sabato 1 luglio 2017

Ecco perché la destra vince tutti i ballottaggi.

Succede a Sesto San Giovanni, dove alla fine il centrosinistra è stato sconfitto al ballottaggio. Lui: «Ho sbagliato a inviare la mail ma non c'entra nulla con la politica»
NEXT QUOTIDIANO
Antonio Foderaro, candidato sindaco del MoVimento 5 Stelle a Sesto San Giovanni, dopo il primo turno delle elezioni che l’aveva visto uscire dalla tenzone che poi ha visto la vittoria – clamorosa – del candidato del centrodestra Roberto Di Stefano nell’ex Stalingrado d’Italia, ha pensato bene di chiedere un posto di lavoro in Regione al futuro vincitore. : «Quello che cerco è una posizione gestionale manageriale affine alle mia esperienza – scrive Antonio Foderaro dal suo account di posta privata  secondo quanto racconta Ilario Lombardo sulla Stampa di oggi – cioè in IT per privati che lavorano per la PA, come ad esempio Lispa o affini/ collegati in Lombardia (Csi-Piemonte in Piemonte è la corrispondente di Lispa), o anche Arca, su temi di appalti/bandi/ procurement/compliance». La parte divertente della vicenda è che nel frattempo Foderaro sulla sua pagina Facebook denunciava “voci di accordi che vanno ben oltre Sesto San Giovanni” e si chiedeva “perché non dichiararli trasparentemente?”, mentre dimenticava di informare della vicenda della mail il suo elettorato e i cittadini. In nome della trasparenzaquannocepare, come a Roma.
antonio foderaro sesto san giovanni 2
La mail dell’esponente M5S è di mercoledì 14 giugno, racconta ancora La Stampa. Qualche giorno dopo Di Stefano, che era arrivato sotto di cinque punti percentuali rispetto al candidato del centrosinistra Schirò, ha vinto il ballottaggio con il 58%. Grazie forse ai voti del M5S, come nel resto d’Italia – ha osservato l’Istituto Cattaneo.
Foderaro, rimasto in cassa integrazione, sfumato il posto da sindaco, ora cerca un posto vero. E non trova niente di meglio che rivolgersi a uno dei due candidati, quello che evidentemente gli sembra abbia più entrature in Regione, possibilmente nell’information technology (IT) delle controllate di Regione Lombardia terreno privilegiato dei partiti di centrodestra, in particolare Forza Italia e Lega Nord. Vuoi vedere che lo «squallore fotonico» dell’immondo mercato del voto, tutto sommato qualche convenienza ce l’ha?
C’è però dell’altro che indica un tono di confidenza con Di Stefano e la moglie Silvia Sardone, coordinatrice locale degli azzurri: «L’ideale – scrive – è per me trovare una posizione che mi permetta di gestirmi il tempo. Prima risolvo, meglio è». «Ho incontrato Di Stefano che ci ha chiesto il nostro appoggio per il ballottaggio ma poi non ho fatto accordi di nessun tipo», spiega Foderaro, che aggiunge: «Ho sbagliato a inviare quella mail ma non c’entra niente con la politica».
Peccato non averla postata su Facebook.

Con l'autonomia e il decentramento in Italia è aumentata la gente che vive di politica e è aumentata la corruzione. Io non voto al referendum buffonata di Salvini. Anzi vorrei mandare a casa un po' di quei consiglieri regionali corrotti della Lega Nord.

L'immobiliarista a processo con Marra avrebbe dato finanziamenti a politici regionali e comunali per un milione e mezzo di euro. E avrebbe elargito immobili in comodato d'uso gratuito a Verdini (ALA) e Montino (PD). Ma nelle carte ci sono anche le case vendute a prezzi di favore a Ciocchetti (centrodestra) e Zambelli (PD) 
ALESSANDRO D'AMATO
Un milione di euro, forse un milione e mezzo, ai politici. E poi gli immobili forniti a prezzi di favore o gratuitamente. Sempre a rappresentanti delle istituzioni e funzionari. Il processo a Sergio Scarpellini e Raffaele Marra fa emergere le curiose abitudini del costruttore e immobiliarista. Che tra il 2012 e il 2013 ha foraggiato le campagne elettorali con contributi effettuati attraverso accrediti bancari e a quanto pare regolarmente denunciati.

