sabato 21 dicembre 2013

Sono anni che cerco di far capire a quegli imbecilli di grillino che il reddito di cittadinanza è la più grande stupidità mai pronunciata da Grillo e ripetuta dai grillino. Senza lavoro non possiamo neanche sederci a parlare di reddito minimo di cittadinanza. Non studiano, non leggono. Ripetono in regione e nei comuni quello che gli scrivono i bugiardi professionisti del marketing della ditta Casaleggio e Company.

Antonella Stirati: “Senza lavoro il reddito minimo è una chimera”

Antonella Stirati
Antonella Stirati
Intervista di Roberto Polidori da Siderlandia
Abbiamo parlato di reddito minimo con Antonella Stirati, economista e professore ordinario di Economia presso la facoltà di Roma Tre, molto conosciuta per le sue ricerche sulla distribuzione del reddito e mercato del lavoro.
Qual è la differenza tra reddito minimo garantito e reddito di cittadinanza?
Per reddito di cittadinanza si intende un trasferimento monetario pubblico erogato a tutti i cittadini indipendentemente dal reddito, dal patrimonio e dall’occupazione. Per reddito minimo garantito si intende un reddito di sussistenza per chi è disoccupato, e la sua erogazione viene spesso legata non solo alla mancanza di una occupazione ma anche all’accertamento di una situazione di bisogno, accertata sulla base del patrimonio e del reddito familiare complessivo. Naturalmente la definizione di coloro che hanno accesso al reddito minimo può variare molto.
Il M5S ha parlato di un reddito di cittadinanza da 600 Euro mensili. Quanto costerebbe un sussidio del genere, secondo i suoi calcoli?
 Il movimento 5 stelle sostiene l’idea che si debba arrivare in prospettiva ad un reddito di cittadinanza. Questo costerebbe grosso modo tra il 20% e il 40% del PIL a seconda della somma erogata (tra i 350 e i 700 miliardi di euro). La proposta concreta però avanzata oggi dal M5S è una proposta di reddito minimo garantito da 600 Euro [in campagna elettorale Grillo aveva parlato di 1000 Euro, n.d.r.] da erogare a disoccupati in condizione di bisogno, cioè con un reddito netto al di sotto di 7.200 Euro annui. Resta da capire bene se deve essere considerato “bisognoso” il singolo individuo con reddito al di sotto di questa soglia indipendentemente dal reddito o dalla ricchezza del nucleo familiare di appartenenza. Proprio con riferimento alla definizione di soglia di accesso, possono nascere problemi. Se il reddito disponibile per l’individuo viene accertato a partire da quello familiare, la proposta si configura come uno strumento – assolutamente auspicabile – di contrasto alla povertà, ma che lascerebbe fuori molti disoccupati che convivono all’interno di nuclei familiari in cui entra un salario o stipendio, sia pure molto modesto. D’altra parte però, se si tiene conto solo del reddito dell’individuo, il numero di persone che avrebbe legittimamente diritto ad accedere al sussidio potrebbe diventare altissimo, poiché accanto a 3 milioni di disoccupati ufficiali in Italia ci sono molti milioni di persone che non lavorano e non stanno cercando lavoro (e quindi non risultano disoccupate) semplicemente perché non ritengono di poterlo trovare…
Quanto costerebbe?
 Naturalmente come dicevo dipende da come si definisce il diritto all’accesso. Se supponiamo di dare 600 euro al mese a 3 milioni di disoccupati contati dall’Istat in Italia ed altrettanti inattivi perché scoraggiati (ma potrebbero essere anche molti di più), ci vorrebbero circa 40 miliardi di Euro annui. Se venissero messe in discussione le politiche di austerità europee risparmiandoci le sanguinose manovre finanziarie  di rientro da deficit e debito, trasferimenti pubblici da 40 miliardi annui sarebbero molto ingenti, ma ipotizzabili. Mi chiedo se questi trasferimenti sarebbero politicamente e socialmente sostenibili.
Che cosa vuole dire? 
Non sono sicura che i lavoratori dipendenti sarebbero felici di contribuire al trasferimento di 600 euro annui al figlio disoccupato di un professionista benestante (nel caso il reddito sia garantito ai disoccupati che non hanno un reddito individuale, indipendentemente dal reddito della famiglia di appartenenza). La verità è che in Italia il numero molto elevato di persone che non hanno accesso ad una occupazione rende molto costoso economicamente ma anche difficilmente sostenibile politicamente e socialmente un reddito minimo garantito a tutti coloro che non hanno un lavoro, anche se sarebbe desiderabile ampliare il Welfare in questa direzione. Sono quindi essenziali politiche economiche di occupazione elevata, utilizzando in maniera consistente il bilancio pubblico per creare posti di lavoro. Fermo restando che sarebbe opportuno avere comunque un reddito minimo garantito come strumento di contrasto alla povertà.
