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Riforma dei contratti, Squinzi: «Con Camusso è dialogo tra sordi»
25 settembre 2015
IN QUESTO ARTICOLO
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Argomenti: Volkswagen | CGIL | Assisi | Federchimica | Confindustria | Susanna Camusso | Salari e stipendi
(Sintesi Visiva)
«Va innovato il modello di contratto e di relazioni industriali». Lo ha detto il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, protagonista di un duro botta e risposta oggi pomeriggio al Cortile di Francesco, ad Assisi, con la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, che ha replicato così al numero uno degli industriali : «Le uniche indicazioni che arrivano riguardano la diminuzione dei salari». Squinzi si è definito «un uomo del dialogo», ricordando di aver «firmato da presidente di Federchimica sei contratti nazionali senza un'ora di sciopero. Però - ha ribadito - mi sembra un dialogo tra sordi: il nostro sistema del passato non è più praticabile, a partire dal fatto che l'aggancio all'inflazione si è rivelato un boomerang».
Squinzi: non vogliamo riduzione delle retribuzioni
«Se la negoziazione deve essere solo monetaria dobbiamo recuperare quello che abbiamo dato in passato» ha sottolineato Squinzi, precisando di «non voler ridurre le retribuzioni né fare pause nei rinnovi». Ma ha aggiunto: «dobbiamo guardare avanti. Non si possono seguire le pratiche seguite per tanti anni. Va innovato il modello di contratto e di relazioni industriali: Confindustria auspica un contratto che favorisca le assunzioni a tempo indeterminato. Un'opera difficile, ma se si ha il solito approccio le cose non si fanno. Non possiamo pensare che si possa perpetuare un modello vecchio. Parte del monetario va trasferita su altri istituti, come apprendistato e passaggio scuola-lavoro: ma per fare questo serve visione diversa. E poi se non produciamo ricchezza, si fa fatica a redistribuirla».
«Se la negoziazione deve essere solo monetaria dobbiamo recuperare quello che abbiamo dato in passato» ha sottolineato Squinzi, precisando di «non voler ridurre le retribuzioni né fare pause nei rinnovi». Ma ha aggiunto: «dobbiamo guardare avanti. Non si possono seguire le pratiche seguite per tanti anni. Va innovato il modello di contratto e di relazioni industriali: Confindustria auspica un contratto che favorisca le assunzioni a tempo indeterminato. Un'opera difficile, ma se si ha il solito approccio le cose non si fanno. Non possiamo pensare che si possa perpetuare un modello vecchio. Parte del monetario va trasferita su altri istituti, come apprendistato e passaggio scuola-lavoro: ma per fare questo serve visione diversa. E poi se non produciamo ricchezza, si fa fatica a redistribuirla».
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Camusso: aumentare i salari
Camusso ha replicato sottolineando che «il confronto è cominciato con Confindustria che ha detto “intanto dovete restituirci dei soldi”. Non è un buon approccio. C'è poi un tema che non viene mai detto: la curva dei salari è piatta dal 1993. Poi so che Squinzi non è d'accordo ma anche le agenzie di rating parlano di bassi salari in Italia. Noi siamo convinti - ha continuato Camusso - che serva aumentare i salari perché il lavoro si è impoverito troppo. Non possiamo continuare ad avere da 20 anni il modello della moderazione salariale, sia che ci sia inflazione sia che ci sia deflazione». Per Camusso «non si ha voglia di costruire un nuovo modello di relazioni ma di cambiare soltanto i minimi salariali, che per noi devono invece avere anche un po' di aumento». «Vorremmo vedere partire i tavoli dei rinnovi contrattuali» ha auspicato infine Camusso.
Camusso ha replicato sottolineando che «il confronto è cominciato con Confindustria che ha detto “intanto dovete restituirci dei soldi”. Non è un buon approccio. C'è poi un tema che non viene mai detto: la curva dei salari è piatta dal 1993. Poi so che Squinzi non è d'accordo ma anche le agenzie di rating parlano di bassi salari in Italia. Noi siamo convinti - ha continuato Camusso - che serva aumentare i salari perché il lavoro si è impoverito troppo. Non possiamo continuare ad avere da 20 anni il modello della moderazione salariale, sia che ci sia inflazione sia che ci sia deflazione». Per Camusso «non si ha voglia di costruire un nuovo modello di relazioni ma di cambiare soltanto i minimi salariali, che per noi devono invece avere anche un po' di aumento». «Vorremmo vedere partire i tavoli dei rinnovi contrattuali» ha auspicato infine Camusso.
Squinzi: aspettiamo si consolidino segnali di ripresa
Quanto allo scenario economico «c’è qualche segnale positivo, ma per dire che sia veramente la ripresa aspettiamo che i segnali si consolidino» ha detto Squinzi a margine di un incontro al Sacro Convento di Assisi. «Soprattutto - ha sottolineato ancora il numero uno degli industriali - aspettiamo che questi segnali diventino stimolati dall'interno e non da fattori internazionali»
Quanto allo scenario economico «c’è qualche segnale positivo, ma per dire che sia veramente la ripresa aspettiamo che i segnali si consolidino» ha detto Squinzi a margine di un incontro al Sacro Convento di Assisi. «Soprattutto - ha sottolineato ancora il numero uno degli industriali - aspettiamo che questi segnali diventino stimolati dall'interno e non da fattori internazionali»
Scandalo Volkswagen,«timori per Italia? Qualcuno sì»
Sui timori per una ripercussione sull'industria italiana della scandalo Volkswagen sulle emissioni auto truccate, Squinzi ha ammesso: «Ho paura che ci sia qualche conseguenza, anche se qualche imprenditore dei miei mi ha rassicurato». E ha spiegato: «Le subforniture dall'Italia sono tantissime verso la Germania ed in particolare verso il gruppo Volkswagen».
Sui timori per una ripercussione sull'industria italiana della scandalo Volkswagen sulle emissioni auto truccate, Squinzi ha ammesso: «Ho paura che ci sia qualche conseguenza, anche se qualche imprenditore dei miei mi ha rassicurato». E ha spiegato: «Le subforniture dall'Italia sono tantissime verso la Germania ed in particolare verso il gruppo Volkswagen».