sabato 23 settembre 2017


Il sindaco ha avviato un procedimento disciplinare nei confronti del dirigente comunale che faceva multe "troppo alte" agli abusivi. Intanto la Regione boccia il regolamento del comune sull'abusivismo. Cancelleri che dice?
ALESSANDRO D'AMATO
Avevamo lasciato Patrizio Cinque a lamentarsi per la multa di 20mila euro troppo comminata al cognato per la sua casa abusiva nelle intercettazioni di Bagheria che vedono il sindaco indagato per rifiuto o omissione d’atti d’ufficio, rivelazione di atti d’ufficio e altri reati. Oggi, mentre si scopre che anche la casa dove abita il sindaco non è mai stata sanata, al contrario di quello che sostenevano in tv Di Maio e CancelleriRepubblica Palermo racconta lo strano destino a cui è andato incontro il multator scortese (nei confronti del cognato di Cinque).
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Le case abusive di Bagheria e Patrizio Cinque

Nelle intercettazioni agli atti dell’inchiesta si sente Cinque criticare aspramente l’ex dirigente del settore Urbanistica Enzo Aiello per avere applicato sanzioni troppo pesanti: «Sta dando ventimila euro a tutti, secondo me è una follia, perché non fai duemila, scusa? La vogliamo vedere questa cosa?», chiede Cinque al suo assessore Maria Laura Maggiore. L’intercettazione è del 30 aprile 2016. Repubblica racconta il seguito di quella storia: il 25 luglio dello stesso anno, meno di tre mesi dopo quelle parole, il sindaco avvierà un procedimento disciplinare nei confronti di Aiello, che sarà poi sospeso e trasferito ad altro incarico perché, a dire di Cinque, avrebbe frenato le demolizioni.
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Ma sulla vicenda ieri è intervenuta anche la Regione Sicilia, che ha attaccato l’atto approvato a giugno dal Consiglio comunale.
Con una diffida firmata da Carmelo Frittitta, il dirigente generale del dipartimento Urbanistica (che ha potere di vigilanza e controllo sull’attività dei Comuni), l’ente bagherese viene invitato a cancellare le parti del regolamento che sono ritenute contrarie alla legge. In particolare viene definito «fuorviante» e ai limiti della legittimità la norma per la quale si può concedere il diritto ad abitare la casa abusiva non solo a chi ha commesso l’illecito «ma anche ai parenti in linea retta, celibi o nubili, sposati e in unioni di fatto, nonché ai figli (parenti in linea retta), sposati o coppie di fatto, occupanti unità immobiliari autonome dello stesso fabbricato». Un diritto esteso, è scritto ancora nel documento della Regione, agli eredi. La Regione si è dotata di un parere dell’Avvocatura dello Stato che afferma che la legge regionale, su questo aspetto, «non può essere estesa con un’interpretazione analogica»

Il regolamento di Bagheria favorisce gli abusivi

Il sindaco Patrizio Cinque vive in un’abitazione di famiglia all’interno della zona tutelata di Villa Serradifalco. La palazzina è di appena quattro piani: siamo un pochino oltre anche l’abusivismo di necessità che deve essere tollerato secondo Giancarlo CancelleriLa diffida del dipartimento Urbanistica della Regione porta la data del 19 settembre, dunque precede di un giorno la notizia della maxi-inchiesta della procura di Termini Imerese sul sindaco Cinque e su altri 16 fra amministratori e burocrati, che riguarda anche l’abusivismo.
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Patrizio Cinque, Luigi Di Maio e Giancarlo Cancelleri qualche sera fa a Bagheria [via Facebook.com]
Nelle intercettazioni su cui si fonda il provvedimento del gip, che ha disposto l’obbligo di firma per il primo cittadino, si sente Cinque criticare aspramente l’ex dirigente del settore Urbanistica Enzo Aiello, ai tempi responsabile della repressione degli abusi, per la decisione di applicare sanzioni troppo pesanti: «Sta dando ventimila euro a tutti, secondo me è una follia, perché non fai duemila, scusa? La vogliamo vedere questa cosa?», chiede Cinque al suo assessore Maria Laura Maggiore. L’intercettazione è del 30 aprile 2016.
Ciò che in pochi conoscono è il seguito di questa storia: il 25 luglio dello stesso anno, meno di tre mesi dopo quelle parole, il sindaco avvierà un procedimento disciplinare nei confronti di Aiello, che sarà poi sospeso e trasferito ad altro incarico. L’ingegnere Aiello è stato anche denunciato con la motivazione ufficiale di non avere «ottemperato alle demolizioni» nel 2010 e nel 2016. La sospensione è stata poi revocata e si è in attesa di un giudizio di appello. E il dirigente che voleva multe «troppo care»? È finito alle dipendenze del geometra Onofrio Lisuzzo, indagato per ripetuti reati di turbativa d’asta, il “fedelissimo” di Cinque cui è stato inflitto il divieto di dimora a Bagheria.
Una situazione piuttosto surreale. Il sindaco che si è autosospeso dal MoVimento 5 Stelle però non sembra molto preoccupato econtinua ad attaccare la magistratura.

