venerdì 5 settembre 2014

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Il pugno duro di Matteo Renzi

05/09/2014 - di 

Il Premier al meeting NATO chiede a Putin di far prevalere la saggezza e respinge quelli che definisce i ricatti delle forze di polizia

Il pugno duro di Matteo Renzi
Matteo Renzi chiude la sua partecipazione al meeting della Nato a Newportparlando del ruolo dell’Italia nello scacchiere internazionale, nella crisi ucraina, nei confronti degli estremisti dell’Isis, della crisi libica, sfoderando una forza che non si vedeva più da qualche settimana. Il presidente del Consiglio ha colto poi l’occasione per fare il punto della politica economica italiana, rivendicando i successi dell’esecutivo ed attaccando i sindacati di polizia.
(Lapresse-AP Photo/Gregorio Borgia)
(Lapresse-AP Photo/Gregorio Borgia)
L’AMMIRAZIONE DELLA NATO - Renzi ha aperto il proprio intervento parlando della Nato e della percezione che ha avuto dell’Alleanza Atlantica: «Vorrei fare una prima analisi sulla base dell’emozione personale. Per molti anni la Nato è stata vista agli occhi della mia generazione come un’organizzazione dai confini variabili ma con un principio chiaro, quello della sicurezza. Il vertice Nato è sicuramente un vertice che occupa le pagine dei giornali per l’importanza delle decisioni prese sull’Iraq, per le ultime novità, ma il partecipare è stato innanzitutto una grande emozione».
L’APPROCCIO NEI CONFRONTI DI IRAQ E SIRIA - Renzi conferma poi che l’Italia è parte della coalizione internazionale contro lo stato islamico, annunciata dagli Usa al vertice Nato, Nato che ha «una posizione forte e unitaria e non è divisa al proprio interno, non solo sulla vicenda ucraina ma anche sulla posizione irachena».  Parlando di Iraq, secondo Renzi è importante che la comunità internazionale non lasci soli i profughi, aggiungendo: «Non tutti avevano immaginato che si sarebbe prodotto un califfato all’interno di Siria e Iraq e per questo la Nato deve essere capace di rafforzare la sua intelligence, ed essere rapida anche nel pensiero oltre che nell’azione».
LE SANZIONI ALLA RUSSIA - A Newport si è parlato anche delle sanzioni alla Russia in seguito al conflitto ucraino. Renzi ha annunciato che il pacchetto di sanzioni previsto dalla Nato sarà corposo e verrà attuato qualora la Russia non rispetti il cessate il fuoco entrato in vigore alle 17 di oggi. Il Presidente del Consiglio ha poi aggiunto che in caso di sanzioni, queste necessiterebbero di 72 ore per attivarsi.  Renzi ha un auspicio: «Voglio sperare che Putin abbia il desiderio di porre realmente fine alle polemiche e ai violenti scontri, alle invasioni di sovranità che ci sono state. Oggi la partita è in mano alla Russia e spero, penso che possa prevalere la saggezza, anche perché abbiamo bisogno di una Russia pienamente integrata nella comunità internazionale e ove la Russia tornasse a una posizione di saggezza sarebbe un bene per tutti. Sull’Ucraina ci muoviamo con un lavoro di frizione e acceleratore: tenere aperto il canale del dialogo e verificare la concretezza dei passi in avanti fatti, che non possono essere voli pindarici ma fatti concreti».


IL NODO DEGLI INVESTIMENTI DEDICATI ALLA DIFESA - Renzi ha poi spiegato come secondo lui non ci sia alcun elemento di preoccupazione nella presenza di basi Nato nei paesi membri dell’Alleanza Atlantica e come sia necessario togliere la spesa per la difesa dal Patto di Stabilità, qualora venisse considerata strategica, giustificando così l’impegno dell’Italia inferiore all’1 per cento del Pil e rispondendo alle sollecitazioni di chi vorrebbe un Italia al 2 per cento. Non solo, secondo Renzi «nella difesa servono investimenti il più possibile mirati. I cittadini giustamente non accettano alcuno spreco, ma forse lo spreco che meno apprezzano e’ quello sulla politica e sulla difesa. Dobbiamo rendere conto alla pubblica opinione che deve essere coinvolta sugli investimenti».
CONFERMATO IL RISPETTO DEL LIMITE DEL TRE PER CENTO - Parlando di economia e di politica interna, Renzi ha voluto sottolineare come grazie all’intervento della Bce sul costo del denaro: «siamo a valori dello spread, pensate che eravamo a poco piu’ di 200 e nel 2011 rischiavamo di arrivare a 600». Parlando poi dell’euro, ha aggiunto che se anche la divisa continentale dovesse perdere posizioni sul dollaro, le aziende italiane non si mettono a piangere per questo. Ha poi ricordato che non ci sono ancora certezze sulla Legge di Stabilità, a parte la conferma che non si supererà il limite del tre per cento del rapporto deficit-Pil. A seguire ha rivendicato i successi del suo esecutivo: «ho grandissimo rispetto per chi ci critica, non perdo occasione per discutere e ascoltare, ma quanto fatto fino ad ora è tanta roba, il percorso è molto definito e delineato» ed ha parlato delle agitazioni minacciate dai sindacati delle forze dell’ordine, apparendo duro e deciso.
NIENTE RICATTI - Secondo il Presidente del Consiglio nelle ultime ore sono stati usati «Toni decisamente inaccettabili, toni che fanno in alcuni casi venire meno la convinzione della volontà di alcuni rappresentanti dei sindacati di trovare un punto intesa». Renzi ha poi aggiunto che con le Forze dell’ordine si era aperto un canale di dialogo sullo sblocco di alcuni scatti. Visti i toni attuali, però, continua il Presidente del Consiglio, «credo ci sia poco spazio per discutere. Se pensano che da questa parte del tavolo ci sia qualcuno abituato al ricatto si sbagliano. Si sappia che noi i ricatti non li accettiamo. I sindacati fanno male a chi porta l’uniforme. Se si pensa di poter mettere in atto qualcosa che abbia il vago sapore del ricatto, prego accomodatevi».
SABATO RENZI INAUGURERÀ UNA RUBINETTERIA - Aggiunge Renzi: «Credo facciano male a chi per 1.200 euro al mese fa operazioni di difesa del territorio. Ho ricevuto centinaia di mail da rappresentanti delle forze dell’ordine- aggiunge- che sottolineano i problemi che vivono, ma anche di chi dice che non si sciopera contro lo Stato. Da parte di qualcuno che in alcuni casi non è neanche costituzionalmente in grado di farlo». Infine il Presidente del Consiglio ha spiegato il perché della sua assenza al forum Ambrosetti, in programma in questo weekend a Cernobbio:  «Domani saro’ a inaugurare una rubinetteria a Brescia, saro’ li’ dove le imprese investono, ne girero’ tante. Le polemiche sulle assenze e le presenze rispetto alle situazioni internazionali di cui abbiamo parlato non le capisco». (Photocredit copertina Roberto Monaldo / LaPresse)

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