Liberi cittadini contro il regime partitocratico, i privilegi della casta sindacale della triplice, la dittatura grillina e leghista, la casta dei giornalisti
sabato 20 giugno 2015
E dire che l'acqua è un bene prezioso. Bravi grillini, coerenti come i leghisti.
IL COMUNE GRILLINO DI LIVORNO VOTA L’AUMENTO DELLE BOLLETTE DELL’ACQUA
admin 20 giugno 2015 IL COMUNE GRILLINO DI LIVORNO VOTA L’AUMENTO DELLE BOLLETTE DELL’ACQUA2015-06-20T20:08:06+00:00Attualità, Home, Politica No Comment
Un vero e proprio golpe contro l’acqua pubblica definiva lo scorso novembre sul blog di Grillo, Filippo Nogarin sindaco grillino di Livorno, la sua estromissione dalla presidenza dell’azienda dei servizi idrici di Livorno e provincia:
“Tutto come volevasi dimostrare. La logica di negare al sindaco di Livorno la Presidenza per pochi mesi (sarei scaduto ad ottobre) ci da chiaramente il segnale di quale genere di direzione si intenda dare all’Autorità Idrica per il prossimo futuro…
Un attacco ai beni comuni senza nessun precedente, quello che in questi 5 mesi da sindaco ho riscontrato pure sulla questione della gestione rifiuti e nei trasporti pubblici. L’assemblea di AIT ha di fatto ratificato un golpe bianco, sovvertendo di fatto lo stesso Statuto dell’Autorità Idrica Toscana.
Quello che mi conforta, di questa esperienza, è il sostegno che ho ricevuto costantemente dai Movimenti per l’Acqua Pubblica, che hanno compreso come questa battaglia non fosse solamente quella di un sindaco 5 stelle, ma fosse coerente con la loro battaglia che è pure la mia da sempre. Ringrazio per il sostegno tutti coloro che al di la dell’appartenenza partitica hanno fatto una oggettiva analisi con un dibattito politico assembleare. Mi sento di dover per questo ringraziare l’assessore del comune di Pistoia e quello del comune di Firenze per aver quantomeno tentato di proporre un dibattito reale.
Hanno vinto una battaglia forse, non certamente una guerra, perché i cittadini non possono, non vogliono e non devono vedersi sottrarre una risorsa essenziale come l’acqua”. Questo scriveva Nogarin.
Ieri, l’assessore del Comune di Livorno Giovanni Gordiani ha votato l’aumento fino al 10% delle bollette dell’acqua.
A riferirlo, senza giri di parole, con un comunicato è il sindaco di Suvereto, Giuliano Parodi:
«Come Sindaco questa mattina ho partecipato a Livorno (sala consiliare) alla Conferenza Territoriale n5 “Toscana Costa” dell’AIT (Autorità Idrica Toscana). All’ordine del giorno “proposta di nuova struttura dei corrispettivi per il gestore ASA spa per l’anno 2015″.
Ovvero la nuova modulazione delle bollette dell’acqua.
La proposta che ci è stata sottoposta prevede un aumento medio del 5% sulle bollette (con picchi massimi fino al 10% ) Questo aumento e’ giustificato per sopperire il disavanzo tra il PEF (piano Economico Finanziario) ipotizzato da ASA spa (circa 81 milioni di euro) e l’entrata presunta dalle bollette stimata sugli introiti 2014 (circa 77 milioni di euro).
Era la seconda conferenza a cui partecipavo, la prima circa 2 mesi ci fu illustrata la proposta questa mattina andava votata. Io la scorsa conferenza sollevai tutta una serie di perplessità e chiesi ad AIT ed ad ASA di portare una nuova modulazione che NON PREVEDESSE AUMENTI, con un PEF calcolato partendo dalle entrate 2014 (77 milioni) e per far ciò bastava ridurre qualche investimento NON INDISPENSABILE e contrarre i costi di gestione.
Così non e’ stato e quindi questa mattina io ho votato NO a questa proposta di aumento, (unico Sindaco a fare ciò).
