martedì 24 giugno 2014

Se questa è la politica siamo messi male.

Beppe Grillo e la macchina da guerra contro Renzi: spunta l’ipotesi preferenze

di   - 24/06/2014 - Il leader scende a Roma per guidare i suoi in vista dell'incontro di mercoledì. Imperativo: mettere alle strette i dem, avanzare le proposte del Democratellum e smontare l'Italicum

Beppe Grillo e la macchina da guerra contro Renzi: spunta l'ipotesi preferenze
«Mettere il PD alle strette. Far emergere le loro contraddizioni. E se non dialogano andare avanti con le nostre proposte», avrebbe detto il genovese ai suoi. E quali proposte potrebbero attirare il leader del Pd? Le preferenze, però con salsa 5 stelle. Sarebbe questa in sostanza la linea dettata da Beppe Grilloai suoi alla vigilia dell’incontro con il Pd per questo mercoledì. Prevenire ogni corteggiamento, controbattere ad ogni “proposta allettante”. Il leader cinquestelle è arrivato domenica pomeriggio a Roma e probabilmente rimarrà anche oggi nella Capitale per metter a punto i dettagli di un incontro che mira sempre più a rimettere in sesto l’immagine del Movimento.
Un momento dell'assemblea di ieri immortalato su Fb dal deputato Angelo Tofalo
Un momento dell’assemblea di ieri immortalato su Fb dal deputato Angelo Tofalo
SOLO FEDELISSIMI – Grillo ha ricevuto una stretta cerchia di fedelissimi nella solita saletta dell’hotel Forum, a due passi dal Colosseo. In quello che oramai è diventato il quartier generale dei 5 stelle ha incontrato i capigruppo di Senato e Camera Maurizio Buccarella e Giuseppe Brescia, il vicepresidente alla Camera Luigi Di Maio e il deputato Danilo Toninelli. Alla spicciolata (a loro dire «solo per un saluto») si sono avvicinati anche la senatrice Paola Taverna e i deputati Riccardo Nuti e Laura Castelli. Così, mentre ieri a Montecitorio si cercava di capire come impostare l’incontro, i malumori nel gruppo degli eletti a Roma continua ancora. L’apertura al dialogo, seppure sia stata letta da alcuni soltanto come una mossa strategica che come una reale offerta politica di collaborazione, non è stata gradita a causa di una questione di metodo. A molti non è andato giù il cambio di strategia deciso dai due cofondatori senza consultazioni con i parlamentari e la base. In diversi volevano spiegarlo a Grillo ieri sera a Montecitorio. Ma il leader, stavolta, non si è palesato. Oggi non è detto che il leader si presenti ai più critici per ricucire gli strappi romani.
ITALICUM? NON SOLO - Primo punto: rifiutare l’impianto dell’Italicum, «Non credo che mercoledì si parlerà anche di riforme: come sapete il giorno è stato scelto perché è l’ultimo disponibile per presentare gli emendamenti e abbiamo visto che begli emendamenti», ha spiegato la senatrice Paola Taverna all’uscita dall’hotel. Grillo potrebbe puntare anche alla partita del Senato, dove il Movimento stavolta non vuol rimanere a guardare. Dopo la polemica sugliemendamenti relativi all’immunità parlamentare a trovare ieri la soluzione è stato il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio. «Precisiamo che, oltre agli emendamenti Crimi ed altri che eliminano l’autorizzazione delle Camere per le perquisizioni e le intercettazioni a carico sia dei deputati che dei senatori, stiamo presentando un subemendamento che, sopprimendo i commi secondo e terzo dell’articolo 68, manifesti la volontà del Movimento Cinque Stelle di equiparare i parlamentari ai cittadini di fronte alla legge, facendo salve solo le opinioni espresse e i voti dati nell’esercizio delle loro funzioni», ha annunciato il grillino in rete.
PERCHÉ LE PREFERENZE POSSONO PIACERE – Si è parlato di dinamiche interne ai gruppi tra Madama e Montecitorio ma anche dell’opzione preferenze (quella tanto discussa e smentita da Di Maio su un articolo de La Stampa). Potrebbe esser una alternativa, se verrà rilanciata nel modo giusto. Mediaticamente ha appeal: la possibilità di far “scegliere i propri eletti”. Ma le differenze tra Italicum e Democratellum sono abissali. Per questo tra i 5 stelle le bocche restano cucite. Chi è andato ieri a trovare il leader ha sviato come poteva la stampa. Di Maio è fuggito col taxi, parlando di “buona volontà” in vista dell’incontro di domani. Altri, come Brescia e Buccarella, hanno preferito non rilasciare dichiarazioni. Oggi ci sarà un altro giro di chiamate per metter in piedi la “macchina perfetta”. Vietato crollare. Per questo motivo l’iracondo Beppe lascia spazio ai suoi. Il sistema elettorale proposto deve rimanere quello dei 5 stelle. Alla peggio si cercherà di «smascherare» l’impianto del patto del Nazareno rilanciando con quello che di buono c’è (e può piacere) nella legge uscita dalle consultazioni on-line. Stavolta però il messaggio è chiaro. Non si deve più «uscire da questo blog» ma conquistare quella parte di elettorato che mal vede quei compromessi con Forza Italia. Mercoledì c’è uno streaming da sfruttare e Beppe Grillo, da spettatore, non lo vuole perdere.
(Copertina Foto Roberto Monaldo / LaPresse)

Nessun commento:

dipocheparole     venerdì 27 ottobre 2017 20:42  82 Facebook Twitter Google Filippo Nogarin indagato e...