Il cancro del precariato si divora l’Italia
Un’altra mazzata all’ottimismo. Nel nostro Paese un giovane su due non ha un posto di lavoro stabile. E la disoccupazione giovanile non conosce freni. Ha raggiunto il 40% e nel 2015 salirà ancora. Così muore il nostro futuro
Dalla Redazione
La disoccupazione giovanile continua a essere un cancro italiano. Lo rivela l’Ocse nel suo Employment Outlook. Nel nostro paese, nel 2013, questa piaga ha raggiunto il 40% tra gli under 25 (quasi il doppio del livello pre-crisi). Il fenomeno è, tra l’altro, segnalato in crescita. Nel 2014 arriverà a quota 12,9% e scenderà al 12,2% nel 2015.
Non solo, il 52,5% dei nostri ragazzi ha un contratto di lavoro precario. La percentuale è in lieve calo rispetto al 2012 (quando si attestava al 52,9% pur rimanendo ben al di sopra degli anni pre crisi (nel 2007 era al 42,3%). Sempre secondo l’Ocse nel 2013 il 36,3% degli occupati under 25 resta nello stesso posto di lavoro per meno di 12 mesi.
In generale il 70% dei neoassunti in Italia firma un contratto di lavoro precario. Si tratta di una delle percentuali più elevati nell’area Ocse. La riforma Fornero, si legge nell’Employment oOutlook, “ha ridotto la dipendenza” del mercato del lavoro dai contratti precari, “ma le imprese tendono ancora ad assumere lavoratori giovani e inesperti solo attraverso contratti a tempo determinato”.
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