sabato 20 agosto 2016

Ma in un paese democratico è tollerabile che dei fascisti di estrema destra mettano in atto queste azioni. Il Prefetto che fa. Gli agenti del SAP che scendono in piazza con Salvini che fanno.E' questo il paese che immagina il SAP e Salvini? Come la Corea del Nord o come la Russia? E i pubblici ministeri non vedono? Non sentono? Sentono solo quando urla Salvini per denunciare persone perbene che non hanno mai commesso alcun reato e contemporaneamente si tengono in cassaforte le querele delle persone perbene contro i militanti della Lega Nord e di Casapound?

IN PIAZZA VITTORIA 

Pavia, assalto naziskin e concerto in piazza sospeso 

In cinque con una bottiglia rotta minacciano 3 ragazzi sotto il palco degli Statuto, la polizia li insegue e li ferma. Scatta la denuncia 
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PAVIA.
Il gruppo torinese degli Statuto aveva appena attaccato con il primo pezzo musicale, quando si è sentito il colpo di una bottiglia di birra gettata a terra. I musicisti sono andati avanti ancora conqualche accordo, ma quando i 5 naziskin hanno brandito i cocci di quella bottiglia e minacciato tre ragazzi sotto il palco, piazza della Vittoria è piombata nel silenzio. 
Qualcuno tra il pubblico è corso a chiamare le forze dell’ordine che erano in presidio all’altezza della fermata
dell’autobus nel timore che con quei vetri ferissero i tre giovani che assistevano al concerto. 
Non appena il gruppetto dell’estrema destra ha visto arrivare i poliziotti, se l’è data a gambe levate. Gli agenti però li hanno rincorsi e alla fine li hanno fermati e portati in questura.

Qualcuno può far sapere al presidente dell'Associazione magistrati che forse converrebbe fare un po' di pulizia anche in casa loro?

Truccati anche i loro concorsi I magistrati si autoriformino

 di Sergio Luciano 

Il Fatto Quotidiano ha coraggiosamente documentato, in un'ampia inchiesta ferragostana, le gravissime anomalie di alcuni concorsi pubblici, tra cui quello in magistratura. Fogli segnati con simboli concordati per rendere identificabile il lavoro dai correttori compiacenti pronti a inquinare il verdetto per assecondare le raccomandazioni: ecco il (frequente) peccato mortale. 
Ma, più in generale, nell'impostazione delle prove risalta in molti casi – non solo agli occhi degli esperti – la lacunosità dell'impostazione qualitativa, meramente nozionistica, che soprattutto in alcune professioni socialmente delicatissime come quella giudiziaria, può al massimo – quando va bene – accertare la preparazione dottrinale dei candidati ma neanche si propone di misurarne l'attitudine e l'approccio mentale a un lavoro di tanta responsabilità.
Questo genere di evidenze dovrebbe far riflettere. E dovrebbe essere incrociato con l'altra, e ancor più grave, evidenza della sostanziale impunità che la casta giudiziaria si attribuisce attraverso l'autogoverno benevolo e autoassolutorio che pratica (si legga, al riguardo, il definitivo I magistrati, l'ultracasta, di Stefano Livadiotti). 
Ne consegue una constatazione ovvia, per quanto dolorosa, che nulla toglie al merito – a volte condotto fino all'eroismo – di singoli magistrati che sacrificano le loro giornate e a volte la loro vita per compiere al meglio un dovere esigentissimo: la constatazione è che di tanti singoli magistrati ci si può fidare, della magistratura come «sistema» no.
Essa è parte del problema generale dell'inefficienza di una macchina statale e burocratica che rappresenta il vero male oscuro (mica tanto oscuro) dell'Azienda Italia. Pensare che questa magistratura, così com'è, sia la soluzione al problema generale della cattiva amministrazione è quantomeno ingenuo. I vizi del nostro pubblico impiego – talmente eclatanti da essere meritatamente tema costate della commedia all'italiana – ricorrono tutti anche nella «casta delle toghe»: clientelismo, furbettismo, «demeritocrazia», pressappochismo. Bisognerebbe riformare la magistratura: ma non può farlo nessuno, se non essa stessa. Chi ci prova dall'esterno – compreso Renzi – viene respinto con perdite e anatemi. E immediatamente comincia a temere, forse a torto forse no, rappresaglie. 
Allora che la magistratura si autoriformi. Piercamillo Davigo, il segretario dell'Associazione magistrati, è certo un magistrato duro, serio e severo. Non sarà contento che le nuove leve della categoria siano selezionate grazie ai geroglifici che segnano sui compiti per farli riconoscere dagli esaminatori imbroglioni.

