Volutamente abbiamo eliminato nomi e cognomi di persone poichè l'accertamento della verità sui fatti spetterà alla magistratura. Ogni riferimento a persone o fatti é del tutto casuale. Attendiamo che la giustizia faccia il suo corso. Prendiamo atto che nessuna forza politica presente in consiglio comunale ha preso posizione sull'argomento ad eccezione de dottor Gabba il quale ha dichiarato la propria solidarietà rispetto al consiglire Rubiconto.
Da parte nostra una amara considerazione: in questi anni di mandato politico il consiglire comunale Rubiconto, non i grillini né altri, ha ricevuto attacchi costanti da sindacati e politici. Probabilmente qualcuno di questi sindacalisti e politici lungimiranti ha compreso il potenziale consenso che Rubiconto potrebbe avere alle prissime elezione pensando bene di attaccarlo sulla propria professione.
Noi tutti ci ricorderemo di quanto é accaduto in questi anni. Ovviamente alle prossime elezioni ricordando che il PD, Rifondazione Comunista ed un grillino presenti in Consiglio Comunale hanno trovato normale che le sue dichiarazioni sul sito istituzionale del suo movimento e le dichiarazioni fatte nei suoi interventi in Consiglio Comunale venissero mandati dalla sindacalista della Cisl, tutti i giorni alla Direzione Scolastica Regionale della Lombardia, al funzionario del ministero che ha inviato l'ispezione nonchè all'ispettore che sembrerebbe avere avuto contatti continui con la stessa. Che paese l'Italia. Davvero un gran bel paese.
Liberi cittadini contro il regime partitocratico, i privilegi della casta sindacale della triplice, la dittatura grillina e leghista, la casta dei giornalisti
sabato 15 giugno 2013
Incredibile ma vero. Questa non è l'intelligenza collettiva della rete. Questa è la stupidità collettiva dei grillini.
Piano dei dissidenti contro Grillo.
Beppe: "Fuori chi vota Gambaro"
L'obbiettivo degli scontenti è prendere il controllo della rappresentanza, sfiduciando il capogruppo. Sono più di venti quelli pronti a dire no al leader che avverte: votano contro? Non c'è problema, prendo il simbolo e me ne vado
di TOMMASO CIRIACOIl dato più sorprendente è che Vito Crimi, braccio politico del Fondatore e amico personale di Gianroberto Casaleggio, non si tira indietro e illustra senza giri di parole il piano degli ortodossi: "Chi lunedì vota contro la proposta di affidare alla Rete l'espulsione, viola un principio fondamentale del movimento. Più che mettersi fuori dal movimento, è più giusto dire che ne dovrà trarre le conseguenze". Di fatto, è l'annuncio di una campagna di epurazione del dissenso interno che rende quasi superfluo il passaggio assembleare. Crimi lo argomenta così: "Il motivo è chiaro: chi vota contro dimostra di volersi sottrarre al
È l'ultima trincea scelta dal board dei grillini e teorizzata ancora in queste ore dal leader, che ha in tasca nome e simbolo del movimento. È la chiarezza che Grillo esige e per la quale è pronto a sacrificare "anche venti parlamentari". Quando da Roma gli fanno notare che tira una brutta aria, lui non si scompone. Visti i rapporti di forza fra i deputati, il rischio di essere messo in minoranza è considerato minimo e comunque non giustifica ipotesi di mediazione: "Non c'è problema, se decidono diversamente prendo il simbolo e me ne vado". Lo seguirebbero i fedelissimi, che popolano soprattutto il gruppo della Camera. Una volta raggiunto l'equilibrio interno e allontanati i dissidenti, comunque, i grillini passeranno al contrattacco. E già si valutano iniziative eclatanti per uscire dall'angolo, come ad esempio una nuova occupazione delle aule parlamentari.
Se a Montecitorio il capogruppo Riccardo Nuti serra i ranghi in vista dell'assemblea, a Palazzo Madama i volti stravolti dei senatori raccontano il dramma politico in atto. Il summit di ieri si è trasformato in un surreale processo al dissenso. Perché la maggioranza dei senatori, impegnata in uno scontro durissimo, ha cercato fino all'ultimo di azzerare il timer della resa dei conti, cancellando l'assemblea del lunedì per permettere al gruppo di lavorare alla soluzione del caso Gambaro. Si sarebbe trattato di un'implicita sfiducia al capogruppo in carica. Non sono però riusciti a sfondare. Morra e Crimi, aggrappandosi al regolamento e facendo infuriare molti dei presenti, hanno richiamato tutti a rispettare lo statuto.
