sabato 13 maggio 2017

Cittadina romana svela a Franco Bechis il mistero misterioso dei sacchi. Un altro grande giornalista come Travaglio. Il premio nobel Bechis ha capito tutto. E c'è chi legge i loro libri!!!!!!!

Oltre ad essere un fazioso sostenitore di Grillo e Casaleggio il nostro grandissimo giornalista Travaglio è anche un cafone.

http://video.corriere.it/caso-boschi-scontro-tv-giornalisti-travaglio-fusani/aabbe8ee-3751-11e7-91e3-ae024e503e5d?intcmp=video_wall_hp&vclk=videowall%7Ccaso-boschi-scontro-tv-giornalisti-travaglio-fusani

Ma come si può mettere a sindaco di Roma una incapace ed incompetente come Raggi.

https://www.facebook.com/daniele.cina.10

Schettino condannato definitivo come per uno dei reati di Grillo

Realacci e Velardi VS Sibilia e Lezzi : ecco perchè i 5 stelle stanno t...

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Ancora cambi dopo un anno di governo della città. E noi paghiamo!!!!!!!!!!

La manager chiamata sei mesi fa è stata cacciata dalla giunta Raggi. Ma non ha ancora dato le dimissioni perché manca la buonuscita. Altri soldi spesi, altro management da trovare: siamo al quarto cambio in 11 mesi
ALESSANDRO D'AMATO
Era stata individuata nel novembre scorso per sostituire Alessandro Solidoro al vertice dell’AMA e doveva restare in carica per tre anni. Antonella Giglio è invece in uscita dall’azienda municipalizzata dei rifiuti romani e a quanto pare a darle il benservito è stata la sindaca Virginia Raggi. Ma c’è un problema: la buonuscita. La Giglio, arrivata in carica in quella che sembra un’era geologica fa, ovvero quando al vertice dell’assessorato c’era ancora Paola Muraro, viene considerata tra i responsabili dell’emergenza rifiuti che ha coinvolto anche AMA e le si imputa anche una scorretta gestione della vicenda della discarica di Colleferro.

Il lungo addio di Antonella Giglio all’AMA

Ma a quanto pare il lungo addio di Antonella Giglio all’AMA avrà strascichi. Giovedì scorso, durante l’assemblea, la Giglio aveva fatto mettere a verbale la sua intenzione di dimettersi, senza però la formale accettazione dei soci. Poi, racconta il Messaggero, è successo il patatrac:
Poi, dopo aver capito che non avrebbe ricevuto l’attesa buonuscita, ha inviato una mail sulla casella di posta elettronica certificata dell’azienda per ritirare le sue dimissioni. Palazzo Senatorio vuole comunque proseguire sulla sua strada. Così nella prossima assemblea, convocata per lunedì alle 15,tenterà di forzare la mano: accettando il passo indietro inizialmente annunciato (e scritto sul verbale) da Giglio e nominando contestualmente i tre membri del nuovo consiglio di amministrazione.
Un’accelerazione che, a meno che non si trovi un’intesa tra le parti, porterà verosimilmente a un’azione legale da parte della numero uno uscente di via Calderon de la Barca, che tenterà di far valere la sua formale comunicazione di ritiro delle dimissioni, inviata prima che l’assemblea formalizzasse il cambio al vertice della municipalizzata.
ama rifiuti roma
Il ciclo dei rifiuti a Roma (Corriere della Sera, 30 gennaio 2017)
Quello che sembra prevedibile è che si andrà quindi alle carte giudiziarie per la buonuscita. Oppure a un accordo extragiudiziale che comunque costerà tanto ai cittadini romani.