Lei ha recentemente affermato in che ‹‹intorno alle proposte di reddito minimo vi è una insolita convergenza tra ‘movimenti’ radicali ed economisti liberisti››. Alla luce dell’analisi economica, lei condivide la visione di chi dice che “dobbiamo liberarci dal lavoro perché ce ne sarà sempre meno” e di chi dice che “bisogna scambiare un po’ di reddito minimo con maggiore necessaria flessibilità e precarizzazione?”
Dal punto di vista liberista il reddito minimo garantito è essenzialmente visto in termini di uno strumento per rendere possibile ancora più flessibilità e precarietà del lavoro. La convinzione che regge questo modello è, però, del tutto errata: la flessibilizzazione del mercato del lavoro, secondo i liberisti, garantirebbe elevati livelli di occupazione e laflexsecurity, quindi, sarebbe sostenibile in quanto si limiterebbe a garantire un reddito a pochi lavoratori disoccupati nelle fasi di transizione tra un’occupazione e l’altra. Gli studi scientifici dicono invece che non esiste alcuna relazione tra maggiore flessibilità e maggiore occupazione. L’elevata occupazione non può essere ottenuta rendendo più flessibile ed insicuro il mondo del lavoro: ci vuole uno Stato in grado di sviluppare una politica economica di alta occupazione.
I “movimentisti”, invece, partono dal presupposto che il lavoro sia ormai poco e precario e, quindi, considerano il reddito minimo come lo strumento per “liberarsi dal ricatto del lavoro”. Proviamo a immaginare che sia possibile trasferire una quantità tale di risorse da garantire a tutti senza condizioni una esistenza libera e dignitosa (il reddito di cittadinanza): il capitalismo probabilmente entrerebbe in grave crisi (perché le persone non sarebbero disponibili al lavoro salariato), ma crollerebbe anche la società civile. Chi, infatti, vorrebbe svolgere la pletora di lavori ripetitivi che esistono? E soprattutto chi e come organizzerebbe la produzione per mangiare, scaldarci e vestirci? Stiamo pensando ad una economia pianificata? Bisognerebbe discuterne apertamente…
Io penso che molto più realisticamente si debba pensare al reddito minimo garantito come ad un ampliamento del Welfare – che ha sicuramente un valore progressista, ma evidentemente non può da solo modificare radicalmente il sistema sociale ed economico.
Per restare ancorati alla realtà, un reddito minimo garantito inteso come rete di protezione per chi non lavora è auspicabile, mentre un reddito di cittadinanza dato ad ogni cittadino, anche occupato, si tradurrebbe in un sostegno indiretto alla imprese, che a quel punto potrebbero pagare meno i lavoratori [come succede in Germania con i mini-job, n.d..r], e proprio non vedo per quale motivo un’azienda privata che utilizzi lavoratori debba scaricare parte del costo del lavoro sulla collettività.
Lei avrebbe una proposta immediatamente cantierabile per alleviare il dramma della disoccupazione in Italia? 
Faccio un esempio: il minor gettito incassato dal Governo per la riduzione del cuneo fiscale ammonta a circa 5 miliardi di Euro e si traduce in inutili vantaggi in busta paga dei lavoratori di circa 10 euro mensili in media. Con questi 5 Miliardi lo Stato avrebbe potuto dare lavoro a 500.000 persone pagandole 800 euro al mese: un “piano del lavoro” di questo tipo avrebbe potuto mettere soldi in tasca di lavoratori, utilizzandoli per la manutenzione del territorio e degli edifici pubblici o per rendere più attrattive turisticamente le risorse artistiche e ambientali del paese.
A Lei risulta che il Governo abbia stanziato somme per il sostegno al reddito nell’ultima Legge di Stabilità?
 Il Governo ha stanziato 40 milioni all’anno per interventi di sostegno alle famiglie in condizioni di povertà, che è un importo ridicolo: consentirebbe un trasferimento di 400 euro netti mensili a poco più di ottomila famiglie, quando secondo l’Istat le famiglie italiane in condizioni di povertà assoluta erano  tre milioni nel 2012. E’ una presa in giro.
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Quello dei grillini è un partito nazinal fascista. Un partito stalinista. Un partito dello sfascio. Un partito dal motto o la va o la spacca. Certo se la spacca Grillo e Casaleggio campano ancora. Noi invece che viviamo di stipendio facciamo la fame.


