Perché Grillo si è buttato a destra
16 giugno 2014
Esiste un nesso tra l’alleanza con Farage e l’apertura a Renzi sulla legge elettorale?
Assolutamente sì, ma per vederlo bisogna tornare indietro con la memoria.
Assolutamente sì, ma per vederlo bisogna tornare indietro con la memoria.
Per più di un anno Grillo ha creduto e scommesso sul collasso del sistema istituzionale e politico, delle forme e dei soggetti di rappresentanza: forze politiche e corpi intermedi, meccanismi regolatori, processi decisionali.
Un processo irrimediabile e senza ritorno. Che avrebbe dato al Movimento non solo il compito di guidare il Paese ma di ricostruirne gli assetti. Un salto di paradigma senza precedenti, solo parzialmente accostabile a quello del 92-93.
Questa scommessa è stata persa. Quantomeno nell’immediato. Frenata più che da Renzi dal renzismo. E cioè da una cultura che accetta pienamente i linguaggi della contemporaneità e che allo stesso tempo prova a ridare alla politica il suo primato (che poi ci riesca, in questa è la sfida madre, ovviamente è ancora tutto da vedere).
Il collasso, questo sì probabilmente senza ritorno, riguarda il centrodestra. Che non è stato in grado di dotarsi di una lettura (da destra) della crisi. E che rimane maledettamente legato più che a un leader a un modello di leadership che appare superato.
Per questo Grillo, alleandosi con Farage, ha ancorato il M5S non solo a destra, ma con una destra gemmazione dalla crisi.
E per questo ha aperto a Renzi sulla legge elettorale. Dove l’obiettivo, quello vero, è mettere Berlusconi nell’angolo, prendersi il ruolo di opposizione che ridiscute le regole.
L’ importante non sarà solo trovare un accordo su una legge elettorale che in qualche modo penalizzi il centrodestra a favore del M5S. Ma anche presidiare e coltivare quello spazio politico, antagonista e alternativo al Pd.
E per questo ha aperto a Renzi sulla legge elettorale. Dove l’obiettivo, quello vero, è mettere Berlusconi nell’angolo, prendersi il ruolo di opposizione che ridiscute le regole.
L’ importante non sarà solo trovare un accordo su una legge elettorale che in qualche modo penalizzi il centrodestra a favore del M5S. Ma anche presidiare e coltivare quello spazio politico, antagonista e alternativo al Pd.
La strada non è delle più semplici e non è detto che il tentativo riesca: come reagiranno gli elettori a una parziale anestetizzazione dei toni? Se davvero chiudono su una buona legge che mette nell’angolo FI, si alleeranno con la Lega? E il Pd che partita giocherà?
Tante, troppe domande. Tutto ancora da dire, tutto ancora da vedere.
L’ unica certezza, che ci sarà da divertirsi. E non poco.
Giuseppe Di Caterino
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L’ unica certezza, che ci sarà da divertirsi. E non poco.
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