Gli espertoni del M5S di Voghera hanno parlato. E' inutile ricordare che nessuno degli espertoni ha competenza in materia avendo entrambi poche conoscenze universitarie sull'argomento.

POLEMICA SUI RIFIUTI 

«Sulla raccolta differenziata la città rischia il caos»

VOGHERA. «Che il Comune non dica che è colpa dei cittadini se non funziona la raccolta differenziata porta a porta perché l’insuccesso sarà esclusivamente a carico dell’amministrazione e di Asm»....
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VOGHERA. «Che il Comune non dica che è colpa dei cittadini se non funziona la raccolta differenziata porta a porta perché l’insuccesso sarà esclusivamente a carico dell’amministrazione e di Asm». Serafino Centenaro, esponente del Movimento 5 Stelle di Voghera, ribadisce che l’insuccesso del porta a porta non deve essere attribuito ai vogheresi. Già Antonio Marfi in consiglio comunale aveva fortemente criticato l’amministrazione definendo il bilancio previsionale «costruito sulle poltrone che si devono assegnare», adesso l’attacco di M5S arriva su un tema caldo come la raccolta porta a porta che partirà a settembre nel centro storico. Per 6mila persone, tanti sono i cittadini interessati, il cambiamento sarà epocale. «Stiamo correndo il rischio che Voghera si svegli e all’improvviso scopra che non c’è più il cassonetto», sottolinea Centenaro che si riferisce al direttore generale di Asm Stefano Bina. «Manca da parte di Asm informazione – commenta -, avrebbero dovuto parlare con i cittadini più volte, manca tutta la parte informativa con incontri e manifesti». A giugno il Comune e Asm aveva invitato i cittadini del centro interessati a quattro riunioni fatte al centro Dagradi per chiarire gli aspetti nuovi del porta a porta per la prima fase sperimentale. «Questa fase sperimentale quanto dura e soprattutto quando parte il porta a porta?», si interroga Centenaro. In questo momento a Voghera la raccolta differenziata è al 27%, per legge doveva essere del 65% già a fine 2011. «Occorre la volontà salda del Comune e di Asm di spingere la differenziata. Sono stati fatti piani di informazione per gli studenti? Perché Asm non inserisce fogli illustrativi nelle fatture così che anche chi non ha internet può capire? Quali sono i costi del porta a porta? L’isola ecologica da 30mila euro non risolve il problema». «L’inceneritore
di Parona è il più costoso, perché non è stata valutata una nuova contrattazione con quello di Corteolona meno caro? – continua Giulia Barbieri, altra esponente del movimento – noi siamo favorevoli alla differenziata porta a porta, ma non vogliamo che parta male».
Marco Quaglini

Ma cosa è successo. E' migliorato con il tempo come il vino? Ah,ah,ah......Bellissimi grillini vogheresi. Nella rete non si può mentire......ah, ah, ah......

La Raccolta Differenziata Porta a Porta a Voghera sarà un fallimento?


Voghera - 
Se la Raccolta Differenziata Porta a Porta a Voghera sarà un FALLIMENTO la colpa non sarà certo dei cittadini vogheresi, ma dell'amministrazione comunale e di ASM.
Dovevano spiegare e motivare questo progetto. Il tempo c'era.
Nelle città in cui è fallita la raccolta differenziata porta a porta i principali motivi sono stati la mancanza di convinzione da parte del Comune e la scarsa sensibilizzazione ed informazione dei cittadini.