I ribelli, però, sono pronti a tentare un nuovo assalto lunedì. Il piano, al quale stanno lavorando già da ieri pomeriggio, è quello di chiedere un nuovo voto. L'obiettivo è sfiduciare Morra. È un progetto difficile da realizzare, ma nessuno può azzardare previsioni certe su un gruppo ormai lacerato. I dissidenti hanno anche minacciato di disertare la riunione congiunta. Un atto di guerra contro i colleghi della Camera con i quali, ormai, i rapporti sono compromessi. In tutto i senatori eterodossi sono trenta, divisi tra chi è pronto a votare contro la cacciata e chi invece sceglierà di non partecipare al voto. Sono gli stessi che già ieri hanno annunciato di voler salvare la collega.
Accanto alla guerriglia interna, però, corre sotterranea l'exit strategy dei dissidenti. Battista e una decina di senatori - alcuni siciliani e una fetta della pattuglia tosco-emiliana - attendono solo l'incontro decisivo prima di mollare gli ormeggi. Già si ragiona di nome e simbolo. Gambaro, assente anche ieri alla riunione, è in costante contatto con loro. E l'area dell'insofferenza potrebbe portare nei prossimi mesi un'altra decina di senatori a lasciare.
Alla Camera, intanto, i ribelli sanno di essere a un passo dallo snodo decisivo. Pippo Civati, attaccato da Nuti per i rapporti coltivati con alcuni grillini a disagio, osserva sconsolato la deriva: "Sono accuse ridicole. Non posso neanche parlare con altri parlamentari? Facessero un regolamento per dire chi può parlare con chi...".
Un peso decisivo nella battaglia di lunedì avrebbe potuto assumerlo un'eventuale trasferta romana di Grillo. La macchina organizzativa della Camera è stata preallertata, ma i falchi hanno consigliato al leader di non affacciarsi. Troppo alto il rischio che la situazione precipiti, troppo forte il timore che la presenza del comico accenda ulteriormente gli animi. Meglio sbrigarsela senza compromettere troppo il Fondatore.
Una bella riflessione di Filippo Facci. In poche righe una intuizione sulla quale riflettere. Molto.
Internet è il passato
14 giugno 2013
Siamo abituati ai termini «partecipazione» e «mobilitazione» come se fossero la stessa cosa, ma la differenza – sostanziale per capire i guai del centrodestra – ce l’ha insegnata lo studioso Domenico Fisichella in un suo libro del 2010. Nella partecipazione è il pubblico a intervenire in politica, nella mobilitazione è la politica a intervenire sul pubblico. Nella partecipazione si attribuisce al pubblico un’autonomia che poi sfocerà in un processo politico, nella mobilitazione il pubblico è solo chiamato rumorosamente a subirlo. Nella partecipazione è la gente che chiede alla politica certi comportamenti, nella mobilitazione è la politica che li chiede alla gente. Ecco: dal 1994 a oggi il centrodestra è sempre stato tutto mobilitazione e zero partecipazione. Berlusconi è stato il più grande mobilitatore mai visto, un seduttore soprattutto televisivo (è il mezzo ideale) e così ha potuto fare e disfare, promuovere e cacciare, sciogliere e rifondare: questo appoggiandosi non a congressi ma a predellini. Berlusconi viceversa ha sempre respinto ciò che implicava partecipazione: forme di democrazia e dissenso, un partito strutturato, le primarie, un gruppo dirigente autonomo: insomma l’abc di tutte le destre democratiche, ciò che produce il famoso «radicamento» e magari dei candidati credibili. Internet sta reintroducendo una partecipazione come c’era nella Prima Repubblica: e quel residuo di gente ancora interessato alla politica – a partecipare, cioè – oggi la trovi solo in rete.
Ripetono a Roma ciò che hanno fatto in tutta Italia, Voghera compresa. I grillini non sanno neanche che cosa è la democrazia.
Il gruppo dei ribelli del MoVimento 5 Stelle
di Dario Ferri - 15/06/2013 - Chieste informazioni su soldi per gli autonomi
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Il MoVimento 5 Stelle sull’orlo della scissione? Il Corriere racconta che l’ipotesi di un nuovo gruppo parlamentare si fa via via sempre più prossima mentre crescono i senatori e i deputati che vorrebbero fermare l’espulsione di Adele Gambaro, anche se sono comunque ancora una minoranza:
Le ipotesi vanno oltre il semplice scouting ed evocano in- trecci complessi. Fonti vicine ai Cinque Stelle riferiscono di contat- ti tra alcuni parlamentari del Mo- vimento ed esponenti del Pd: non si tratterebbe nulla di illecito, ma i pentastellati in questione avrebbe- ro chiesto notizie per la formazio- ne di gruppi parlamentari autono- mi. Sul tavolo anche le cifre stan- ziate per la loro gestione. L’indi- screzione (sul fatto che alcuni dis- sidenti abbiano preso informazio- ni) ha destato tanto rumore da es- sere stata discussa nei giorni scor- si tra i parlamentari anche in as- semblea. Ma i rumors non si fermano qui.