Mi ha lasciato basito la posizione dell’assessore del Comune di Livorno (Giovanni Gordiani ex bancario fiorentino volato in Belgio per fare il consigliere giuridico alla direzione generale ambiente della Commissione europea, tessera del Pd in tasca fino al 2011) che ha votato SI senza sollevare troppe criticità…come feci la scorsa volta gli ho ricordato che una delle 5 stelle del suo “movimento”è’ l’ACQUA PUBBLICA..e quindi è inaccettabile questo meccanismo perverso di calcolo che viene usato che fa investimenti prevedendo un certo introito se poi i cittadini sono virtuosi e risparmiano acqua l’anno successivo visto il “gap” che si è venuto a creare tra uscite ed entrate si aumenta la bolletta…il messaggio è più risparmi più paghi!…
io non sarò mai complice di tutto questo».
Grandissima Boldrini. Salvini mediocre politico.
Migranti, Salvini: “Boldrini è da ricovero”. La replica: “Io non sono xenofoba”
Pubblicato il 20 giugno 2015 14:53 | Ultimo aggiornamento: 20 giugno 2015 15:07
ROMA - “Il Presidente della Camera è da ricovero”, dice Salvini alla Boldrini. “Io non soffio sul fuoco della xenofobia”, dice la Boldrini a Salvini. E’ scontro tra le forze politiche sul problema immigrazione. Con il leader leghista Matteo Salvini che attacca la presidente della Camera Laura Boldrini, che, a sua volta, replica. Ma oltre allo scontro ci sono anche le parole del capo dello Stato Sergio Mattarella che traccia la strada che l’Italia dovrà seguire in materia. “Il nostro Paese continuerà a fare quanto necessario per assicurare ai rifugiati e a coloro che chiedono asilo un trattamento rispettoso dei diritti fondamentali e della dignità umana, con l’auspicabilmente crescente contributo dell’Unione Europea e della comunità internazionale”, ha detto presidente della Repubblica sulla questione migranti in un messaggio inviato in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato. “L’Italia sente alto e forte – da sempre – il dovere di solidarietà nei confronti di chi giunge nel nostro Paese, coltivando l’ispirazione e la speranza verso una vita più sicura e un avvenire per sé e per i propri figli”, aggiunge Mattarella.
Sul tema dell’emergenza migranti è, come detto, tornato anche il leader della lega Matteo Salvini, sostenendo che “in Italia non c’è spazio per tutti”. Parlando al suo arrivo al congresso federale della Lega Nord, il segretario del Carroccio ha poi commentato le dichiarazioni di venerdì della presidente della Camera, Laura Boldrini, secondo la quale la vera emergenza non è in Italia ma nel Mediterraneo. “Boldrini deve essere ricoverata”, ha tagliato corto il leader leghista.
Pronta la replica della presidente della Camera: “La polemica sugli immigrati la fa chi non ha altro di cui occuparsi”. “È mia abitudine non fare polemiche ma occuparmi delle questioni e collaborare alle soluzioni. Ritengo che i cittadini e i volontari di Milano, così come quelli di Roma e Ventimiglia, abbiano dato una grande e bella prova di capacità di rimboccarsi le maniche e cercare soluzioni. Questo a me interessa, per il resto la polemica la fa chi non ha altro di cui occuparsi” ha replicato a Salvini la presidente della Camera Laura Boldrini da Firenze.
E' una di quelle cose che io sostenevo da diverso tempo. Non ci resta che aspettare. Io sono convinto che Bossi ha ragione.