Torino, per il Po verde il fai-da-te non basta: "L'alga si moltiplica, servono gli esperti"

Torino, per il Po verde il fai-da-te non basta: "L'alga si moltiplica, servono gli esperti"
L'intervento dei volontari non risolve il problema. L'assessora Lapietra: "Andrà pulito anche il fondale", ma mancano i fondi. Rinviata l'apertura della diga Michelotti
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Il “fai da te” e la chiamata ai volontari, benché “qualificati”, non sono bastati a mettere al sicuro il Po dall’infestazione del myriophyllum aquaticum. E ora il Comune sta pensando seriamente di affidarsi agli esperti di una ditta specializzata in bonifiche di questo tipo, per sconfiggere definitivamente la pianta tropicale che rischia di propagarsi lungo tutto il fiume mettendo a rischio l’ecosistema fluviale e la sopravvivenza delle specie autoctone. A una settimana di distanza dall’operazione di pulizia manuale, a cui insieme ai tecnici degli enti pubblici avevano partecipato anche la sindaca Chiara Appendino, due assessori e numerosi consiglieri comunali del M5S, il millefoglio infestante è riapparso. O meglio: quello che non si era riuscito a sradicare, perché nascosto sotto il pelo dell’acqua, è cresciuto e si è mostrato ai tecnici del Comune e dell’Arpa che ieri mattina sono andati a verificare la situazione ai Murazzi.

A questo punto, a differenza di quanto era stato annunciato l’altro ieri dall’assessora alle Vie d’acqua, Maria Lapietra, l’apertura della diga Michelotti, prevista mercoledì prossimo per ripulire il fiume anche dalle altre piante come la lenticchia d’acqua che in questi mesi gli hanno dato una colorazione verde, dovrà essere rimandata. Il millefoglio, la piantina spinosa che di solito viene usata per abbellire gli acquari, rischierebbe infatti di propagarsi a valle. È molto infestante. E basta un piccolo rametto, anche strappato, perché attecchisca altrove. Prima di passare alla potatura e alla pulizia delle altre piante innocue (non solo le “lenticchie” che galleggiano e colorano la superficie di verde, ma anche le brasche di colore marrone) bisognerà dunque eliminare l’infestazione.

«L’intervento di estirpazione manuale è stato efficace nell’eradicare la maggior parte delle piante infestanti e per contenerne la diffusione — ha chiarito ieri l’assessora Lapietra — Adesso, però, in collaborazione con la Regione e l’Arpa, stiamo valutando seriamente di affidare la rifinitura del lavoro di pulizia, che dovrà riguardare anche il fondale, a una ditta specializzata in questo tipo di operazioni. Che non solo garantisca uno sradicamento totale, ma che si occupi anche dello smaltimento dei resti».

In Italia le ditte in grado di intervenire in questi casi si contano sulle dita di una mano. Non sarà un intervento
 immediato, quindi. E poi c’è la questione dei costi. Per la pulizia ordinaria il Comune ha a disposizione un budget risicato: 6mila euro l’anno. Soldi che non basterebbe a coprire le spese. E che comunque non si possono sottrarre agli altri interventi di potatura delle piante acquatiche innocue. Un’altra soluzione, più radicale, potrebbe essere nel dragare il letto del fiume; ma per farlo servirà il nulla osta del Magistrato del Po.

Vertici e pedine M5S nel bunker della Casaleggio Associati

E l'ANOPI ormai pieno di rindazione e minoranza PD non dovrebbe avere rispetto per il PD?

Presidente Anpi: "Il Pd non ha rispetto della nostra storia. Meglio non andare alle Feste dell'Unità"

Intervista a Carlo Smuraglia: ai tempi di Togliatti e Berlinguer era diverso, perché ci si scambiavano le idee
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ROMA - "Ai tempi di Togliatti o Berlinguer questo non sarebbe accaduto perché la Festa dell'Unità è sempre stata, tradizionalmente, una festa di tutti". Carlo Smuraglia non vorrebbe alzare altri polveroni. Ce n'è già abbastanza. Classe 1923, partigiano combattente, avvocato del lavoro, Smuraglia è il presidente nazionale dell'Anpi, l'associazione dei partigiani che è contraria alla riforma costituzionale di Renzi. L'Anpi non è stata invitata alle Feste dell'Unità o, se chiamata a partecipare, non deve parlare del No.

Smuraglia, forse lo scontro si sta ridimensionando, ci sono trattative in corso?
"Non mi risulta nessuna trattativa. Non c'è stato nessun invito formale. In passato nelle Feste dell'Unità veniva dato uno spazio alle locali sezioni dell'Anpi, in cui ovviamente l'Anpi fa quello che vuole".

Si è sentito tradito dal Pd?
"Non è una questione di tradimento. Ma è un errore materiale. L'Anpi ha una sua dignità e autorevolezza. Non può andare in un luogo in cui si pongano limiti alla manifestazione delle proprie opinioni. Se invito qualcuno a cena, non gli dico di chi deve parlare bene e di chi male. Lo lascio libero di esprimersi".

