Liberi cittadini contro il regime partitocratico, i privilegi della casta sindacale della triplice, la dittatura grillina e leghista, la casta dei giornalisti
sabato 17 settembre 2016
Solo il blog di Grillo può essere la casa della democrazia diretta
Bertola, ex consigliere comunale del M5S a Torino: «Tutti i tentativi di creare nuove piattaforme come MeetUp sono stati stoppati dalla dirigenza del Movimento»
17/09/2016
DOMENICO DI SANZO
In morte della piattaforma. Blog di Beppe Grillo, sezione dedicata ai meetup, appare questa citazione: «Ho pensato come fare per dare a tutti coloro che seguono il mio blog l’opportunità di incontrarsi tra loro, discutere, prendere iniziative, vedersi di persona. Ho deciso di utilizzare MeetUp». Parola di fondatore. Nel 2005 le prime comunità di attivisti, embrione del Movimento 5 Stelle, scelsero questo social network per dare corpo all’idea di democrazia diretta sognata da Gianroberto Casaleggio, l’altro fondatore. A distanza di 11 anni, il dibattito sembra essere arrivato a un punto morto. Basta mettersi nei panni di un internauta curioso di conoscere le attività e le proposte “dal basso” del Movimento nella propria città, ed ecco le prime sorprese.
Il meetup-Calabria “Amici di Beppe Grillo” di Catanzaro è in standby dal 13 luglio 2016. L’ultimo post è dedicato all’organizzazione del viaggio in Sicilia, in occasione della manifestazione “Italia 5 Stelle” che si terrà a Palermo il 24 e il 25 settembre prossimi. Il 2 luglio ci si attrezza per un altro appuntamento: “Giù le mani dal nostro mare!”. Dopo l’estate fa eccezione un post del 13 settembre scorso su un’interrogazione presentata dalla parlamentare europea Laura Ferrara riguardante il signoraggio bancario: 0 commenti. Non c’è traccia di proposte politiche dalla “base”, a meno che non si scorra la pagina fino al 2013. A Bari il 26 luglio 2016 Giuseppe G. comincia un thread chiamato “Riorganizzazione Meetup Bari 5 Stelle”: «Ricevete questo messaggio poiché risultate iscritti sulla piattaforma meetup a Bari5Stelle e dopo un periodo in cui questa piattaforma è stata poco utilizzata, si sta definendo il suo riutilizzo». L’appello, a giudicare dalle risposte ricevute, cade nel vuoto.
È una partecipazione a macchia di leopardo quella che si osserva nei meetup, nei forum, nei blog e nei siti degli attivisti sul territorio. In Puglia, si possono trovare alcuni casi abbastanza eclatanti: il meetup Salentini Uniti con Beppe Grillo è fermo dal 21 marzo 2015. Nel gruppo “Brindisi5Stelle” l’ultima risposta porta la data del 24 luglio 2016, ma è un comunicato stampa “chiuso a nuove risposte”. Poi c’è un buco, con la discussione più recente che risale al 23 settembre 2014. A Barletta i forum sono chiusi, disponibili soltanto agli iscritti. Il forum del Movimento Cinque Stelle della Basilicata è su un’altra delle piattaforme sperimentate dagli attivisti, Airesis, ma l’ultimo post pubblico è di 10 mesi fa. Ma non c’è solo il Sud.
In Veneto il Meetup “Movimento Cinque Stelle Veneto” è blindato. I contenuti e i forum sono visibili solo ai membri, che devono essere approvati dall’organizzatore. Genova, città di Beppe Grillo, “Amici di Beppe Grillo-Gruppo storico”: la partecipazione è ferma al 26 marzo. Niente confronti su come cambiare l’Italia, ma solo un verbale di una riunione plenaria di 16 giorni prima. Il verbale precedente a questo? 2 marzo 2014, riunione del 27 febbraio dello stesso anno, con resoconto della votazione a favore dell’espulsione di un attivista. A Perugia l’ultimo segnale di vita porta la data del 12 novembre 2013. Ma anche nei gruppi più attivi il problema pare essere nella qualità delle comunicazioni, non solo nella quantità.
Vittorio Bertola, attivista storico e ex consigliere comunale del M5S di Torino, già candidato sindaco in pectore e mancato assessore della Giunta Appendino, spiega: «Il problema di fondo è il cambio di mentalità del Movimento, quando nei meetup si discute, si parla solo in termini organizzativi e burocratici, il metodo della democrazia diretta sul web è stato abbandonato in favore di un modello uguale a quello degli altri partiti». E non c’è solo l’abbandono di meetup, anche altri strumenti trovano difficoltà: «Tutti i tentativi di creare nuove piattaforme di democrazia diretta sono stati stoppati dalla dirigenza del Movimento, così le discussioni restano tutte sul blog di Grillo. Molti gruppi usano Airesis o LiquidFeedback ma anche questi strumenti sono usati solo per comunicazioni tecniche, non per il dibattito politico tra attivisti». A Torino com’è la situazione? «Meetup è stato abbandonato, noi stiamo sperimentando la piattaforma QuartaRepubblica in fase embrionale, ma le vere discussioni avvengono in un gruppo chiuso su facebook tra gli eletti in consiglio comunale», conclude Bertola.
