venerdì 16 novembre 2012

Prima la loro democrazia diretta con il voto di 80 persone. Poi quando le persone votano per confermare la fiducia alla Salsi la loro democrazia diretta non vale più. E allora fate prima a dire che c'è un dittatore che è il padrone di tutto. "Uno vale uno": Pirla grillini vogheresi che cercate solo un posto in parlamento e fate finta di interessarvi al teatro sociale a Voghera. E pirla grillini pavesi che fate finta di preoccuparvi dei pendolari. A voi interessano solo 5000 euro al mese. Pirla eravate e pirla morirete. La democrazia la difenderemo noi con le armi della democrazia. Quella vera non quella virtuale nella quale Grillo e Casaleggio valgano per tutti i pirla che li seguono.


5 stelle: la base conferma la fiducia a Salsi. Grillo frena: “Non basta l’applausometro”

Il consigliere comunale di Bologna spiega la presenza in tv: "Dobbiamo far conoscere il nostro lavoro, Grillo è il megafono, poi ci siamo noi". Fischiato chi voleva le dimissioni. Dietrofront dei colleghi che l'avevano allontanata: "Divergenze personali". Ma il leader attacca: "I pennivendoli s'inventano un metodo di voto che formalmente non esiste"

5 stelle: la base conferma la fiducia a Salsi. Grillo frena: “Non basta l’applausometro”
Alla fine Federica Salsi supera il test più difficile, quello del confronto con gli attivisti delMovimento 5 stelle bolognese. Nel corso dell’assemblea semestrale di verifica dell’attività degli eletti, da molti letta come il momento della resa dei conti, arriva un’unica richiesta di dimissioni, che però cade nel vuoto, ricevendo più fischi che applausi. E quando lei prende la parola, ribadendo la sue ragioni, quasi l’intera sala batte le mani: “Sono andata a Ballarò perché credo sia importante far conoscere il lavoro collegiale del Movimento: da una parte c’è Grillo che ha il ruolo del megafono, e dall’altra parte ci siamo noi che lavoriamo nelle istituzioni”
Così, dopo la bordata di Beppe Grillo arrivata con il post del punto G, le accuse di sessimo e i litigi interni, nel Movimento 5 stelle emiliano si cercano di ricomporre le fratture. Di diluire quei dissapori emersi sotto gli occhi di tutti lunedì scorso in consiglio comunale, quando i compagni di gruppo di Salsi, Massimo Bugani e Marco Piazza, si sono alzati per andarsi a sedere lontano dalla collega. Forse anche con la consapevolezza che una spaccatura totale, in vista delle elezioni nazionali, potrebbe indebolirli e vanificare i successi incassati fino ad oggi. 
“Ci sono stati dei problemi, alcune cose che ci hanno mandato in crisi, ma credo che si possa iniziare un percorso di riconciliazione” dice Bugani al termine della serata. Nei giorni scorsi, l’ex candidato sindaco di Bologna non aveva escluso un passo indietro, dicendosi disponibile a lasciare il suo posto in Comune. “Stasera ho visto un bel clima, non ho ricevuto particolari critiche al mio operato, quindi sono contento”. Ora però “spero che vangano abbandonati certi discorsi su sette e infiltrati”.
L’incontro, organizzato al circolo Mazzini di Bologna, era atteso da molti all’interno del Movimento non solo come momento per fare il punto sulle attività amministrative, ma anche come occasione per discutere delle ultime spaccature e dei diktat arrivati dal capo. Alcuni, nei giorni scorsi, avevano detto chiaramente di voler sfruttare la riunione per chiedere la testa del consigliere ribelle. In realtà, la maggior parte del dibattito viene dedicata all’esposizione del lavoro a Palazzo d’Accursio. La“questione Salsi” irrompe solo dopo un’ora abbondante, quando uno tra i 150 militanti presenti in sala, si alza in piedi, mettendo il consigliere alle strette: “A questo punto sarebbe meglio che lasci il posto”. Il suo appello, è l’unico dai toni duri, cade nel vuoto, e riceve molti fischi e pochi applausi. Più apprezzata la linea di un attivista siciliano, che chiede d’intervenire: “Sono d’accordo con Grillo quando parla dei talk show, ma ritengo Salsi una persona molto valida e la rispetto”.