I Democratici però ritengono quella costituzionale la madre di tutte le riforme. Non trova normale che blindino la loro battaglia?
"Tradizionalmente la Festa dell'Unità è una festa di tutti. Non si possono porre dei limiti. Tranne quello di non ammettere i fascisti. Con noi è normale un rapporto franco e ragionevole".

Quindi l'Anpi non andrà a nessuna Festa?
"Non c'è una direttiva nazionale. Deciderà ogni sezione localmente. Se però chiedono il mio parere, ebbene io non andrei per rispetto di se stessi. Non vado in un posto dove non posso esprimere liberamente le mie idee".

In altri tempi non sarebbe successo, secondo lei, nonostante il centralismo del Pci, l'espulsione dei dissidenti?
" Ai tempi di Togliatti e Berlinguer si andava alle feste dell'Unità perché si incontravano gli amici e si scambiavano le idee. Quest'anno si è cominciato a dire che era la festa del Sì, quindi con una forte contrapposizione. Tuttavia non è inimicizia la nostra: è una divergenza su un punto specifico che poteva essere risolto con ragionevolezza".

Come poteva essere risolto?
"Semplicemente dicendoci: "Venite e dite pure quello che vi pare". Potevano immaginare che l'Anpi non sarebbe andata a fare sfoggio delle proprie idee in casa di chi la pensa diversamente, ma a sostenerle con il garbo e il rispetto che ci è abituale".

L'Anpi ha rimosso il coordinatore emiliano Artioli perché a favore del Sì?
"Assolutamente no, si è trattato di un normale avvicendamento. Con il congresso di metà maggio sono decadute tutte le cariche per statuto, anche la mia. Ci sono state riconferme e avvicendamenti".

Anche voi siete divisi sul referendum?
"Ci sono dissensi, ma il No è a stragrande maggioranza".

È l'ennesima incomprensione tra l'Anpi e il Pd di Renzi?
"Boschi commise un errore con quelle 
frasi sui partigiani, il No e Casapound. La storia e la memoria vanno coltivate perché un Paese che perde questo è destinato a decadere".

Straordinaria la consigliera comunale 5 stelle a Voghera. Non assolve Bina per quello che ha fatto a Voghera ma sono d'accordo per l'incarico. Ah, ah, ah..........Ma quando mai ti chiama qualcuno per chiederti che cosa fare. Decide tutto Casaleggio e Grillo. E quando dico Casaleggio intendo il braccio politico di Casaleggio, tale Benzi di Voghera.