Lega, Bossi: “Partito nazionale? Se Salvini lo fa, resta da solo. Lui non mi piace”
Politica
Al congresso straordinario il fondatore ha aperto il dibattito sul futuro del Carroccio e messo in guardia il segretario: al Sud Italia i voti "non glieli danno, perché quelli vogliono i soldi e non vogliono cambiare il Paese". La replica: "Dobbiamo guardare al di là della Padania". L'attacco del Senatùr è arrivata dopo che l'assemblea ha approvato alcune modifiche allo Statuto che ridimensionano i suoi poteri di presidente
di F. Q. | 20 giugno 2015
COMMENTI (195)
Più informazioni su: Carroccio, Lega Nord, Matteo Renzi, Matteo Salvini, Milano, Padania, PD, Roma, Umberto Bossi
Lo scontro è generazionale. Ma soprattutto politico. La vecchia Lega in canottiera e sempre pronta a imbracciare il fucile contro “Roma ladrona”, l’acqua del Po, il sogno dell’indipendenza della Padania da un lato. Dall’altro la nuova Lega: leghista al Nord,sudista al Sud, con l’ambizione di essere partito nazionale sul modello Le Pen in Francia. Un dibattito sul futuro della Lega Nord, impostato su una domanda fondamentale: il Carroccio deve o non deve avere una dimensione nazionale? Secondo Umberto Bossi la risposta è no. Il fondatore e attuale presidente del partito ha messo in chiaro la propria posizione durante il congresso leghista in corso a Milano, aprendo di fatto una spaccatura con l’attuale dirigenza, guidata dal segretario Matteo Salvini, che non fa mistero di ambire alla guida di un partito di centrodestra in grado di competere a livello nazionale con il Partito Democratico.
Il Senatùr si è presentato soltanto un’ora prima della conclusione dei lavori: “Sono venuto qui per vedere che partito sta venendo fuori”, ha detto conversando con i giornalisti. Ma non ha risparmiato alla dirigenza un durissimo affondo sulla Lega che sarà: “Se esce un partito nazionale, Salvini resta da solo a farlo”, ha detto il Senatùr a i giornalisti alla fine del congresso, cui ha spiegato che al Centro e al Sud Italia i voti “non glieli danno, perché quelli vogliono i soldi e non vogliono cambiare il Paese”, visto che “hanno sempre compartecipato con Roma nei banchetti con i soldi rubati al Nord”. Ed è proprio per questo motivo che “la Lega non può essere nazionale, finché ci sono io è nazional-padana; perché il nord è sempre contro quel che è italiano, contro il centralismoe il fascismo italiani”.
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“Per adesso Salvini non mi piace”, sentenzia netto il fondatore, anima del partito per oltre un ventennio, e non gli piace neppure il simbolo del nuovo corso leghista, la ruspa, che sarà anche domenica sul prato di Pontida. Non è un buon simbolo? “Assolutamente no, i simboli buoni sono quelli che agganciano il passato, non si ha futuro se non si ha il passato e la Lega è nata per sconfiggere il Barbarossa, che si chiama Italia”. Per l’ex leader infine, anche le velleità di guidare il governo in alternativa al Pd di Matteo Renzi sono dubbie, convinto com’è che grazie all’Italicum “i grillini vinceranno le elezioni”.
“Io ho imparato tutto e devo tutto a chi mi ha preceduto – la risposta di Salvini, che ha parlato con i cronisti delle dichiarazioni di Bossi senza mai nominarlo – se c’è qualcosa di diverso rispetto al passato sono i voti e i voti contano in politica”. Ma oggi, è il punto centrale del discorso del segretario, serve “un progetto che guardi al di là della Padania, nostro dovere è aprirci al mondo non solo al Monviso che pure resta nel mio cuore”.
L’attacco del Senatùr è arrivata dopo che il congresso ha approvato all’unanimità alcune modifiche allo Statuto che trasformano il Movimento da Federale in Confederale. Tra le novità il ridimensionamento dei poteri disciplinari al presidente, in questo caso proprio Umberto Bossi, che peraltro è stato confermato presidente a vita e anche presidente del Comitato di disciplina e garanzia, ma con poteri limitati rispetto al passato: Bossi potrà reintegrare solo i leghisti fondatori eventualmente espulsi e non più tutti i militanti con almeno 20 anni di iscrizione come avveniva fino ad ora.
