sabato 21 giugno 2014

Anche in questo caso, come in altre occasioni, sono perfettamente d'accordo con Gad Lerner.

Spezzo una lancia in difesa di Berlusconi l’irriducibile

SABATO, 21 GIUGNO 2014
Evitare l’accanimento,  sempre. La decisione del Tribunale di Napoli che ha deciso di sottoporre ai giudici di sorveglianza di Milano quanto affermato in udienza da Silvio Berlusconi,  per eventuali sanzioni o restrizioni da infliggere al condannato, non  mi piace. Mi ricorda la speciale, maramaldesca attenzione riservata da certi giudici, durante gli anni di piombo, ai brigatisti irriducibili già detenuti. Che lanciavano proclami contro la giustizia borghese e ne venivano ripagati con inutili supplementi di pena.
Nulla condivido dei peraltro arcinoti giudizi di Berlusconi sulla magistratura italiana. Ma gli riconoscerei il diritto e la coerenza di fare a suo modo l’irriducibile. Senza minacciarlo di inasprimenti o supplementi di pena. Per una volta solidarizzo con lui: rinchiuderlo agli arresti domiciliari solo perché ripete le sue convinzioni sbagliate mi parrebbe un sopruso; nel mentre attendo che la giustizia ordinaria completi il suo iter.

1,8 miliardi sono proprio i soldi che lo stato italiano spende per i distacchi sindacali di nullafacenti. Vogliamo iniziare da qui cara Camusso?

Osservatorio CGIL: 1.8 miliardi in fumo a causa della cassa integrazione

Pubblicato il 21 giugno 2014 da Emanuele Vena 
Ben 1.8 miliardi in fumo, circa 3.300 euro netti a lavoratore. Sono le cifre della cassa integrazione a zero ore, che emergono dalle elaborazioni delle rilevazioni Inps da parte dell’osservatorio sulla cassa integrazione della CGIL. Oltre cinquecentomila i lavoratori interessati, per un totale di poco meno di mezzo miliardo di ore di cassa integrazione in appena cinque mesi.
VERSO IL MILIARDO - Il trend di ore di cassa richieste secondo la CGIL è “stabile oltre 80 milioni mensili” e “punta per l’ennesima volta verso il miliardo di ore annuo”. E aggiunge: “pur con qualche segnale positivo sul fronte produttivo, nel dettaglio emerge un quadro di crisi strutturale economica e produttiva”. E il calo drastico della cassa in deroga è il segno che “i finanziamenti stanziati stanno esaurendo la copertura”.
lavoro
DARE CENTRALITA’ AL LAVORO - Le cifre spingono la CGIL a ritenere il lavoro quale “punto strategico per l’uscita dalla crisi”, nonchè “nodo irrisolto”. Serve un’azione urgente, con un governo”capace di offrire al paese una prospettiva che solo il lavoro può rendere percorribile”.
LE CIFRE - L’analisi della Cgil rileva circa 96 milioni di ore di cig a maggio, +11,06% rispetto ad aprile. Il dato del 2014 si attesta vicino alle 490 mila ore, in calo dello 0,76% rispetto ai primi cinque mesi del 2013. Nel dato mensile di maggio calano sia la cassa integrazione ordinaria (cigo, -1,52%) che quella in deroga (cigd, – 31,13%), mentre cresce quella straordinaria (cigs, +32,70%), che – secondo la UIL – a maggio ha pesato per il 65%, un dato che evidenzia “la strutturalità delle crisi aziendali”.
Emanuele Vena

Un articolo da leggere con attenzione e sul quale riflettere per capire quanto sono razzisti i leghisti ed i grillini.

Delitti & Ipocrisia. Se erano neri?

Omicidi efferati compiuti da italiani. Quando l'indignazione scatta a seconda del colore della pelle