Anche questo è un articolo che occorre leggere.

IL PARADOSSO DEL M5S: RIMBORSO ELETTORALE NO, FINANZIAMENTI SI

Grillo-finanziamenti

di Vania Lucia Gaito per blogsicilia.it

Se c’è qualcuno che della lotta ai finanziamenti pubblici ai partiti ha fatto una bandiera, è di certo il Movimento 5 Stelle. Tuttavia, ci sono finanziamenti e finanziamenti. E se il “no” dei grillini riguarda i cosiddetti “rimborsi elettorali”,ben diverso è l’atteggiamento nei confronti degli altri contributi, sempre pubblici, che invece intascano: i finanziamenti ai gruppi consiliari comunali e regionali, e a quelli, in divenire, dei gruppi parlamentari. E se per i fondi per il funzionamento dei gruppi consiliari comunali si tratta di cifre ancora abbastanza contenute (a Torino, per esempio, il M5S riceve circa 1000 euro al mese), ben diversa è la situazione per quanto riguarda i gruppi consiliari regionali.

In Piemonte, dove i consiglieri del 5 Stelle sono solo due, la regione concede, per l’assunzione di collaboratori, la cifra tutt’altro che modica di 260.000 euro l’anno. I due consiglieri piemontesi hanno assunto sei persone, con contratti di durata variabile. Lo stipendio medio di ciascun collaboratore è di circa 1500 euro, per un totale annuo di 110.000 euro. Con un “avanzo” di fondi di circa 150.000 euro all’anno.

A questi, bisogna aggiungere i fondi che la regione concede per il funzionamento del gruppo consiliare, cioè altri 108.000 euro l’anno. E come vengono spesi? Come lo stesso consigliere Bono afferma: “Non pensate solo alla carta, ai toner, alla stampante, ai cellulari, ai manifesti, ai giornalini, ma pensate anche a tutte quelle che sono le consulenze. Noi fondamentalmente spendiamo in consulenze legali, quindi avvocati.” Avvocati, certo. Per ricorrere al Tar contro alcuni provvedimenti delle amministrazioni, ma anche per difendersi dalle querele per diffamazione. Perché, sempre secondo il consigliere Bono, basta che un consigliere legga male una dichiarazione o un’intercettazione su un giornale, viene querelato per diffamazione. In realtà, le querele arrivano quando, dopo aver letto male, ci si lascia andare a invettive e dichiarazioni pubbliche diffamanti. Ma tanto, che bisogno c’è di approfondire una lettura superficiale, se gli avvocati se li pagano coi soldi pubblici?

Ai 368.000 euro menzionati fin qui, ci sono da aggiungere gli “stipendi”, quelli che i consiglieri del movimento affermano di essersi ridotti a 2.500 euro al mese. E a sentire Grillo (anche ad Agrigento il 18/10/2012) pare che il resto degli stipendi torni nelle casse regionali. E invece no. Perché anche in questo caso, la legge è chiara e non si può rinunciare a nulla. E allora, come funziona? Funziona che lo “stipendio” i consiglieri lo prendono tutto, ma ne trattengono solo una parte.

In Piemonte, la regione versa gli stipendi su un conto intestato a Progetti a 5 Stelle Piemonte, che provvede a bonificare ogni mese 2500 euro a ciascuno dei due consiglieri. Sul conto dovrebbero dunque “avanzare” circa 390.000 euro, fino a oggi. In teoria, tali fondi dovrebbero essere utilizzati per finanziare attività e azioni in linea con i contenuti delle 5 Stelle e del programma nazionale e regionale. In pratica, sono stati finanziati ben pochi progetti, per un totale di meno di 75.000 euro, per lo più per stampe e assistenza legale. Se il Progetti a 5 Stelle Piemonte sia una persona giuridica con un tesoriere o un conto cointestato ai due consiglieri, quindi chi, in ultima analisi gestisca i soldi, non è dato sapere. Alla faccia della trasparenza.