L’AMA senza guida

E in ogni caso ciò che spaventa è la capacità della sindaca di essere una mangia-manager senza pietà. Da quando Virginia Raggi è arrivata al Campidoglio prima non è stata capace di trovare un’intesa con i manager che ha trovato (ai quali aveva promesso comunque la possibilità di chiudere il mandato), come Daniele Fortini il quale aveva chiesto all’amministrazione di attivarsi per spingere a commissariare il Colari nel giugno scorso. La sindaca e il suo “staff” rifiutarono: nell’aprile scorso sono stati costretti a farlo lo stesso per fronteggiare l’emergenza rifiuti che intanto scoppiava.
ama rifiuti roma
Il ciclo dei rifiuti a Roma (Corriere della Sera, 30 gennaio 2017)
Poi sono arrivati Solidoro e Bina, che hanno salutato nel frattempo. Adesso, e siamo a 11 mesi di amministrazione da parte della Raggi, tocca alla Giglio fare le valigie. Le consigliere del Pd capitolino Valeria Baglio e Ilaria Piccolo chiosano: «O c’è una sorta di maledizione oscura che tormenta l’azienda o M5S non sa scegliere i propri manager. Molto piu’ probabile la seconda ipotesi se messa in relazione alla farsa dei 140 curricula che avrebbero dovuto essere esaminati dalla commissione ambiente per la scelta del nuovo CdA dell’azienda capitolina. Quando si tratta di poltrone, M5S somiglia sempre più alla vecchia partitocrazia dilaniata da guerre intestine tra correnti e condita da tanta incapacità quanto arroganza. Purtroppo come nell’emergenza rifiuti di questi giorni è la città a pagare il prezzo più caro. La coincidenza tra il caos rifiuti e la ‘sarabanda manageriale’ in Ama non e’ casuale, ma è l’inevitabile conseguenza di un’amministrazione pasticciona e inadeguata che rende più costosa e discontinua la gestione dei servizi ambientali (con il ricorso, come in queste ore, alla predisposizione di Task force) e la stessa direzione aziendale. Ai continui cambi di vertici seguono, infatti, pesanti ripercussioni economiche dovute alle buone uscite contrattuali dei manager. Alcune domande sorgono spontanee: Quanto costerà all’Ama l’uscita di scena della dr.ssa Giglio? E quanto costera’ l’insediamento del nuovo CdA? A quanto ammontano i costi complessivi delle rimozioni dei manager di Ama effettuati in questi 10 mesi?»
Roberta Capoccioni fa identificare dai vigili gli esponenti dell'associazione al lavoro su Piazza Sempione. Dietro c'è il nervosismo grillino per l'iniziativa di domenica
NEXT QUOTIDIANO
Tappami è un’associazione di volontariato che si occupa di riempire le tante buche che dominano le strade di Roma. Mercoledì scorso i volontari erano al lavoro a Piazza Sempione quando sono stati fermati dai vigili su iniziativa della presidente del III Municipio Roberta Capoccioni. La storia la racconta Cecilia Gentile su Repubblica:
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«Una situazione surreale — racconta Raffaele Scamardì, uno dei volontari dell’associazione “Tappami” — Erano passate da poco le 20. Stavamo provando un sigillante che ci era stato proposto dalla ditta che lo produce. Questo materiale sigilla le ragnatele del manto stradale, che sono l’ultima fase prima della buca vera e propria. Ci trovavamo davanti alla sede del municipio. All’improvviso sono scesi la presidente Capoccioni, l’assessore all’Ambiente Mimmo D’Orazione e tre, quattro consiglieri municipali. All’inizio erano divertiti e incuriositi. Ma quando hanno visto sulla nostra Vespa gli adesivi dell’associazione, si sono straniti. La presidente ha sostenuto che si trattava di un’azione politica e per questo ha voluto chiamare gli agenti, che ci hanno chiesto i documenti per identificarci. Poi abbiamo ultimato la riparazione delle crepe, che, secondo il parere dei vigili urbani presenti, è stata fatta molto bene».
È bene ricordare che Tappami, che “si dedica al recupero e al decoro urbano con particolare riguardo alla riqualificazione delle strade e delle vie di Roma Capitale”, sarà in piazza domenica con le magliette gialle del Partito Democratico che già hanno scatenato alcuneteorie del complotto.
«La scelta del posto, piazza Sempione, non era mirata, né provocatoria — assicura il presidente dell’associazione ”Tappami”, Cristiano Davoli — Anzi, all’inizio la prova doveva avvenire a Bravetta, ma è stato lo stesso rappresentante della ditta a chiederci di avvicinarci, perché lui alloggiava in un albergo vicino, sulla Nomentana. Così ci siamo spostati a piazza Sempione».
Tutto si aspettavano i volontari, ma non di scatenare la chiamata di vigili urbani e carabinieri per azioni che svolgono ormai da un anno e mezzo. Anzi, il II municipio, Salario, Flaminio, Parioli, Nomentano, San Lorenzo, a conduzione dem, ha deciso di valorizzare e utilizzare il contributo di questi volontari con un protocollo firmato marzo scorso.

venerdì 12 maggio 2017

La Serracchiani ha detto una cosa di massimo buon senso. Quelli di sinistra della sinistra di sinistra della sinistra che più di destra non si può fanno sempre i deficienti radical chic.

