 Stelle il confronto istituzionale avviene nelle sedi deputate, per confronti in altre sedi prima dovranno chiedere scusa ed esprimere parole di rispetto”. Così il segretario del Pd di Torino, Fabrizio Morri, risponde a chi gli chiede perché alla Festa dell’Unità di Torino – presentata oggi alla stampa – non sia stata invitata la sindaca pentastellata Chiara Appendino. “Con la sindaca Appendino – rimarca Morri – il Pd ha già un rapporto consolidato di confronto nelle sedi istituzionali, ovvero in Consiglio comunale e in Regione Piemonte con il presidente Sergio Chiamparino. Ma un conto è il rapporto istituzionale con un rappresentante legittimamente eletto, un altro quello con un Movimento che la notte in cui ha vinto le elezioni ci ha accusati di essere ladri”. “In Consiglio comunale – aggiunge – facciamo un’opposizione non pregiudiziale, valutata sui fatti e sulle scelte. Speriamo che questa amministrazione non riporti indietro Torino e non cancelli i primi segnali di ripresa per i quali noi riteniamo di avere lavorato con grande impegno”.
La consueta festa annuale del Pd di Torino, al via il primo settembre, sarà quest’anno anche l’occasione per “una ripartenza politica”, ha sottolineato Morri, che nei manifesti ha voluto lo slogan: “Sì riparte, insieme”, strizzando così l’occhio anche all’impegno sul referendum costituzionale. “Abbiamo subito una sconfitta, non siamo scomparsi – ha affermato il segretario presentando la manifestazione – a Torino abbiamo il 30% e ottomila iscritti. La festa vuole essere una occasione di confronto, servirà per capire dove abbiamo sbagliato e come possiamo correggerci”. “Ci aspetta – ha aggiunto – una stagione politica ricca, con il referendum, i temi economici, quelli legati all’immigrazione e all’Europa. Chiediamo protagonismo ai nostri iscritti, e vorremmo provare a parlare a tutti i torinesi. La festa segnerà la ripartenza politica del Pd a Torino, a cominciare dal confronto sui temi di attualità”.
Alla sconfitta elettorale delle amministrative, il Pd di Torino reagisce con orgoglio. Quest’anno qualcuno aveva ipotizzato di cancellare la consueta festa annuale del partito, ma il segretario provinciale Fabrizio Morri non ha voluto. La festa si terrà quindi come di consueto nei primi giorni di settembre, dall’1 al 12, in Piazza d’Armi. Durerà cinque giorni in meno della precedente, ma prevede la presenza di sei ministri (Boschi, Galletti, Poletti, Gentiloni, Madia e Orlando) e di Gigi d’Alessio, quest’ultimo non nelle veci di cantante ma come esperto per partecipare a un incontro sul diritto d’autore. Non ci sarà la pasta all’amatriciana, però sono allo studio formule per raccogliere comunque fondi da devolvere in aiuto delle popolazioni colpite dal terremoto nell’Italia centrale.
Fra le novità, un menù vegano e un punto di ristoro con cibo di strada gestito da Marco Brusconi, “re” dello street food proprietario di un locale a Porta Palazzo, che figura fra i primi 20 nella classifica del Gambero Rosso. A questo si aggiungeranno il consueto ristorante, la pizzeria, la birreria gestita dai giovani Pd e l’enoteca introdotta lo scorso anno.