Una modifica che a Bossi non va giù, perché perché “questo espone i vecchi militanti al rischio di essere ricattati e bastonati“. “Glielo ho detto – ha risposto riferendosi alla dirigenza del suo partito – che mi mettete a fare il presidente se è privo di potere? Ma non ne faccio mai una questione personale: il problema è che ci sono militanti che hanno costruito la Lega e poi sono stati messi fuori da Tosi e da Maroni e ora non potranno più rientrare”. Bossi non ha voluto dire come si spieghi questa decisione assunta nella riforma dello Statuto federale, “avran paura” ha abbozzato scoppiando in una risata di fronte alle telecamere.
Ma quanto mi piace De Luca.
Campania, De Luca torna in pubblico ed è subito lite con Caldoro
Frecciatine e toni polemici a suon di tweet e di attacchi ai giornalisti
Napoli, 20 giu. (askanews) - A Napoli botta e risposta a distanza tra il neo governatore Vincenzo De Luca e l'ex presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro. Frecciatine e toni polemici a suon di tweet e di attacchi ai giornalisti. "La quantità di imbecillità che ho letto sui giornali in questi giorni è sconvolgente", ha detto De Luca tornato in pubblico dopo alcuni giorni in cui è stato atteso invano a una serie di appuntamenti pubblici.
A margine della conferenza di organizzazione della Cgil di Napoli, l'ex sindaco di Salerno ha voluto precisare alcuni passaggi: "Ci sono leggi in questo Paese che regolano tutto. Il presidente della Regione viene proclamato eletto dalla Corte d'Appello, con un verbale unitario vengono proclamati eletti i consiglieri regionali. Viene, quindi, proclamata l'elezione. Poi si va in Consiglio regionale e viene fatta la presa d'atto dell'elezione e si diventa operativi. È tanto complicato informarsi?", ha detto a chi gli chiedeva dell'applicazione della legge Severino.
Rispetto, poi, al mancato passaggio di consegne con il suo predecessore a Palazzo Santa Lucia, De Luca ha aggiunto: "Se bisogna lasciare le chiavi c'è la portineria dell'ospedale del Mare che è stata attivata. Si possono lasciare là le chiavi", ha risposto polemico ritornando sulla vicenda dell'ospedale costruendo nella periferia Est di Napoli. Struttura non ancora completata la cui inaugurazione, in campagna elettorale, fu bollata da De Luca come l'"inaugurazione di una portineria".
"Chiavi in portineria ospedale del Mare? Ai medici e personale sanitario: continuate nel lavoro, 1000 portinerie così". Questa la replica di Caldoro, una risposta affidata a Twitter e che continua a ricordare i toni accesi della ormai conclusa campagna elettorale. Caldoro, sempre in un tweet ha anche commentato il mancato passaggio di consegne con De Luca a Palazzo Santa Lucia. "Proclamazione: io un minuto dopo ero già al lavoro, ora non c'è un presidente e il danno è certo", ha scritto Caldoro usando l'hashtag "delucasporcalaCampania".
Int
A margine della conferenza di organizzazione della Cgil di Napoli, l'ex sindaco di Salerno ha voluto precisare alcuni passaggi: "Ci sono leggi in questo Paese che regolano tutto. Il presidente della Regione viene proclamato eletto dalla Corte d'Appello, con un verbale unitario vengono proclamati eletti i consiglieri regionali. Viene, quindi, proclamata l'elezione. Poi si va in Consiglio regionale e viene fatta la presa d'atto dell'elezione e si diventa operativi. È tanto complicato informarsi?", ha detto a chi gli chiedeva dell'applicazione della legge Severino.
Rispetto, poi, al mancato passaggio di consegne con il suo predecessore a Palazzo Santa Lucia, De Luca ha aggiunto: "Se bisogna lasciare le chiavi c'è la portineria dell'ospedale del Mare che è stata attivata. Si possono lasciare là le chiavi", ha risposto polemico ritornando sulla vicenda dell'ospedale costruendo nella periferia Est di Napoli. Struttura non ancora completata la cui inaugurazione, in campagna elettorale, fu bollata da De Luca come l'"inaugurazione di una portineria".