Immagine tratta da Flickr, di TesFox

 
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In Lombardia ci sono stati due gravissimi delitti nei giorni scorsi: aCinisello Balsamo un ragazzo sui trent'anni, che girava nudo per la strada gridando di essere un uomo libero, ha ucciso una persona e ferito gravemente altre due. A Motta Visconti, un uomo ha freddamente pianificato l'uccisione della moglie e dei loro due figli, poi se n'è andato da amici a vedere la partita della Nazionale; doveva questo essere il suo alibi a prova di bomba, che invece s'è afflosciato in 24 ore.
Ci si potrebbe chiedere come pensasse, il secondo, di farla franca, o di vivere tranquillo dopo quel che ha fatto, o se non era più semplice divorziare; al riguardo pare abbia detto agli inquirenti, che glie lo chiedevano, che sì, poteva farlo, ma dopo restavano i figli, per questo li ha uccisi tutti. 
Anche la soluzione del caso della povera Yara Gambirasio, con l'individuazione di un (presunto, ricordiamolo) colpevole anch'egli molto domestico, non ha destato particolari reazioni. 
Qui si vuol riflettere solo su un aspetto particolare. Fatti così violenti e immotivati hanno provocato uno sdegno tutto sommato limitato. Perché? Forse perché gli assassini sono simili a noi, sembrano il vicino della porta accanto e questo, paradossalmente, anziché farci più paura, quasi sembra rassicurarci. Ben diverse sarebbero state le reazioni se gli assassini avessero avuto la pelle nera, come quel Kabobo che l'anno scorso massacrò a Milano tre persone; un fatto per il quale sobriamente si reclamò la reintroduzione della pena di morte. 
I neri ci fanno paura di per sé, i “nostri” ci danno sicurezza. Se anche qui ci fosse stato di mezzo un nero, le reazioni sarebbero state violente, con le fiaccolate, la Lega in testa a reclamare la pulizia etnica o ad evocare, con la nota signorilità, la derattizzazione. Si vede che i “nostri”assassini sono ritenuti più buoni, per loro la pena di morte sarebbe esagerata, fuori misura. Il colore della loro pelle è una garanzia, quella degli altri invece è una condanna.

E bravo Calderoli. Eliminiamo l'immunità in maniera da rendere possibile portare in tribunale il sen. Centinaio della Lega Nord.

Nuovo Senato, è scontro sull’immunità. Calderoli: “Leviamola anche ai deputati”

ROMA – E’ scontro sull’immunità dei parlamentari. Il giorno dopo l’annuncio dell’accordo fra Pd, Forza Italia e Lega sul nuovo Senato,Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato e correlatore al testo sulle riforme all’esame di Palazzo Madama dice: “Se suscita perplessità il fatto che deputati e senatori abbiano la medesima forma di immunità allora come relatore mi sento di fare una proposta e di verificare l’eventuale condivisione:togliamo l’immunità sia a deputati che a senatori. Tutti siano trattati come cittadini comuni”.
Intanto, il ministro Maria Elena Boschi risponde alle critiche mosse dal Movimento Cinque Stelle, che ha accusato i democratici di fare le riforme con un pregiudicato, Silvio Berlusconi.
Da Massa Marittima, dove partecipa a un seminario di area riformista, Boschi replica:
“Il Pd è al governo. Lega e Forza italia sono all’opposizione e fanno il loro lavoro. Sulle riforme e sulla legge elettorale si cerca di lavorare oltre la maggioranza. Stiamo facendo un processo di riforme con un partito che rappresenta milioni di cittadini e che siede in parlamento”.

dal Movimento 5 Stelle a intervenire è Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera che dice: “Qui non si sta parlando di persone con cui accordarsi, ma di punti importanti della nostra legge elettorale da far entrare nell’ordinamento giuridico del nostro Paese. Mercoledì vogliamo dare un’opportunità al Pd avendo a cuore solo questo obiettivo. Proponiamo questo incontro – aggiunge Di Maio – in un momento in cui non c’è accordo tra Fi e Pd su nulla. Lo proponiamo restando opposizione”.

Riceviamo e pubblichiamo. Avanti a tutta. Serve più un intervento come questo che mille buffonate grilline.

Della Valle: «Bazoli dovrebbe dimmettersi»

Ubi banca, il numero uno di Tod's attacca: «Il suo operato scandaloso. Chieda scusa e lasci gli incarichi».

AFFONDO
A finire nel mirino di Diego Della Valle, non nuovo ad attacchi frontali, stavolta, è stato nientepopodimeno che Giovanni Bazoli. «Se avesse un briciolo di dignità, dovrebbe chiedere scusa agli italiani e dimettersi immediatamente da ogni incarico pubblico», ha tuonato il numero uno di Tod's riferendosi alle vicende legate a Ubi banca, che hanno visto il il presidente del Consiglio di sorveglianza di Intesa San Paolo finire nel registro degli indagati.
«NON MERITIAMO NUOVI SCANDALI».«Le notizie sconcertanti che emergono da alcuni organi di stampa (pochi purtroppo) sul suo operato e su quello di altri suoi compari», ha proseguito Della Valle, non possono passare inosservate e tanto meno rimanere impunite». Perchè «i cittadini italiani perbene non meritano di subire altri scandali e soprattutto non meritano di vedere che, se a commetterli sono persone potenti, tutto passa nel dimenticatoio».
«FAVORI A FIGLI E PARENTI». E ancora, a rincarare la dose: «Vedere come ha utilizzato il suo potere e il suo mondo di relazioni trasversali per fare i suoi interessi e per agevolare e favorire figli e parenti è scandaloso».
«SE NE VADA, PER UN NUOVO CORSO POLITICO». «Se dobbiamo credere a un nuovo corso politico, dove tutti i cittadini siano considerati giustamente uguali», è il parere del patron della Fiorentina, «il caso Bazoli sarà il vero esempio da usare per capire se veramente si vuol cambiare, allontanando un certo mondo che ha fatto enormi danni al Paese. Se questo signore e i suoi sodali rimarranno al loro posto vorrà dire che nulla cambia veramente e che la questione morale, ancora prima di quella giudiziaria, viene valutata con pesi e misure diversi».
Sabato, 21 Giugno 2014

Quello che dovrebbe fare la politica viene fatto dal Papa. Adesso comprendo il senso pieno dell'essere cattolico. Questa è la chiesa che cercava Don Milani.

