Liberi cittadini contro il regime partitocratico, i privilegi della casta sindacale della triplice, la dittatura grillina e leghista, la casta dei giornalisti
sabato 8 giugno 2013
Ma uno così poteva diventare un politico in un paese che non fosse l'Italia?
Domani le amministrative sull'isola. Parla il capogruppo grillino in Sicilia
Cancelleri: “Chi lascia il Movimento è legato ai soldi”
«Il confronto non sarà con le politiche, ma con le regionali». Sarà dura: «contano amici e parenti»
Giancarlo Cancelleri accusa i dissidenti del Movimento (da Flickr, tratta da pasere)
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Il M5S guarda con attenzione al test elettorale di domenica e lunedì, che vedrà tornare alle urne gli elettori siciliani in quattro capoluoghi di provincia: Catania, Messina, Ragusa e Siracusa. Più centinaia di piccoli comuni. Giancarlo Cancelleri, capogruppo all’Ars del M5S, considerato uno dei lealisti di Beppe Grillo, commenta con Linkiesta la campagna elettorale appena conclusa, i recenti sommovimenti all’interno del partito dell’ex comico: « Chi va via è una merda secca, sono persone legate ai soldi. Parliamoci chiaro, questi non vanno via per motivi politici»
Alla luce dell’exploit delle politiche, dove in Sicilia avete raggiunto picchi spaventosi sfiorando, come a Ragusa il 41%, cosa vi aspettate dalla tornata elettorale di domenica e lunedì?
Ci aspettiamo quelli che sono stati i numeri delle regionali. È ovvio che non possiamo tenere le percentuali delle politiche. Consideri che noi partiamo da zero, allo stato attuale non abbiamo alcun consigliere comunale. Però alla comunali funziona diversamente rispetto alle politiche e alle regionali: lì ci sono gli amici, i parenti. Il più delle volte si vota sulla base di questi parametri. Insomma un buon risultato sarebbe riuscire ad entrare in tutti i consigli comunali.
Ci aspettiamo quelli che sono stati i numeri delle regionali. È ovvio che non possiamo tenere le percentuali delle politiche. Consideri che noi partiamo da zero, allo stato attuale non abbiamo alcun consigliere comunale. Però alla comunali funziona diversamente rispetto alle politiche e alle regionali: lì ci sono gli amici, i parenti. Il più delle volte si vota sulla base di questi parametri. Insomma un buon risultato sarebbe riuscire ad entrare in tutti i consigli comunali.
Sareste soddisfatti del risultato delle regionali, quel 15% che vi ha reso il gruppo più folto in Assemblea regionale. A Ragusa, però, potreste andare al ballottaggio...
Guardi, Ragusa è un sogno nel cassetto, ma non è una cosa semplice. Però ci sono piccole realtà, come Riesi, Acate, Leonforte, dove possiamo ottenere un buon risultato.
Guardi, Ragusa è un sogno nel cassetto, ma non è una cosa semplice. Però ci sono piccole realtà, come Riesi, Acate, Leonforte, dove possiamo ottenere un buon risultato.
In Sicilia è nata la fronda di ribelli del M5S, guidata da Tommaso Currò, Francesco Campanella, Mario Giarrusso. Proprio ieri i due parlamentari Vincenza Labriola e Alessandro Furnari hanno abbandonato il movimento. Se il voto andrà male ci saranno altre fughe?
La migrazione verso il gruppo non è legata ai risultati elettorali. La gente abbandona il Movimento Cinque Stelle perché non riesce a rinunciare al denaro. Chi va via è una merda secca, sono persone legate ai soldi. Parliamoci chiaro, questi non vanno via per motivi politici. Anche perché se non fosse così una persona che prende un impegno lo porta fino in fondo.
La migrazione verso il gruppo non è legata ai risultati elettorali. La gente abbandona il Movimento Cinque Stelle perché non riesce a rinunciare al denaro. Chi va via è una merda secca, sono persone legate ai soldi. Parliamoci chiaro, questi non vanno via per motivi politici. Anche perché se non fosse così una persona che prende un impegno lo porta fino in fondo.
