I questori sulla bagarre in aula attaccano il MoVimento 5 Stelle
di Redazione - 04/02/2014 - Comportamento di "eccezionale gravità" voler occupare l'aula. Arriva anche la relazione Dambruoso, il deputato Sc accusato di aver aggredito Loredana Lupo
Il comportamento di Dambruoso nella seduta del 29 gennaio scorso in Aula “è risultato estraneo alle funzioni da questi ricoperte” nella qualità di questore. E’ quanto si legge nella relazione di Fontanelli e Fontana all’Uff. di presidenza della Camera. I questori valutano di “eccezionale gravità’” il comportamento di Di Battista (M5S).
LA RIUNIONE - Durante la riunione il vicepresidente della Camera Roberto Giachetti ha sottolineato l’opportunita’ che Dambruoso si dimetta da questore. Luigi Di Maio di M5S ha apprezzato la valutazione sulla situazione di Dambruoso espressa dai questori di Montecitorio. Dambruoso non ha partecipato alla riunione di oggi. La relazione spiega che Dambruoso “nell’intento di allontanare la deputata Lupo” dal banco del governo “protendeva il braccio destro colpendola con la mano tra il collo e il volto e sospingendola al centro dell’emiciclo . Ne nasceva un diverbio, durante il quale Dambruoso respingeva per due volte la deputata con le mani, mentre un assistente parlamentare si frapponeva trai due deputati”.
COSA FACEVANO I GRILLINI - I deputati Questori della Camera hanno presentato all’ufficio di presidenza la loro relazione sulla bagarre avvenuta a Montecitorio il 29 e il 30 gennaio. Dall’analisi degli episodi, si legge nel documento, emerge “come numerosi parlamentari” del Movimento 5 stelle “abbiano adottato comportamenti che, esulando da ogni forma legittima di ostruzionismo o di contestazione, sono stati finalizzati ad ostacolare materialmente, vale a dire attraverso forme fisiche di impedimento, il funzionamento degli organi parlamentari e a precludere ad altri deputati la possibilità di esercitare le proprie funzioni”.
LE SCUSE DI DAMBRUOSO - “I fatti accaduti ieri in aula nella loro oggettività non consentono un ribaltamento della verita’”. Lo dichiarava il questore della Camera Stefano Dambruoso, che si scusava con Donatella Lupo per quanto accaduto ieri alla Camera, invertendo la rotta rispetto alle minacce di querelainviate in alcune interviste.
STEFANO DAMBRUOSO E DONATELLA LUPO – “Il diritto politico alla protesta è sconfinato in una aggressivita’ ingiustificabile da parte di numerosi deputati del M5S. Rivedendo le immagini tuttavia sento la necessita’, anche in virtu’ del mio ruolo di questore della Camera, di scusarmi con la deputata del M5S, Loredana Lupo, che ho involontariamente colpito, nel tentativo di impedire a lei e ai suoi colleghi di avventarsi, con furia, contro il tavolo della presidenza. Le azioni di ieri in aula hanno contribuito ad acuire un clima di avvelenamento all’interno delle istituzioni che oggi e’ necessario stemperare. In tal senso fornisco il mio contributo non partecipando ai lavori dell’ufficio di presidenza che si occuperanno degli episodi avvenuti ieri pomeriggio”. In questa intervista al Corriere della Sera Dambruoso parlava della ricostruzione di Loredana Lupo, che l’aveva accusato di averla colpita:
«La parola colpire non corrisponde. C’è stato più di un contatto con più di una persona, ma non ho dato schiaffi a nessuno».
Non ha esagerato nella difesa dei banchi?
«Assolutamente no, invito tutti a vedere la situazione. C’è stata una concitazione violenta. È mio dovere di questore difendere la terza carica dello Stato».
La Lupo era ancora ben lontana dalla Boldrini.
«Come si vede dalle immagini, lei e un altro stavano cercando di saltare i banchi per andare su».
[...]
Alcuni deputati sostengono che lei abbia detto: «Di donne ne ho picchiate tante nella mia vita, una più una meno non fa differenza».
«È assolutamente falso. Si immagini un po’. Ho già dato mandato di denunciare Giulia Sarti per le parole artificiosamente diffuse. Tra l’altro queste falsità mi hanno già procurato centinaia di messaggi minacciosi verso di me e la mia famiglia».
Dambruoso è stato protagonista di tanti scontri con i grillini alla Camera. Ad Annalisa Cuzzocrea di Repubblica qualche tempo fa aveva detto:
«Ho solo ricordato il regolamento. Di Maio sosteneva che il loro atto di protesta aveva un valore politico, e che quindi avremmo dovuto lasciarli salire. In base ai miei ricordi del diritto costituzionale, ho riscontrato delle aporie nelle sue affermazioni ».
Avete discusso?
«Mi ha risposto che anche lui conosceva il diritto costituzionale perché è al terzo anno fuori corso in Giurisprudenza».
COSA ERA SUCCESSO IN AULA - Grida, fischietti, monetine al cioccolato lanciate. Ma anche presunti ceffoni, spintoni, striscioni, bandiere strappate. Eoccupazioni dei banchi e delle commissioni. Durante la votazione finale a Montecitorio, per il decreto Imu-Bankitalia, è successo di tutto. Applicata, per la prima volta, la «ghigliottina» da parte della presidente della Camera Laura Boldrini per frenare l’ostruzionismo del MoVimento 5 Stelle, è scattata labagarre in Aula, con le opposizioni protagoniste, in particolare i deputati pentastellati.