"Chiavi in portineria ospedale del Mare? Ai medici e personale sanitario: continuate nel lavoro, 1000 portinerie così". Questa la replica di Caldoro, una risposta affidata a Twitter e che continua a ricordare i toni accesi della ormai conclusa campagna elettorale. Caldoro, sempre in un tweet ha anche commentato il mancato passaggio di consegne con De Luca a Palazzo Santa Lucia. "Proclamazione: io un minuto dopo ero già al lavoro, ora non c'è un presidente e il danno è certo", ha scritto Caldoro usando l'hashtag "delucasporcalaCampania".
Int
Riceviamo e pubblichiamo. In Germania poteva accadere questo?
Migranti a Ventimiglia, in 150 sugli scogli. Salvini: "Boldrini deve essere ricoverata"
Migranti accampati a Ventimiglia (Infophoto)
Articolo pubblicato il: 20/06/2015
Sono oltre 150, secondo le stime fornite dalla Croce Rossa, i migranti rimasti sulla scogliera vicina alla barriera di ponte San Ludovico a Ventimiglia (Imperia). Associazioni e cittadini, italiani e francesi, li hanno riforniti di cibo, bevande, vestiti, ombrelloni e tende. Altri 400 hanno trascorso la notte nella zona della stazione ferroviaria, dove è stato allestito un centro di prima accoglienza con un centinaio di brandine.
Continua intanto il braccio di ferro tra la polizia italiana e quella francese sulle richieste di riammissione in Italia dei migranti trovati in Francia senza documenti in regola. Ieri 83 persone sono state riammesse in Italia ma per altre decine è stata rifiutata la riammissione in base all'accordo bilaterale di Chambéry.
Sul fronte politico il segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini, ha replicato alla presidente della Camera, Laura Boldrini, che ieri, in occasione di una sua visita al centro di prima accoglienza della Stazione Centrale, aveva detto che sul fronte degli immigranti in Italia non c'è alcuna emergenza, spiegando che la vera emergenza è nei paesi in guerra e nel Mediterraneo. Prima di dare il via al congresso del Carroccio, Salvini ha sottolineato che "in Italia non c'è spazio per tutti".
Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, ha commentato così le affermazioni della presidente della Camera: "La Boldrini vive nell'iperuranio, in un mondo perfetto, dove tutto funziona benissimo e dove c'è solo amore. Noi viviamo in un mondo reale, dove ci sono persone e problemi, ma non gliene faccio una colpa".
Maroni, che nei giorni scorsi aveva chiesto alle prefetture lombarde di segnalare i luoghi di assegnazioni dove sono alloggiati gli immigrati arrivati nella regione, ha poi aggiunto: "Ho chiesto ai prefetti di avere informazioni sulle assegnazioni per garantire la sicurezza sul territorio sul fronte sanitario. Non ricevendo risposta manderò, anche su segnalazione dei cittadini, le ispezioni delle Asl".
"I cittadini - ha spiegato Maroni a margine dei lavori del congresso della Lega Nord in corso a Milano - ci stanno mandando diverse segnalazioni, come ad esempio un ex asilo di Bergamo e una ex caserma in provincia di Varese, dove sono stati alloggiati diversi immigrati. Io, come responsabile della salute, manderò le Asl per verificare se ci sono i requisiti minimi per accogliere queste persone".
"La decisione dei prefetti di non inviarmi le segnalazioni è una decisione che mi dispiace -ha sottolineato Maroni- e la ritengo sbagliata per cui verificherò se ci sono delle responsabilità da parte loro o delle omissioni di atti. In ogni caso - ha sottolineato - invito i cittadini a continuare a mandarmi le loro segnalazioni".
"Spero che Renzi mantenga una volta tanto la parola data e ci convochi a Roma. Ho già pronti diversi dossier e non solo quello che riguarda gli immigrati", ha concluso Maroni.