Oggi Repubblica, edizione di Sicilia, scrive che «la candidata del M5s Maria Cristina Saija sembra schiacciata dal leader del movimento No.Ponte Renato Accorinti, che non è stato candidato dal Movimento Cinque Stelle perché si sarebbe rifiutato di iscriversi al locale meet-up». Insomma, altre grane.
Non è vera questa cosa. Sono tutte mezogne. Renato non si è iscritto perché noi non abbiamo tessere di partito. Il problema di Renato è che avrebbe voluto imbarcare chiunque: verdi, autonomisti, etc... Insomma, non è vero.
Non è vera questa cosa. Sono tutte mezogne. Renato non si è iscritto perché noi non abbiamo tessere di partito. Il problema di Renato è che avrebbe voluto imbarcare chiunque: verdi, autonomisti, etc... Insomma, non è vero.
Ma in questa campagna elettorale sta notando differenze di partecipazione rispetto alle politiche o alle regionali?
No, a me sembra più partecipata rispetto alle precedenti. Con la differenza che prima per riempire le piazze ci voleva Grillo, adesso anche senza Beppe riusciamo a coinvolgere migliaia di persone. Le comunali sono più fiduciarie, la gente ti vuole toccare, e vuole sapere se il candidato sindaco è perbene o meno. Il candidato sindaco non si sceglie su basi ideologiche. Può succedere che un destro scelga un candidato di sinistra, o viceversa.
No, a me sembra più partecipata rispetto alle precedenti. Con la differenza che prima per riempire le piazze ci voleva Grillo, adesso anche senza Beppe riusciamo a coinvolgere migliaia di persone. Le comunali sono più fiduciarie, la gente ti vuole toccare, e vuole sapere se il candidato sindaco è perbene o meno. Il candidato sindaco non si sceglie su basi ideologiche. Può succedere che un destro scelga un candidato di sinistra, o viceversa.
Ma in Sicilia quando si torna alle urne le clientele orientano il voto. Avete notato qualcosa di anomalo in questa campagna elettorale?
Personalmente no, ma il candidato sindaco del M5S di Capaci mi diceva che altri candidati propongono 25 euro per singolo voto, una lavatrice medio-bassa per 6 voti, e una lavatrice di un marchio prestigioso per 12 voti.
Personalmente no, ma il candidato sindaco del M5S di Capaci mi diceva che altri candidati propongono 25 euro per singolo voto, una lavatrice medio-bassa per 6 voti, e una lavatrice di un marchio prestigioso per 12 voti.
(Giovanni Carlo Cancelleri, classe ’75, nisseno, geometra, sposato senza figli. Il suo politico di riferimento è Bob Kennedy, infatti Cancelleri cita spesso una sua frase:«Se tu non ti interessi alla politica, sarà la politica ad interessarsi di te». Ha una sorella di nome Azzurra, anche lei attivista e parlamentare nazionale del M5S. E presto, secondo alcune fonti, potrebbe chiedere al fratello Vincenzo, fino ad oggi spin doctor di Giacarlo, di scendere in campo per le elezioni amministrative di Caltanissetta, che si terranno nel maggio del 2014)
Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/cancelleri-fronda-grillo-sicilia#ixzz2Vea8xbxf
A breve l'implosione? Ma si tra poco si sfasciano.
M5s. Labriola e Furnari via, Zaccagnini vs Grillo forse…implosione vicina?
Pubblicato il 8 giugno 2013 10.01 | Ultimo aggiornamento: 8 giugno 2013 10.01
ROMA – Il Movimento 5 stelle in parlamento sembra essere “prossimo all’implosione”, scrive Tommaso Ciriaco su Repubblica. Per Emanuele Buzzi del Corriere della sera i cittadini di Beppe Grillo hanno avuto “100 giorni per aprire il parlamento, conoscersi e dividersi”. Prima Alessandro Furnari e Vincenza Labriola abbandonano il gruppo M5s per unirsi al gruppo misto. Ora Adriano Zaccagnini, considerato un “ribelle” nel movimento, potrebbe lasciare i cittadini di Grillo.
