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"Liberiamoci e ripartiamo", parte da Bologna la corsa di Salvini contro il governo Renzi
Domenica la manifestazione leghista in Emilia, con Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni. Previste centomila persone e interventi di "poliziotti, pensionati, agricoltori e genitori". La pancia dell’elettorato leghista sul palco. Mentre in città si preparano tre cortei di contromanifestazione
DI MICHELE SASSO
Dopo un tira e molla di una settimana è arrivata la decisione finale: Silvio Berlusconi andrà alla manifestazione di Salvini. Quasi un passaggio di consegne, la fine di una parabola politica con Silvio costretto a inseguire il giovane mattatore del centrodestra per non perdere contatto con la pancia del Paese.
«Sono ben lieto di accettare l’invito del segretario della Lega» ha spiegato Berlusconi «Non potevamo restare indifferenti dinanzi alle pressioni dei nostri elettori che in questi giorni hanno insistentemente chiesto una forte dimostrazione di unità del centrodestra. Questa unità si è concretizzata mercoledì nella riunione dei capigruppo di Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia, per il coordinamento della nostra azione parlamentare a partire dalla legge di Stabilità, a conferma che i movimenti del centrodestra hanno l’assoluta consapevolezza di poter vincere soltanto se uniti».
L’appuntamento è per domenica 8 novembre in piazza Maggiore a Bologna con “Liberiamoci e Ripartiamo”: gli organizzatori prevedono l’arrivo di 100 mila persone.
Ecco come il leader leghista invita gli elettori a partecipare alla manifestazione della Lega Nord nel capoluogo emiliano, il 7 novembre
Un Salvini Day per liberarsi del governo Renzi e aggregare la massa di scontenti, delusi e arrabbiati. Contro le ricette economiche del governo che festeggia «una misera crescita dello 0,9 per cento. Le grandi imprese vanno bene. Ma il 93 per cento di quelle italiane ha meno di dieci dipendenti. E queste continuano a soffrire e a chiudere» ha spiegato Salvini intervistato dalla Stampa. E poi i temi centrali della sicurezza e dell’immigrazione e la politica estera con l’Italia di Renzi esclusa dai grandi giochi internazionali.
Ecco la chiamata alla piazza dell’altro Matteo, il Salvini di lotta e di (futuro?) governo: «Pullman, treni, auto sono in arrivo dal Veneto alla Calabria. Per liberarci e ripartire, proprio nel cuore dell’Emilia rossa del sistema della Cgil, della cooperative rosse, del Pc-Pds-Pd, Bersani e Renzi via via! Togliere vincoli al lavoro, restituire fiducia alle vittime della legge Fornero e degli studi di settore. Parleranno insegnanti, poliziotti, studenti, artigiani, imprenditori, mamme e papà. Non vogliamo morire renziani e di immigrazione clandestina».
Viaggio a ritroso, dalle aperture del leader della Lega di qualche settimana fa ai distinguo del fondatore di Forza Italia registrate lo scorso novembre, durante la tradizionale presentazione del libro di Bruno Vespa. Mesi e mesi di avvicinamenti e punzecchiature a distanza, di cene rinviate e incontri furtivi. Ora l'annuncio che domenica 8 novembre il Cavaliere sarà sul palco del Carroccio a Bolognadi Laura Pertici
Sul palco niente simboli di partito, ma non mancherà Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia. La presenza del cavaliere insieme ai due leader lepenisti italiani ha escluso però quella dei fascisti del terzo millennio di CasaPound, altra realtà invitata dal capo del Carroccio ben presente nell’adunata romana dello scorso febbraio .
«Noi non volevamo salire sul palco, volevamo che ci fosse solo Salvini, su quel palco» ha puntualizzato il vicepresidente di CasaPound Simone Di Stefano.
Sarà presente invece tutto lo stato maggiore della Lega, dal fondatore Umberto Bossi al governatore lombardo, Roberto Maroni, al presidente del Veneto, Luca Zaia.
IL PROGRAMMA
Meno partiti e più gente comune, è la ricetta. A mezzogiorno si inizierà con gli interventi dei rappresentanti delle sedici categorie sociali ed economiche invitate all’appuntamento.
Tra questi ci sarà anche il segretario del Sap, il sindacato autonomo di polizia, Gianni Tonelli al quale Salvini strizza l’occhio per la battaglia sulla sicurezza e l’aumento dei fondi pubblici per tutto il comparto delle divise.