Serracchiani fa infuriare la sinistra sugli stupri

Politica
SERRACCHIANI
“Più grave se a commetterlo è un rifugiato”: è bufera
 
“La violenza sessuale è un atto odioso e schifoso sempre – aveva sostenuto due giorni fa Debora Serracchiani, la governatrice del Pd del Friuli – ma risulta socialmente e moralmente ancor più inaccettabile quando è compiuto da chi chiede e ottiene accoglienza nel nostro Paese”.
Serracchiani poi aggiungeva: “In casi come questi riesco a capire il senso di rigetto che si può provare verso individui che commettono crimini così sordidi. Sono convinta che l’obbligo dell’accoglienza umanitaria non possa essere disgiunto da un altrettanto obbligatorio senso di giustizia, da esercitare contro chi rompe un patto di accoglienza. Per quanto mi riguarda, gesti come questo devono prevedere l’espulsione dal nostro paese, ovviamente dopo assolta la pena. Se c’è un problema di legislazione carente in merito bisogna rimediare”.
Apriti cielo. Le parole della Serracchiani hanno dato luogo a una tempesta politica a sinistra, da Mdp (Francesco Laforgia: “Spero che qualcuno fermi questo delirio”) a Nicola Fratoianni (“A furia di inseguire la destra sul suo terreno per un pugno di voti dalle parti del Pd si distrugge via via una cultura politica che ha fatto la storia dell’Italia migliore. Amarezza e raccapriccio”).
Fino a Roberto Saviano  via Twitter: “E Matteo Salvini saluta l’ingresso di Debora Serracchiani nella Lega nord – scrive l’autore di Gomorra – Spero la candidi lui, perché se la candida ancora il Pd, significa che il Pd è diventato la Lega nord”.
Moltissime le proteste sui social network.
Ma sconcerto per il linguaggio usato dalla dirigente dem è stato espresso anche dalle file del suo stesso partito. “Siamo sconcertati da questa dichiarazione a commento dello stupro avvenuto a Trieste – scrivono alcuni consiglieri del Pd del Comune di Milano -, i reati e delitti hanno forme e aggettivi diversi a seconda di chi li fa? La violenza e la violenza su una donna, è sempre inaccettabile e non si pesa”, affermano in una nota i consiglieri democratici a palazzo Marino Paola Bocci, Natascia Tosoni, David Gentili, Simonetta D’Amico, Sumaya Abdel Qader, Diana De Marchi, Elena Buscemi, Angelica Vasile, Angelo Turco.
Serracchiani ha poi cercato di chiarire ulteriormente il suo pensiero affidadosi ad un post su Facebook. “Ho sentito il dovere di dire una cosa che credo di buon senso, anche se scomoda”. “I razzisti – si difende ancora la ex vicesegretaria del Pd – vogliono respingere i richiedenti asilo, io voglio accogliere chi scappa dalla guerra. I razzisti pensano che una violenza fatta da uno straniero sia peggiore di quella fatta da un italiano, per me la violenza è sempre e comunque da condannare, senza colore e senza graduatorie. Se occorre lo ripeto. Un richiedente asilo chiede un atto di solidarietà e la comunità che lo accoglie instaura con lui un rapporto di fiducia. Solidarietà e fiducia tengono insieme le famiglie. Per questo una violenza su un minore è odiosa, ma se viene compiuta in famiglia è ancora più odiosa. A renderla tale è il fatto che a commetterla è stata una persona ‘di fiducia’. Oltre alla vittima, della quale ci si dimentica sempre quando scoppiano polemiche ideologiche e pretestuose, vengono infatti traditi gli altri richiedenti asilo e tutti quelli che si battono per l’accoglienza dei migranti”.
La presidente del Friuli Venezia Giulia conclude quindi affermando di aver semplicemente detto “una cosa evidente alla stragrande maggioranza dei nostri concittadini. Non rendersene conto significa fare il gioco di quelli che razzisti lo sono veramente”.

VACCINI - La verifica dei fatti confuta i manichini della Casaleggio A...