venerdì 22 settembre 2017

Roberto Fico non parla a Italia 5 Stelle (oggi)

Roberto Fico non parlerà nella prima serata di Italia 5 Stelle a Rimini. Nonostante siano previsti interventi in tema di informazione e telecomunicazione e lui sia presidente della Commissione di vigilanza RAI, nel programma della serata pubblicato sul blog di Beppe Grillo non c’è il suo nome.
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Roberto Fico da qualche tempo è descritto come in rotta con il vertice del MoVimento 5 Stelle e anche la sua candidatura a premier, della quale si era parlato fino al giorno prima dell’ufficializzazione del regolamento del M5S per la corsa, alla fine è rientrata. Il parlamentare non aggiorna la sua pagina Facebook dal 15 settembre scorso e in questo periodo non ha nemmeno pubblicato gli appelli al voto che tutti gli altri parlamentari 5 Stelle hanno diffuso nei giorni scorsi.
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L’agenzia di stampa ANSA, parlando del programma dei 5 Stelle a Rimini, aveva però scritto ieri che era previsto un suo intervento riguardo Rousseau sabato pomeriggio:
Venerdì pomeriggio si alterneranno portavoce comunali e municipali per presentare e condividere idee, attività o iniziative realizzate sul proprio territorio mentre il sabato mattina sarà dedicato alla “Formazione” su appalti, gestione rifiuti ed accesso agli atti da parte di Alberto Zolezzi, Andrea Cioffi e Vito Crimi, e poi nel pomeriggio l’OpenDayRousseau per la presentazione nella nuova piattaforma con tutti i referenti tra cui anche Roberto Fico e Alessandro Di Battista che gestiscono insieme la funzione “call to action”.

Repubblica invece scrive che il presidente della commissione di Vigilanza Rai avrebbe dovuto fare – come l’anno scorso a Palermo – un intervento politico sull’informazione, che alla fine è saltato. A quanto ipotizza il quotidiano, a causa dell’opposizione di Grillo. Sull’assenza di Fico non si sbottona Paola Taverna: “Sul silenzio di Fico deve rispondere Fico non io. In queste primarie c’e’ stata ampia liberta’, vi dovete arrendere a questo”. – “Eh, eh, eh…”, ha risposto invece Beppe Grillo, uscendo dall’albergo dove alloggia a Rimini, ai cronisti che gli chiedevano se da domani non sarebbe stato più il capo politico del M5S. E ai giornalisti che lo incalzavano il leader M5Sreplica: “sono vecchio, fate le domande uno alla volta…”.
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TRAVAGLIO IN TV: «MONGOLOIDI». LE FAMIGLIE DELLE PERSONE CON SINDROME DI DOWN CHIEDONO LE SCUSE