Papa Francesco: "I mafiosi sono scomunicati, la 'ndrangheta adora il male" (VIDEO)

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L’ingresso “solenne” della ‘Ndrangheta in una liturgia papale, dalla porta principale dell’omelia, evocata per la prima volta e per nome da un successore di Pietro, non è durato che pochi istanti: il tempo, per gli uomini d’onore, di esserne subito scacciati con il marchio canonico del disonore: la scomunica per idolatria. Peggio per satanismo. Davanti alla loro gente.
"La ’ndrangheta è questo, adorazione del male e disprezzo del bene comune. Questo male va combattuto, va allontanato! Bisogna dirgli di no! Coloro che nella loro vita seguono questa strada di male, come sono i mafiosi, non sono in comunione con Dio: sono scomunicati! Quando all'adorazione del Signore si sostituisce l'adorazione del denaro, si apre la strada al peccato, all'interesse personale e alla sopraffazione. Quando non si adora il Signore si diventa adoratori del male, come lo sono coloro che vivono di malaffare, di violenza, la vostra terra, tanto bella, conosce le conseguenze di questo peccato. La 'ndrangheta e' questo: adorazione del male e disprezzo del bene comune. Questo male va combattuto, va allontanato, bisogna dirgli di no. La Chiesa che so tanto impegnata nell'educare le coscienze, deve sempre più spendersi perché il bene possa prevalere. Ce lo chiedono i nostri ragazzi. Ce lo chiedono i nostri giovani, bisognosi di speranza. Per poter rispondere a queste esigenze, la fede ci può aiutare".
(Continua a leggere dopo il video)
D’un tratto, agli occhi dei duecentomila convenuti nella piana, è parso che il massiccio del Pollino assumesse i contorni del Sinai e Bergoglio fosse disceso da lì, non dall’elicottero, mentre scolpiva la sua sentenza sulle tavole della legge interiore, direttamente nelle coscienze, comminando “ai grandi assenti” il 41 bis dell’isolamento più estremo e il sequestro preventivo della vita eterna.
Nel solstizio d’estate, il giorno più lungo del “liberatore” era iniziato all’alba e in solitudine, sotto l’ala del suo Signore, per poi decollare dall’eliporto e prepararsi allo sbarco. Dirigendo a Sud, lo sguardo ha sorvolato a lungo il meridione d’Italia, che a un secolo e mezzo dall’unità non riesce a trovare l’indipendenza, ostaggio dei contropoteri che lo attraversano e lo attanagliano.
Il calendario, come dicevamo, ha fatto coincidere con il debutto della stagione estiva, il 21 giugno, l’arrivo di un pellegrinaggio annunciato a Natale ma cominciato idealmente allo start di primavera, il 21 marzo, quando Francesco radunò i familiari dei morti di mafia per ricordare uno a uno i loro cari. Litania di preghiera e pista sangue che in Calabria portavano dritto alle campagne di Cassano, in contrada Fiego, e al nome dell’ultima vittima, Cocò Campolongo, assassinato a tre anni con un colpo alla testa e arso in macchina insieme al nonno, dando alle fiamme l’antica regola per la quale i bambini non si toccano: “Questo accanimento su un bambino così piccolo sembra non avere precedenti nella storia della criminalità”, denunciò inorridito Francesco all’Angelus, sebbene avvezzo all’efferatezza dei narcos.
Dall’equinozio al solstizio dunque. L’intervallo che in natura fa maturare dal fiore il frutto. E in effetti la terra dei mandaranci, le “clementine” della piana di Sibari, ha impregnato del suo sapore agrodolce la giornata del Papa sin dall’atterraggio a Castrovillari, davanti alla casa circondariale, dove ha onorato “l’appuntamento” con il padre di Cocò, recluso in carcere: “Mai più violenza ai bimbi, mai più succeda che un bambino debba vivere queste sofferenze, io prego per lui continuamente, non disperate”.

