domenica 31 agosto 2014

Chi dobbiamo ringraziare per questa ulteriore sciocchezza?

Regole stupide
e politiche intelligenti

Festa Unità Bologna, foto ferrari 720
Festa dell'Unità Bologna, foto di Fabio Ferrari
Di Claudio Sardo
31 agosto 2014
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«Essendo un rigorista intelligente, Andreatta si sarebbe battuto contro l'inserimento in Costituzione del pareggio di bilancio». Parole di Romano Prodi che, insieme a Enrico Letta, ha ricordato Beniamino Andreatta alla scuola di formazione della Rosa Bianca, a Terzolas, in Trentino. Parole che meriterebbero attenta considerazione (e che invece prevediamo siano rapidamente archiviate). Perché Prodi è un europeista convinto, ed è una balla colossale che l’obbligo di pareggio di bilancio sia condizione di buon europeismo. Perché Prodi non è certo uno statalista, eppure ieri ha sottolineato che «il bilancio dello Stato deve essere in attivo quando può, ma anche in perdita quando è necessario sostenere l’economia con la spesa pubblica». Infine perché la verità di ciò che è accaduto al tempo del governo Monti, quando frettolosamente e quasi all'unanimità è stato modificato l’articolo 81 della nostra Costituzione sotto la pressione ideologica dei sacerdoti dell'austerità, è che una politica disorientata ha agito contro l'interesse del Paese. E contro il buon senso. E' vero che tanti soloni e opinionisti applaudivano: ma erano gli stessi che nei giorni del fallimento della Lehman Brothers hanno salutato l’evento come un trionfo del capitalismo.

Resta il fatto che la Costituzione è stata modificata, introducendo un vincolo sproporzionato e autolesionista: «Il ricorso all’indebitamento - è stato inserito nel testo - è consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e, previa autorizzazione delle Camere adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, al verificarsi di eventi eccezionali». Dunque, se un governo decidesse di puntare su investimenti strutturali per aumentare la competitività del sistema, o per colmare un deficit del Paese, o per contrastare un ciclo economico sfavorevole, avrebbe le mani legate. Il paradosso è che persino i propositi di Renzi e le battaglie che oggi sta conducendo in Europa (non conteggiare alcune spese per investimenti nel bilancio al fine del calcolo dei parametri di Maastricht) sono contrarie allo spirito e anche alla lettera del nuovo articolo 81.

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