Nel Movimento c’è anche chi si spinge oltre e ipotizza la nascita di nuovi gruppi in cui non conflui- rebbero solo fuoriusciti dai Cin- que Stelle:
Si tratterebbe di una pattuglia più nutrita, che pesche- rebbe anche in altri partiti di cen- trosinistra, dando vita a un’ala nu- mericamente robusta. Un gruppo che peserebbe come una spada di Damocle sugli equilibri dell’esecu- tivo Letta, evocando scenari di maggioranze variabili. «A questo punto sarebbe fondamentale rag- giungere quota 16 — commenta un parlamentare —: quella è l’asti- cella di senatori transfughi neces- sari per rendere questa eventuale
Questa è straordinaria. Neanche Andreotti avrebbe potuto fare meglio.
M5s, Roberto Cotti sull'ipotesi espulsione per Adele Gambaro
Il senatore contro le critiche a Grillo. Soprattutto se pubbliche. Ma media per trovare una «sanzione alternativa». Cresce l'ala contro la cacciata. Il politologo Revelli: «Beppe? Tutto marketing».
di Monia Melis
È appena atterrato all’aeroporto di Cagliari-Elmas in un torrido pomeriggio di metà giugno. Nemmeno il tempo di riaccendere il cellulare e Roberto Cotti, senatore sardo del Movimento 5 stelle, viene tempestato di chiamate. Tanto che per parlare con lui è necessario un appuntamento.
CONTRO L'ESPULSIONE. Non è un dissidente e non ha neppure il mal di pancia. Ma è uno dei pochi che in queste ore si è espresso contro l'eventuale espulsione di Adele Gambaro,colpevole di aver attaccato il Líder máximo, Beppe Grillo.
Fedele alla linea, ma pronto alla mediazione. Cotti, 51 anni di cui 10 anni di militanza nei Verdi, appassionato di bici, pacifista, è capogruppo alla commissione Difesa del Senato. Ed è tornato sull'Isola assieme ad altri 12 colleghi, per un'ispezione nel Poligono sperimentale interforze di Quirra, nel Sud Est della Sardegna, al centro di un’inchiesta giudiziaria per disastro ambientale.
CONTRO L'ESPULSIONE. Non è un dissidente e non ha neppure il mal di pancia. Ma è uno dei pochi che in queste ore si è espresso contro l'eventuale espulsione di Adele Gambaro,colpevole di aver attaccato il Líder máximo, Beppe Grillo.
Fedele alla linea, ma pronto alla mediazione. Cotti, 51 anni di cui 10 anni di militanza nei Verdi, appassionato di bici, pacifista, è capogruppo alla commissione Difesa del Senato. Ed è tornato sull'Isola assieme ad altri 12 colleghi, per un'ispezione nel Poligono sperimentale interforze di Quirra, nel Sud Est della Sardegna, al centro di un’inchiesta giudiziaria per disastro ambientale.
DOMANDA. Ci sarà o no l’espulsione della senatrice Gambaro?
RISPOSTA. Non penso si arriverà a questo. Gran parte dei senatori è con Beppe ma contro per l’espulsione. Anche se è evidente che la critica che ha mosso la collega non è condivisibile, né per il contenuto, né per il metodo, soprattutto perché fatta pubblicamente. Detto questo, quale regola avrebbe violato Gambaro?
D. Appunto, quale regola?
R. Non c’è nessuna regola interna, ovviamente, che vieti le critiche. Però è auspicabile che non ce ne siano, specie di questa portata. Comunque manca una procedura standard per questi casi e non è prevista nemmeno l’espulsione.
D. Quindi potrebbe esserci una sorta di sanzione alternativa?
R. Sì, potrebbe. Però non voglio suggerire proprio nulla. C’è una proposta di mediazione per arrivare a una condanna chiara delle dichiarazioni contro Grillo, ma senza espulsione. Non voglio comunque uscire dal mio ruolo, abbiamo appena eletto un portavoce. Non parlo a nome di altri e, in ogni caso, non racconto le dinamiche interne del gruppo.
D. Una questione da decidere con i deputati del Movimento?
R. Decideremo noi senatori, che c’entrano i deputati?
D. E quindi lunedì 17 si terrà il processo...
R. Sinceramente, non lo so.
D. Pensa che Gambaro abbia compiuto «un’azione lesiva» con quell’attacco?
R. Ma no, non è lei che ha cercato i giornalisti. Anche perché non ne abbiamo bisogno, viviamo praticamente sotto assedio. E in pochi si interessano a ciò che facciamo davvero in parlamento e fuori, come il sopralluogo nel poligono di Quirra. Le domande sono sempre sui dissidi, sulle eventuali polemiche.
D. Certe dichiarazioni però non passano inosservate. A proposito: è davvero in atto «lacompravendita di senatori e deputati» come sostiene il capogruppo Nuti?