“Volevano i soldi”, li insulta il web. Anche i loro ex colleghi M5s non risparmiano loro la “gogna”. Labriola e Furnari spiegano, o almeno ci provano. M5s per loro è quasi un “sogno svanito”, dopo che l’Ilva di Taranto, tema a loro carissimo, non è stato preso in considerazione dal leader Beppe Grillo.
Secondo Ciriaco il “dissenso si allarga a macchia d’olio” e i motivi di rottura potrebbero essere o la spinosa questione della diaria o la “corte” di Pippo Civati del Pd. La situazione alla Camera la racconta Ciriaco, con Zaccagnini che smette di nascondersi:
“Ho un momento di difficoltà psicologica. Rifletto. Per decidere di andare via è troppo presto. Starò dove troverò serenità”. Quasi certamente fuori dal M5S. Come lui, anche l’agguerrita pattuglia del Friuli Venezia Giulia, da Walter Rizzetto ad Aris Prodani, è tentata dall’addio. Senza contare Alessio Tacconi e Tommaso Currò. Poi ci sono quelli che faticano a uscire allo scoperto. E sono parecchi di più. A Catania, intanto, il M5S inibisce l’uso del logo a due candidati.
Al Senato la situazione cambia, spiega Ciriaco che parla di un “ribaltone morbido”, con il “moderato” Luis Orellana che guiderà i senatori M5s dopo il ruolo che fu di Vito Crimi.
“Delusi dall’infruttuoso muro contro muro imposto dal quartier generale di Grillo, ripetono che “la politica è dialogo” e sostengono Luis Orellana nel ruolo di capogruppo. Si scontrerà con Nicola Morra, considerato più in sintonia con la linea ufficiale. Forse già martedì si terrà il ballottaggio. Ma i “turni preliminari” hanno sorpreso: 19 voti per Morra, 18 per Orellana, 16 per il “dissidente” Battista e 14 per la senatrice Bulgarelli. Un’altra considerata poco ortodossa”.
La “gogna” mediatica per Furnari e Labriola sul blog di Beppe Grillo è impietosa: vengono accusati di aver abbandonato per la diaria e di essere incapaci di produrre disegni di legge e di impegnarsi concretamente dell’Ilva. Accuse che vengono corredate dagli utenti del web caro a Grillo con minacce e insulti per cloro che si definiscono “i primi Liberi Cittadini” a compiere il passo contro quel movimento che “ha voltato le spalle” all’Ilva di Taranto. E anche dagli ex colleghi non arrivano certo commenti politically correct:
“Ma anche gli ex colleghi non mancano di “salutare” i due deputati. Il capogruppo Riccardo Nuti li considera lavativi. Per Gianluca Vacca sono «due “parassiti”». Secondo Manlio Di Stefano, invece, faranno «grandi cose laddove le fecero già i Razzi e gli Scilipoti». Né Castelli si sconvolge per gli attacchi: «Se si rompe il patto fiduciario con l’elettore, la rete è libera di dirti “vaffa…” o “ti amo”». Insomma, nessuna pietà per chi tradisce”.
Anche Buzzi fa il punto di quella che è la situazione dei cittadini M5s, tra deputati e senatori, divisi tra fedelissimi e traditori. Buzzi parte dalla “squadra dei fedelissimi”:
“Crimi e Lombardi incarnano certo l’avanguardia della colonia di «fedelissimi», ossia di attivisti storici vicini alla linea di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. All’interno della cerchia ci sono anche gli altri parlamentari — come Laura Castelli e Alessandro Di Battista — presenti (con qualche malumore nel gruppo) al corso tv coordinato settimana scorsa dai due leader, ma anche i volti istituzionali dei Cinque Stelle (il vicepresidente della Camera, Luigi di Maio, il questore al Senato, Laura Bottici, e il presidente della Vigilanza Rai, Roberto Fico)”.