I valorosi sindacati italiani non hanno fatto una sola ora di sciopero quando la Gelmini riduceva l'organico a destra ed a manca adesso scioperano perché vogliono le immissioni in ruolo senza riforma. Che sindacato abbiamo in Italia. Assomiglia all'INPS.
POLITICA LUNGA NOTA DEL PREMIER SCUOLA, RENZI ALL'ATTACCO: "LE ASSUNZIONI HANNO SENSO SOLO CON LA RIFORMA" Il presidente del Consiglio critica chi "cerca di bloccare la riforma in Parlamento con migliaia di emendamenti, per impedirne l'approvazione, salvo poi accusare il governo di non voler fare le assunzioni". Sull'immigrazione dice: "L'Italia non può fare tutto da sola" Tweet6 Matteo Renzi (Roberto Monaldo / Lapresse) Riforma della Scuola, Pd accelera: impegno sulle assunzioni ma "opposizioni collaborino" Assunzioni precari Scuola a rischio, Camusso: da Renzi pura operazione di vendetta Scuola, Renzi: discutiamo e poi votiamo, se no saltano investimenti Roma 20 giugno 2015 "Chi è contrario cerca di bloccare la riforma in Parlamento con migliaia di emendamenti, per impedirne l'approvazione, salvo poi accusare il governo di non voler fare le assunzioni. Non siamo noi che vogliamo fermarci, ma le assunzioni hanno senso solo se cambiamo la scuola, se c'è un nuovo modello organizzativo". Con una nota, il presidente del Consiglio Matteo Renzi va all’attacco sulla riforma. "I governi precedenti hanno tagliato, noi mettiamo più soldi" “100mila persone in più, più soldi per gli insegnanti, il merito nella valutazione e una diversa organizzazione basata sull'autonomia – prosegue il premier difendendo le proposte dell'esecutivo - I governi che ci hanno preceduto hanno tagliato, noi mettiamo più soldi. Tanti. Perché per noi investire nella scuola è investire nel futuro”. Il fronte immigrazione Nel testo Renzi affronta anche molti altri temi di attualità, a partire da quello dell’immigrazione. "Ogni volta che un italiano salva una vita sono sempre più orgoglioso di essere alla guida di un Paese che sta scrivendo una pagina di civiltà in mezzo a tanta demagogia ma che non può fare tutto da solo – afferma - Ne parleremo al Consiglio europeo di venerdì 26 e anche all'Expo domani durante un incontro con Francois Hollande". "Tema difficile" L'immigrazione, scrive il premier, è un "tema difficile non solo per la delicatezza dell'argomento ma anche per le paure che suscita. Occorre decisione, determinazione ma anche buon senso e responsabilità, specie pensando che le regole europee sembrano scritte (Dublino II) contro gli interessi del nostro Paese che allora - incomprensibilmente - le appoggiò”. "Serve strategia di lungo respiro" Secondo Renzi, “Un problema di portata storica come le migrazioni nel Mediterraneo si risolve solo attraverso una strategia di lungo respiro: cooperazione internazionale, accordi con Paesi africani, pace in Libia, lotta contro gli scafisti/schiavisti, procedure diverse per l'asilo politico, solidarietà europea sia a livello economico che di accoglienza”. - See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Scuola-Renzi-attacco-Le-assunzioni-hanno-senso-solo-con-la-riforma-cca90202-12ef-42c4-9e0d-c78fa912ddec.html
Ma perché i sindacalisti non pagano queste assunzioni rinunciando a 1 miliardo e 800 milioni di oneri per i distacchi a carico dei contribuenti.
Scuola, Cgil, Cisl e Uil al governo: "Subito un dl per i precari". Renzi: "Solo con riforma"
I segretari generali dei sindacati confederali: "L'impegno di incontrarci si è risolto in un nulla di fatto"
ROMA - "Subito un decreto per assumere i precari della scuola". Cgil, Cisl e Uil intervengono nel dibattito sulla "buona scuola" e chiedono, così come le opposizioni parlamentari, di stralciare il problema delle assunzioni dai temi più generali. E lo fanno con una nota congiunta dei segretari generali dei tre sindacati. Ma il premier Matteo fa capire che la sua idea è un'altra: riforma e assunzioni viaggiano di pari passo.