R. Non ne so davvero nulla. E non mi interessano certi argomenti, con tutti i problemi che ci sono…
Venerdì, 14 Giugno 2013
Questo è lo stabilimento nel quale la CISL di Bonanni ha firmato un grandissimo accordo. La cosa grave è che la CGIL ancora collabora con un sindacato come quello di Bonanni.
Fiat, incidenti davanti allo stabilimento di Pomigliano
ANSA | Pubblicato: 15/06/2013 07:58 CEST | Aggiornato: 15/06/2013 07:58 CEST
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Momenti di tensione e incidenti sono avvenuti all'alba davanti allo stabilimento della Fiat di Pomigliano, presidiato da ieri sera da manifestanti che protestano contro i sabato di recupero produttivo concordati fra azienda e sindacati. Alcuni manifestanti del comitato di lotta cassaintegrati è venuto a contatto con le forze dell'ordine vicino al varco 1 e uno di loro è stato portato via in ambulanza dopo essere stato bloccato a terra.
La tensione è salita quando un piccolo gruppo di manifestanti si è staccato dagli altri presenti nella zona e, preceduto da uno striscione con la scritta "No al reparto confino di Nola" si è diretto verso la strada per impedire l'accesso agli operai in entrata.
Le forze dell'ordine hanno bloccato il piccolo corteo venendo a contatto con i manifestanti, uno dei quali è stato prima bloccato a terra e, poi, colto da malore, portato via in ambulanza.
Le forze dell'ordine hanno bloccato il piccolo corteo venendo a contatto con i manifestanti, uno dei quali è stato prima bloccato a terra e, poi, colto da malore, portato via in ambulanza.
Altre tensioni si erano registrate in precedenza nei pressi dello stesso varco 1, tra le forze dell'ordine e un altro gruppo di cassaintegrati, tra i quali il responsabile per il settore auto della Fiom, Michele De Palma, che è stato invitato a mostrare i propri documenti d'identità. Il gruppo di manifestanti stava cercando di convincere i colleghi in entrata (molti lavoratori hanno anticipato di alcune ore l'ingresso), ad unirsi alla protesta, mentre i poliziotti garantivano il flusso automobilistico. Secondo i manifestanti, le forze dell'ordine starebbero "accompagnando i lavoratori in fabbrica", senza dare loro la possibilità di parlare con i manifestanti per spiegare le ragioni della protesta.
Tranquilla è la situazione agli altri quattro ingressi dello stabilimento, dove altri gruppi di manifestanti hanno invitato i lavoratori a tornare indietro: gli operai in entrata hanno utilizzato solo il varco 1, quello abitualmente riservato alle merci, e al termine dell'orario d'ingresso non vi sono stati altri incidenti o momenti di tensione.
venerdì 14 giugno 2013
Su Imu e Iva Pdl in pressing. Il Pd: niente minacce. E, di grazia, il grande economista Brunetta e il grande statista Alfano sanno ondicare da dove si prenderanno le risorse per eliminare l'IMU sulla prima casa?. Vergognatevi. I giovani, tranne i grillini e i figli dei raccomandati, vanno all'estero e loro pensano all'IMU. Vergognatevi.
Sempre peggio. Mentre noi li manteniamo i grillini passano giornate intere a discutere di aria fritta.
Scoppia il caso Nuti: "Compravendita di M5S"
Giarrusso: "Parli o chiederò la sua espulsione"
Alta tensione nel Movimento. In attesa della decisione su Adele Gambaro per le critiche a Grillo, anche il neocapogruppo è contestato per le frasi sui "traditori". L'incontro di lunedì rischia di diventare una resa dei conti tra due anime sempre più distinte
La senatrice M5S, Adele Gambaro (ansa)
Allarme compravendita parlamentari. Tutto comincia su Facebook, dove Nuti lancia l'allarme: "Sappiamo con certezzache c'è in atto una compravendita morale e politica dei nostri parlamentari ad opera di persone esterne al Movimento. Abbiamo ogni giorno il coraggio di fare i nomi del malaffare in Aula, non avremo timore di fare i nomi di chi, da tempo fuori dal movimento, tenta di colpirlo per antichi rancori e oscuri interessi". E questo, prosegue, "vale anche per coloro che, con la scusa della 'libertà di critica', già indagano su quanti soldi pubblici spetterebbero loro in caso di formazione di un nuovo gruppo. Non taceremo. Il Movimento non tacerà".
"Nuti faccia i nomi o chiederò sua espulsione". Accuse, quelle di Nuti, che trovano una dura presa di posizione da parte di Mario Giarrusso. Interpellato dall'Agi, il senatore M5S dichiara: "Se Nuti ha notizia di una compravendita, è un dovere preciso andare in Procura. Altrtimenti sono fatti inventati e si sta diffamando il Movimento e per questo mi troverei costretto a chiedere la sua espulsione".
