giovedì 26 giugno 2014

Questo è il M5S. Accozzaglia di poveri diavoli.

Assemblea 5 Stelle a Firenze: rissa ed espulsioni

Pubblicato il 26 giugno 2014 da Daniele Errera  
Nervi tesi in casa Movimento 5 Stelle. I grillini del Comune di Firenze, sì quella città di cui sindaco fu Matteo Renzi, si sono scontrati – e non solo verbalmente – in un’assemblea terminata ieri a notte profonda.
Sono stati i risultati delle elezioni europee ad aver scoperchiato un vero e proprio vaso di Pandora. Quel 40,8% renziano – corrispondente ad un arretramento pentastellato – ha provocato dure reazioni interne al Movimento guidato da Beppe Grillo. Sia nei confronti del leader nazionale che locali. A Firenze (nella quale provincia il Pd ha sfondato quota 60%), presso il circolo Andrea Del Sarto, un gruppo dei militanti ha sottoscritto una lettera – riguardo la mancanza di trasparenza e democrazia inter movimento – diretta al deputato Luigi Di Maio (attualmente capogruppo) all’insaputa dell’assemblea cittadina. All’ordine del giorno, quindi, l’espulsione o la sospensione del gruppo ‘eretico’. Il raduno, però, finisce praticamente in rissa. Spintoni, urla, insulti diventano normalità nell’assemblea chiamata ad un così decisivo provvedimento.
La conseguenza principale è stata la mobilitazione di cinque volanti della polizia, dovute intervenire per sedare gli animi fin troppo bollenti. Interviene anche Silvia Noferi, consigliera Comunale 5 Stelle, che afferma come quelli siano “metodi degni dei periodi più bui della democrazia”. Quello di ieri, continua, è stato “uno spettacolo indegno. Una scatola chiusa dai soliti noti prima dell’inizio dell’assemblea, schede di richiesta espulsione di attivisti storici a voto segreto. Votazione in corso durante la discussione. Non si sa quante schede già compilate fossero dentro la scatola. Una gran parte di attivisti tra cui la sottoscritta si è rifiutata di votare in quanto mancanti le più elementari norme di garanzia. La votazione è irregolare. Chi ha organizzato questo spettacolo indecoroso è da espulsione altro che chi ha scritto una lettera di dissenso”.
Daniele Errera

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