"L'iter parlamentare del ddl buona scuola - dicono Susanna Camusso, Anna Maria Furlan e Carmelo Barbagallo - è caratterizzato da incertezze e criticità rispetto all'obiettivo più volte dichiarato dal governo di approvare in tempi rapidi il progetto di riforma. Tali criticità sono il segno che l'ascolto reale del mondo della scuola non si è mai realizzato anche a fronte delle grandi mobilitazioni e proteste che hanno segnato gli ultimi mesi, a partire dallo sciopero del 5 maggio scorso". "Il prezzo di tale atteggiamento dell'esecutivo - aggiungono - può essere altissimo per tutti quei precari che attendono la stabilizzazione del posto di lavoro e per il mondo della scuola - studenti, insegnanti, dirigenti e personale ata - che attende un'inversione di tendenza rispetto alle politiche messe in campo negli ultimi anni che hanno considerato l'istruzione un costo da tagliare più che una grande rete pubblica da valorizzare".
Ma il premier sulla sua e-news risponde: "Chi è contrario cerca di bloccare la riforma in Parlamento con migliaia di emendamenti, per impedirne l'approvazione, salvo poi accusare il governo di non voler fare le assunzioni. Non siamo noi che vogliamo fermarci, ma le assunzioni hanno senso solo se cambiamo la scuola, se c'è un nuovo modello organizzativo".
Ma la lista delle doglianze dei sindacati non si ferma qui. Anche l'impegno, assunto dal governo il 12 maggio scorso, di avviare un confronto costruttivo con le rappresentanze sindacali per modificare i punti critici del testo di legge si è risolto, dicono i leader di Cgil, Cisl e Uil "in un nulla di fatto. Ascolto e confronto presuppongono la disponibilità a determinare cambiamenti, disponibilità che non abbiamo mai riscontrato fino ad oggi nell'esecutivo". I segretari delle tre organizzazioni sindacali aggiungono che "alla vigilia della ripresa della discussione parlamentare, pertanto, abbiamo chiesto che il governo, dando seguito agli impegni assunti, ci convochi per aprire in tempi rapidissimi un confronto vero con le rappresentanze sociali, garantendo comunque subito le assunzioni tramite decreto. La scuola pubblica, come ci ricorda Calamandrei, è " organo costituzionale" ed "espressione di unità, di coesione e di uguaglianza civica": non può
diventare strumento di battaglie politiche che poco hanno a che fare con il merito delle questioni: su questo terreno, non ci sono vincitori nè vinti. Noi vogliamo che vinca la scuola, auspichiamo lo voglia anche chi ha la responsabilità di guidare il paese".
"L'iter parlamentare del ddl buona scuola - dicono Susanna Camusso, Anna Maria Furlan e Carmelo Barbagallo - è caratterizzato da incertezze e criticità rispetto all'obiettivo più volte dichiarato dal governo di approvare in tempi rapidi il progetto di riforma. Tali criticità sono il segno che l'ascolto reale del mondo della scuola non si è mai realizzato anche a fronte delle grandi mobilitazioni e proteste che hanno segnato gli ultimi mesi, a partire dallo sciopero del 5 maggio scorso". "Il prezzo di tale atteggiamento dell'esecutivo - aggiungono - può essere altissimo per tutti quei precari che attendono la stabilizzazione del posto di lavoro e per il mondo della scuola - studenti, insegnanti, dirigenti e personale ata - che attende un'inversione di tendenza rispetto alle politiche messe in campo negli ultimi anni che hanno considerato l'istruzione un costo da tagliare più che una grande rete pubblica da valorizzare".
Ma il premier sulla sua e-news risponde: "Chi è contrario cerca di bloccare la riforma in Parlamento con migliaia di emendamenti, per impedirne l'approvazione, salvo poi accusare il governo di non voler fare le assunzioni. Non siamo noi che vogliamo fermarci, ma le assunzioni hanno senso solo se cambiamo la scuola, se c'è un nuovo modello organizzativo".
