Iraq, Amnesty denuncia: "Pulizia etnica di dimensioni storiche"
(Xinhua)
Articolo pubblicato il: 02/09/2014
Con i jihadisti dell'Is "bisogna cercare di evitare la narrativa dello scontro di civiltà e di religione", poiché questo sarebbe "nel loro interesse ma non nel nostro". Lo ha detto il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, presentando alla commissione Affari esteri del Parlamento europeo le priorità del semestre di presidenza italiana del Consiglio Ue.
Lo Stato Islamico attivo in Iraq e Siria, ha detto il ministro, è "una minaccia" per l'Europa e i Paesi membri della Nato e di questo parlerà oggi nel corso di una telefonata con il segretario di Stato Usa, John Kerry. Quindi Mogherini ha precisato di "non aver mai detto che serve una soluzione politica con Is, anzi, bisogna costruire un quadro regionale per sfidare assieme l'Is".
La denuncia di Amnesty - Continua intanto la campagna di terrore dell’organizzazione fondamentalista sunnita nelle aree sotto il suo controllo. Dopo che ieri il Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani ha accusato i jihadisti di compiere ''atti disumani in proporzioni inimmaginabili'', oggi arriva la denuncia Amnesty International che parla di “pulizia etnica sistematica di dimensioni storiche” nel nord dell’Iraq. Citando raccapriccianti testimonianze di sopravvissuti ai massacri "da far rizzare i capelli", l'organizzazione ha accusato le milizie di "crimini di guerra, compresi omicidi di massa sommari e rapimenti". "I massacri e i rapimenti condotti dallo Stato islamico forniscono prove della pulizia etnica contro le minoranze in corso nel nord dell'Iraq", ha denunciato Donatella Rovera, alto consigliere per la gestione delle crisi di Amnesty International.
Is ammette sconfitta ad Amerli - I jihadisti dello Stato islamico hanno ammesso di aver perso la battaglia con l'esercito di Baghdad e i guerriglieri curdi Peshmerga ad Amerli, conquistata domenica dall'esercito regolare. E' la prima volta che i miliziani islamici ammettono una sconfitta. Ad Amerli erano intrappolati migliaia di turkmeni e nei giorni scorsi i jihadisti avevano scritto sui social media che la città era assediata da circa ''160 leoni dello Stato islamico'' e che ''gli sciiti hanno bisogno di oltre cinquemila combattenti con il sostegno americano per rompere l'assedio''.
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