Governo, Renzi lancia l'agenda dei 1000 giorni: "Saremo giudicati a maggio 2017"
Presentato il sito passodopopasso.italia.it, dove si potrà verificare il programma di governo e i risultati raggiunti. Passaggio parlamentare previsto a settembre. Rimpasto di governo non all'ordine del giorno. Il premier ha difeso l'operato dell'esecutivo e il provvedimento sugli 80 euro: "E' la più grande riduzione di tasse mai effettuata". In mattinata nuovo affondo: "Non saremo più il Paese dei veti"
ROMA - "Ci sono mille giorni da qui a fine maggio 2017. In questi mille giorni le proposte che abbiamo fatto troveranno concretizzazione o meno". Ha esordito così il premier Matteo Renzi presentando il sitopassodopopasso.italia.it con il quale si potrà verificare l'operato del governo per i prossimi 1000 giorni. "Abbiamo fatto tanto ma non ci basta. Abbiamo fame di riforme" ha sottolineato Renzi. Il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi ha annunciato che entro il mese di settembre ci sarà in Parlamento la presentazione del programma dei mille giorni, che sarà ufficializzato in quella occasione. "Ragionevolmente, ci sarà un'informativa del governo e un dibattito. L'altra forma potrà essere una comunicazione del presidente del Consiglio" ha spiegato Boschi, che però ha chiarito che non ci sarà un voto di fiducia. Subito dopo la conferenza stampa si è tenuto a Palazzo Chigi un vertice tra il premier Matteo Renzi e il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini sul tema della riforma della scuola. L'obiettivo è quello di mettere a punto le linee guida in vista del consiglio dei ministri previsto per mercoledì prossimo che si annuncia decisivo per il varo della riforma, dopo gli annunci dei giorni scorsi.
Con questo sito "vogliamo dare una visione più completa di quello che abbiamo fatto", ha spiegato Renzi, specificando che sulla piattaforma ci saranno "elementi nuovi che verranno dal dibattito parlamentare, dalle scelte dei ministri e anche dai cittadini", che avranno uno spazio di azione per lanciare proposte e suggerimenti. "Il sito è come un puzzle, la cui cornice per noi è chiara e i cui pezzi saranno aggiunti giorno dopo giorno", ha spiegato ancora Renzi. Saranno Maria Elena Boschi, ministro per le Riforme, e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, ad aggiornare sul sito l'attuazione dei decreti attuativi e la spesa dei fondi europei in questi mille mille giorni.
Renzi ha rivendicato di aver rispettato tutte le scadenze sulle riforme e replica a chi parla di "luna di miele finita con gli italiani": "Dicevano così anche prima delle Europee" ricorda il presidente del Consiglio, che ha smentito l'intenzione di voler procedere ad un rimpasto (se ne parlerà dopo il 25 ottobre) e ha ribaditola volontà di procedere alle riforme "mantenendo il limite del 3%" e "utilizzando la flessibilità che l'Ue ci consente" di utilizzare. "Cambieremo l'Italia contro gli esperti della palude" scrive in un tweet il premier.
Per il presidente del Consiglio la conferenza stampa è stata l'occasione per difendere l'operato del governo e respingere ancora una volta l'accusa di fare solo annunci. In primis è arrivata la difesa del provvedimento sugli 80 euro che "non sono una mancia elettorale, ma una scommessa politica che può piacere o meno, ma sono la più grande riduzione di tasse mai fatta e di aiuto al ceto medio" ha affermato l'inquilino di Palazzo Chigi, che, ricordando tutti i provvedimenti approvati e quelli all'esame del Parlamento, dalla riforma del lavoro, alla semplificazione fiscale per arrivare alla riforma della Pubblica amministrazione e all'approvazione in prima lettura della riforma costituzionale e della legge elettorale, ha concluso: "Se questa è la malattia degli annunci, sono felice di essere giudicabile voce per voce e il sito che inauguriamo oggi è lo strumento perchè i cittadini possano verificare".