Per ogni categoria, una misura di intervento. Un elenco di tutti i temi cari all'elettorato leghista: per gli agricoltori regime agevolato dell’Iva e sostegno al reddito, niente controlli fiscali per le associazioni sportive dillettantistiche, per i camionisti pugno duro contro la concorrenza dei colleghi bulgari e romeni, drastica riduzione delle tasse e della burocrazia per i commercianti, niente uteri in affitto né adozioni per le coppie gay e aumento degli assegni familiari per i pensionati.
Poche e chiari gli slogan: «Contro uno Stato ingiusto e ladro, con la flat tax al 15 per cento, con limiti e regole per l'immigrazione, con la difesa dei nostri prodotti e del Made in Italy, con la cancellazione dell'infame legge Fornero, con una moneta più giusta e per un’Europa dei Popoli (e non delle banche)».
Una curiosità: ci sono anche gli operatori del settore armiero che aderiscono a “Liberiamoci e ripartiamo”, con la promessa di tutelare il diritto alla legittima difesa e avere poligoni liberi dai monopoli.
LA CONTROMANIFESTAZIONE
Il mondo antagonista non sta a guardare: sono previsti tre cortei in una città che si preannuncia blindata. Misure di sicurezza imponenti, a partire da un'ampia zona rossa per separare la piazza dalle contestazioni.
Un week-end rovente che comincia già sabato. E sono tantissimi i manifesti affissi in ogni angolo del centro cittadino contro il leader del Carroccio.
La mobilitazione contro Salvini a Bologna è partita già settimane fa, con banchetti informativi, assemblee, volantini e murales. I collettivi, riuniti sotto lo slogan “Mai con Salvini. Bologna non si Lega” annunciano una manifestazione antifascista sabato, alle 16 in piazza San Francesco. Il volantino (illustrato dal fumettista Zerocalcare) è attaccato sotto ai portici e sulle vetrine di bar e negozi.
Domenica un corteo partirà alle 10 da piazza XX settembre. Allo stesso orario, ma sul ponte di via Stalingrado è fissato un altro assembramento, che fa capo al centro sociale Crash, “pubblicizzato” invece con murales ovunque. Infine, sempre alle 10, ci sarà un'altra iniziativa "dell’Internazionale trash ribelle": misterioso il nome, misteriosa anche la location, tenuta segreta.
Anche gli esponenti di Coalizione civica, la lista promossa dall’ex segretario del Pci locale Mauro Zani, hanno assicurato che domenica non staranno a guardare la città invasa dal popolo azzurro-verde: «In una città libera e dalla grande memoria antifascista – si legge in una nota – non possono esistere spazi per neofascisti, xenofobi e per chi fomenta la guerra tra poveri e fragili, tra miseri e immiseriti, solo per difendere gli interessi dei ricchi e dei prepotenti».
«Sono ben lieto di accettare l’invito del segretario della Lega» ha spiegato Berlusconi «Non potevamo restare indifferenti dinanzi alle pressioni dei nostri elettori che in questi giorni hanno insistentemente chiesto una forte dimostrazione di unità del centrodestra. Questa unità si è concretizzata mercoledì nella riunione dei capigruppo di Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia, per il coordinamento della nostra azione parlamentare a partire dalla legge di Stabilità, a conferma che i movimenti del centrodestra hanno l’assoluta consapevolezza di poter vincere soltanto se uniti».
L’appuntamento è per domenica 8 novembre in piazza Maggiore a Bologna con “Liberiamoci e Ripartiamo”: gli organizzatori prevedono l’arrivo di 100 mila persone.
Un Salvini Day per liberarsi del governo Renzi e aggregare la massa di scontenti, delusi e arrabbiati. Contro le ricette economiche del governo che festeggia «una misera crescita dello 0,9 per cento. Le grandi imprese vanno bene. Ma il 93 per cento di quelle italiane ha meno di dieci dipendenti. E queste continuano a soffrire e a chiudere» ha spiegato Salvini intervistato dalla Stampa. E poi i temi centrali della sicurezza e dell’immigrazione e la politica estera con l’Italia di Renzi esclusa dai grandi giochi internazionali.
