Etihad in Alitalia, strilli e numerini
26 - 06 - 2014Michele Arnese
E’ un annuncio senza reali annunci quello di ieri tra Alitalia ed Etihad.
Nulla di nuovo, visto che l’entrata della compagnia emiratina con il 49 per cento della società presieduta da Roberto Colaninno ci sarà solo quando si troveranno accordi su due questioni non ancora definite: l’intesa con i sindacati su come gestire i 2.251 esuberi indicati dalla compagnia degli Emirati e la quadra sui 560 milioni di debiti finanziari di Alitalia verso le banche che Etihad vuole stralciare.
Chi si straccia le vesti per gli ulteriori tagli al personale, e chi traccheggia nel non mollare sui debiti, dimentica due numeri e una data.
Il primo numero è 1,5 miliardi, ossia gli euro di perdite accumulate dai capitani coraggiosi e dalla banche munifiche nei cinque anni di Alitalia-Cai. Ovvero – ed ecco il secondo numeretto – la compagnia ha perso in media ogni mese 20,8 milioni di euro. Ripetiamo: quasi 21 milioni di euro al mese.
La data da tenere a mente prima di disquisire è la seguente: se entro ottobre non ci sarà una nuova iniezione di capitale, Alitalia fallirà.
Con questi numerini e questa data, strillare su esuberi, su crediti stralciati, sul destino di Malpensa e sulle incognite del lungo raggio è poco commendevole.
La verità è che con Etihad nascerebbe la prima compagnia euroaraba dalle potenzialità inedite per il sistema Italia. Il resto è un fatuo frignare.
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