Le decisioni, i cittadini M5s, le prendono sul “modello meet-up”, scrive Buzzi, già provato sul web ed esportato a Roma. E tra queste lunghe discussioni sempre prese a maggioranza, e sempre a tarda sera, c’è anche quella del prossimo capogruppo in Senato:
“La cartina di tornasole è il voto per il successore di Crimi come capogruppo a Palazzo Madama. Nicola Morra, considerato il favorito, indicato anche dal gruppo dei «fedelissimi» è davanti di un soffio a Luis Alberto Orellana, considerato dai più un «dialogante», mediatore tra le posizioni. Ma soprattutto il dissidente Lorenzo Battista ha raccolto oltre una decina di preferenze, creando un piccolo non esiguo fronte: quasi un quarto dei senatori. Che si sta coagulando, anche se — analizzano fonti vicine ai parlamentari — «tra loro non c’è una posizione comune su molti temi»”.
Inoltre c’è il caso Labriola e Furnari, che hanno lasciato M5s, e la possibile cacciata di Zaccagnini, reo di aver invitato il leader Grillo a “fare autocritica”:
” «Grillo ha usato una mano un po’ troppo impositoria», secondo Tommaso Currò. Sulla sua linea anche Walter Rizzetto o Adriano Zaccagnini: voci dissenzienti su argomenti sensibili. «Le posizioni come quelle esposte da Zaccagnini sono il sale della democrazia interna al gruppo — dice il deputato pugliese Giuseppe D’Ambrosio —. Si tratta di normali dinamiche. Noi, al meet-up di Andria, organizziamo periodicamente una serata in cui ci mandiamo a quel paese. Passata quella, tutto prosegue». Qualcuno, però, a Roma si è allontanato o è stato cacciato, come Marino Mastrangeli, il senatore espulso con votazione via blog”.
venerdì 7 giugno 2013
Ma una persona non può scegliere di andarsene? Deve essere insultato così? Sono proprio infantili sti' grillini.
Grillini traditori: Vicenza Labriola e Alessandro Furnari lasciano movimento 5 stelle (FOTO)
Dire, L'Huffington Post | Pubblicato: 07/06/2013 13:07 CEST | Aggiornato: 07/06/2013 15:38 CEST
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Gli ex deputati del movimento cinque stelle Vincenza Labriola e Alessandro Furnari,come anticipato qualche giorno fa dall'Huffpost, sono ufficialmente iscritti al gruppo misto della camera.
Il capogruppo cinque stelle a Montecitorio Riccardo Nuti li attacca:"Guarda caso sono quelli fra coloro che hanno palesato la non disponibilità sulla restituzione della parte non spesa, sulla diaria- aggiunge- in più in questi mesi non hanno dato un contributo sulle proposte di legge e di tutti i lavori delle commissioni. Ci auguriamo che migliorino questa attività lavorativa passando al gruppo misto".
Nei confronti dei due "traditori" è già partita la caccia all'untore su Facebook. "Eccoli qui i traditori", scrivono i militanti sui social network. Sul suo sito personale, Labriola non ha ancora scritto nulla anche se i commenti già arrivano. C'è chi ironizza: "Tutti quei soldi non si potevano proprio buttare!". Mentre sul profilo di Furnari, che rinvia le sue spiegazioni alla prossima settimana, i commenti sono più numerosi. C'è chi scrive: "ELIMINIAMOLO in gran massa dai nostri contatti... non ci merita..." e chi va giù pesante: "Furnari sei una m.... di uomo"
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L'UFFICIALIZZAZIONE SUL SITO DELLA CAMERA
Grillo eversivo come Berlusconi. Come una goccia d'acqua.
