Milano, convegno anti-gender in Regione. La Lega invita i sindaci a dare battaglia
L'assessore alle Cultura "contro l'invadente ideologia che mira a stravolgere la società e il futuro dei nostri bambini" nonostante l'altolà del ministro Giannini. Critiche da Pd e M5S: "Ridicolo". Banchetti di Forza Nuova in centro, in arrivo mozioni sui libri di scuola
Dopo le accuse di omofobia al convegno dello scorso 17 gennaio, la Regione ci riprova. Questa volta contro le teorie gender sospettare di mettere a rischio il ruolo della famiglia naturale. L'assessore regionale alle Culture Cristina Cappellini della Lega chiama a raccolta i sindaci in vista del nuovo convegno che si svolgerà al Pirellone il prossimo 17 ottobre dal titolo "Nutrire la famiglia per nutrire il pianeta". Parafrasando lo slogan di Expo Milano 2015, il cui logo era stato utilizzato sulla locandina del convegno di gennaio, scatenando un fiume di polemiche e l'irritazione del Bie, l'organismo internazionale che organizza le esposizioni universali.
"Faccio un appello ai sindaci lombardi, che rappresentano un punto di riferimento straordinario e indispensabile per i cittadini: seguiteci nella nostra battaglia contro l'invadente ideologia gender, che mira a stravolgere la società e il futuro dei nostri bambini - sostiene la Cappellini - Una battaglia, anche culturale, che ha visto già le adesioni di sindaci coraggiosi e determinati come quelli di Prevalle e di Capriolo, in provincia di Brescia. I sindaci che aderiranno riceveranno il nostro forte plauso e quelli dei cittadini presenti".
Poi l'attacco al governo, nonostante il recente appello del ministro all'Istruzione Stefania Giannini abbia minacciato querele contro chi insiste nel parlare a sproposito di questa presunta diffusione di ideologie sulla possibilità di scegliere il proprio orientamento sessuale. "Siamo certi - insiste l'assessore leghista Cappellini - che, a differenza del governo Renzi, concentrato sulla presunta necessità di approvare in fretta la legge sulle unioni civili, dimenticando le politiche attive per la famiglia, la Lombardia continuerà a dimostrare anche su questo tema la propria concretezza e il proprio buon senso". Segue nel comunicato della Regione l'anticipazione di alcuni dei relatori invitato al convegno.
Massimo Gandolfini, promotore attraverso il comitato " Difendiamo i nostri figli" del family day lo scorso giugno a Roma. Giovanna Rossi, docente di Sociologia della Famiglia e direttore del centro studi sulla Famiglia all'università Cattolica di Milano e Gian Carlo Blangiardo, docente di Demografia e statistica dei flussi migratori alla Statale. Anche se altri nomi di invitati che faranno discutere saranno resi noti solo nei prossimi giorni. A fare gli onori di casa, come nel convegno di gennaio, il direttore di Tempi Luigi Amicone e il governatore Roberto Maroni.
Iniziative che hanno già scatenato la reazione dell'opposizione di centrosinistra al Pirellone. A iniziare dal Pd e dal Movimento Cinque stelle. "L'assessore Cappellini e di conseguenza tutta la giunta regionale continua a seguire un filone oscurantista lontano anni luce dal sentire comune dei lombardi - attacca la vice presidente del Consiglio regionale lombardo Sara Valmaggi del Pd - Mettere in contrapposizione l'indispensabile e riconoscimento dei diritti civili per le coppie omosessuali con il sostegno alle famiglie non ha alcun senso".
"La famiglia non ha bisogno di essere difesa da un assessore che la strumentalizza per fini meramente propagandistici di partito - aggiunge Iolanda Nanni, consigliere regionale M5S - l'assessore alla Cultura, oltre a rendersi ridicola, si rivela inadeguata a ricoprire un ruolo istituzionale, per ricoprire adeguatamente il quale bisognerebbe saper difendere e garantire diritti a tutte le forme in cui la famiglia si esprime nel contesto sociale, non solo quelle di cui si è a caccia di voti, facendo terrorismo psicologico con millantate teorie gender che non esistono". Dura anche la presa di distanza di Lucia Castellano, capogruppo regionale del Patto Civico: "Dagli immigrati agli omosessuali, il centrodestra lombardo continua a calpestare i diritti in nome di una visione oscurantista della società. Maroni e la sua giunta si fanno di nuovo promotori di un'iniziativa discutibile per i contenuti e i toni che utilizza. Il futuro dei nostri figli richiede apertura, rispetto e riconoscimento dei diritti. Proprio il contrario dell'arretramento medioevale che loro propinano, con l'aggravante di farlo da un pulpito istituzionale".
Lo scorso 17 gennaio, la Regione era finita nella bufera non solo per l'utilizzo del logo di Expo, ma per le affermazioni di alcuni relatori e la presenza in seconda fila nella sala Testori di don Mauro Inzoli, ex parroco, che era finito al centro di un'inchiesta su presunti abusi sessuali su minori e al quale nel 2014 la Santa sede aveva imposto il ritiro a vita privata. Per non parlare della cacciata del giovane studente cattolico della Bocconi, Angelo Antinoro, reo di aver osato chiedere dal palco al pubblico la semplice domanda: "Siete sicuri che vostro figlio sia eterosessuale e come pensate di coniugare il comandamento dell'amore con le terapie riparative che sono state condannate?". Subito allontanato dopo essere stato apostrofato da Amicone: "Sei qui per rompere le palle, portatelo fuori, va a ca...".