In Emilia Romagna, dove i consiglieri sono sempre due, la situazione è molto simile. I fondi per il funzionamento del gruppo consiliare sono circa 134.000 euro l’anno, a cui si aggiungono altri 130.000 euro per l’assunzione di personale.
Anche i consiglieri regionali dell’Emilia Romagna si sono autoridotti lo stipendio a 2.500 euro al mese, ma anche in questo caso, lo stipendio viene percepito per intero. Cosa accade, e come, lo spiega il consigliere regionale Giovanni Favia: “Entrambi abbiamo aperto un conto corrente dedicato, all’interno del quale la regione ci versa ogni mese lo stipendio intero. Da quei conti creati ad hoc, versiamo mensilmente la nostra retribuzione sui nostri conti correnti personali.” In pratica, ciascun consigliere ha due conti, entrambi intestati a lui: sul primo viene versato lo stipendio per intero, passandone solo 2.500 sul secondo. Sui conti correnti su cui la regione versa gli stipendi, quindi, dovrebbero essere rimasti circa 210.000 euro a consigliere. Solo che, trattandosi di conti personali, nessuno vieta ad un consigliere, o magari ad entrambi, di svuotare il conto e comprarsi una casa a Timbuctù o una Ferrari.

Per quanto riguarda i fondi dei futuri gruppi parlamentari, stimati intorno ai dieci milioni di euro, se i sondaggi rispecchiano quello che sarà il reale voto degli italiani, Grillo ha fatto firmare ai candidati del 5 Stelle un documento con cui fin da ora i futuri onorevoli affidano la gestione dei fondi per i gruppi parlamentari allo stesso Grillo e a Casaleggio.

Nel codice di comportamento che i candidati hanno accettato, si legge: «la costituzione di due “gruppi di comunicazione ”, uno per la Camera e uno per il Senato, sarà definita da Beppe Grillo in termini di organizzazione, strumenti e di scelta dei membri ». In pratica, Grillo e Casaleggio gestiranno i fondi a loro totale discrezione, pur non essendo neppure in Parlamento e senza tenere in nessun conto il regolamento della Camera, che prevede invece che ciascun gruppo parlamentare nomini il proprio presidente, uno o più vicepresidenti, un comitato direttivo e un tesoriere che annualmente presenta un bilancio da far approvare ai membri del gruppo. Tale bilancio, infine, deve avvalersi di “una società di revisione legale, selezionata dall’Ufficio di Presidenza [...] che verifica nel corso dell’esercizio la regolare tenuta della contabilità”.

In Sicilia, dove i grillini eletti all’Ars sono ben 15, non è ancora chiaro quanti saranno i fondi destinati al gruppo. L’Assemblea Regionale ha speso nel 2012, per i gruppi consiliari, 12.750.000 euro. Un milione in meno rispetto agli anni precedenti, è vero, ma senza alcun obbligo per i gruppi di rendicontare la spesa. I fondi che dovrebbero arrivare al movimento 5 Stelle, in proporzione, dovrebbero superare i due milioni di euro l’anno.
Praticamente, 5 Stelle Superior.


Un'analisi da leggere con molta attenzione.