Gli elettori? «Andate avanti a trattarli come dei mongoloidi». È l’espressione infelice di Marco Travaglio durante la puntata del programma di La7 Otto e Mezzo di mercoledì scorso che non è affatto piaciuta ai familiari delle persone con sindrome di Down. Il direttore del Fatto Quotidiano nel corso della trasmissione condotta da Lilli Gruber, in un botta e risposta sul successo del M5S, ha accusato lo scrittore Gianrico Carofiglio di aver considerare «mongoloidi» gli italiani. Aggiungendo: «Hai insultato otto o nove persone che sarebbero tutti dei dementi, dei fuori di testa, che non hanno il coraggio di ragionare, non capiscono dove arrivi tu». Le accuse al giornalista non sono tardate ad arrivare. Franco Giovanelli, ad esempio, padre di una persona con sindrome di Down, in una lettera (pubblicata dal Redattore Sociale) ha scritto:
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«Probabilmente sarà per l’avvicinarsi della Giornata nazionale ‘dei mongoloidi’ (come lui la definirebbe: in realtà è la Giornata delle persone con sindrome di Down) in programma per domenica 8 ottobre, che Marco Travaglio ha voluto offrire il suo contributo alla causa utilizzando, nel corso della trasmissione “Otto e mezzo”, il termine ‘mongoloidi’. Stava accusando un altro ospite di ritenere tali, gli elettori di un certo partito. Per fugare ogni dubbio ha poi spiegato meglio cosa intendesse: ‘dei dementi, dei fuori di testa, che non hanno il coraggio di ragionare…’. Noi familiari di persone con sindrome di Down conosciamo bene la pericolosità di questo termine che trasuda disprezzo, irrisione e stigma; è un termine che va combattuto rispondendo e protestando con chi lo usa, colpo su colpo. Nel mondo della scuola, ad esempio, può essere l’anticamera di fenomeni di bullismo».

La Raggi annuncia con orgoglio la conclusione dell'iter progettuale sull'area nel quartiere Ostiense. Peccato però che il progetto - bloccato dal M5S dopo le elezioni - sia sostanzialmente identico a quello varato da Marino che non piaceva alla base (e ai portavoce) pentastellati dell'VIII Municipio e che ha portato alla crisi e alla caduta di Pace
GIOVANNI DROGO
Gli ex Mercati Generali saranno riqualificati e torneranno a far parte della città entro il 2020. A darne l’annuncio oggi la sindaca Virginia Raggi e l’assessore all’Urbanistica Luca Montuori che ha presentato in conferenza stampa il progetto di riqualificazione. Secondo Montuori il nuovo progetto prevede “maggiore spazio pubblico rispetto al precedente progetto: 2.500 metri quadri in più per un totale di 30 mila metri quadri” grazie al fatto che l’attuale Amministrazione è riuscita a trovare “punti di equilibrio nell’interesse dei cittadini” con una “buona interlocuzione con il proponente” risolvendo una situazione che si protrae ormai da quindici anni.
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Come è cambiato il progetto di riqualificazione degli ex Mercati Generali

Il primo progetto per la riqualificazione dell’area degli ex Mercati Generali risale infatti al 2005, quando il sindaco era Walter Veltroni. L’iter del progetto è iniziato nel 2009 con la prima approvazione definitiva. In prima battuta i lavori avrebbero dovuto iniziare nel 2005 ed essere ultimati nel 2008. Nel 2010 Alemanno darà un altro “via libera” a cui segue una nuova scansione temporale dei lavori: avvio nel 2011 e conclusione nel 2014. Successivamente sono state approvate due varianti, una nel 2012 e l’ultima nel marzo del 2015.
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Un render del progetto sugli ex Mercati Generali nella variante del 2015
Il progetto originale (firmato dall’architetto olandese Rem Koolhaas) prevedeva che il 40% degli spazi fosse destinato alla cultura(32.000 mq), il 19% alla ristorazione (15.000 mq) e il 41% al commercio (28.000 mq) e terziario (5.000 mq). In totale 80.000 metri quadrati oltre ai parcheggi coperti (101.000 mq) per oltre 3000 posti auto. La superficie destinata a verde e servizi era di 32.000 metri quadrati.
ex mercati generali papere germani berdini m5s
La variante del 2012 ha stravolto completamente il progetto facendo sparire l’Auditorium ma nemmeno sotto la giunta Alemanno i lavori sono riusciti a partire. L’ultima variate è quella del 2015  (con una riduzione degli spazi per bar e ristoranti anche perché nel frattempo in zona ha aperto Eataly) voluta dalla giunta Marino la cui caduta ha imposto l’ennesimo stop al progetto. Il nuovo accordo tra Comune e costruttori  assegna al terziario il 12% degli spazi (nel progetto originale era meno della metà), togliendo spazi alla cultura, mentre al commerciale va il 45% (rispetto al 41% iniziale).