giovedì 11 maggio 2017 08:58 

Una laurea honoris causa anche per Luigi Di Maio

Oggi ha pubblicato un’interessantissima intervista al wannabe Imperatore del Mondo Luigi Di Maio, nella quale è stata affrontata anche una tematica scottante: quella della laurea di Giggino. L’argomento, come sapete, è sensibile perché Di Maio ha fatto sapere che concorrerà per la carica di candidato premier del MoVimento 5 Stelle alle prossime elezioni, ma dopo tutta l’ironia dei grillini sulla mancanza di titoli dei vari ministri nei governi targati PD di questa legislatura la questione diventa quantomeno discutibile. Proprio Di Maio la affronta nell’intervista al settimanale e questo ci dà il là per una “modesta proposta”, come quelle di Jonathan Swift.
luigi di maio laurea
«(quella della laurea è una) Vecchia storia. Ero iscritto a giurisprudenza alla Federico II di Napoli, le prospettive del dopo laurea erano grigie e ho deciso di specializzarmi in informatica ed e-commerce, che crescevano in modo vertiginoso. Nel 2012 ho fatto partire insieme ad alcuni amici una società di web marketing, un anno dopo, a 26 anni, sono stato eletto in parlamento e nominato vicepresidente della Camera. Non ho buttato via il mio tempo».
Quindi laurea uguale pezzo di carta?
«Dico che conta anche quel che un individuo riesce a fare. Mark Zuckerberg era ad Harvard, si inventò Facebook e abbandonò gli studi, ma a fine maggio ci tornerà per ricevere la laurea honoris causa».
Si può agevolmente notare che Di Maio si paragona a Zuckerberg, anche se l’allievo di Harvard ha inventato Facebook mentre lui boh. In ogni caso l’occasione è propizia per proporre un appello alla Federico II anche per lui: date una laurea honoris causa anche al vicepresidente della Camera, magari in Lettere se proprio non è il caso di fornirgli quella in giurisprudenza. Così la smettiamo di fare ironia sui suoi studi e finalmente potremo concentrarci sulle sue capacità!
Sul litorale parte la protesta per l'arrivo del tritovagliatore di Rocca Cencia, mai annunciato ufficialmente dalla giunta Raggi...
MARIO NERI
Sarà la trasparenzaquannocepare a mettere nei guai la Giunta Raggi. Le associazioni di quartiere ad Ostia nei giorni scorsi avevano protestato dopo aver letto i giornali che annunciavano l’approdo a Ostia del tritovagliatore mobile voluto da Ignazio Marinoattualmente a Rocca Cencia. Questa, che è l’unica decisione concreta della giunta Raggi per la quale è stata chiesta – e subito fornita – l’autorizzazione della Regione Lazio, è però anche l’unica scelta che la Raggi non ha mai annunciato pubblicamente. Con il risultato di vedersela comunque spiattellata sui giornali nei giorni scorsi. Corredata dai timori dei residenti, i quali pensavano che i rifiuti di Roma sarebbero stati trasportati ad Ostia. E così ieri la Raggi ha dovuto smentire:
«Sono qui per tranquillizzare, i rifiuti di Roma non saranno portati a Ostia», rassicura in mattinata Raggi dopo aver concordato col prefetto Vulpiani, commissario del X municipio, che il “Piano per l’utilizzo degli arenili” necessario a garantire il 50% di spiagge libere entrerà in vigore non prima del 2018. «L’ho detto pure l’altra sera, alzando anche un po’ la voce», ha aggiunto la grillina: «Ognuno deve fare la sua parte. Roma lo sta facendo e se tutti gli attori istituzionali si mettono intorno a un tavolo risolviamo veramente a breve».
Una dichiarazione che tuttavia stride con la lettera inviata da Ama al Dipartimento regionale Ambiente il 9 maggio, tre giorni fa: «Al fine di fronteggiare l’attuale situazione emergenziale relativa al trattamento dei rifiuti urbani indifferenziati prodotti nel territorio di Roma», si legge, la società comunale «ha avviato l’istruttoria per l’utilizzo del tritovagliatore mobile di Rocca Cencia» nella sede aziendale «di viale dei Romagnoli 1167», a meno di 2 chilometri dal centro di Ostia Antica (La Repubblica, 12 maggio 2017)
virginia raggi ostia tritovagliatore
Bisogna anche ricordare che si voterà al più presto nel X Municipio, feudo grillino finora commissariato. Proprio per questo è necessario che l’amministrazione non irriti la popolazione. Che è già scesa sul piede di guerra perché teme che Ostia diventi un deposito di rifiuti:
Non solo dunque si conferma che l’emergenza c’è, sempre però negata dall’assessora grillina Montanari, ma si mette nero su bianco che l’immondizia (3.300 le tonnellate raccolte ieri, 700 in più della media giornaliera) sarà trattata nel municipio costiero. Alimentando il sospetto che l’attivazione del macchinario per mesi ritenuto inutile dal M5S — «Non serve», decretò a luglio l’ex Muraro — sia solo un pretesto: quel che gli ostiensi temono è che si voglia utilizzare la sede Ama di Ostia come i due Tmb comunali ormai saturi: un deposito dove parcheggiare i rifiuti. Da qui la minaccia di barricate.
Ma tanto non è un’emergenza, no?

dipocheparole     venerdì 27 ottobre 2017 20:42  82 Facebook Twitter Google Filippo Nogarin indagato e...