IL MOVIMENTO 5 STELLE E LA BAGARRE ALLA CAMERA – Una vera rissa, con tanto di accusa al questore della Camera Stefano Dambruoso (Sc), considerato responsabile dal M5S di aver colpito con uno schiaffo la parlamentare grillina Donatella Lupo. A denunciare l’episodio diversi colleghi: tra questi Angelo Tofalo, che su Twitter aveva scritto: «Il questore Dambruoso ha dato un colpo al volto alla collega Lupo». Simile il tweet di Carlo Sibilia: «Il questore della camera dei deputati ha dato uno schiaffo a Loretta Lupo». Non erano stati i soli. Il questore Stefano Dambruoso aveva replicato alle accuse, spiegando invece di «escludere assolutamente lo schiaffo». Si è difeso affermando come ci fosse stata una concitazione violenta, compreso un «contatto fisico per bloccare una aggressione alla presidente Boldrini». Ma non solo: sul Corriere della Sera ha negato anche frasi a lui attribuite e spiegato di voler ricorrere alle azioni legali:
«Alcuni deputati sostengono che lei abbia detto: «Di donne ne ho picchiate tante nella mia vita, una più una meno non fa differenza», ha domandato il giornalista. «È assolutamente falso. Si immagini un po’. Ho già dato mandato di denunciare Giulia Sarti per le parole artificiosamente diffuse. Tra l’altro queste falsità mi hanno già procurato centinaia di messaggi minacciosi verso di me e la mia famiglia».
Sul proprio profilo Facebook è stata l’ex capogruppo Roberta Lombardi ad attaccare sia Dambruoso che Laura Boldrini: «Dambruoso dimettiti. Ti piace intimidire le donne eh…, Boldrini ‘tagliola’ cosa ne pensi?”», ha scritto la deputata a 5 stelle. Ma non solo. «Non so se, come leggo da varie parti, lo speriamo presto ex questore Dambruoso abbia mai pronunciato le parole “Nella mia vita ho picchiato tante donne, non sei la prima” alla mia collega Loretta Lupo. So per certo che qualche mese fa urlò ed intimidì la mia collega Claudia Mannino, incinta, sempre durante la discussione in aula di un provvedimento», ha aggiunto. Per poi proseguire: «Cosa ne pensi di questo gravissimo episodio la presidente Boldrini, non è dato sapere: non cinguetta la signora, di solito così ciarliera quando si tratta di sposare sui media le battaglie a favore delle donne e contro la violenza. Boldrini dove sei? Perché taci? O per te esistono donne che meritano la violenza, come le nostre Edera Spadoni, Claudia Mannino, Loretta Lupo solo perché sono donne 5 stelle?», ha attaccato.
TRA SPINTONI, MONETINE E STRISCIONI – Il caso Dambruoso-Lupo non è stato l’unico episodio avvenuto. Già prima del voto la situazione appariva tesa, con i 5 Stelle decisi a continuare l’ostruzionismo per bloccare la conversione in legge del discusso decreto. Le opposizioni si erano iscritte in massa a parlare: tra MoVimento 5 Stelle, Sel e Lega Nord erano ben 173 gli eletti che avevano chiesto la parola: se lo avessero fatto tutti le dichiarazioni di voto sarebbero durate 1.730 minuti (dieci minuti a testa, ndr), ossia quasi 30 ore. Ma non solo: come ha spiegato Repubblica, i parlamentari a 5 stelle, con fazzoletto bianco legato al collo, si erano presentati in massa nella sala del Mappamondo dove l’inizio dell’esame della legge elettorale era stato poi rinviato. Un altro blitz era avvenuto in commissione Giustizia, con l’attività istituzionale bloccata. Poi la tensione è sfociata dopo la decisione della Boldrini di utilizzare la temuta «ghigliottina». In pratica, uno strumento che aveva permesso di “scavalcare” le iscrizioni di massa alle dichiarazioni di voto, permesso per approvare un un provvedimento entro una scadenza perentoria. Nel caso del dl Imu-Bankitalia, la mezzanotte di ieri. Così, durante la votazione, i deputati del M5S si sono gettati sui banchi del governo, occupandoli. È partita la bagarre, con la già citata denuncia della manata ricevuta dall’On. M5S Loredana Lupo. Allo stesso tempo i deputati di Fratelli d’Italia hanno buttato in aula monete di cioccolata.
Alcuni commessi di Montecitorio, secondo la ricostruzione del Corriere della sera, hanno dovuto ricorrere alle cure dell’infermeria. E in Aula non sono mancati nemmeno cori, striscioni e bandiere tricolore. E urla, con tanto di slogan “corrotti, corrotti”.
Videocredit: Repubblica.it/Vista Tv
Scene da «Far west» in Parlamento, hanno titolato diversi media. Ecco alcuni video, tra risse e cori. Fischi e grida hanno trasformato l’Aula in una sorta di bolgia, con i parlamentari del centrosinistra che hanno anche intonato “Bella ciao”.
Videocredit: MoVimento 5 Stelle/Repubblica.it
Non sono mancate nemmeno le accuse sessiste, come hanno denunciato alcune deputate democratiche. Riporta il Messaggero:
«Massimo Felice De Rosa, in commissione si avvicina a due colleghe del Pd, Alessandra Moretti e Micaela Campana, e le apostrofa così: «Siete buone soltanto a fare sesso orale!». Loro sono giustamente indignate: «Questo è un atteggiamento intimidatorio, sessista e fascista», hanno replicato.
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Dopo altre pagine da dimenticare del passato, tra champagne e mortadelle esposte tra i banchi, le istituzioni sono «scivolate in un’altra rissa da bar», come denunciano non pochi utenti su Twitter. «Tutto a danno dell’immagine e della credibilità del nostro Parlamento», criticano altri commentatori.
(Ansa/Agi)
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