Anche il senatore Francesco Campanella invita Nuti a fare i nomi dei coinvolti: "Riccardo Nuti ha denunciato un tentativo di compravendita di parlamentari del MoVimento 5 Stelle. A quanto pare ci sono notizie certe. Vorremmo conoscere i nomi. O dimostrano che non è vero oppure non ci rappresentano. Abbiamo speso tempo e sudore per fare politica senza soldi".
A Nuti fa invece eco su Twitter la ex capogruppo del M5S alla Camera, Roberta Lombardi: "Giù le mani dal Movimento. Non avremo paura di denunciare tutto. Tutto". ''La compravendita di deputati è una pratica vecchissima alla quale neppure noi siamo immuni'', conferma Crimi che aggiunge: ''Il pericolo di una vera e propria compravendita lo vedo più alla Camera. Al Senato la questione è un po' diversa''.
Non è d'accordo con questa analisi il deputato 5 Stelle, Alessio Tacconi, che sia su Twitter che su Facebook scrive: "Nessuna compravendita in atto. Queste dichiarazioni sono volte solo a distogliere dal merito della questione". "Noi non abbiamo prezzo. L'onestà non si compra: o ce l'hai di tuo o sei come loro", ribatte su Twitter Giulia Sarti.
Civati nel mirino. In tema di "compravendita", Pippo Civati finisce nel mirino del M5S come il reclutatore dei dissidenti Cinque Stelle. Lo attacca da Facebook il 'comunicatore' del movimento Daniele Martinelli: "È colui che recita la parte di 'pontiere' e che appare sui giornali armato di telefonino come se stesse cercando di 'scilipotare' qualche cittadino a 5 Stelle. Civati è una delle esche di quel sistema che se la fa sotto per il Movimento e per quello che i suoi ragazzi stanno portando avanti in tema di mozioni e di progetti di legge. Poverello, Civati".
Caso Gambaro, Crimi: "Tolleranza zero". ''Il caso della senatrice Gambaro è solo l'ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso. Azioni lesive del Movimento non saranno più tollerate'', dice il capogruppo uscente al Senato. Alla riunione congiunta di lunedì si voterà sull'espulsione solo se qualcuno in quella sede lo chiederà, precisa Crimi: ''E' impossibile tornare indietro perché io stesso ho avviato la procedura per la convocazione congiunta dei due gruppi per valutare l'espulsione della collega. Per votare, però, qualcuno dovrà chiederlo: se sarà proposta l'espulsione allora si procede con il voto'' ha spiegato.
Il neo-capogruppo al Senato Nicola Morra: "Aspettiamo che la senatrice Gambaro venga a darci le sue ragioni in assenza delle quali siamo stupiti dal suo comportamento. Lei ha chiesto di non essere disturbata per qualche giorno e quindi oggi abbiamo discusso della necessità di continuare a ragionare". A chi gli fa notare che è stato Beppe Grillo a sollevare l'esigenza dell'espulsione, il capogruppo ha risposto: "Grillo ha fatto nascere il movimento, merita rispetto e gratitudine, se discutiamo per ore è perché vogliamo che il suo sogno si realizzi".
Anche da alcuni ortodossi 'no' a espulsione. Proprio per 'salvare' la collega, il gruppo del Movimento al Senato ha valutato anche un voto su Gambaro senza i deputati, dato che alla Camera è più alto il numero dei parlamentari "ortodossi". Ma la proposta, elaborata proprio da un "ortodosso", Roberto Cotti, naufraga molto presto. ''E' improcedibile perché incompatibile con l'iter avviato per la convocazione dell'assemblea congiunta dei gruppi M5S di Camera e Senato", spiega ancora Crimi. Dunque, la linea dura sembra avere la meglio.
Due fazioni nel Movimento. Le divisioni all'interno di M5S diventano sempre più nette: da una parte ci sono quelli che si allineano all'intransigenza dettata dal leader Beppe Grillo, dall'altra chi, invece, punterebbe a disinnescare la bomba. Tra questi anche alcuni 'ortodossi', come appunto Roberto Cotti: "Non condivido quanto ha detto Adele, ma non per questo penso che debba essere cacciata".
Altri sottolineano l'estrema gravità del comportamento: "Quello che ha fatto la senatrice Gambaro è molto grave: ha parlato nel giorno in cui festeggiavamo il cambio del capogruppo. Rilevo che tutte le volte che parliamo di cose importanti per il Movimento qualcuno interviene per spostare l'attenzione dalla notizia. E lei ha spostato l'attenzione e subito c'è stato gossip e pettegolezzo", dice il senatore Sergio Puglia.
È convinta che i senatori siano invece tutti concordi sulla non espulsione la senatrice M5S Serenella Fucksia, intervistata da Huffington Post: "I senatori sono tutti compatti nell'escludere qualunque ipotesi di espulsione di Gambaro. Non può esistere che uno venga allontanato per un motivo del genere. Adele ha espresso un pensiero personale in modo chiaro e trasparente". La senatrice marchigiana spiega che, se come ha detto Crimi "verra' imposto un voto tante persone come me non ci andranno, rendendo l'assemblea inutile".
