lunedì 1 settembre 2014

Tutto vero. Ci sono più poltrone che dipendenti. Ma nessuno parla. Tutti parlano della casta romana ma se mettete le mani nelle partecipate ci trovate un po' di tutto. Parenti dei parenti, amici degli amici, vecchi amici che a loro volta avevano fatto piaceri ad altri amici. E nessuno parla. Non si sa mai. Magari si riesce a sistemare il proprio figlio. Mentre i figli degli altri, magari più intelligenti e con la schiena dritta vanno all'estero. Viva l'Italia. Perché Grillo non mette sul blog quanto ci costa questo giochino? O la casta è solo a Roma? O la casta è solo in parlamento?

Partecipate, lo studio di Carlo Cottarelli: una su quattro ha zero dipendenti. In metà di quelle comunali più poltrone che addetti

A metà del mese scorso, prima che esplodesse la polemica con il presidente del Consiglio, anticipando il lavoro che avrebbe consegnato qualche settimana dopo,Carlo Cottarelli aveva parlato di “giungla”. E a scorrere il documento pubblicato il 7 agosto sulla razionalizzazione della partecipate locali e presentato oggi ai giornalisti sembra difficile dar torto al commissario per la revisione della spesa. E non soltanto perché se in Francia ci sono 1000 municipalizzate e qui in Italia, nel migliore dei casi, 8000 “c’è chiaramente un problema”, come ha sottolineato Cottarelli. Ma anche perché in questa giungla si trovano situazioni paradossali. A partire da un dato per certi versi incredibile. Delle 5633 società censite dal Mef di cui sia stato comunicato il numero di addetti, poco meno un quarto – 1303 – dichiara zero dipendenti. Nessuno al lavoro.
partecipate
E se possibile, c’è anche di peggio. Come ha ricordato oggi Cottarelli citando uno studio del Cerved, in metà delle partecipate in mano ai soli comuni – 5273 - il numero delle cariche di amministrazione è superiore a quello dei dipendenti. Brutalizzando, in una società su due ci sono più poltrone di comando che persone da comandare. A livello complessivo l’esercito degli amministratori è impressionante: 26500 persone per 37 mila cariche. Facendo scendere da 8000 a 1000 il numero delle municipalizzate si stima un possible risparmio da 300 milioni solo dalla sforbiciata di stipendi.
Non va meglio se si guarda ai bilanci delle società. Almeno 1300 – “una sottostima” secondo lo studio – hanno un fatturato inferiore a 100 mila euro. Il doppio se si considera la soglia di un milione di euro.
Facile capire perché la prima operazione di aggressione agli sprechi in questo settoresia naufragata al momento del varo dello Sblocca Italia, dove inizialmente sarebbero dovuto approdare le prime misure a incentivo per i comuni a dismettere le proprie quote. Misure che all’ultimo sono saltate dal decreto legge. Nessun dramma per Cottarelli, anzi. “Credo sia meglio intervenire con un provvedimento generale, complessivo, invece di intervenire con qualche misura in un decreto e altre misure in altri decreti". Tutti gli interventi saranno affrontati, ha spiegato il Commissario per revisione della spesa in “un provvedimento complessivo nella legge di stabilità".
Intanto oggi Cottarelli ha provato a tracciare la tabella di marcia del proprio piano che dovrebbe portare le municipalizzate da 80 a 1000 in3-4 anni. Per il 2015 sarebbero 2000 le società che potrebbero essere già tagliate, con risparmi pario a circa 500 milioni di euro, "forse qualcosa di più".
Sul fronte dei conti pubblici arrivano buone notizie dai dati sul fabbisogno, che nel settore statale ad agosto è stato pari a circa 7,5 miliardi, in miglioramento rispetto ai 9,4 miliardi di agosto 2013. Nei primi otto mesi dell'anno il fabbisogno si è attestato a circa 50,4 miliardi, con un miglioramento di oltre 10,6 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2013

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