sabato 28 giugno 2014

Rosi Mauro è diventata la causa di tutti i problemi della lega nord. In realtà il problema vera è che era l'unica a non rubare.

Rosi Mauro scagionata: «La mia innocenza calpestata senza ritegno in tv»

di   - 27/06/2014 - L'ex vicepresidente del Senato, accusata di aver rubato soldi pubblici insieme al tesoriere della Lega, commenta la richiesta di archiviazione nei suoi confronti: «Due anni e due mesi di gogna non si cancellano»

Rosi Mauro scagionata: «La mia innocenza calpestata senza ritegno in tv»
«Non auguro al mio peggior nemico ciò che ho passato in questi anni. Oggi sono felice. Ma due anni e due mesi di gogna non si cancellano, non si cancellano le incursioni e le falsità sulla mia vita privata. Devo ringraziare i pubblici ministeri che hanno fatto un lavoro immane, e questo lavoro li ha portati a convincersi della mia innocenza. Ma questa innocenza è stata calpestata senza ritegno sui giornali, in televisione, su internet». È con queste parole cheRosi Mauro, ex senatrice della Lega Nord ed ex vicepresidente dell’assemblea di Palazzo Madama, commenta oggi la richiesta di archiviazione dall’accusa di appropriazione indebita chiesta per lei dalla Procura di Milano nell’ambito dell’inchiesta The Family che nel 2012 portò a galla un sistema di utilizzo improprio di milioni di euro di fondi del Carroccio.

Raduno Lega Nord Padania(Foto da archivio LaPresse. Credit: Mauro Scrobogna)

LA VICENDA – Ieri il procuratore aggiunto Alfredo Robledo e i pm Roberto Pellicano e Paolo Filippini hanno chiesto il rinvio a giudizio per tutti i membri della famiglia di Umberto Bossi e per altre sei persone, tra le quali il tesoriere Francesco Belsito, accusato di aver gestito le casse della Lega in maniera «più che allegra». Si tratta della vicenda dell’acquisto di diamanti e di altre spese sostenute dai familiari del Senatur e scaricate sul partito, tra le quali le lauree comprate in Albania, che da oggi ha qualche protagonista in meno. A processo non finirà la sindacalista che faceva parte del cosiddetto cerchio magico di Bossi e che allo scoppio dello scandalo fu espulsa dal partito e invitata a dimettersi dalla carica di vicepresidente del Senato. A Rosi Mauro la procura aveva contestato di aver sottratto alle casse della Lega circa 100mila euro. Lei aveva risposto alle accuse presentando, lo scorso novembre, una serie di documenti e spiegazioni. Che successivamente sono state accolte. E che generano invitabilmente un po’ di rammarico l’immagine danneggiata. Chi chiederà scusa ora alla Mauro? La domanda nasce spontanea. Probabilmente lo faranno in pochi o non lo farà nessuno. Nemmeno chi nella Lega processò la senatrice per direttissima mettendola alla porta. Ovvero Roberto Maroni e i suoi fedelissimi. «Io per tutta la mia vita avevo obbedito. Ma di fronte a quell’ingiustizia mi ribellai, perché sapevo di non avere fatto niente. Dissi che mi stavano facendo una schifezza. E risposi che non mi sarei dimessa», ricorda Rosi Mauro oggi.
L’ACCUSA – Nel dettaglio alla senatrice veniva contestato un assegno da 6.600 intestato a Rosi. Un altro da 16mila. Ma anche e soprattutto 77mila euro che sarebbero serviti per comprare in Albania la laurea a Pier Mascagiuro, un ex poliziotto diventato suo compagno, ma che in realtà non è nemmeno diplomato. «Tutti – ha spiegato la Mauro ai magistrati – sapevamo che venivano spesi dei soldi per gli studi di Renzo e Riccardo Bossi, ma si parlava di studi effettivi al Cepu, si parlava di Londra». E ancora: «Sarebbe bastato poco per capire che la storia non stava in piedi, chi ha mai pagato 77mila euro per una laurea in Albania? Ne bastano due o tremila. E poi Moscagiuro non è neanche diplomato». Infine è giunto il parere della Procura: «Non è irragionevole ritenere che Belsito abbia utilizzato la Mauro e Moscagiuro come pretesti per prelevare denaro per se stesso».
(Fonte foto copertina: archivio LaPresse. Credit: Alessandro Fiocchi)

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