Per Legambiente negativa la gestione vogherese della raccolta differenziata
M5S: «Con noi dialogo difficile, speriamo che nella Capitale cambi il metodo»
La nomina romana di Bina
Dubbi e sorpresa in città
VOGHERA «Perplessità» di Legambiente «per una nomina ingiustificata». Una «sorpresa» per il Movimento 5 Stelle di Voghera, che chiederà ai colleghi romani «delucidazioni sulla procedura» con la quale Stefano Bina è stato nominato direttore generale dell'Ama, la società del Comune di Roma per la raccolta dei rifiuti. Un incarico che l'ingegnere di Godiasco ha ricoperto in Asm Voghera fino a pochi giorni fa. Solo che a Roma, Bina gestirà un'azienda con un bacino di utenza di tre milioni di persone, e non di qualche decina di migliaia come in Oltrepo occidentale. E se nella Capitale dovrà lavorare per la «strategia rifiuti zero» dei 5 Stelle, da Voghera l'ingegnere parte invece con un risultato deludente sulla raccolta differenziata dei rifiutio cittadini: il 35% sul totale (la legge imporrebbe il 65%). «D'altronde - polemizza la responsabile di Legambiente Oltrepo, Chiara Depaoli - l'assessore Marina Azzaretti ha definito la strategia rifiuti zero come un «un modo di dire» (in uno degli ultimi consigli comunali di Voghera, prima del commissariamento, ndr). Sul riciclo dei rifiuti, il territorio di Asm è l'ultimo in provincia di Pavia, a sua volta ultima in Lombardia. Per il tempo in cui Bina è stato in Asm - sottolinea Depaoli - la strategia più illuminante sui rifiuti è stata l'incenerimento». «Per questo – prosegue la responsabile ambientalista – la nomina a Roma suscita perplessità. Ma forse nella capitale potrà sviluppare idee che qui non ha potuto applicare. Siamo molto curiosi di vedere che cosa farà». Anche il Movimento 5 Stelle di Voghera attende di valutare il lavoro di Bina chiamato ad affrontare la difficile sfida al pattume romano: «Ci siamo confrontati molto con l'ingegnere - spiegano gli attivisti locali in un comunicato - e troppo spesso ci siamo scontrati sul tema della gestione dei rifiuti e della raccolta differenziata porta a porta, che a Voghera non è mai decollata. Non solo per volontà del dirigente di Asm, ma soprattutto a causa di una politica locale poco coraggiosa. Bina troverà a Roma un'amministrazione con programmi identici ai nostri, quindi gli auguriamo di riuscire a sviluppare quei progetti che a Voghera non sono stati realizzati». L'ex consigliere dei 5 Stelle vogheresi, Caterina Grimaldi, precisa che il gruppo ha accolto la notizia della nomina di Bina «con sorpresa». «Da Roma - spiega Grimaldi - non siamo stati contattati per avere opinioni sul lavoro svolto da Bina, pensiamo che la sua nomina sia scaturita da esigenze di tempi molto stretti. Non sarà stato l'unico candidato. Chiameremo gli attivisti romani per avere delucidazioni: è una scelta che ci ha colpito». E che comunque i Cinque Stelle vogheresi non bocciano, perché, sottolinea Grimaldi, «l'incarico di Bina è a tempo determinato (di tre mesi, ndr), in attesa di un concorso pubblico. Noi non lo assolviamo per quanto fatto a Voghera, ma le sue responsabilità discendono da scelte politiche dell'amministrazione. Allo stesso modo, a Roma dovrà sottostare alle linee guida della giunta. Per questo gli facciamo tanti auguri». Daniele Ferro

Rifiuti Roma, il capogruppo M5S Ferrara esulta: "Roma pulita". Più cauto il vicesindaco Frongia

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RIFIUTI
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Il 20 agosto è praticamente arrivato. È la data indicata da Ama, la società che si occupa dei rifiuti della Capitale, come dead line per una città più pulita. Il capogruppo del M5S in Campidoglio Paolo Ferrara esulta: "L'obiettivo mi sembra raggiunto, la città appare veramente più pulita. Io vengo da Ostia dove ad esempio la situazione è tornata alla normalità". Molto più cauto il vicesindaco Daniele Frongia, che in un'intervista al Fatto Quotidiano ricorda: "Dov'è Roma pulita alla vigilia del 20 agosto? Quella sparata a dir la verità non l'ha fatta Virginia Raggi, ma Daniele Fortini, ex presidente Ama. Siamo ancora ben lontani dalla normalità. In ogni caso il nostro pressing sull'azienda ha cominciato a dare risultati".
Al miglioramento della situazione rispetto alla crisi dello scorso mese hanno contribuito vari fattori. Da un lato c'è l'esodo dei romani, partiti in massa per le vacanze (se ne stimano 550 mila in meno in città rispetto alla media e 50 mila in meno rispetto all'estate 2015), dall'altro ha avuto i suoi effetti il piano Ama predisposto su indicazione dell'assessorato all'ambiente di Paola Muraro.
Dal 25 luglio infatti - giorno del blitz dell'assessore - a oggi, sono state smaltite e trattate 7 mila tonnellate di rifiuti indifferenziati: le fosse degli impianti di Trattamento meccanico biologico (Tmb) di Rocca Cencia e Salario sono state "totalmente svuotate", si apprende da fonti del Campidoglio. E questo ha permesso dopo un anno e mezzo di stop, l'avvio dell'attività di manutenzione degli impianti. Quindi non ci saranno più fermi straordinari e la massima operatività degli impianti partirà da metà settembre.
Questa è la fotografia scattata dal Campidoglio della situazione dei rifiuti di Roma. Ma dal Pd ribatte Stefano Pedica: "È facile dire che la città è pulita nella settimana di Ferragosto quando i romani sono in vacanza. Peccato che settembre è alle porte e il M5s si ritroverà catapultato nella realtà".

dipocheparole     venerdì 27 ottobre 2017 20:42  82 Facebook Twitter Google Filippo Nogarin indagato e...