I soldi e le case di Scarpellini ai politici

Ma sono i nomi a essere interessanti. Il maggiore dei carabinieri del Nucleo investigativo che ha seguito l’indagine su Scarpellini,Angelo Zito, ha spiegato che Scarpellini ha fatto favori a rappresentanti politici in vista delle elezioni regionali e comunali tra 2012 e 2013; finanziamenti dichiarati nei bilanci della sua società. E poi ci sono gli immobili. Fra i nomi che erano emersi nei mesi scorsi c’è quello di Denis Verdini che, per la sede del suo Ala, che, scrive oggi Repubblica, non paga un canone al costruttore. Ma anche l’ex presidente della Camera, Irene Pivetti, il pidiellino in Regione Luciano Ciocchetti e l’ex consigliere regionale, Gianfranco Zambelli (Pd).
raffaele marra scarpellini
Si tratta di case concesse in comodato d’uso gratuito a privati, partiti e fondazioni. Il senatore di ALA ha ottenuto da Scarpellini una sede in via Poli, a due passi dalla Fontana di Trevi; dall’agosto 2013 ha concordato un contratto di comodato d’uso che si è estinto pochi mesi fa, scrive il Messaggero. Poi c’è Esterino Montino, sindaco di Fiumicino e marito della senatrice del Partito Democratico Monica Cirinnà, che avrebbe ottenuto gratuitamente un locale per un’associazione a lui riconducibile. Anche la sede del Partito Democratico in Largo del Nazareno 25 è di proprietà di Scarpellini: lui riceve 569mila euro all’anno di canone.

Gli immobili, il comodato d’uso, i finanziamenti

Anche Irene Pivetti avrebbe contrattato l’uso di un ufficio in centro, ma l’immobile non passava per i bilanci della Milano 90 perché era di proprietà del figlio di Scarpellini. Ma ci sono anche le vendite sospette di case, come nel caso che ha portato in carcere Raffaele Marra:
Scarpellini, difeso dall’avvocato Remo Pannain, ha raccontato anche di favori a Mirko Coratti, ex presidente dell’assemblea capitolina in quota Pd e sotto processo per Mafia Capitale, a Luciano Ciocchetti, ex vice presidente della Regione Lazio e a Gianfranco Zambelli, consigliere regionale Pd e membro della commissione urbanistica del Campidoglio dal 2008 al 2013. Gli ultimi due avrebbero acquistato – con sconto – un appartamento in via Vigolo, nello stesso complesso in cui Scarpellini, nel 2009, aveva venduto anche a Marra un attico con uno sconto rispetto al prezzo di mercato di oltre 400mila euro.
Al vaglio della procura ci sarebbero anche favori all’Associazione dei cristiano popolari dell’ex ministro alla funzione pubblica Mario Baccini, che avrebbe ottenuto per un anno – fino al 30 giugno2013 – un appartamento in piazza Cavour.
sergio scarpellini milano 90
Una protesta dei dipendenti di Milano 90, società di Scarpellini (Fonte: Romait)
Le informazioni inedite sono state esibite a processo, dal pm Barbara Zuin, con un preciso scopo, scrive Repubblica: dimostrare ai giudici la spregiudicatezza con cui Scarpellini avrebbe elargito favori “al sistema” pur di ottenere un tornaconto per i suoi affari. Tutte le case concesse da Scarpellini (soprattutto ai partiti politici) sarebbero state assegnate «durante le campagne elettorali regionali e comunali del 2012-2013».

venerdì 30 giugno 2017

Ma come si può pensare ad una alleanza con gente così rissosa.

Emiliano, il grande assente alla kermesse di Insieme

Il governatore pugliese non parteciperà all'appuntamento di Pisapia e Mdp. «Altri impegni in agenda», è la motivazione ufficiale. Ma le ragioni sarebbero altre. Compresa un'apertura a Renzi in vista delle Politiche.

             
Ormai mancano poche ore al battesimo di Insieme, la creatura di Campo progressista e Mdp- Articolo 1. L'appuntamento è per il primo luglio in piazza Santi Apostoli a Roma. La scaletta degli interventi è a buon punto, anche se non ancora definitiva, e la lista dei partecipanti è quasi pronta. Dal Pd sono arrivate numerose adesioni e un'assenza pesante: quella del governatore della Puglia Michele Emiliano. «Non pervenuto», si limitano a confermare dagli staff di Mdp e di Pisapia.
ORLANDO, ZINGARETTI E CUPERLO PRESENTI. I democratici che hanno deciso di aderire alla piazza capitolina, nonostante la concomitanza con l’evento promosso dal segretario Matteo Renzi a Milano, vanno dal Guardasigilli Andrea Orlando – che è stato tra i primi ad annunciare la sua partecipazione all’iniziativa – a Gianni Cuperlo, dalla componente Retedem di Sergio Lo Giudice al governatore del Lazio, Nicola Zingaretti. A quanto pare, invece, Emiliano ha scelto di rimanere defilato (salvo soprese dell'ultimo minuto) sebbene l’esito delle Amministrative in Puglia abbia incoronato come vincente proprio il suo modello di centrosinistra allargato. In perfetta sintonia, quindi, con il laboratorio che sta costruendo "Insieme". Il governatore, ha risposto l'ufficio stampa, ha in agenda impegni pregressi tra cui la tappa barese del tour promozional-turistico Panorami d'Italia. Lettera43 ha provato poi a contattare il diretto interessato senza però ottenere risposta.

