L’Economist contro Papa Francesco: è un leninista
di Valentina Spotti - 26/06/2014 - Il settimanale britannico sembra deciso a smontare la tesi del Santo Padre sulla disoccupazione giovanile
L’Economist contro il Papa. Il settimanale ha lasciato decantare per più di una settimana le parole che Papa Francesco ha pronunciato nel corso della sua intervista al quotidiano catalano La Vanguardia prima di tornare ad analizzare la questione offrendo ai lettori britannici uno spunto di riflessione quanto mai insolito sulle vedute del Pontefice.
«PAPA FRANCESCO COME LENIN» - L’analisi del settimanale londineseprende le mosse dalle dichiarazioni di Papa Francesco sulle cause della crisi economica e la successiva denuncia del Santo Padre della «atrocità della disoccupazione giovanile», un tema sul quale Bergoglio si è espresso in termini per i quali l’Economist ha scomodato addirittura l’aggettivo “esplosivo”. «Stiamo scartando un’intera generazione per mantenere in vita un sistema economico che non si regge più – aveva detto Francesco – Un sistema che per sopravvivere deve fare la guerra, come hanno fatto tutti i grandi imperi. Ma visto che non si può fare una terza guerra mondiale, allora si fanno le guerre regionali… Si producono e si vendono armi, e così le grandi economie mondiali si risanano sacrificando l’uomo all’idolatria del denaro». Una posizione netta e dura, quella di Papa Francesco, nella quale l’Economist vede nientemeno che lo specchio dell’ideologia leninista. Il Santo Padre non esista a definire il capitalismo come la causa principale delle guerre, una tesi che il settimanale britannico - forse sentendosi punto sul vivo – sembra essere del tutto intenzionato a smontare:
Dichiarando un collegamento diretto tra capitalismo e guerra, sembra prendere una linea ultra-radicale: una linea che – consapevolmente o meno – segue quella proposta da Vladimir Lenin nella sua analisi di capitalismo e imperialismo e di come siano stati la causa dello scoppio della Prima guerra mondiale, un secolo fa. Ci sono molti contro-argomenti: la storia è piena di esempi di forme di potere che hanno generato violenza in modo ancora più evidente di quanto non abbia fatto il capitalismo, dal feudalesimo ai regimi totalitari, e pensatori come Joseph Schumpeter e Karl Popper hanno affermato con forza che il capitalismo può consolidare la pace offrendo metodi non violenti per soddisfare i bisogni umani.
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«PAPA FRANCESCO NON È RATZINGER» - Poi, però, i toni dell’Economist si fanno meno tranchant: si loda l’approccio del Santo Padre, e si riconosce la profondità delle sue parole ma, sotto sotto, sembra anche spuntare una certa volontà di “rimetterlo a posto”, sottolineando che il suo è un ruolo spirituale e non politico:
Tuttavia, a differenza del suo predecessore, Francesco non si pone né come un accademico né come un pensatore: il suo modo approccio è più legato all’intuito e le sue affermazioni sanno essere sagge. Ha puntato il dito contro «l’idolatria del denaro», che in alcuni luoghi arriva ad affamare i bambini, si è mostrato angosciato per lo spreco di talenti e di energie trai giovani e ha concluso che gli economisti devono essersi persi il senso di tutto questo. Francesco potrà anche non offrire tutte le risposte o analizzare le cose in modo corretto, ma sta ponendo le domande giuste, come il ragazzino che osserva l’imperatore nudo.
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