Assorbendo all’istante il “Genius Loci”, Bergoglio ha intrapreso una Via Crucis nei siti del dolore, ricreando a ogni tappa il microclima, l’equilibrio dolceamaro di quest’angolo di Calabria, e riversando sulle asperità esistenziali, singole o collettive, la tenerezza dei gesti, come la brezza che dal golfo lambisce i contrafforti montani. Nelle nove ore di permanenza il Pontefice si è inerpicato sui sentieri più scoscesi: dalle vite “interrotte” dei giovani alcolisti e tossicodipendenti della comunità Mauro Rostagno, invitati a pranzo, alle storie terminali dell’Hospice San Giuseppe Moscati per le cure palliative, visitato stanza per stanza.
La sua sagrestia e il suo sagrato, mentre si recava sul litorale, all’orizzonte del mare, è stata la frazione Lattughelle, nel luogo in cui la sera del 2 marzo fu ucciso a sprangate Don Lazzaro Longobardi, martire dell’accoglienza, come l’ha definito il vescovo Galantino. E’ là che Francesco si è “caricato” spiritualmente per l’omelia, calandosi nell’habitus mentale dei preti frontalieri, ai quali la soglia delle chiese non riserva un “cortile dei gentili”, dove i “lontani” li cercano per confrontarsi sulla summa del pensiero, ma un territorio spesso ostile, dove i “vicini” li affrontano per estorcergli somme di denaro.
I viaggi di Francesco stanno ridisegnando le carte geografiche, portando le periferie alla ribalta. Se la penisola comincia dall’appendice insulare di Lampedusa, l’Europa muove invece dalla cenerentola d’Albania, dove il Pontefice atterrerà il 21 settembre.
Cristo per Bergoglio non si è fermato a Eboli, ma prosegue il cammino fino a Cassano allo Ionio, promossa “capoluogo” della CEI, da quando il suo vescovo pendolare, Nunzio Galantino, è stato chiamato alla segreteria generale: “Non ho ancora avuto il piacere di conoscervi di persona, ma spero di poterlo fare presto. Per una missione importante nella Chiesa italiana ho bisogno che Monsignor Galantino venga a Roma…”, scriveva il Papa il 28 dicembre.
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Papa Francesco in Calabria
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Ansa
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papa Francesco in Calabria
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Nella “coabitazione” del prossimo quinquennio tra un presidente di mediazione, “indicato” dai vescovi, e un segretario di “decisione”, scelto direttamente dal Pontefice, Cassano occupa sulla mappa ecclesiale un posto analogo alla Genova di Bagnasco (e Bertone), nell’era di Ratzinger. Onore e onere che da cittadina la fa cittadella.
Con Francesco, diventa obsoleto altresì e va in archivio il vecchio distinguo fra viaggi dentro e fuori d’Italia, tuttora in uso in Vaticano e sul sito della Sala Stampa. Classificazione che giornalisticamente e geograficamente “non tiene”, nel senso letterale nonché materiale, poiché gli eventi di cui Bergoglio è protagonista travalicano i confini, facendo notizia e tendenza sulla stampa internazionale: a riprova di ciò la zona del muro fra Messico e USA, dove s’infrangono a ondate i clandestini “indocumentados”, che guadano il Rio Grande pagando un pedaggio di morte al deserto e al fiume, nel glossario dell’episcopato statunitense viene ormai ribattezzata “Lampedusa d’America”.
Per un comune di diciottomila abitanti ricevere la visita del Papa, precedendo le “grandi” e le teste di serie, da Firenze a Venezia, da Milano a Napoli, equivale a giocare una finale di coppa del mondo. Con una differenza: che mentre il Brasile all’indomani si ritrova con stadi nuovi e vecchie inquietudini, le chiese di Cassano restano scrostate, serenamente, senza restyling o maquillage. "Preferisco che crollino le chiese e i saloni", piuttosto che chiedere soldi ai politici, aveva intimato in campagna elettorale l’energico Galantino.
Accogliendo l’equazione del presule, per cui “la ‘Ndrangheta non si nutre solo di soldi e malaffare, ma di coscienze addormentate e perciò conniventi”, Francesco ha privato le mafie del loro humus e foraggio atavico, dando fuoco ai fienili.
Come avevamo anticipato all’inizio della settimana, il Vicario di Cristo sta verosimilmente scavando una trincea e lanciando una crociata legalitaria, che potrebbe segnare il volto della Chiesa italiana e orientarne l’impegno per gli anni a venire, con speciale riguardo al Sud.
Da scalo periferico, il Mezzogiorno si trasforma in hub dell’immaginario globalizzato. Con una “potenza di fuoco” che non conosceva dai tempi della Magna Grecia e degli specchi di Archimede. E con una piattaforma dalla quale problemi e simboli, sollevati abilmente da Francesco, s’involano alla volta dei satelliti e rimbalzano sugli schermi dei media. Incendiando le coscienze. 

dipocheparole     venerdì 27 ottobre 2017 20:42  82 Facebook Twitter Google Filippo Nogarin indagato e...