Verso il Gruppo misto. Al momento sono tre i parlamentari eletti con Grillo finiti nel Gruppo misto: Alessandro Furnari e Vincenza Labriola, che hanno preso la decisione una settimana fa, e Marino Mastrangeli, che invece è stato espulso per le sue presenze in tv. Secondo un sondaggio della Swg diffuso questa mattina, per conto della trasmissione di Rai tre 'Agorà', ben il 58% degli elettori grillini è convinto che presto altri parlamentari lasceranno i gruppi M5S. Percentuale che arriva al 79% quando a essere campionati sono elettori anche di altre forze politiche.
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In un grande paese civile come l'Italia non possono accadere queste cose.
PROCESSO
Bolzaneto, confermate condanne e assoluzioni in Cassazione
G8 di Genova, condannati sei agenti e un medico. Quattro prosciolti. Ridotte le parti civili.
A distanza di 12 anni dalle violenze nella caserma di Bolzaneto, è arrivata il 14 giugno la sentenza della Cassazione: confermate le sette condanne, come stabilito dalla corte d'Appello nel marzo del 2010, a sei agenti e un medico: gli ispettori Matilde Arecco, Mario Turco e Paolo Ubaldi, l'assistente capo della polizia Luigi Pigozzi, gli agenti di polizia penitenziaria Marcello Mulas e Michele Colucci Sabia, il medico Sonia Sciandra.
Assolti tra le forze dell'ordine quattro imputati, i cui reati erano andati in prescrizione: Oronzo Doria, Valerio Franco, Aldo Carascio e Antonello Talu, nei cui confronti la corte suprema aveva dichiarato inammissibile l'appello proposto a suo tempo da alcune parti civili.
IN APPELLO ERANO OLTRE 150 LE PARTI CIVILI. Sono state così ridotte le parti ammesse ai risarcimenti, da determinare in sede civile. In Appello, infatti, ai 44 imputati (per 37 il reato era stato prescritto) era stato ingiunto di dover pagare per un totale di 10 milioni di euro le oltre 150 vittime della violenza.
La corte ha inoltre rigettato il ricorso del procuratore generale di Genova, che chiedeva tra l'altro il rinvio alla Consulta sul reato di tortura.
OTTO ORE PER EMETTERE LA SENTENZA. Ci sono volute otto ore di camera di consiglio ai giudici della quinta sezione penale della Cassazione per emettere la sentenza.
«Non ho ancora sentito una parola da parte del presidente della Repubblica e dei ministri. Dopo due sentenze su quello che è successo a Genova ci aspettiamo le scuse da parte dello Stato», ha detto Enrica Bartesaghi, presidente del comitato Verità e giustizia per Genova e madre di una dei giovani coinvolti nei fatti della Diaz e Bolzaneto.
NEL 2001 MORÌ CARLO GIULIANI. Tra il 19 e il 22 luglio 2001 Genova fu teatro del G8, l'incontro delle grandi potenze mondiali. Furono quattro giorni di violenze, scontri, feriti e un morto, il giovane attivista Carlo Giuliani, sparato dal carabiniere ausiliario Mario Placanica. Nella memoria collettiva sono rimasti gli abusi delle forze dell'ordine presso la scuola Diaz (immortalati anche nel film di Daniele Vicari) e la caserma di Bolzaneto, dove furono condotte centinaia di persone. La maggior parte di queste denunciò torture fisiche e psicologiche.
Assolti tra le forze dell'ordine quattro imputati, i cui reati erano andati in prescrizione: Oronzo Doria, Valerio Franco, Aldo Carascio e Antonello Talu, nei cui confronti la corte suprema aveva dichiarato inammissibile l'appello proposto a suo tempo da alcune parti civili.
IN APPELLO ERANO OLTRE 150 LE PARTI CIVILI. Sono state così ridotte le parti ammesse ai risarcimenti, da determinare in sede civile. In Appello, infatti, ai 44 imputati (per 37 il reato era stato prescritto) era stato ingiunto di dover pagare per un totale di 10 milioni di euro le oltre 150 vittime della violenza.
La corte ha inoltre rigettato il ricorso del procuratore generale di Genova, che chiedeva tra l'altro il rinvio alla Consulta sul reato di tortura.
OTTO ORE PER EMETTERE LA SENTENZA. Ci sono volute otto ore di camera di consiglio ai giudici della quinta sezione penale della Cassazione per emettere la sentenza.
«Non ho ancora sentito una parola da parte del presidente della Repubblica e dei ministri. Dopo due sentenze su quello che è successo a Genova ci aspettiamo le scuse da parte dello Stato», ha detto Enrica Bartesaghi, presidente del comitato Verità e giustizia per Genova e madre di una dei giovani coinvolti nei fatti della Diaz e Bolzaneto.