ATTACCO
Grillo: «Il parlamento? Non serve a nulla»
L'ex comico: «È una tomba. Abbattiamolo». Fassina: «Esprime una cultura fascista». Gli M5s ora vanno in tivù. I deputati Labriola e Furnari passano al Gruppo misto.
Dopo essersi scagliato contro l'ipotesi di una riforma costituzionale in senso presidenzialista, Beppe Grillo è tornato all'attacco delle istituzioni italiane delle quali ormai fanno parte anche i rappresentante del Movimento 5 stelle.
Il 7 giugno, l'ex comico ha voluto ribadire un concetto già più volte espresso: «Camera e Senato, sono diventati un luogo di nominati che approvano le leggi del governo», ha detto scatenando lereazioni sdegnate di centrosinistra e centrodestra.
«INCOSTITUZIONALE». Sul suo blog Grillo si è chiesto: «A che serve questo parlamento? A cosa servono le elezioni? Il parlamento è incostituzionale in quanto il porcellum è incostituzionale. Ora pretende di cambiare la Costituzione su dettatura di Pdl e Pdmenoelle? Follia», ha affermato il leader del M5s nel post dal titolo 'La scatola di tonno è vuota', in riferimento alle sue parole prima delle elezioni: «Lo apriremo come una scatola».
Grillo ha insistito: «Il parlamento ha ancora un senso? Va riformato, abolito? Una cosa è certa, oggi non serve praticamente a nulla. Il parlamento, luogo centrale della nostra democrazia, è stato spossessato dal suo ruolo di voce dei cittadini. Emette sussurri, rantoli, gemiti come un corpo in agonia che sono raccolti da volenterosi giornalisti per il gossip quotidiano. Chi rappresenta ormai questo luogo? Deputati e senatori sono nominati dai dirigenti della 'ditta' del Pdmenoelle (così si dice la chiami Gargamella Bersani in privato) e di un condannato in secondo grado per evasione fiscale che altrove sarebbe in fuga in lidi lontani».
«GLI ELETTI NON RAPPRESENTANO NESSUNO». L'ex comico ha aggiunto: «I parlamentari nominati dai partiti non rappresentano nessun elettore, neppure se stessi. Sono solo impiegati con un ottimo stipendio adibiti a pigiare bottoni a comando. Qualcuno, scelto tra i più fedeli, viene utilizzato alla bisogna per raccontare frottole in televisione su canali lottizzati. Il parlamento è sovrano in materia legislativa secondo l'articolo 76 della Costituzione che dice: 'L'esercizio della funzione legislativa non può essere delegato al governo se non con determinazione di principi e criteri direttivi e soltanto per tempo limitato e per oggetti definiti'. Fare leggi è il suo compito, ma le leggi, al suo posto, le fa il governo sotto forma di decreti a pioggia, quasi sempre approvati in Aula».
«NOMINATI CHE APPROVANO LEGGI DEL GOVERNO». E ancora: «Il governo, in teoria, ha il compito di governare, non di sostituirsi al parlamento. Camera e Senato, sono diventati un luogo di nominati che approvano le leggi del governo. Una situazione degna di deliri da funghi allucinogeni. Il parlamento può sfiduciare il governo in carica, unico titolato a farlo, sempre secondo la Costituzione (art. 94). Ma anche questo potere gli è stato sottratto con l'avvento di Monti eletto senza alcun voto di sfiducia a Berlusconi. 'Vuolsi così colà dove si puote'. I parlamentari stessi non sono tenuti alla presenza in Aula. Alcuni si vedono una o due volte all'anno. Il parlamento potrebbe chiudere domani, nessuno se accorgerebbe. È un simulacro, un monumento ai caduti, la tomba maleodorante della Seconda Repubblica. O lo seppelliamo o lo rifondiamo. La scatola di tonno è vuota. Ripeto: la scatola di tonno è vuota».
Il 7 giugno, l'ex comico ha voluto ribadire un concetto già più volte espresso: «Camera e Senato, sono diventati un luogo di nominati che approvano le leggi del governo», ha detto scatenando lereazioni sdegnate di centrosinistra e centrodestra.