L’argomento viene poi accantonato per essere ripreso dai giornalisti solo a margine dell’incontro. E con loro Salsi, che durante l’intero incontro scambia pochissime parole con i colleghi, non nasconde le difficoltà nei rapporti. “I dissapori sul piano personale rimangono, ma dobbiamo risolverli tra noi, confrontandoci – ha detto il consigliere, letteralmente assediata dai giornalisti – Non devono interferire con il nostro lavoro di eletti”. Presenti all’assemblea decine di giornalisti di stampa e tv, che a fine serata diventano bersaglio di attivisti: “Vergogna, vi occupate solo di gossip” è l’accusa partita da alcuni militanti.
E mentre Salsi incassava la fiducia a Bologna, a 30 chilometri di distanza, a Ferrara, anche il consigliere regionale dell’Emilia Romagna, Giovanni Favia, si sottoponeva al giudizio degli attivisticome aveva già fatto a Piacenza, rimettendo il mandato nelle mani dei militanti. Un’incontro in cui è stato inevitabile non parlare dell’apertura nei confronti dell’Idv. Poche ore prima, via Facebook, Favia aveva teso la mano al partito di Di Pietro, annunciando di aver trovato nel parlamentareFrancesco Barbato un alleato a Montecitorio. “In trepidante attesa dei nostri parlamentari, avendo bisogno di una sponda a Roma per alcune nostre interrogazioni, ho raccolto la disponibilità di Barbato a presentarle in Parlamento”. Favia però, discutendo anche con i suoi, è tornato indietro e non ci sarà nessuna iniziativa con Barbato. “E’ stata male interpretata”, ha detto. “E comunque non era problema di alleanze, ma piuttosto una questione tecnica”.
La replica di Grillo: “Non siamo all’asilo”. La risposta del leader 5 Stelle sul suo blog non si è fatta attendere: “I giornalisti insistono con la fiducia a questo o a quell’altro esponente del M5S data con l’applausometro o con il voto per alzata di mano di poche decine di persone la cui l’iscrizione al M5S non viene certificata formalmente”.
L’intervento del leader è aspro, ma riconduce ad un aspetto formale che le “votazioni” di ieri sera avrebbero saltato a pié pari: “I ragazzi del M5S da sempre si riuniscono per discutere con i loro portavoce, ma la fiducia va gestita in modo formale. Non siamo all’asilo Mariuccia, caripennivendoli“.
Infine la citazione dal non statuto per richiamare all’ordine di fronte al caso e alla rottura in due tronconi del Movimento 5 Stelle tra “eretici” e fedeli alla linea: “R come Remissione del mandato il consigliere, il sindaco o il parlamentare non ha alcun obbligo di rimettere il mandato periodicamente (ad esempio ogni sei mesi). Nel caso questo avvenisse deve essere preceduto da un’informazione pubblica e dettagliata del suo operato sul portale del M5S con una votazione estesa a tutti gli iscritti del Comune e della Regione di rifermento, o dell’intero corpo elettorale in caso del Parlamento“.

martedì 13 novembre 2012

Questa è la lettera che Mister Grillo "uno vale uno" ha inviato al consigliere regionale del Piemonte. Finalmente abbiamo capito dove mettevano i soldi dello stipendio decurtato. Li mettono in un conto corrente per pagare i legali che a nome di Grillo epurano i militanti della setta a cinque stelle. Una vera vergogna. Anche in un partito nazifascista avrebbe permesso "all'incriminato" di fare delle controdeduzioni. Questo partito non chiamatelo più movimento a cinque stelle. Chiamatelo la voce dei padroni, il gatto e la volpe: Grillo e Csaleggio.

Ma voi uno come questo lo votereste veramente? Uno che dice "Grillo fa quello che vuole". Uno che dice "Federica Salsi non è stata cacciata. Se vuole andare via vada pure, la decisione è sua. Ma vi rendete conto che uno come questo dovrà votare le leggi che riguardano noi in parlamento? Decideranno sulla libertà di informazione e magari faranno una legge che prevede la chiusura di tutti i giornali e di tutte le televisioni a beneficio della rete nella quale non si potrà vedere che il Blog di Grillo e Casaleggio. Stia tranquillo sto' tale Fico, che è la dimostrazione palese che si può nascere ignoranti a tutte le latitudini e longitudini. Ovviamente, essendo stato trombato alle precedenti elezioni, sarà il primo nella lista della setta a cinque stelle. e meno male che esiste un giornale che di chiama pubblico che, a differenza di un altro giornale che si chiama Il Fatto Quotidiano, ci fa conoscere la verità su questi quattro pirla grillini. Meno male che non c'è solo la rete. Perché di menzogne la rete è piena.