Nel frattempo, continua a Milano anche la mobilitazione dell'estrema desta. Con i banchetti di Forza Nuova che annuncia manifestazioni anche nei prossimi giorni contro la teoria gender nelle scuole. Mobilitazione condivisa dalla Lega che nei prossini giorni al Consiglio di zona 6 con Vincenzo Sofo e in zona 3 con Rita Cosenza presenterà mozioni contro i libri di testo, che secondo il Carroccio inneggerebbero alla teoria gender. Mozioni che sono già state presentate dalla Lega nei comuni del Comasco.
"Faccio un appello ai sindaci lombardi, che rappresentano un punto di riferimento straordinario e indispensabile per i cittadini: seguiteci nella nostra battaglia contro l'invadente ideologia gender, che mira a stravolgere la società e il futuro dei nostri bambini - sostiene la Cappellini - Una battaglia, anche culturale, che ha visto già le adesioni di sindaci coraggiosi e determinati come quelli di Prevalle e di Capriolo, in provincia di Brescia. I sindaci che aderiranno riceveranno il nostro forte plauso e quelli dei cittadini presenti".
Poi l'attacco al governo, nonostante il recente appello del ministro all'Istruzione Stefania Giannini abbia minacciato querele contro chi insiste nel parlare a sproposito di questa presunta diffusione di ideologie sulla possibilità di scegliere il proprio orientamento sessuale. "Siamo certi - insiste l'assessore leghista Cappellini - che, a differenza del governo Renzi, concentrato sulla presunta necessità di approvare in fretta la legge sulle unioni civili, dimenticando le politiche attive per la famiglia, la Lombardia continuerà a dimostrare anche su questo tema la propria concretezza e il proprio buon senso". Segue nel comunicato della Regione l'anticipazione di alcuni dei relatori invitato al convegno.
Massimo Gandolfini, promotore attraverso il comitato " Difendiamo i nostri figli" del family day lo scorso giugno a Roma. Giovanna Rossi, docente di Sociologia della Famiglia e direttore del centro studi sulla Famiglia all'università Cattolica di Milano e Gian Carlo Blangiardo, docente di Demografia e statistica dei flussi migratori alla Statale. Anche se altri nomi di invitati che faranno discutere saranno resi noti solo nei prossimi giorni. A fare gli onori di casa, come nel convegno di gennaio, il direttore di Tempi Luigi Amicone e il governatore Roberto Maroni.
Iniziative che hanno già scatenato la reazione dell'opposizione di centrosinistra al Pirellone. A iniziare dal Pd e dal Movimento Cinque stelle. "L'assessore Cappellini e di conseguenza tutta la giunta regionale continua a seguire un filone oscurantista lontano anni luce dal sentire comune dei lombardi - attacca la vice presidente del Consiglio regionale lombardo Sara Valmaggi del Pd - Mettere in contrapposizione l'indispensabile e riconoscimento dei diritti civili per le coppie omosessuali con il sostegno alle famiglie non ha alcun senso".
"La famiglia non ha bisogno di essere difesa da un assessore che la strumentalizza per fini meramente propagandistici di partito - aggiunge Iolanda Nanni, consigliere regionale M5S - l'assessore alla Cultura, oltre a rendersi ridicola, si rivela inadeguata a ricoprire un ruolo istituzionale, per ricoprire adeguatamente il quale bisognerebbe saper difendere e garantire diritti a tutte le forme in cui la famiglia si esprime nel contesto sociale, non solo quelle di cui si è a caccia di voti, facendo terrorismo psicologico con millantate teorie gender che non esistono". Dura anche la presa di distanza di Lucia Castellano, capogruppo regionale del Patto Civico: "Dagli immigrati agli omosessuali, il centrodestra lombardo continua a calpestare i diritti in nome di una visione oscurantista della società. Maroni e la sua giunta si fanno di nuovo promotori di un'iniziativa discutibile per i contenuti e i toni che utilizza. Il futuro dei nostri figli richiede apertura, rispetto e riconoscimento dei diritti. Proprio il contrario dell'arretramento medioevale che loro propinano, con l'aggravante di farlo da un pulpito istituzionale".
Lo scorso 17 gennaio, la Regione era finita nella bufera non solo per l'utilizzo del logo di Expo, ma per le affermazioni di alcuni relatori e la presenza in seconda fila nella sala Testori di don Mauro Inzoli, ex parroco, che era finito al centro di un'inchiesta su presunti abusi sessuali su minori e al quale nel 2014 la Santa sede aveva imposto il ritiro a vita privata. Per non parlare della cacciata del giovane studente cattolico della Bocconi, Angelo Antinoro, reo di aver osato chiedere dal palco al pubblico la semplice domanda: "Siete sicuri che vostro figlio sia eterosessuale e come pensate di coniugare il comandamento dell'amore con le terapie riparative che sono state condannate?". Subito allontanato dopo essere stato apostrofato da Amicone: "Sei qui per rompere le palle, portatelo fuori, va a ca...".
Nel frattempo, continua a Milano anche la mobilitazione dell'estrema desta. Con i banchetti di Forza Nuova che annuncia manifestazioni anche nei prossimi giorni contro la teoria gender nelle scuole. Mobilitazione condivisa dalla Lega che nei prossini giorni al Consiglio di zona 6 con Vincenzo Sofo e in zona 3 con Rita Cosenza presenterà mozioni contro i libri di testo, che secondo il Carroccio inneggerebbero alla teoria gender. Mozioni che sono già state presentate dalla Lega nei comuni del Comasco.