martedì 2 settembre 2014

E questo problema come lo risolviamo secondo il vangelo grillino? Ma certo, con il reddito di cittadinanza.

Negozi: ogni impresa che apre ne chiudono due

02/09/2014 - di 

Secondo le stime di Confesercenti, male il commercio al dettaglio nel bimestre luglio-agosto 2014

Negozi: ogni impresa che apre ne chiudono dueDaibar ai ristoranti, passando per negozi di abbigliamento e librerie. Secondo le stime di Confesercenti, per il commercio al dettaglio il bimestre luglio-agosto 2014 non ha fatto registrare di certo segnali di ripresa. Per ogni nuova impresa, due sono state quelle che hanno chiuso, magari decidendo di non riaprire dopo le ferie estive. In totale, secondo le previsioni dell’associazione di categoria, circa 5400 sono state le imprese del settore che hanno cessato le attività, soltanto circa 2600 quelle che hanno aperto i battenti.  

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Photocredit: Lapresse

NEGOZI, SETTEMBRE DA DIMENTICARE –  Se le stime fossero confermate, i risultati sarebbero molto simili rispetto a quelli registrati nell’estate 2013. Ovvero, l’anno peggiore per il commercio al dettaglio. Ma non solo: le nuove attività, secondo Confesercenti, sembrano destinate ad avere una vita sempre più breve:
«Secondo le nostre rilevazioni la crisi ha accorciato notevolmente la vita delle imprese del commercio: a giugno 2014 oltre il 40% delle attività aperte nel 2010 – circa 27mila imprese – è già sparito, bruciando un capitale di investimenti di circa 2,7 miliardi di euro. Un’impresa su quattro dura addirittura meno di tre anni», ha spiegato l’associazione. 

MALE IL COMMERCIO AL DETTAGLIO –  Si tratta di dati quasi generalizzati per tutte le tipologie di attività: soltanto il commercio ambulante mostra segnali di ripresa. Il resto? Saldo negativo per ristoranti (-2500 unità, peggiorando il dato generale sul turismo), il commercio in sede fissa (-14mila), i negozi di abbigliamento (-3300) e le rivendite di giornali (il rapporto è di quattro chiusure ogni due aperture).

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Dati/Photocredit: Confesercenti.it

Il dato, analizzato a livello geografico, mostra come tra le regioni più penalizzate ci siano la Sicilia (ogni giorno 15 chiusure e 5 aperture) e il Lazio. Per quanto riguarda le grandi città, invece, per il commercio in sede fissa il saldo negativo peggiore riguarda Roma, Napoli e Torino.
RIPRESA LONTANA –  «Il 2014 avrebbe dovuto segnare la tanto attesa “ripresina” dei consumi, ma ormai registrare a fine anno una variazione positiva sembra improbabile», ha denunciato l’associazione, auspicando un intervento «per rilanciare il mercato interno». Anche i saldi estivi, per ilCodacons, si sono rivelati un flop completo, con le vendite ridotte de 5-8% rispetto ai saldi 2013. La spesa media per ogni famiglia è stata al massimo di 65 euro. 

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