Il Grillo parlante: un’analisi linguistica del V3Day

Pubblicato il 20 dicembre 2013 da Giovanni Laccetti 
Il Grillo parlante: un’analisi linguistica del V3Day.
Dopo aver analizzato il linguaggio dei principali esponenti del panorama politico italiano, giova confrontarsi anche con i discorsi di chi, da fuori dal Parlamento, anima il dibattito sulla Cosa Pubblica con toni e modalità che ad un rappresentante delle Istituzioni sarebbero certamente preclusi. Parliamo naturalmente di Beppe Grillo, del quale abbiamo scelto il discorso pronunciato il primo dicembre in occasione del V3Day.
Il testo è estremamente semplice e totalizza, sull’indice Gulpease, un invidiabile 57. Il numero rappresenta un testo leggibile dai 14,3 anni, ancora difficile per chi possegga la sola licenza media ma comodamente comprensibile dopo il biennio delle superiori.
analisi
Il dato che sorprende è il confronto con Renzi: il neosegretario del PD, infatti, durante il confronto Sky prima del voto aveva totalizzato 58,8 punti (13,8 anni per capire tutto), riuscendo a confezionare dunque un discorso ancora più semplice di quello del comico genovese famoso per riuscire a raggiungere il suo pubblico con un linguaggio comprensibile e diretto.
Il fronte più interessante dell’analisi sul testo grillino è però quello dell’estrazione terminologica: le cinque parole che emergono incrociando frequenze e ranghi sono eurocazzogentesoldo, e cosa. Il dato meramente quantitativo conferma dunque l’impressione di molti: Grillo sceglie di parlare non solo alla pancia dell’elettorato (al sottopancia, a ben guardare: la settima parola per importanza è culo) ma anche – soprattutto – alla tasca. L’ossessione è tornare a star beneliberandosi da ciò che viene identificato come causa di tutti i mali: non l’Europa in sé ma l’Unione Monetaria; l’euro.
estrazione
Passando all’estrazione dei sintagmi troviamo reddito di cittadinanzaposto di lavoro,introduzione dell’euromultinazionali nel mondomilioni di euro: i primi due sono i punti programmatici, invocati; il terzo è sempre connotato negativamente, così come il quinto: insieme, rappresentano per Grillo i nemici da abbattere, cioè la moneta europea e il finanziamento pubblico ai partiti. Importante anche il riferimento continuo alle “multinazionali del mondo”, dalle quali è importante difendersi e alle quali si deve sfuggire.
Stupisce la sostanziale coincidenza tra i singoli termini rilevanti e i sintagmi estratti: pur riuscendo a mimare l’impressione di un discorso pronunciato di getto, composto all’impronta, Grillo recita in realtà un copione molto preciso fatto di riferimenti testuali scelti con cura e mai casuali.
Le uniche parti nelle quali la leggibilità tende a scendere riguardano le statistiche dell’Ocse, le previsioni degli economisti e le strategie delle multinazionali della comunicazione: tre punti sui quali Grillo batte ma complicando la sintassi, contorcendo le frasi per veicolare, più che un messaggio chiaro, l’impressione che qualcosa che sta al di là delle nostre capacità di comprensione non vada per il verso giusto.
proiezione
In conclusione, ci troviamo davanti ad una sofisticata macchina di comunicazione, studiata a tavolino parola per parola o – per lo meno – frase per frase. I continui fraintendimenti della stampa sono evidentemente congegnati a priori e ogni sfumatura del discorso si trova esattamente dove dovrebbe essere e suona esattamente come si vuole che suoni (Berlusconi, in confronto, è un dilettante che punta sulla spontaneità). Il fatto che un apparato del genere si fronteggi oggi con l’equivalente renziano, altrettanto competente e agguerrito se non – almeno in questa prima fase – di più, ci regalerà certamente, nel prossimo futuro, una delle più appassionanti sfide a colpi di slogan degli ultimi anni.
Solo ci spiacerebbe dover aggiungere, tra qualche tempo, “a scapito dei contenuti”.

Un bugiardo, buffone, ignorante,populista Genarale Pound. Come tutti i grillini. Ogni settimana dicono il contrario della settimana prima. Proprio come Berlusconi.

http://youtu.be/U58oMsarz-4

Un pezzo comico irripetibile. In questo caso Titò è Totò e il campagnolo è un grillino. Sono veramente così i grillini.


Anche questo un capolavoro. Ovviamente Troisi e Benigni sarebbero i grillini e Leonardo da Vinci fa Leonardo da Vinci. Impossibile non vederlo.


Proponiamo ancora l'intervento della Boldrini per mettere in evidenza il rigore morale e l'intelligenza del nostro presidente della Camera rispetto alla pochezza e alla ignoranza dei grillini eletti. Viva l'Italia senza questi emeriti fessi.