NEL 2001 MORÌ CARLO GIULIANI. Tra il 19 e il 22 luglio 2001 Genova fu teatro del G8, l'incontro delle grandi potenze mondiali. Furono quattro giorni di violenze, scontri, feriti e un morto, il giovane attivista Carlo Giuliani, sparato dal carabiniere ausiliario Mario Placanica. Nella memoria collettiva sono rimasti gli abusi delle forze dell'ordine presso la scuola Diaz (immortalati anche nel film di Daniele Vicari) e la caserma di Bolzaneto, dove furono condotte centinaia di persone. La maggior parte di queste denunciò torture fisiche e psicologiche.
Venerdì, 14 Giugno 2013
Neanche nella URSS accadevano queste cose. Peggio delle purghe staliniane.
«Traditori, infiltrati» e Gambaro: caos M5S
M5S: Gambaro non è "salva", passa la linea dura. Crimi: «Mai più tollerati casi Gambaro» |Grillo su twitter: «Gambaro a giudizio lunedì» | M5S sempre più nel caos. Il neocapogruppo alla Camera Riccardo Nuti accusa: «C'è compravendita dei nostri parlamentari». E poi rincara: «Ci sono infiltrati, faremo i nomi»
Vedi anche
Compravendita di parlamentari a 5 Stelle? Ci sono «infiltrati»? tra gli eletti grillini? Il neocapogruppo alla Camera Riccardo Nuti è convinto di sì. E lancia le sue accuse dopo che sul caso di Elena Gambaro i deputati e senatori decidono per la linea dura: lunedì la giudicheranno tutti i suoi colleghi e non solo quelli di Palazzo Madama, considerati più moderati riguardo all'espulsione della senatrice o meno.
M5S: Gambaro non è "salva", passa la linea dura su chi la giudicherà
Grillo su twitter: «Gambaro a giudizio lunedì».
Lancia l'allarme Riccardo Nuti, capogruppo M5s alla Camera, su facebook. «Il livello di attacco al M5S si è alzato, e mira diritto al cuore del MoVimento. Sta succedendo qualcosa di grave, davanti a cui nessuno può rimanere immobile». Il deputato fa accuse pesanti senza peraltro fare nomi: «Sappiamo con certezza- aggiunge- che c'è in atto una compravendita morale e politica dei nostri parlamentari ad opera di persone esterne al MoVimento. Abbiamo ogni giorno il coraggio di fare i nomi del malaffare in aula, non avremo timore di fare i nomi di chi, da tempo fuori dal MoVimento, tenta di colpirlo per antichi rancori e oscuri interessi». «E questo - prosegue - vale anche per coloro che, con la scusa della 'libertà di criticà, già indagano su quanti soldi pubblici spetterebbero loro in caso di formazione di un nuovo gruppo. Non taceremo. Il MoVimento non tacerà«.
A Radio24 Nuti interviene direttamente sul caso Gambaro: va discusso in un'assemblea congiunta, dice, perchè «il codice di comportamento prevede che in questi casi va fatta una riunione congiunta Camera e Senato. Il Senato non può fare una riunione da sola, ma deve farla congiunta per poter decidere se chiedere agli iscritti al sito se espellere un componente o meno». Così a Radio 24 il capogruppo 5 stelle alla Camera, Riccardo Nuti. Voi temete un lento logoramento o un tradimento di massa di 20 senatori per cambiare magari la compagine di governo? «Questa leggendo i giornali mi sembra la più probabile»
NUTI RINCARA: INFILTRATI NEI 5 STELLE
«È in atto una compravendita da parte di personaggi che nutrono rancore per il movimento e per Beppe. Stanno cercando di spaccare il Movimento sia alla Camera sia al Senato, ma al Senato la situazione è più delicata». Così a Radio 24 il capogruppo 5 stelle, Riccardo Nuti. «Basta con questo atteggiamento vergognoso - prosegue - è inutile fingere la libertà di espressione per far finta che non esista questo problema. Ci si dice delle cose in riunione e poi si fanno altre cose. In riunione ho sentito che dei nostri parlamentari facevano delle dichiarazioni alla stampa per parlarne in riunione senza averle mai proposte all'ordine del giorno. Questo che cos'è se non ricatto? Dobbiamo smetterla con l'ipocrisia. Probabilmente il risultato elettorale ha fatto sì che alcuni infiltrati entrassero nel Movimento 5 stelle».
Poi il neocapogruppo rincara. Compravendita o infiltrati per rabbia o calcolo politico, gli chiede Radio24? «È un po' l'uno e l'altro e anche per questo i numeri crescono man mano che il tempo passa, presto faremo i nomi dei parlamentari che sono in contatto costante con i nostri». Ma Pd o Pdl? «C'è chi più dei due ha più tradizione dal punto di vista della compravendita, ma non escludiamo niente». Ma c'è uno scambio di denaro? «È prematuro dirlo - risponde Nuti - non ci pronunciamo dal punto di vista della compravendita economica, ma non lo si può escludere visto gli anni passati».