Come dimostra il caso di Torino, non sono immuni dal contagio nemmeno le città dove il Movimento schiera i propri sindaci. A partire da Roma. Nella bacheca del meetup “Amici di Beppe Grillo- Roma 5 Stelle” c’è una discussione attiva titolata “selezione aperta per collaboratori Raggi”. Bruno g. scrive: «ormai il meetup è frequentato da poche anime pie, Claudio c’è sempre e non molla, gli altri? spariti. farti sentire dalla Raggi? non credo sarà possibile, è di un altro giro, il girone dei meetup le sta stretto anche se a volte qui su queste pagine si leggono cose interessanti, o almeno si leggevano». Gli attivisti del sesto municipio, dove Virginia Raggi ha preso il 41% al primo turno e il 79% al ballottaggio, sono fermi al 24 luglio. L’ultima discussione ha come oggetto una “proposta di rinascita forum meetup” per «rendere effettivo il predicato del movimento». Zero risposte.
A Livorno, dove il sindaco è il grillino Filippo Nogarin, il forum è bloccato. «I forum di questo gruppo sono disponibili soltanto agli iscritti», si legge. Alfonso Ciardiello, uno dei venti espulsi di Napoli poi reintegrati da un’ordinanza, attacca: «Il meetup non ha nessun costrutto politico, è soltanto uno sfogatoio degli attivisti che non conteranno mai nulla, il Movimento è in caduta libera e gli attivisti hanno capito che sono soltanto delle matricole». C’è anche il gruppo meetup degli “attivisti storici del M5S Napoli Est espulsi ingiustamente”, ma cliccando esce questa scritta: «Il Gruppo Meetup che stai cercando non esiste», un po’ come gli altri.
Pensioni, Inps: “Quelle dei sindacalisti sono più vantaggiose”
Numeri & News
Secondo l'istituto di previdenza a parità di regole per il calcolo dell'assegno in media quello dei sindacalisti è più alto del 27 per cento rispetto a quello dei lavoratori dipendenti
di F. Q. | 4 settembre 2015
Le pensioni più vantaggiose? Sono quelle dei sindacalisti. Lo sostiene l’Inps che nell’indagine Porte aperte sottolinea come a parità di regole per il calcolo della pensione, in media quelle dei sindacalisti sono migliori di quelle dei lavoratori dipendenti.
“I sindacalisti – spiega l’Inps – hanno regole contributive e previdenziali diverse dagli altri lavoratori perché possono vedersi ugualmente versati i contributi da enti terzi rispetto al sindacato presso cui prestano effettivamente il proprio lavoro e perché possono, prima di andare in pensione, farsi pagare dalle organizzazioni sindacali incrementi delle proprie pensioni a condizioni molto vantaggiose”.
Secondo l’analisi dell’istituto di previdenza, se pensione lorda annua dei sindacalisti venisse conteggiata applicando le stesse regole dei dipendenti pubblici sarebbe inferiore in media del 27 per cento. In pratica quindi i sindacalisti percepiscono una pensione più ricca di quasi un terzo.
Per uno stesso periodo, infatti, possono cumulare la contribuzione figurativa del lavoro in aspettativa a quella dell’impegno nel sindacato. I sindacalisti in aspettativa non retribuita o in distacco sindacale (aspettativa retribuita utilizzata nel settore pubblico) hanno diritto nel periodo di assenza dal lavoro all’accreditamento dei contributi figurativi ma spesso hanno per lo stesso periodo versati anche contributi dal sindacato. Nel caso dei dipendenti pubblici, i contributi sindacali vengono ancora valorizzati applicando le regole precedenti al 1993 che prevedono il calcolo della pensione sull’ultima retribuzione percepita.
Secondo i dati diffusi dall’Inps, i lavoratori in aspettativa non retribuita nel settore privato sono stati 2.773 nel 2013 mentre è molto rara in questo settore l’aspettativa retribuita, che al contrario è frequente nel settore pubblico. Sempre nello stesso anno i lavoratori del settore pubblico in distacco sindacale erano 1.045 mentre i dipendenti in aspettativa sindacale erano 748. “Per compensi per attività sindacale non superiori alla retribuzione figurativa del lavoratore – sottolinea l’Inps – l’organizzazione sindacale non paga mai alcun contributo. I contributi sulla retribuzione figurativa del lavoratore sono a carico della gestione previdenziale di appartenenza , quindi della collettività dei lavoratori contribuenti della gestione”.
Iscriviti a:
Post (Atom)
dipocheparole venerdì 27 ottobre 2017 20:42 82 Facebook Twitter Google Filippo Nogarin indagato e...
-
Da Gianfranco Fini a Paolo Cirino Pomicino: ecco chi sosterrà il fronte trasversale di D'Alema per il No al referendum L'Huffin...
-
Non sempre i poeti hanno taciuto. Franco Fortini nel 1994 scrisse: “Berlusconi: non fascismo ma oscura voglia di servitù. Bisogna dire di ...
-
Che fine hanno fatto i filobus di Virginia Raggi? Erano nuovi, ecologici e avrebbero fatto bene alla salute dei romani. Così la sind...