Un capolavoro di comicità che uno come Casaleggio non riuscirebbe mai a comprendere. E' impossibile perdere questo video ma ovviamente sarebbe meglio vedere tutto il film. La persona in postazione al passaggio è un grillino che non avendo letto il blog di Grillo invece di gridare Rodotà Rodotà Rodotà urla Chi siete.


Questi sono i grillini uguali a quelli vogheresi e pavesi che usano questo linguaggio a me sconosciuto e mai usato. Eppure questi emeriti ignoranti dicevano che ero eccessivo. Eccessivo perché ho un tono di voce da trombone ereditato da mio padre? Mai insultato nessuno, mai bestemmiato, mai offeso qualcuno, mai usato parole volgari contro qualcuno. Solo le mie idee e la mia voce da trombone. Mai usato neanche intercalari strani che trovo volgari. Solo la mia voce. Eppure ero eccessivo. Si eccessivo più o meno come sono fessi i grillini vogheresi e pavesi.


A me continuano a scrivere da anni anche se mai ho dato la mia adesione alla setta. Risposta mia: " ma andate aff......."

“Gianroberto Casaleggio,  il “co-capo” del Movimento 5 Stelle insieme a Beppe Grillo, ha partecipato ieri  a Montecitorio e a Palazzo Madama ad un doppio incontro con i suoi parlamentari ed anche con lo staff comunicazione del partitito, e al termine del meeting ha candidamente ammesso che “negli ultimi mesi ci siano stati problemi di comunicazioni tra i vertici e gli  eletti” giustificando il tutto con la frase: “a volte si sbaglia e a volte no”.
Silenzio assoluto però: sulle derive autoritarie, la velocità con cui ha (ed hanno, in coppia) messo alla porta chi , come la sottoscritta e tutto il gruppo di DestinazioneForlì,  soltanto azzardava opinioni fuori dal coro” , le tante contraddizioni (prima il divieto alle partecipazioni televisive e poi il via libera) , le  liste di proscrizione per i giornalisti-scribacchini, come li ha definiti Grillo, e la leggerezza con cui si è vagheggiato di  democrazia diretta sul web… ne vogliamo parlare?”: chiede Raffaella Pirini, capogruppo della lista civica che a Forlì era omologata 5 stelle e poi è stata esclusa  , con una semplice diffida legale, senza alternative dalla rete del movimento.
“A parte la vicenda della nostra espulsione che grida ancora vendetta e la disumanità con cui i capi del Movimento 5 stelle hanno tagliato i ponti con un intero gruppo di persone che a Forlì aveva lavorato duro per sostenere le battaglie che tanto stanno a cuore  a  Grillo e Casaleggio, la nostra impressione è che l’intera esperienza politica portata avanti fino ad oggi dal “duo” sia costellata da errori , contraddizioni e improvvisazione dovute forse alla loro totale inesperienza e superficialià … non solo politica, ma anche umana”.
E per chiarire il tutto Raffaella Pirini si risolve dallo svelare alla stampa in anteprima quello che senza dubbio – se non è una cosa voluta – come “l’ennesimo strafalcione dello staff di Grillo”…
“Il 5 dicembre scorso – racconta la capogruppo della lista civica DestinAzioneForlì – lo staff di Grillo mi ha inviato nella mia mail personale (!) una comunicazione che non saprei se definire offensiva o delirante dove mi si ricordava che: “nel 2014 si terranno le elezioni” amministrative e mi si invitava a “organizzare un incontro in città”, per far conoscere ai concittadini il Movimento 5 Stelle nel tentativo di “capire come organizzarsi” alle elezioni amministrative del prossimo anno. Mi si chiedeva “se potevo o volevo organizzare questo incontro” nel caso “non fossi stata a conoscenza di altre liste già in corso di formazione a Forlì” invitandomi a compilare e spedire via mail un “form di proposta di incontro”. Incredibile, vero?”.
“Si tratta di una comunicazione paradossale , certamente inviata da un software pre-installato che conteneva i nominativi di tutti gli aderenti della prima ora del Movimento 5 Stelle, noi compresi, prima che ci epurassero. Un episodio  che dimostra soltanto una cosa: che la cosiddetta democrazia sul web e del web tanto decantata da Casaleggio è in realtà come direbbe Fantozzi : “una boiata pazzesca”. E che , quantomeno, che  Casaleggio e  Grillo non soltanto “hanno commesso errori di comunicazione”, come   hanno ammesso candidamente , ma che  è gravissimo che non riescano a controllare e dirigere un sistema telematico , che si dirama e  re-indirizza al famoso sito web di Beppe Grillo, una piattaforma che dovrebbe fare da rete a tutta l’attività del Movimento 5 Stelle. Chi ci dice che oltre agli errori di comunicazione non si possano o si siano già verificati delle “falle nel sistema”? Una prospettiva gravissima, se si pensa che la scelta dei parlamentari è stata condotta proprio su quella piattaforma web”: conclude Raffaella Pirini.

