martedì 2 settembre 2014

Perché come è noto a tutti gli italiani i fatti li fanno i sindacati. Povera Italia.

Camusso: «Millegiorni? Per ora sono solo titoli»

Il segretario Cgil: «Su lavoro e scuola basta parlare per slogan».

POLITICA
Bordate da Susanna Camusso al piano di governo presentato da Matteo Renzi.
«Il piano dei 'mille giorni' varato dal governo mi pare, per il momento, una serie di titoli in cui continuiamo a non vedere una reazione al fatto che non c'è uscita dalla deflazione, né dalla crescita della disoccupazione, se non si decide di investire seriamente sul creare lavoro e sull'affrontare una serie di nodi sulla politica industriale», ha detto il segretario generale della Cgil parlando a margine di un incontro a San Lorenzo in Noceto, nel Forlivese.
Questi nodi, ha osservato Camusso, «sono ormai espliciti, come la chimica e la petrolchimica, la siderurgia, le tante imprese che denunciano difficoltà a cui non si può rispondere solo con singoli piani industriali ma avendo un'idea di quale sia il progetto di sviluppo del nostro Paese e come si richiamino i fattori di competitività».
«LAVORO? SI AFFRONTI IL TEMA DISOCCUPAZIONE». Sul fronte del lavoro «sarebbe più utile smettere di parlare per slogan e affrontare il vero tema che abbiamo e che si chiama disoccupazione, soprattutto disoccupazione giovanile per la quale il problema non è inventare delle nuove regole ma il problema è investimenti, posti di lavoro, flessibilità pensionistica in uscita in modo che si determini un effettiva possibilità di entrare al lavoro».
«Penso che lo Statuto dei lavoratori non sia antiquato e che continui ad essere quello che determina quali sono le garanzie e i diritti dei lavoratori», ha spiegato Camusso, replicando a chi le chiedeva un commento sull'eventualità di una revisione da parte del governo. «Il tema che abbiamo», ha osservato, «è come estendere queste garanzie e questi diritti anche ai lavoratori e alle lavoratrici - ha concluso Camusso - che non hanno un rapporto di lavoro normalmente contrattualizzato».
«BASTA DIRE CHE LA SCUOLA È DISASTROSA». Pur avendo bisogno di una riforma per il settore «bisognerebbe smettere di dire che abbiamo una scuola disastrosa, perché non si può essere contemporaneamente il Paese della fuga dei cervelli e il Paese che ha un sistema scolastico disastrato», ha sottolineato poi il segretario della Cgil. Un sistema scolastico, ha proseguito, «che ha bisogno di una riforma a partire dall'allungamento dell'obbligo scolastico, che richieda di mettere fine alla lunga stagione del precariato e, insieme, di ricostruire un equilibrio tra allungamento dell'istruzione e la qualificazione dell'istruzione tecnica».
Martedì, 02 Settembre 2014

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