«INCOSTITUZIONALE». Sul suo blog Grillo si è chiesto: «A che serve questo parlamento? A cosa servono le elezioni? Il parlamento è incostituzionale in quanto il porcellum è incostituzionale. Ora pretende di cambiare la Costituzione su dettatura di Pdl e Pdmenoelle? Follia», ha affermato il leader del M5s nel post dal titolo 'La scatola di tonno è vuota', in riferimento alle sue parole prima delle elezioni: «Lo apriremo come una scatola».
Grillo ha insistito: «Il parlamento ha ancora un senso? Va riformato, abolito? Una cosa è certa, oggi non serve praticamente a nulla. Il parlamento, luogo centrale della nostra democrazia, è stato spossessato dal suo ruolo di voce dei cittadini. Emette sussurri, rantoli, gemiti come un corpo in agonia che sono raccolti da volenterosi giornalisti per il gossip quotidiano. Chi rappresenta ormai questo luogo? Deputati e senatori sono nominati dai dirigenti della 'ditta' del Pdmenoelle (così si dice la chiami Gargamella Bersani in privato) e di un condannato in secondo grado per evasione fiscale che altrove sarebbe in fuga in lidi lontani».
«GLI ELETTI NON RAPPRESENTANO NESSUNO». L'ex comico ha aggiunto: «I parlamentari nominati dai partiti non rappresentano nessun elettore, neppure se stessi. Sono solo impiegati con un ottimo stipendio adibiti a pigiare bottoni a comando. Qualcuno, scelto tra i più fedeli, viene utilizzato alla bisogna per raccontare frottole in televisione su canali lottizzati. Il parlamento è sovrano in materia legislativa secondo l'articolo 76 della Costituzione che dice: 'L'esercizio della funzione legislativa non può essere delegato al governo se non con determinazione di principi e criteri direttivi e soltanto per tempo limitato e per oggetti definiti'. Fare leggi è il suo compito, ma le leggi, al suo posto, le fa il governo sotto forma di decreti a pioggia, quasi sempre approvati in Aula».
«NOMINATI CHE APPROVANO LEGGI DEL GOVERNO». E ancora: «Il governo, in teoria, ha il compito di governare, non di sostituirsi al parlamento. Camera e Senato, sono diventati un luogo di nominati che approvano le leggi del governo. Una situazione degna di deliri da funghi allucinogeni. Il parlamento può sfiduciare il governo in carica, unico titolato a farlo, sempre secondo la Costituzione (art. 94). Ma anche questo potere gli è stato sottratto con l'avvento di Monti eletto senza alcun voto di sfiducia a Berlusconi. 'Vuolsi così colà dove si puote'. I parlamentari stessi non sono tenuti alla presenza in Aula. Alcuni si vedono una o due volte all'anno. Il parlamento potrebbe chiudere domani, nessuno se accorgerebbe. È un simulacro, un monumento ai caduti, la tomba maleodorante della Seconda Repubblica. O lo seppelliamo o lo rifondiamo. La scatola di tonno è vuota. Ripeto: la scatola di tonno è vuota».
Venerdì, 07 Giugno 2013
giovedì 6 giugno 2013
E quando mai uno come questo riusciva a diventare qualcuno se non fosse stato al servizio di Grillo e Casaleggio?
M5s da oggi di lotta ma anche di governo con la elezione di Fico alla Vigilanza Rai
L'Huffington Post | Di Pietro Salvatori Pubblicato: 06/06/2013 20:56 CEST | Aggiornato: 06/06/2013 21:10 CEST
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È il giorno delle parole durissime di Mario Giarrusso, è il giorno del travaglio diAlessandro Furnari e Giuliana Labriola, che da tempo stanno meditando l'addio.