Ecco perché io continuo a sostenere che i grillino raccontano frottole. Dovevano vivere con 2500 euro al mese ciascuno. E' esattamente quello che lasciano al mese. Ma considerato che i parlamentari italiani prendono 4,7 volte di più rispetto ai parlamentari del Regno Unito quello che stanno facendo è solo populismo ed elemosina. Perché non propongono una legge nella quale vi è un solo articolo. Il parlamentare prenderà lo stesso stipendio che aveva quando lavorava. Se non lavorava il parlamentare potrà avere l'equivalente della cassa integrazione. Perché i grillino non fanno questa bella proposta di legge? Perché sono peggio di tutti gli altri messi insieme.

Stipendi dei parlamentari: gli italiani sono i più pagati d'Europa. Prendono 4,7 volte il pil procapite rispetto all'1,8 del Regno Unito

L'Huffington Post  |  Pubblicato:   |  Aggiornato: 21/12/2013 16:00 CET
I parlamentari italiani sono, in base alla dimensione dell'indennità in rapporto al Pil procapite, di gran lunga i più pagati d'Europa. Nel 2012, infatti, lo stipendio da deputato in Italia era pari a 4,7 volte il Pil pro-capite, contro l'1,8 del Regno Unito. Contando anche i rimborsi spese (con e senza documentazione), i contributi ai gruppi parlamentari, i rimborsi elettorali e le spese di trasporto questo rapporto sale al 9,8 per il deputato italiano e al 6,6 per quello inglese. A fare i conti in tasca ai 945 parlamentari italiani è il rapporto di fine anno del Csc.
Ma risparmiare si può: riducendo del 30% l'indennità dei parlamentari, ridimensionandone il numero, riformando le loro pensioni e abolendo i contributi ai gruppi parlamentari, i rimborsi elettorali e le spese di trasporto ma mantenendo la diaria oppure eliminandola e introducendo un tetto massimo alle spese rimborsabili, calcola ancora Confindustria, si potrebbe arrivare a risparmiare fino a 1 miliardo di euro.
I costi della politica, comunque, dice ancora via dell'Astronomia, non si esauriscono qui: ricomprendono anche tutte le altre istituzioni elettive (Comuni, Regioni, dando per abolite le Province) nonché quelle attività improprie svolte da una moltitudine di società partecipate dalla pubblica amministrazione che sono più di 7.700 e costano, in termini di ripiano delle perdite, circa 22 miliardi di euro.

Chi ci dice qualcosa su questo. Grillo o Casaleggio, Berlusconi o i Forconi? Chi ci dice la strategia per uscire da una situazione così drammatica.

Cassa integrazione: da gennaio 1 miliardo di ore
Per i lavoratori taglio reddito di 3,8 mld di euro

Il provvedimento riguarda 520 mila lavoratori. Cifra vicina al record del 2010, quando le ore di cig furono 1,2 mld