LA ROTTURA CON GLI "SCISSIONISTI". Eppure quando Pisapia lo scorso gennaio presentò il suo Campo progressista a Lecce, Emiliano c’era. Cosa è cambiato nel frattempo? «È inutile nascondere che in questo momento c’è una certa distanza», fa notare a L43 un esponente vicino all'ex sindaco di Milano. «Il fatto, poi, che con Mdp i rapporti non siano proprio idilliaci pesa». Insomma, bisogna riavvolgere il nastro e tornare ai giorni della scissione in casa dem e, quindi, alla repentina decisione presa da Emilianoall'Assemblea nazionale di non abbandonare il Partito democratico insieme con Pier Luigi Bersani, Roberto Speranza ed Enrico Rossi ma di sfidare Renzi, candidandosi alla segreteria dem. «È evidente che questa ferita, ancora non rimarginata, possa aver influito sulla scelta del governatore di non venire in piazza», è il ragionamento.

Michele Emiliano.

ANSA

Chi invece non crede affatto che dietro l'assenza di Emiliano all’evento di piazza Santi Apostoli ci siano queste remore è un esponente dem di area orlandiana. «Non ha senso girarci intorno», spiega, «Emiliano ha una visione localistica del suo impegno. In questa fase gli basta quanto ha ottenuto dopo le primarie e dopo questo voto amministrativo. La sua, in sintesi, è una politica di posizionamento. Sposa una linea attendista finché gli tornerà utile. Ecco perché al momento non si schiera contro Renzi. Ma, attenzione, alla bisogna impiegherà pochi minuti a cambiare terreno di gioco. D’altronde l’abbiamo visto già con la sua candidatura alla segreteria». Concetto che Giuseppe Lauricella, sempre area Orlando, sintetizza con un: «Emiliano è così, decide un po’ à la carte».
RAPPORTI TESI CON MDP. Forse, però, più semplicemente l’ex sindaco di Bari si aspettava un invito? Un’ipotesi dell’irrealtà, a sentire Massimiliano Smeriglio, vicepresidente della Regione Lazio e molto vicino a Campo progressista: «Tutti coloro che hanno deciso di partecipare a questa iniziativa l’hanno fatto spontaneamente. Non c’è stato nessun invito formale. Abbiamo sempre detto che la nostra è una piazza aperta. A tutti, nessuno escluso». Una linea confermata anche da un parlamentare di spicco di Mdp: «Nessuno ha ricevuto lettere d’invito. Certo, Emiliano si sente un po’ una prima donna per cui», ironizza, «sarebbe stato difficile per lui prendere parte a un’iniziativa senza essere tra i protagonisti». Una cosa è certa: in casa dei Democratici e progressisti non fanno mistero dei rapporti tesi con il governatore pugliese.

TENTAZIONE RENZIANA. «Non mi pare che al momento ci sia un canale aperto con lui», aggiunge un bersaniano. «Mentre corre voce che il canale aperto ci sia con Renzi. Se non proprio un accordo in vista delle elezioni e della composizione delle liste in Puglia». Più tranchant, infine, un suo collega: «Vuole la verità? Mi sono posto tante domande in vista di questa iniziativa ma sul tema Emiliano proprio non mi sono interrogato».
giovedì 29 giugno 2017 09:22 

I venti punti di gradimento persi dalla sindaca Appendino

La Stampa pubblica oggi i risultati di un sondaggio non molto gradevole per Chiara Appendino, nel frattempo ufficialmente indagata per i fatti di piazza San Carlo:
L’Istituto Piepoli lo testimonia: nel giorno in cui taglia il traguardo del suo primo anno di mandato, la fiducia in Appendino è scesa al 45%. Il gradimento verso la sua amministrazione è al 31%; a settembre era al 56. L’immagine della sindaca vive un momento di appannamento, certificano le statistiche. Però è ancora solida. «Le persone la considerano onesta, determinata, integrata nel suo ruolo e concentrata nel pensare al futuro della città», spiega il professor Nicola Piepoli. «Queste qualità fanno sì che nonostante il bilancio del suo primo anno non soddisfi il 45% dei torinesi, la fiducia resti alta, al livello- ad esempio del presidente del Consiglio Gentiloni. Significa che i torinesi, in virtù delle qualità che le riconoscono, la considerano in grado di migliorare le cose».
chiara appendino
Il sondaggio su Chiara Appendino pubblicato da La Stampa (29 giugno 2017)
Sul bilancio di questo primo anno pesa un macigno. Per i fatti di piazza San Carlo, durante la finale di Champions League, un terzo degli intervistati ritiene che la sindaca avrebbe dovuto dimettersi. C’è chi le imputa la mancanza di un piano di emergenza, chi la considera responsabile in prima persona. Per contro il 53% è convinto che debba rimanere al suo posto perché, assumendosi la responsabilità, ha dimostrato di essere un buon sindaco. «Il dato rilevato indica una certa incrinatura nella fiducia della città verso il suo sindaco», ragiona Piepoli.

dipocheparole     venerdì 27 ottobre 2017 20:42  82 Facebook Twitter Google Filippo Nogarin indagato e...