Ma la lista delle doglianze dei sindacati non si ferma qui. Anche l'impegno, assunto dal governo il 12 maggio scorso, di avviare un confronto costruttivo con le rappresentanze sindacali per modificare i punti critici del testo di legge si è risolto, dicono i leader di Cgil, Cisl e Uil "in un nulla di fatto. Ascolto e confronto presuppongono la disponibilità a determinare cambiamenti, disponibilità che non abbiamo mai riscontrato fino ad oggi nell'esecutivo". I segretari delle tre organizzazioni sindacali aggiungono che "alla vigilia della ripresa della discussione parlamentare, pertanto, abbiamo chiesto che il governo, dando seguito agli impegni assunti, ci convochi per aprire in tempi rapidissimi un confronto vero con le rappresentanze sociali, garantendo comunque subito le assunzioni tramite decreto. La scuola pubblica, come ci ricorda Calamandrei, è " organo costituzionale" ed "espressione di unità, di coesione e di uguaglianza civica": non può
Vai avanti Matteo. O questo paese si cambia o andiamo a votare.
Riforme o al voto, Renzi tira dritto
20/06/2015 - di RedazioneIl leader del PD prova la carta del «tutti a casa» per portare a casa le riforme rincorrendo una maggioranza tutta da contare
Renzi avanti a tutta fiducia, riforme o morte del governo, ma basterà a rinvigorire una maggioranza spenta?
RENZI AVANTI CON LA FIDUCIA -
Ne parla il Messaggero
Scuola, avanti tutta, a costo di mettere la fiducia. Ma anche riforme costituzionali e nuova Rai. «Sono determinatissimo, vado avanti come un treno», il concetto espresso da Matteo Renzi alla decina scarsa di esponenti convocati a palazzo Chigi [...] Tutto si sposta a martedì, quando a palazzo Madama riprenderà l’iter della riforma. Per quel giorno, il governo ha deciso di presentarsi con un maxi-emendamento che recepisca alcuni dei rilievi mossi dalle opposizioni, dalle minoranze interne del Pd e dal mondo della scuola. «Noi intendiamo andare avanti, procedere alla riforma entro l’estate in modo da garantire un ordinato inizio del nuovo anno scolastico, comprese le assunzioni dei precari nel contesto della riforma», ha spiegato al termine Ettore Rosato. Quanto all’ipotesi fiducia, «dipenderà dall’atteggiamento delle opposizioni».
TUTTO DENTRO UN MAXIEMENDAMENTO -
Renzi e i suoi vorrebbero concentrare tutte le modifiche al loro progetto per la scuola in unico maxiemendamento per risparmiare sui tempi. L’obiettivo è di far approvare il provvedimento dal Senato entro venerdì della prossima settimana, quindi rapido passaggio alla Camera per il sì definitivo entro i primissimi di luglio. Non c’è traccia né tempo per le consultazioni con le opposizioni o per discutere le loro modifiche in questo cronoprogramma, si dovranno accontentare delle modifiche disegnate dai renziani.
SENZA LA FIDUCIA NON CI SONO I VOTI, SENZA RIFORMA NIENTE ASSUNZIONI -
L’atteggiamento delle opposizioni è però poco rinunciatario
Il M5S già ha annunciato che manterrà «solo» 680 emendamenti, «visto che il testo consta di 25 articoli, non ci pare un numero esorbitante, non cediamo ai ricatti del governo», l’opinione della pentastellata Montevecchi. Stessa cosa si appresta a fare Sel, per cui dei 3 mila emendamenti che c’erano prima, pochi saranno scremanti.
LE ASSUNZIONI -
Nessuno spiraglio per l’ipotesi di stralciare dal provvedimento la questione dei 100 mila precari da assumere
«E’ una questione inerente e collegata strettamente alla riforma, senza di questa entrerebbero in ruolo solo 33 mila precari, i restanti non saprebbero cosa fare», ha spiegato Andrea Marcucci.
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