Nel 2013 la cig sfiorerà il miliardo di oreNel 2013 la cig sfiorerà il miliardo di ore
Nei primi undici mesi dell’anno la cassa integrazione sfiora quota un miliardo di ore, attestandosi a 990 milioni con poco meno di 520 mila lavoratori a zero ore che hanno subito un taglio del reddito di 3,8 miliardi di euro, ovvero 7.300 euro in meno per ogni singolo lavoratore. Sono alcuni dei numeri contenuti nel rapporto della Cgil di novembre sulla cassa integrazione, frutto di elaborazioni dei dati Inps da parte dell’Osservatorio Cig del sindacato. Sembra insomma destinata a essere «sfondata», per la terza volta dall’inizio della crisi, la quota di un miliardo di ore di cassa integrazione, non lontani dall’anno record del 2010 quando si raggiunsero oltre 1,2 miliardi di ore e dal 2012 che ne totalizzo’ invece 1,1 miliardi.
IN LINEA CON IL 2012 - Il rapporto della Cgil segnala come la richiesta di cassa nei primi undici mesi dell’anno sia sostanzialmente in linea con le ore concesse nello stesso periodo del 2012, per un totale pari a 989.964.700 (-1,41%). Rimane quindi senza variazioni la richiesta media di ore pari a 80/90 milioni di ore al mese, costante a partire da gennaio 2009, così come elevata l’incidenza delle ore di cig per lavoratore occupato nel settore industriale pari in undici mesi a 145 ore per addetto.
RECORD» A NOVEMBRE - Per quanto riguarda il solo mese di novembre, invece, le ore di cig richieste e autorizzate sono state 110.047.398, in aumento sul mese precedente del +21,34%. Nel dettaglio dell’analisi di corso d’Italia emerge come la cassa integrazione ordinaria (cigo) a novembre registri un monte ore pari a 26.656.840, in calo del 21,06% su ottobre. Da inizio anno la cig registra invece 319.940.445 di ore per un +3,36% sui primi undici mesi del 2012.

NORD BATTE SUD - Nelle regioni del nord si registra il ricorso più alto alla cassa integrazione. Dal rapporto della Cgil emerge che al primo posto per ore di cassa integrazione autorizzate nei primi undici mesi del 2013 c’è la Lombardia con 233,8 milioni di ore, seguita da Piemonte con 122,6 milioni e Veneto con 99,4 milioni. Nelle regioni del centro prima è il Lazio con 68,1 milioni mentre per il Mezzogiorno il poco lusinghiero record è per la Campania con 56,28 milioni di ore. La meccanica è il settore dove si è totalizzato il ricorso più alto allo strumento della cassa integrazione, seguita da commercio ed edilizia.
«2013, ANNO TRISTE» - Con questi dati, osserva il segretario confederale della Cgil, Elena Lattuada, «si prospetta l’ennesimo, triste, anno record in termini di ricorso alla cassa integrazione da quando, oramai sei anni fa, siamo stati investiti da una violenta crisi». Eppure, aggiunge la dirigente sindacale, «come dimostra una legge di Stabilità che non mette in campo misure per invertire la tendenza, una discussione sulla riforma degli ammortizzatori sociali mossa solo da una logica di taglio delle risorse, l’assoluta assenza di misure di contrasto alla crisi, non si ha contezza alcuna dello stato di profonda sofferenza in cui versa la gran parte del Paese».

Questo ignorante quasi come Grillo si rivolge ai suoi naturali alleati: Berlusconi e Grillo. La destra estrema non si fa chiamare così me è sempre destra estrema.


L'espressione buffone vale per Grillo e per tutti i suoi grillini in senato e camera, i quali ormai, guardando taglio degli ultimi interventi, si fanno scrivere i testi dallo staff di Casaleggio.


Queste sono le notizie che non vorremmo più leggere. E per i grillino il problema è mettere Napolitano sotto accusa. Poveri diavoli, gli scrivono anche i discorsi che pronunciano alla camera ed al senato. Poveri diavoli, così li avrebbe chiamati Pasolini.

Perde il posto di lavoro e si dà fuoco, grave 28enne

È avvenuto nella notte vicino a Potenza: il giovane è stato trasportato al Centro Grandi Ustioni dell'ospedale Cardarelli di Napoli. Non è in pericolo di vita
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POTENZA - Ha perso il posto di lavoro e, probabilmente per questo, un ragazzo di 28 anni si è dato fuoco la notte scorsa, in una casa di campagna di proprietà della sua famiglia, a pochi chilometri da Potenza. Il giovane, a causa delle ustioni riportate, è stato trasportato al Centro Grandi Ustioni dell'ospedale Cardarelli di Napoli. Non è in pericolo di vita.

Sull'episodio indagano i carabinieri. Secondo quanto si è appreso, la notte scorsa, il giovane, che era da solo, si è cosparso di benzina e si è dato fuoco. Poi ha cercato di spegnere le fia

dipocheparole     venerdì 27 ottobre 2017 20:42  82 Facebook Twitter Google Filippo Nogarin indagato e...