L’accordo sul progetto che non tiene conto delle richieste degli attivisti

L’accordo siglato con prevede tra le altre cose: l’obbligo di completare le opere di carattere pubblico contemporaneamente a quelle di carattere privato e di consegnare la parte pubblica entro 30 mesi dall’approvazione del progetto esecutivo; l’obbligo di riconoscere il diritto di prelazione, entro 45 giorni dalla richiesta, per l’assegnazione degli spazi a uso culturale e tempo libero a canone calmierato in favore di soggetti individuati dall’amministrazione capitolina. Montuori ha spiegato di aver lavorato all’interno del “progetto definitivo già passato in conferenza dei servizi. Rimetterlo in discussione avrebbe significato perdere molto altro tempo”. Il commerciale, ha spiegato Montuori, riveste il 45% della superficie. Ma soprattutto Raggi e Montuori sembrano essere riusciti a superare le resistenze degli attivisti pentastellati che l’anno scorso si erano messi di traverso al progetto. Famosa l’uscita dell’allora (poi ex) Presidente della commissione Urbanistica dell’VIII Municipio che voleva cassare il progetto per difendere l’ecosistema naturale e le papere e i germani che avevano preso residenza nell’area.
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In testa ai duri e puri c’era l’ex Assessore all’Urbanistica Paolo Berdini che riteneva che il progetto presentato dal proponente non fosse accettabile per la mancanza di spazi verdi. Anche Paolo Pace – all’epoca Presidente del VIII Municipio – chiedeva la realizzazione di nuove opere integrative a favore del quartiere anche se sostanzialmente si sarebbe accontentato di far approvare il progetto così com’era. Messo alle strette dalla base che invece era contraria al progetto Pace è stato messo in minoranza e costretto alle dimissioni. Anche il Tavolo M5s Urbanistica – coordinato da Francesco Sanvitto (già autore della delibera di revoca del pubblico interesse per Tor di Valle) – interpellato da numerosi consiglieri pentastellati aveva espresso parere contrario al progetto.

Guerra e Pace sui Mercati Generali

Ma soprattutto, sui Mercati Generali si era scatenata la guerra che aveva portato allo scioglimento dell’VIII Municipio, con tanto di polemiche fratricide all’interno del MoVimento. La maggioranza dei consiglieri eletti all’epoca non era assolutamente d’accordo con l’ok di massima al progetto che era arrivato dal municipio e dal comune e avrebbe voluto uno stravolgimento importante del progetto. Che nei fatti non è avvenuto.
mercati generali
Ad esempio in questo status di Chiara Pascolini, consigliera all’VII, si diceva che la parte commerciale, “cioè i privati che lucrano grazie ai soldi pubblici, ovvero la morte delle piccole e medie attività commerciali e artigianali presenti sul territorio“, era del 45%. Ovvero la stessa percentuale assicurata al progetto a cui oggi la Giunta Raggi ha dato ufficialmente l’ok.
mercati generali roma ostiense m5s - 1mercati generali roma ostiense m5s - 2

Nel gruppo Facebook del Tavolo di lavoro Sanvitto è piuttosto critico nei confronti dell’operazione e scrive che in buona sostanza il progetto annunciato in pompa magna dalla Raggi è sostanzialmente lo stesso già fatto approvare da Marino. Un compromesso che evidentemente non piace a chi nel M5S ha lottato contro la nascita di nuovi grandi centri commerciali. La Raggi oggi ha annunciato che il Campidoglio ha ricominciato a dettare le regole a partire dall’Urbanistica. Sembra invece che la giunta del MoVimento 5 Stelle abbia scelto di procedere sulla via tracciata da Chiara Appendino a Torino che in materia di sviluppo urbanistico ha preferito confermare le scelte delle precedenti amministrazioni. Non è detto che questo sia sbagliato in sé – se non altro significa che le precedenti amministrazioni non hanno solo colpe –  ma non è certo il cambiamento che si aspettavano i cittadini.

dipocheparole     venerdì 27 ottobre 2017 20:42  82 Facebook Twitter Google Filippo Nogarin indagato e...