PD: COMPRAVENDITA? I NOMI O È SOLO POLVERE
«Fate i nomi di chi avrebbe provato a comperare i vostri parlamentari. Altrimenti è solo un grande polverone di cui voi stessi pagherete le conseguenze», commenta Ettore Rosato, esponente dell'Ufficio di Presidenza del Gruppo Pd della Camera. «Siete in difficoltà, privi di iniziativa politica e di gestione democratica- aggiunge- come pensate di essere credibili nella vostra denuncia se non usate voi per primi la trasparenza, raccontando fatti e circostanze precise? È purtroppo successo in passato l'oscena compravendita di parlamentari: ma ciò non vi esime dal parlar chiaro».
M5S: Gambaro non è "salva", passa la linea dura su chi la giudicherà
Grillo su twitter: «Gambaro a giudizio lunedì».
Lancia l'allarme Riccardo Nuti, capogruppo M5s alla Camera, su facebook. «Il livello di attacco al M5S si è alzato, e mira diritto al cuore del MoVimento. Sta succedendo qualcosa di grave, davanti a cui nessuno può rimanere immobile». Il deputato fa accuse pesanti senza peraltro fare nomi: «Sappiamo con certezza- aggiunge- che c'è in atto una compravendita morale e politica dei nostri parlamentari ad opera di persone esterne al MoVimento. Abbiamo ogni giorno il coraggio di fare i nomi del malaffare in aula, non avremo timore di fare i nomi di chi, da tempo fuori dal MoVimento, tenta di colpirlo per antichi rancori e oscuri interessi». «E questo - prosegue - vale anche per coloro che, con la scusa della 'libertà di criticà, già indagano su quanti soldi pubblici spetterebbero loro in caso di formazione di un nuovo gruppo. Non taceremo. Il MoVimento non tacerà«.
A Radio24 Nuti interviene direttamente sul caso Gambaro: va discusso in un'assemblea congiunta, dice, perchè «il codice di comportamento prevede che in questi casi va fatta una riunione congiunta Camera e Senato. Il Senato non può fare una riunione da sola, ma deve farla congiunta per poter decidere se chiedere agli iscritti al sito se espellere un componente o meno». Così a Radio 24 il capogruppo 5 stelle alla Camera, Riccardo Nuti. Voi temete un lento logoramento o un tradimento di massa di 20 senatori per cambiare magari la compagine di governo? «Questa leggendo i giornali mi sembra la più probabile»
NUTI RINCARA: INFILTRATI NEI 5 STELLE
«È in atto una compravendita da parte di personaggi che nutrono rancore per il movimento e per Beppe. Stanno cercando di spaccare il Movimento sia alla Camera sia al Senato, ma al Senato la situazione è più delicata». Così a Radio 24 il capogruppo 5 stelle, Riccardo Nuti. «Basta con questo atteggiamento vergognoso - prosegue - è inutile fingere la libertà di espressione per far finta che non esista questo problema. Ci si dice delle cose in riunione e poi si fanno altre cose. In riunione ho sentito che dei nostri parlamentari facevano delle dichiarazioni alla stampa per parlarne in riunione senza averle mai proposte all'ordine del giorno. Questo che cos'è se non ricatto? Dobbiamo smetterla con l'ipocrisia. Probabilmente il risultato elettorale ha fatto sì che alcuni infiltrati entrassero nel Movimento 5 stelle».
Poi il neocapogruppo rincara. Compravendita o infiltrati per rabbia o calcolo politico, gli chiede Radio24? «È un po' l'uno e l'altro e anche per questo i numeri crescono man mano che il tempo passa, presto faremo i nomi dei parlamentari che sono in contatto costante con i nostri». Ma Pd o Pdl? «C'è chi più dei due ha più tradizione dal punto di vista della compravendita, ma non escludiamo niente». Ma c'è uno scambio di denaro? «È prematuro dirlo - risponde Nuti - non ci pronunciamo dal punto di vista della compravendita economica, ma non lo si può escludere visto gli anni passati».
PD: COMPRAVENDITA? I NOMI O È SOLO POLVERE
«Fate i nomi di chi avrebbe provato a comperare i vostri parlamentari. Altrimenti è solo un grande polverone di cui voi stessi pagherete le conseguenze», commenta Ettore Rosato, esponente dell'Ufficio di Presidenza del Gruppo Pd della Camera. «Siete in difficoltà, privi di iniziativa politica e di gestione democratica- aggiunge- come pensate di essere credibili nella vostra denuncia se non usate voi per primi la trasparenza, raccontando fatti e circostanze precise? È purtroppo successo in passato l'oscena compravendita di parlamentari: ma ciò non vi esime dal parlar chiaro».
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