Epurazioni M5S? Decide Grillo
Fico: «Con lui la rivoluzione»

Epurazioni M5S? Decide Grillo<br />Fico: «Con lui la rivoluzione»
«Beppe Grillo? Rappresenta tanto per me, mi ha messo nelle condizioni di realizzare un grande progetto, con lui stiamo facendo la rivoluzione. Con lui sì che si fa politica, con la democrazia diretta. Con lui creiamo davvero lo sconquasso, come da nessuna parte al mondo. Finiremo sui libri di scuola. Siamo la politica 2.0, anzi, siamo già oltre».
Due V-day alle spalle, sette anni di lavoro nel MoVimento, oltre 4mila attivisti in partenza al seguito nel Meetup di Napoli, uno dei primi esperimenti degli amici di Beppe Grillo, Roberto Fico di purghe da padre-padrone non vuole sentirne parlare. Era l’anno 2005 quando ha cominciato a lavorare con il guru del MoVimento 5 Stelle.
Prima Tavolazzi, poi il diktat del punto G contro Federica Salsi, ora l’espulsione di Fabrizio Biolè. Dall’alto arrivano veri e propri anatemi contro gli attivisti che non obbediscono.Lo conosco bene Beppe. Lui non ha mai creato alcun problema di democrazia nel M5S.
I fatti però raccontano che è Grillo a decidere le sorti dei militanti.Federica Salsi non è stata mai cacciata. Se vuole andare via vada pure, la decisione è sua. Ma chi sta dentro non deve andare in tv. La televisione è un salotto sbagliato.
E Biolè? È stato espulso senza troppo discussioni, con una letteraPer Fabrizio il problema sono i due mandati. Da tre mesi c’erano contatti con Grillo, ma Biolè ha tirato la corda, ha preso troppo tempo. Alla fine Beppe ha deciso.
Nessuno però può cacciare un consigliere eletto.Beppe però fa quello che vuole per chi non sta dentro le regole. Non è difficile rispettarle.
Come funziona?Grillo chiede solo un’autocertificazione di tre punti. Lui si fida di chi ha usato la sua faccia. Più democrazia di questa…
La democrazia si fa con un post? Grillo fa pulizia nel MoVimento e lancia diktat dal suo blog…Così fa Beppe. Interviene con un post e decide. Certo che la democrazia non si fa con un post, ma si fa sul territorio e lui ci ha dato la possibilità di lavorare sul territorio. Quando veniva in giro per l’Italia ci faceva salire sul palco, ci dava la parola. Sapeva che lo chiamavamo perché i nostri progetti avessero risonanza.
Chi può usare il simbolo?Solo i consiglieri eletti, con la lista certificata dal Movimento. Parlate tutti di pettegolezzi, nessuno del MoVimento.
Qual è la vostra forza, allora? Qual è lo scheletro che sorregge il M5S se non è solo il personaggio-Grillo?Siamo il primo movimento d’Europa post ideologico. Il M5S si fonda su 3 punti fondamentali: fuori i soldi dalla politica, no rimborsi, massimo due mandati. C’è rispetto di un progetto condiviso.
Quindi Lei non difende Biolè e nemmeno la Salsi…Il nome e il simbolo sono legati a Grillo. Decide lui. Sui talk show dico solo che avrei difficoltà a farmi intervistare da Fede o da Vespa. Sono mangiapane a tradimento.
E Floris o Formigli?Se venissero a intervistarmi accetterei, ma non dirò mai sì ai loro salotti. Non voglio fare da contrappasso a persone come la Polverini o la Santanchè perché le legittimerei.

dipocheparole     venerdì 27 ottobre 2017 20:42  82 Facebook Twitter Google Filippo Nogarin indagato e...