Non sono mancate parole sull'articolo 18, oggetto nelle ultime settimane di un dibattito anche all'interno del governo: "E' un evergreen" ha ricordato, ma si tratta di un "falso problema: i casi che vengono risolti sulla base dell'art. 18 sono circa 40mila e per l'80% finiscono con un accordo. Dei restanti 8000, solo 3000 circa vedono il lavoratore perdere. Quindi noi stiamo discutendo di un tema che riguarda 3000 persone l'anno in un paese che ha 60 milioni di abitanti. Il problema quindi non è l'art. 18, non lo è per me e non lo sarà".
Il ministro Maria Elena Boschi ha spiegato che al momento dell'insediamento "i decreti da attuare ereditati dai governi Monti-Letta erano 889", cifra oggi scesa a 528 per un totale, tra pregresso e decreti prodotti da questo governo, di 699 decreti.
Il sottosegretario Graziano Delrio ha ricordato che "in merito alla legge di delega di protezione sociale non va dimenticato che il contratto a tutele crescente è accompagnato da un sistema di protezione sociale" e ha voluto sottolineare che il ministro del Lavoro Giuliano Poletti sta lavorando a misure di sostegno all'occupazione attiva e contro la povertà.
Le anticipazioni di Palazzo Chigi. In precedenza Palazzo Chigi aveva rilanciato le parole del premier nel testo di presentazione del sito. "Quelle che vengono chiamate riforme strutturali devono essere fatte. Non perchè ce lo chiede l'Europa. Ma perchè sono l'unica possibilità per l'Italia" e "se vogliamo tornare a essere quello che siamo sempre stati, paradossalmente, bisogna cambiare" scrive Renzi.
Renzi, all'indomani del vertice europeo che ha decretato il successo della linea del premier con la nomina nel ruolo di Lady Pesc del ministro degli Esteri Federica Mogherini, chiede di "giocare all'attacco, non in difesa. Scegliere il coraggio, non la paura" per un'Italia finalmente "libera dalle pastoie burocratiche e dal potere di rendita dei soliti noti. L'italia che finalmente fa le riforme, dopo averle ossessivamente discusse (e rinviate) per anni".
"Guardiamo negli occhi tutti, ma non guardiamo in faccia nessuno. Se l'Italia deve cambiare, nessuno può chiamarsi fuori. Nessuno può tirarsi indietro. Vale per tutti i settori" ha scritto Renzi, che ha aggiunto: "I mille giorni sono una occasione ghiotta per la politica: dimostrare che le riforme si possono fare. Questo è il Paese che è apparso sulla scena internazionale come il Paese dei veti. Dei no, non si può. Delle lungaggini e delle procedure. Al termine di questo periodo - assicura - avremo un Paese più coraggioso, più semplice, più competitivo. E dunque una politica più credibile".
Con questo sito "vogliamo dare una visione più completa di quello che abbiamo fatto", ha spiegato Renzi, specificando che sulla piattaforma ci saranno "elementi nuovi che verranno dal dibattito parlamentare, dalle scelte dei ministri e anche dai cittadini", che avranno uno spazio di azione per lanciare proposte e suggerimenti. "Il sito è come un puzzle, la cui cornice per noi è chiara e i cui pezzi saranno aggiunti giorno dopo giorno", ha spiegato ancora Renzi. Saranno Maria Elena Boschi, ministro per le Riforme, e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, ad aggiornare sul sito l'attuazione dei decreti attuativi e la spesa dei fondi europei in questi mille mille giorni.
Renzi ha rivendicato di aver rispettato tutte le scadenze sulle riforme e replica a chi parla di "luna di miele finita con gli italiani": "Dicevano così anche prima delle Europee" ricorda il presidente del Consiglio, che ha smentito l'intenzione di voler procedere ad un rimpasto (se ne parlerà dopo il 25 ottobre) e ha ribaditola volontà di procedere alle riforme "mantenendo il limite del 3%" e "utilizzando la flessibilità che l'Ue ci consente" di utilizzare. "Cambieremo l'Italia contro gli esperti della palude" scrive in un tweet il premier.