Ecco la chiamata alla piazza dell’altro Matteo, il Salvini di lotta e di (futuro?) governo: «Pullman, treni, auto sono in arrivo dal Veneto alla Calabria. Per liberarci e ripartire, proprio nel cuore dell’Emilia rossa del sistema della Cgil, della cooperative rosse, del Pc-Pds-Pd, Bersani e Renzi via via! Togliere vincoli al lavoro, restituire fiducia alle vittime della legge Fornero e degli studi di settore. Parleranno insegnanti, poliziotti, studenti, artigiani, imprenditori, mamme e papà. Non vogliamo morire renziani e di immigrazione clandestina».
Sul palco niente simboli di partito, ma non mancherà Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia. La presenza del cavaliere insieme ai due leader lepenisti italiani ha escluso però quella dei fascisti del terzo millennio di CasaPound, altra realtà invitata dal capo del Carroccio ben presente nell’adunata romana dello scorso febbraio .
«Noi non volevamo salire sul palco, volevamo che ci fosse solo Salvini, su quel palco» ha puntualizzato il vicepresidente di CasaPound Simone Di Stefano.
Sarà presente invece tutto lo stato maggiore della Lega, dal fondatore Umberto Bossi al governatore lombardo, Roberto Maroni, al presidente del Veneto, Luca Zaia.
IL PROGRAMMA
Meno partiti e più gente comune, è la ricetta. A mezzogiorno si inizierà con gli interventi dei rappresentanti delle sedici categorie sociali ed economiche invitate all’appuntamento.
Tra questi ci sarà anche il segretario del Sap, il sindacato autonomo di polizia, Gianni Tonelli al quale Salvini strizza l’occhio per la battaglia sulla sicurezza e l’aumento dei fondi pubblici per tutto il comparto delle divise.
Per ogni categoria, una misura di intervento. Un elenco di tutti i temi cari all'elettorato leghista: per gli agricoltori regime agevolato dell’Iva e sostegno al reddito, niente controlli fiscali per le associazioni sportive dillettantistiche, per i camionisti pugno duro contro la concorrenza dei colleghi bulgari e romeni, drastica riduzione delle tasse e della burocrazia per i commercianti, niente uteri in affitto né adozioni per le coppie gay e aumento degli assegni familiari per i pensionati.
Poche e chiari gli slogan: «Contro uno Stato ingiusto e ladro, con la flat tax al 15 per cento, con limiti e regole per l'immigrazione, con la difesa dei nostri prodotti e del Made in Italy, con la cancellazione dell'infame legge Fornero, con una moneta più giusta e per un’Europa dei Popoli (e non delle banche)».
Una curiosità: ci sono anche gli operatori del settore armiero che aderiscono a “Liberiamoci e ripartiamo”, con la promessa di tutelare il diritto alla legittima difesa e avere poligoni liberi dai monopoli.
LA CONTROMANIFESTAZIONE
Il mondo antagonista non sta a guardare: sono previsti tre cortei in una città che si preannuncia blindata. Misure di sicurezza imponenti, a partire da un'ampia zona rossa per separare la piazza dalle contestazioni.
Un week-end rovente che comincia già sabato. E sono tantissimi i manifesti affissi in ogni angolo del centro cittadino contro il leader del Carroccio.
La mobilitazione contro Salvini a Bologna è partita già settimane fa, con banchetti informativi, assemblee, volantini e murales. I collettivi, riuniti sotto lo slogan “Mai con Salvini. Bologna non si Lega” annunciano una manifestazione antifascista sabato, alle 16 in piazza San Francesco. Il volantino (illustrato dal fumettista Zerocalcare) è attaccato sotto ai portici e sulle vetrine di bar e negozi.
Domenica un corteo partirà alle 10 da piazza XX settembre. Allo stesso orario, ma sul ponte di via Stalingrado è fissato un altro assembramento, che fa capo al centro sociale Crash, “pubblicizzato” invece con murales ovunque. Infine, sempre alle 10, ci sarà un'altra iniziativa "dell’Internazionale trash ribelle": misterioso il nome, misteriosa anche la location, tenuta segreta.
Anche gli esponenti di Coalizione civica, la lista promossa dall’ex segretario del Pci locale Mauro Zani, hanno assicurato che domenica non staranno a guardare la città invasa dal popolo azzurro-verde: «In una città libera e dalla grande memoria antifascista – si legge in una nota – non possono esistere spazi per neofascisti, xenofobi e per chi fomenta la guerra tra poveri e fragili, tra miseri e immiseriti, solo per difendere gli interessi dei ricchi e dei prepotenti».