È però anche il giorno dell'istituzionalizzazione definitiva del Movimento 5 stelle. Anzi, l'elezione di Roberto Fico alla presidenza della Commissione di Vigilanza della Rai rappresenta un'ipertrofia nel turbolento e complicato processo di inserimento della pattuglia dei grillini all'interno del Palazzo. Un punto di arrivo, dopo mesi nei quali il profilo barricadiero e l'estraneità al grande gioco del Parlamento è stata la cifra dell'agire stellato. Ma anche un punto di partenza, che potrebbe far scaturire un cambio qualitativo della presenza a 5 stelle nelle stanze della politica.
Molti osservatori l'hanno sottolineato: di per sé, lo scranno più alto della Vigilanza non reca a chi vi si siede un surplus di potere in grado di cambiare gli equilibri dello scacchiere. Ma l'attenzione che da sempre catalizzano le vicende di Viale Mazzini rende quella posizione cruciale sia a livello politico, sia a livello mediatico. Sul controllo della televisione pubblica lo scontro è perpetuo. Una guerra combattuta giornalmente a bassa intensità, con picchi di deflagrazione improvvisi e violentissimi.
Per avere una prova basta scorrere i membri designati dal Popolo della Libertà. Si va da Renato Schifani a Maurizio Gasparri, passando per Augusto Minzolini, Paolo Romani e Paolo Bonaiuti. Quando il 'soldato semplice' Luca D'Alessandro è stato eletto capogruppo, i suoi compagni di partito lo hanno bonariamente preso in giro: "Non ti montare la testa, è solo perché sei l'unico a non avere altri incarichi".
La pattuglia dei berluscones è tra le più corazzate possibili. Il Cavaliere sa che negli equilibri interni al piccolo schermo si gioca gran parte della ricaduta mediatica del tema del conflitto d'interessi. Un terreno sul quale già da tempo i grillini hanno minacciato di dare battaglia. Ma i veti incrociati sul Copasir e la preoccupazione di Berlusconi sulla Giunta per le elezioni e le immunità hanno reso l'elezioni di Fico un passaggio inevitabile anche per il Pdl.
Se Luigi Di Maio e Laura Bottici sono già stati eletti alla vicepresidenza della Camera e al collegio dei questori del Senato, l'ascesa al soglio televisivo di Fico rappresenta tuttavia un qualcosa di diverso. Sarà onere e onore del deputato a 5 stelle calendarizzare proposte, stabilire ordini del giorno, parlare a nome della plenaria di uno dei luoghi simbolo dell'eterno contrasto tra Pd e Pdl. I due principali partiti di governo sanno che le mine di cui è disseminato il campo della Rai rappresentano una dei principali insidie sulle quali il rapporto tra i due eterni rivali potrebbe esplodere. Ma, plasticamente, l'elezioni di Fico rappresenta proprio la rottura dello schema che negli ultimi vent'anni ha voluto alternarsi in quella posizione di volta in volta un azzurro e un democratico.
A compattare le fila traballanti della maggioranza potrebbe essere il programma annunciato dall'esponente. Il suo faro sarà "togliere le mani dei partiti dal servizio pubblico". "Ci proveremo in tutti i modi", scandisce nella conferenza stampa convocata in tutta fretta a Montecitorio. Per raggiungere l'obiettivo nominerà "uno staff di alto livello per far sì che questo avvenga nel modo migliore". Il fine ultimo è quello di "far sì che io sia l'ultimo presidente di quest'organo". Smantellare la Vigilanza significa smontare il sistema del servizio pubblico radiotelevisivo per come lo si è conosciuto in questi ultimi anni. Un piano ambizioso, che dovrà andare a braccetto con il ruolo istituzionale, che impegnerà Fico a dirimere le questioni che man mano si affastelleranno sulla sua scrivania e a rappresentare il massimo organo di controllo della Rai in tutte le sedi. Istituzionali e mediatiche. Un aspetto al quale il fedelissimo di Beppe Grillo non si vuole sottrarre: "Andrò ai talk show, ma deciderò caso per caso". Insomma, da oggi il M5s è un Movimento di lotta, ma anche un po' di governo.
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