Per il presidente del Consiglio la conferenza stampa è stata l'occasione per difendere l'operato del governo e respingere ancora una volta l'accusa di fare solo annunci. In primis è arrivata la difesa del provvedimento sugli 80 euro che "non sono una mancia elettorale, ma una scommessa politica che può piacere o meno, ma sono la più grande riduzione di tasse mai fatta e di aiuto al ceto medio" ha affermato l'inquilino di Palazzo Chigi, che, ricordando tutti i provvedimenti approvati e quelli all'esame del Parlamento, dalla riforma del lavoro, alla semplificazione fiscale per arrivare alla riforma della Pubblica amministrazione e all'approvazione in prima lettura della riforma costituzionale e della legge elettorale, ha concluso: "Se questa è la malattia degli annunci, sono felice di essere giudicabile voce per voce e il sito che inauguriamo oggi è lo strumento perchè i cittadini possano verificare".
Non sono mancate parole sull'articolo 18, oggetto nelle ultime settimane di un dibattito anche all'interno del governo: "E' un evergreen" ha ricordato, ma si tratta di un "falso problema: i casi che vengono risolti sulla base dell'art. 18 sono circa 40mila e per l'80% finiscono con un accordo. Dei restanti 8000, solo 3000 circa vedono il lavoratore perdere. Quindi noi stiamo discutendo di un tema che riguarda 3000 persone l'anno in un paese che ha 60 milioni di abitanti. Il problema quindi non è l'art. 18, non lo è per me e non lo sarà".
Il ministro Maria Elena Boschi ha spiegato che al momento dell'insediamento "i decreti da attuare ereditati dai governi Monti-Letta erano 889", cifra oggi scesa a 528 per un totale, tra pregresso e decreti prodotti da questo governo, di 699 decreti.
Il sottosegretario Graziano Delrio ha ricordato che "in merito alla legge di delega di protezione sociale non va dimenticato che il contratto a tutele crescente è accompagnato da un sistema di protezione sociale" e ha voluto sottolineare che il ministro del Lavoro Giuliano Poletti sta lavorando a misure di sostegno all'occupazione attiva e contro la povertà.
Le anticipazioni di Palazzo Chigi. In precedenza Palazzo Chigi aveva rilanciato le parole del premier nel testo di presentazione del sito. "Quelle che vengono chiamate riforme strutturali devono essere fatte. Non perchè ce lo chiede l'Europa. Ma perchè sono l'unica possibilità per l'Italia" e "se vogliamo tornare a essere quello che siamo sempre stati, paradossalmente, bisogna cambiare" scrive Renzi.
Renzi, all'indomani del vertice europeo che ha decretato il successo della linea del premier con la nomina nel ruolo di Lady Pesc del ministro degli Esteri Federica Mogherini, chiede di "giocare all'attacco, non in difesa. Scegliere il coraggio, non la paura" per un'Italia finalmente "libera dalle pastoie burocratiche e dal potere di rendita dei soliti noti. L'italia che finalmente fa le riforme, dopo averle ossessivamente discusse (e rinviate) per anni".
"Guardiamo negli occhi tutti, ma non guardiamo in faccia nessuno. Se l'Italia deve cambiare, nessuno può chiamarsi fuori. Nessuno può tirarsi indietro. Vale per tutti i settori" ha scritto Renzi, che ha aggiunto: "I mille giorni sono una occasione ghiotta per la politica: dimostrare che le riforme si possono fare. Questo è il Paese che è apparso sulla scena internazionale come il Paese dei veti. Dei no, non si può. Delle lungaggini e delle procedure. Al termine di questo periodo - assicura - avremo un Paese più coraggioso, più semplice, più competitivo. E dunque una politica più credibile".
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